IL SECONDO LIBRO
DELL’ALCORANO
NEL
QVALE
QUALE
SI CONTIENE
LA LEGGE DE SARRACINI
IMPOSTAGLI DA
MACOMETTO
La Oratione de Macomettani chiamata da loro
Madre dell’Alcorano.
IN nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
Signore
dell’Vniuerʃo,
dell’Universo,
e Giudice del di del
giuditio,
ʃem-pre
sempre
lodato,
Ti preghiamo,
in te confidiamo,
Mettici
nella buona
uia,
via,
nella
uia
via
di coloro che tu hai eletti,
e
nõ
non
di quelli,
co quali tu
ʃei
sei
adirato, e che
ʃono
sono
infedeli.
CAPITOLO
.I.
I.
[1]
QVESTO
QUESTO
libro
ʃanza
sanza
falʃità,
falsità,
e
ʃan-z’alcuno
sanz’alcuno
errore,
ueridico
veridico
à
coloro,
i
quali hanno in loro l’amor di Dio,
che
temono,
e honorano quello,
e che
ʃi
si
di-lettano
dilettano
dell’orationi,
e delle
Limoʃine
Limosine
con la
oʃʃeruanza
osservanza
delle leggi
date da
Dio di Cielo
à
te,
e
à
tutti gli altri tuoi
Predeceʃʃori,
Predecessori,
e la
ʃperanza
speranza
del futuro
ʃecolo
secolo
ha fatto
conoʃcere
conoscere
la
ʃetta
setta
ue-race,
verace,
La quale chi la
ʃegue
segue
è
da lei condotto al
ʃommo
sommo
bene,
ʃi
si
come chi non le crede,
e da lei menato
à
perpetuo male,
e quantunque tu
uoglia
voglia
corregerli,
non potranno
conuertirʃi
convertirsi
alla fede,
concioʃia
conciosia
che Dio hara loro indurato gli occhi,
gli orecchi,
e il cuore.
E
confeʃʃeranno
confesseranno
Dio,
e la legge
ʃua
sua
con la bocca,
ma con
l’opere lo negaranno,
e
coʃi
cosi
ʃi
si
acquiʃteranno
acquisteranno
ignorantemente danno
al-l’anima,
all’anima,
e il dubbio
ʃara
sara
loro perpetua pena,
concioʃia
conciosia
che
eʃʃi
essi
eʃʃendoʃerui
essendoservi
de peccati,
preʃumono
presumono
di
moʃtrarʃi
mostrarsi
puri,
e liberi.
QVANDO
QUANDO
ʃi
si
perʃuade
persuade
loro,
che accettino la buona legge,
non
opponendoʃi
opponendosi
alla
ʃcoperta,
scoperta,
dicono che non
uogliono
vogliono
abbracciare
ʃe
se
non
la diritta,
Non dimeno
nell’occaʃioni
nell’occasioni
moʃtrano
mostrano
à
Diauoli,
Diavoli,
che gli
bef-fanno
beffanno
eʃʃer
esser
cattiui,
cattivi,
concioʃia
conciosia
che mutando la Setta
uerace
verace
per la
ini-qua,
iniqua,
e bugiarda,
diuenghino
divenghino
ʃordi,
sordi,
muti,
ciechi,
ridicoli,
e
inconuertibi-li
inconvertibili
à
Dio,
aʃʃomigliandoʃi
assomigliandosi
à
coloro innanzi a
quali,
un fuoco che
ʃia
sia
ac-ceʃo
acceso
ʃi
si
ʃpegne,
spegne,
e che
ʃoccedono
soccedono
le tenebre,
o
uero
vero
a gli occupati d’una
nube,
che habbia
ʃeco
seco
folgori,
e tuoni,
i quali per la tema
ʃi
si
chiudino
gli orecchi,
o
à
quali la
ʃerenita
serenita
dia
trauaglio,
travaglio,
e le tenebre quiete,
[2]
percioche
à
Dio onnipotente,
e
poβibile
possibile
far
ʃi
si
che
nõ
non
uedino,
vedino,
ne odino.
O huomini tutti
inuocando,
invocando,
temete colui,
che
è
Fattore del Signor
uoʃtro,
vostro,
e delle prime
coʃe,
cose,
il qual colloco la Terra di
ʃotto,
sotto,
e il Cielo di
ʃopra,
sopra,
e che manda le pioggie,
gl’arbori,
e i
frutti loro,
e credette che
egli non ha paro,
e
penʃateui
pensatevi
che quel libro
è
in tutto
uerace,
verace,
fatene
un
ʃimile,
simile,
ʃi
si
egli
è
poβibile
possibile
mettendoui
mettendovi
tutte le mani,
e confermatelo
con
teʃtimoni
testimoni
?
[3]
Predicate
à
chi teme,
che il fuoco punirà
i
cattiui,
cattivi,
e che
[4]
i buoni
ʃaranno
saranno
menati nel
Paradiʃo
Paradiso
del Signore,
doue
dove
poʃʃederanno
possederanno
in
eterno acque
dolciʃʃime,
dolcissime,
pomi di
uarie
varie
ʃorti,
sorti,
frutti
diuerʃi,
diversi,
belliβime,
bellissime,
e
mondiβime
mondissime
donne,
e ogni altro bene.
Dio non
ʃi
si
uergognara
vergognara
mai d’agguagliar i
cattiui,
cattivi,
e gli increduli alle Zanzare,
e a
ʃimili
simili
animali.
Molti caminaranno per la buona
uia,
via,
nondimeno molti piu andaranno per
la
cattiua,
cattiva,
i quali facendo quel,
che non
è
da fare,
e da Dio
uetato,
vetato,
ʃeguiranno
seguiranno
la
ʃetta
setta
dannoʃa,
dannosa,
Perche non
ui
vi
piegate a
preghi del
Signo-re
Signore
?
[5]
Egli conducendoci alla
uita
vita
di nulla,
ci farà
morire,
e fara che
ri-ʃuʃcitaremo
risuscitaremo
per lui,
il quale fatte le
coʃe
cose
mondane
aʃcendendo,
ascendendo,
[6]
diʃpo-ʃe
dispose
i
ʃette
sette
Cieli che
ʃanno
sanno
ogni
coʃa,
cosa,
facendo
ʃapere
sapere
a gli Angeli che
uoleua
voleva
far in terra un
ʃimile
simile
à
ʃe,
se,
I quali allhora gli
diβero.
dissero.
Noi
ʃud-diti
sudditi
in tutte le
coʃe
cose
alla
uoʃtra
vostra
Maeʃtà,
Maestà,
diuotamente
divotamente
ui
vi
rendiamo gratie infinite.
Ma egli
ui
vi
ʃarà
sarà
contrario,
e
ʃpargera
spargera
il
ʃangue.
sangue.
[7]
Allho-ra
Allhora
Dio
moʃtrando
mostrando
ʃapere
sapere
coʃa,
cosa,
che gli Angeli non
ʃapeuano,
sapevano,
inʃegnò
insegnò
ad Adamo tutti i
uocaboli
vocaboli
delle
coʃe
cose
da gli Angeli fino allhora
pre-ʃente
presente
non
ʃapute,
sapute,
e gli diede la
ʃua
sua
fauella
favella
oltra gli Angeli,
moʃtran-do
mostrando
che egli
conoʃceua
conosceva
i
ʃecreti
secreti
di tutto il Mondo,
e de cuori
confeʃʃan-do
confessando
prima gl’Angeli che
eʃʃi
essi
non
ʃapeuano
sapevano
i
uocaboli,
vocaboli,
quando che Dio
domando loro che
eʃprimeʃʃero
esprimessero
la peritia de
uocaboli,
vocaboli,
ʃe
se
erano
ueraci.
veraci.
La onde fu commandato a
gli Angeli,
che
eβi
essi
innanzi ad Adamo
ʃi
si
inchinaʃʃero,
inchinassero,
il che fecero tutti da Belzebub infuori.
Fatto tutto
queʃto
questo
per ordine,
commandamo ad Adamo
coʃi,
cosi,
Tu,
e la tua Donna
reʃterete
resterete
in
Paradiʃo
Paradiso
fino
à
tanto che
ui
vi
piacera,
pur che
uoi
voi
non
man-giate
mangiate
di
queʃt’arbore.
quest’arbore.
[8]
Il che
eβi
essi
non
oʃʃeruando
osservando
per la
ʃuaʃion
suasion
del
dia-uolo,
diavolo,
furono cacciati del
Paradiʃo,
Paradiso,
La onde Dio
diʃʃe
disse
loro,
come
à
trangreʃʃori.
trangressori.
Contrariandoui
Contrariandovi
l’un l’altro,
diʃcendete
discendete
in terra,
quiui
quivi
ʃecon-do
secondo
che mi piacera harete luogo horale.
Dopo
hauendo
havendo
Adamo
riceuu-to
ricevuto
il dono della pietà,
e del perdono,
Dio da capo gli
diʃʃe.
disse.
Voi duoi
la-ʃciatemi
lasciatemi
il mio
Paradiʃo,
Paradiso,
e prendete da me la
uia
via
della
uita,
vita,
e chi mi
imitera non hara paura,
ne pericolo,
ma chi mi
ʃarà
sarà
contrario
entre-rà
entrerà
nel fuoco dell’Inferno ilquale non ha fine.
[9]
Voi dunque
ò
figliuoli
d’Iʃraele,
d’Israele,
i quali
ui
vi
ricordate de benefici,
che io
ui
vi
ho fatti,
fuggite
la
diʃʃolutione
dissolutione
della pace tra
uoi
voi
fatta,
temendo me
ʃopra
sopra
tutte le
coʃe,
cose,
e
conoʃcete
conoscete
che
queʃto
questo
libro di
queʃta
questa
mia legge
mandatoui
mandatovi
dal
Cie-lo
Cielo
è
il confermamento della
uoʃtra
vostra
legge,
La onde egli
è
ragioneuole,
ragionevole,
che
uoi
voi
non
ui
vi
mettiate ad
eβere
essere
i primi
à
contradirle,
e
biaʃimarla.
biasimarla.
[10]
State dunque forti con proponimento di non
meʃcolar
mescolar
le
falʃità
falsità
col
uero,
vero,
ne tacere quel che
ʃi
si
conoʃce
conosce
che non
è
uero,
vero,
e
leuarʃi
levarsi
all’oratio-ni
all’orationi
con gran
riuerenza
riverenza
di corpo,
e di mente,
pagar le decime,
e i
debi-ti
debiti
à
Dio,
e far
aʃtinentia,
astinentia,
e
ʃpeʃʃe
spesse
orationi,
le quai
coʃe,
cose,
ʃi
si
come
ʃo-no
sono
à
cattiui
cattivi
difficili,
e amare,
coʃi
cosi
à
buoni,
e che
uoglian
voglian
tornar al
Si-gnore
Signore
ʃon
son
facili,
e dolci.
Egli
è
appreʃʃo
appresso
queʃto
questo
da
guardarʃi,
guardarsi,
che
co-loro
coloro
che predicano che
ʃi
si
faccia bene non faccino
eβi
essi
il contrario,
[11]
e
che leggendo non
reʃtino
restino
nella lor
maluagità.
malvagità.
Voi
ò
figliuoli
d’Iʃraele
d’Israele
ʃiate
siate
eʃʃecutori
essecutori
di
queʃte
queste
leggi,
ricordandoui
ricordandovi
di temer il di del
giu-dicio,
giudicio,
nel quale,
neʃʃuna
nessuna
anima non harà
interceʃʃore
intercessore
ne
ʃuʃtituto
sustituto
al-cuno,
alcuno,
e
ricordateui
ricordatevi
di tutti quei beni,
ch’io ho dato
à
uoi
voi
miei diletti.
[12]
Nõ
Non
ho io
liberatoui
liberatovi
delle mani di Pharaone,
che
occideua
occideva
la
uostra
vostra
pro-le,
prole,
e
toglieua
toglieva
le
dõne
donne,,
facendoui
facendovi
paʃʃar
passar
cõmodamente
commodamente
per il mare,
e affogando
eβi
essi
che
ui
vi
perʃeguitauano
perseguitavano
?
[13]
Nondimeno
uoi
voi
adoraʃte
adoraste
il
uitello,
vitello,
mentre che
Moʃe
Mose
ʃtè
stè
.xl.
xl.
giorni
à
digiunare per
hauer
haver
le leggi.
Ma di
queʃto
questo
peccato
ui
vi
fù
hauuto
havuto
compaβione,
compassione,
e
ui
vi
fù
perdonato,
e mi
rẽdeʃte
rendeste
gratie
per il libro
datoui
datovi
da
Moʃe,
Mose,
il quale ci
daua
dava
à
conoʃcere
conoscere
il
be-ne,
bene,
e il male
conoʃcendo
conoscendo
uoi
voi
rettamente la
uia
via
della
uita,
vita,
gridandoui
gridandovi
Moʃe
Mose
dell’adoratione del
uitello,
vitello,
la quale
ui
vi
era
nociua
nociva
all’anime,
dicen
doui
dovi
egli,
che egli era
coʃa
cosa
ottima
inuocar
invocar
Dio,
e mortificar l’anime
noʃtre,
nostre,
e
coʃi
cosi
impetraʃte
impetraste
da Dio perdono,
eʃʃendo
essendo
egli
piiβimo.
piissimo.
uoi
voi
diceʃte
diceste
che
uoi
voi
non
uoleuate
volevate
far
coʃa
cosa
alcuna di
queʃte,
queste,
ʃe
se
prima non
uedeuate
vedevate
Dio,
La onde egli
ui
vi
ʃi
si
moʃtrò
mostrò
in forma di folgore,
e
perdonatoui
perdonatovi
an-cho
ancho
di
queʃto,
questo,
fummo
uoʃtri
vostri
protettori,
[14]
e
piouendo
piovendo
uidemmo
vi demmo
la manna
dolciβima,
dolcissima,
quando noi dicemmo,
Entrando nelle
uille
ville
pigliate il cibo di
qualunq;
qualunque
luogo,
e entrando per la porta,
humilmente fate il
uoto
voto
cõ
con
ri-
gratiamẽto
rigratiamento,,
e
coʃi
cosi
Dio farà
gratia
à
cattiui
cattivi
perdonando,
e a
buoni darà
ʃtato
stato
migliore,
e i
cattiui
cattivi
dicendo,
non
à
noi facemmo da capo
uendetta,
vendetta,
Moʃe
Mose
domandando la pioggia alle
ʃue
sue
genti,
io
inʃegnandoli,
insegnandoli,
egli
per-cotendo
percotendo
con la
uerga
verga
una pietra,
fe
naʃcer
nascer
.xij.
xii.
fonti per bere,
[15]
Eβi
Essi
hauuto
havuto
da bere,
e da mangiare perche non
predaʃʃero
predassero
l’altrui
coʃe,
cose,
diceua-no,
dicevano,
che gli
ueniua
veniva
lor
faʃtidio,
fastidio,
mentre che
mangiauano
mangiavano
d’una
coʃa
cosa
ʃo-la,
sola,
La onde
eβi
essi
pregando
Moʃe,
Mose,
che il Creatore a
ʃuoi
suoi
preghi
faceʃ-ʃe
facesse
naʃcere
nascere
nella terra
coʃe
cose
da mangiare,
come biete,
cocomeri,
agli,
lenticchie,
e cipolle dicemmo,
uoi
voi
domandando il peggio per il megliore,
andate in Egitto,
e
quiui
quivi
harrete quel che piu
ui
vi
aggrada,
perche
quiui
quivi
erano
ʃprezzati
sprezzati
in calamita,
e mal menati,
Eβi
Essi
adunque
partendoʃi
partendosi
gli
ʃoprauenne
sopravenne
l’ira
diuina,
divina,
e furono
trouati
trovati
bugiardi,
micidiali,
i quali
nõ
non
temeuano
temevano
Dio.
Egli
è
da
ʃaper
saper
generalmente,
che ogni huomo che
ui-ue
vive
rettamente,
o
ʃia
sia
Giudeo,
o
Chriʃtiano,
Christiano,
o qual
ʃi
si
uoglia
voglia
che
laʃci
lasci
la
ʃua
sua
legge,
e
uada
vada
ad un’altra:
pur che adori Dio,
e faccia bene,
ĩdubitatamente
indubitatamente
ʃara
sara
ʃaluo.
salvo.
[16]
O Giudei,
uoi
voi
a
uoʃtri
vostri
uoti
voti
credendo,
ui
vi
inalzammo
ʃopra
sopra
il Monte,
E
coʃi
cosi
temendo Dio per forza,
e per
uirtu
virtu
abdiʃte
abdiste
a
no-ʃtri
nostri
commandamenti,
i quali
hauendo
havendo
uoi
voi
abbandonati meritaste pena,
e
morte,
ʃe
se
la
diuina
divina
pietà
non
ui
vi
ʃouueniua,
sovveniva,
A
uoi
voi
che
ʃapeuate
sapevate
la
uẽdetta
vendetta
diuina,
divina,
cio che ella
è,
e che de Sabbato
faceʃte
faceste
quel che non era
leci-to,
lecito,
mandò
un
ʃegnale
segnale
della
ʃua
sua
ira per corregger i
buoni.
Dopo
ri-prendeʃte
riprendeste
un’altra
uolta
volta
Moʃe,
Mose,
che per
uolontà
volontà
di Dio
uoleua
voleva
che
le
uacche
vacche
s’occideʃʃero,
s’occidessero,
domandandogli s’egli di
uoi
voi
ʃi
si
rideua.
rideva.
Il che
egli negando,
aggiungendo,
che
uoi
voi
non
erauate
eravate
ʃtolti,
stolti,
pure perche l’eta delle
uacche
vacche
fuʃʃe
fusse
conoʃciuta
conosciuta
per la
ʃua
sua
inuocatione,
invocatione,
da
uoi
voi
domandato
diʃʃe.
disse.
Siano di mediocre età,
ne
uecchie,
vecchie,
ne
giouani,
giovani,
e a
uoi
voi
certi non
aggiunʃe
aggiunse
in tutto
{17}
ʃiano
siano
ʃane,
sane,
e non
ʃiano
siano
mai
ʃtate
state
ʃotto
sotto
il giogo,
o
à
du-rar
durar
fatica.
[17]
Voi allhora
confeʃʃando,
confessando,
che egli
ʃapeua
sapeva
la
uolontà
volontà
di Dio,
occideste a
pena la
uacca.
vacca.
Quando uno che
oʃʃerua
osserva
la legge di Dio
uorra
vorra
ʃapere
sapere
chi hara
occiʃo
occiso
lo huomo,
e che non
ʃi
si
ʃappia,
sappia,
tocchi il morto con
un pezzo di quella
uacca,
vacca,
perche egli
riʃuʃcitando
risuscitando
dira,
chilo
chi lo
occiʃe.
occise.
[18]
Queʃte
Queste
coʃe,
cose,
e
ʃimiglianti,
simiglianti,
ʃapute
sapute
da Giudei,
non gli
muouono
muovono
dalla
du-rezza
durezza
loro,
perche
eʃʃi
essi
hanno i
cuori di pietra,
anzi piu duri,
perche
dalle pietre per tema di Dio
eʃcono
escono
l’acque,
Tu
aʃpetti
aspetti
dunque che
queʃte
queste
genti
ʃi
si
conuertino
convertino
alla tua legge?
mai non
ʃarà
sarà
il
uero.
vero.
Eβi
Essi
hanno mutato la parte
{20}
di Dio,
l’udire,
e il
conoʃcimento,
conoscimento,
ne
uoglion
voglion
adoperar
neʃʃuna
nessuna
coʃa
cosa
di
queʃte,
queste,
Ma pigliando co buoni le commodità
deʃi-derano
desiderano
d’eʃʃer
d’esser
numerati tra loro,
[19]
Ma ci
è
chi giudica il tutto,
quan-tunque
quantunque
ʃappino,
sappino,
che Dio
conoʃce
conosce
i
ʃecreti
secreti
della mente,
e la
uoce,
voce,
[20]
Molti
non per leggere,
ma per l’altrui parole
conʃeguendo
conseguendo
la legge,
coʃtan-temente
costantemente
affermando i
libri non
eʃʃer,
esser,
&
eʃʃer
esser
tra il
uero,
vero,
afferma-no
affermano
Dio
offeʃo
offeso
da gli
ʃcrittori,
scrittori,
concioʃia
conciosia
che
ʃotto
sotto
il
ʃuo
suo
nome
ʃiano
siano
ʃe-gnati
segnati
gli altrui libri,
&
che il fuoco non gli nuocerà
ʃe
se
non al
tem-po
tempo
ordinato.
All’incontro gli
ʃcrittori
scrittori
dicono,
Con chi
fermaʃte
fermaste
que-ʃto
questo
patto?
[21]
Ogni peccator della colpa,
accumulando colpe
ʃara
sara
abbru-ʃciato
abbrusciato
dal fuoco eterno,
ʃi
si
come ogni huomo che temerà
Dio,
e
fa-rà
farà
buone opere,
godera eternamente il
Paradiʃo,
Paradiso,
I figliuoli di
Iʃraea
Israe
le,
i quali
ʃolamente
solamente
daranno fede ad alcuni libri,
emolti
e molti
altri non
cre-deranno,
crederanno,
accettandone pochi,
e apparecchiando
queʃta
questa
uita
vita
alla
futu-ra,
futura,
patiranno
diʃpreggi,
dispreggi,
e pena in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
ʃanza
sanza
alcun fine.
[22]
Perche
eβi
essi
fatti rei hanno rotto la pace fermata con loro della
dilet-tion
dilettion
nostra,
cio
è
che
eβi
essi
adoraʃʃero
adorassero
un
ʃolo
solo
Dio,
ʃouueneʃʃero
sovvenessero
al
Pa-dre,
Padre,
e alla Madre,
a
profeʃʃori
professori
della legge loro,
e gli orfani,
e a
po-ueri,
poveri,
benediceʃʃero
benedicessero
il tutto,
che non
pregaʃʃero
pregassero
per
neʃʃuno
nessuno
che
haueʃʃe
havesse
occiʃo
occiso
altri,
[23]
e che non
riʃcoteʃʃero
riscotessero
i prigioni da gli nimici
eʃʃendo
essendo
tra
loro
ʃeditione.
seditione.
[24]
Dopo dato il libro a
Propheti,
e a
CHRISTO
figli-uolo
figliuolo
di MARIA,
il cui
ʃpirito
spirito
diuino
divino
fù
aiuto,
e
teʃtimone,
testimone,
[25]
Perche
hauete
havete
occiʃo,
occiso,
e contradetto a
Propheti,
che
ui
vi
hanno predicato,
che quel
che
ui
vi
ʃpiacque
spiacque
?
perche non
hauete
havete
fauorito
favorito
queʃto
questo
libro
mandatoui
mandatovi
dal
Cielo per confermatione delle
uoʃtre
vostre
leggi?
perche
hauete
havete
uoluto
voluto
con-tradir
contradir
ad una
coʃa
cosa
manifeʃta
manifesta
a tutti?
Se
ʃete
sete
buoni,
perche occidete i
Propheti?
Voi
iʃtrutti
istrutti
di
ʃcienza,
scienza,
e di
uirtu
virtu
da
Moʃe,
Mose,
adoraste il
uitel-lo,
vitello,
e fermato il patto della dilettion
noʃtra,
nostra,
e inalzato il Monte
ʃopra
sopra
noi,
{28}
e
preʃo
preso
per forza il
noʃtro
nostro
commandamento
l’udiʃte,
l’udiste,
e
fuʃte
fuste
auer-ʃari,
aversari,
e contrari alle
uoʃtre
vostre
leggi.
[26]
[27]
Se
uoi
voi
fuβi
fussi
ueraci
veraci
non
deʃiderereʃte
desiderereste
uoi
voi
la morte,
quando
ui
vi
uien
vien
promeʃʃa
promessa
la
uita
vita
futura innanzi
à
tutte
l’altre genti?
Ciaʃcuno
Ciascuno
di
uoi
voi
deʃidera
desidera
di
uiuer
viver
lungamente
per la
co-
ʃcienza
coscienza
del malfatto per il
paʃʃato,
passato,
quantunque il merito non
ʃia
sia
baʃtante
bastante
à
leuarui
levarvi
il futuro,
concioʃia
conciosia
che
ʃarete
sarete
tutti giudicati
ʃecondo
secondo
le
coʃe
cose
fatte.
[28]
Ogniuno che
ʃarà
sarà
contrario
à
Gabriello il quale per nome
del Creatore,
ti mette nel cuor
queʃto
questo
libro
meʃʃotti
messotti
nelle mani co
di-uini
divini
commandamenti,
e che promette
à
buoni buona
ʃperanza
speranza
caminando per la
uia
via
retta,
ogniuno dico che
ʃarà
sarà
contrario
à
Dio,
à
Michele,
e a
gli Arcangeli
ʃarà
sarà
grauemente
gravemente
afflitto.
Noi ti habbiamo dato
coʃe
cose
ʃtabili,
stabili,
e chiare,
alle quali i
cattiui
cattivi
per
uia
via
alcuna non obediranno,
con-cioʃia
conciosia
che i
Propheti
ueraciβimi
veracissimi
diʃpregiarono
dispregiarono
la legge
fermiβima,
fermissima,
facendo poco cura de
ʃuoi
suoi
cõmandamenti
commandamenti,,
e
coʃi
cosi
diʃpreggiata
dispreggiata
la legge fù
moʃtrata
mostrata
la
ʃcienza
scienza
à
Salomone da
Diauoli,
Diavoli,
quantunque
cattiui,
cattivi,
cioe de
preʃagi,
presagi,
e della magica,
come
è
della
diuiʃion
division
della donna,
e del marito,
e
coʃe
cose
ʃimiglianti,
simiglianti,
[29]
la quale i
ʃuoi
suoi
Prencipi in Babilonia,
cioé
Arot,
e
Marot non
inʃegnauano
insegnavano
ʃe
se
prima non
ʃi
si
diʃpreggia
dispreggia
il Creatore,
e la
ʃua
sua
legge.
Nondimeno non gli furono di momento
ʃe
se
non
cõcedendolo
concedendolo
Dio,
impararono ricercando
ʃottilmente
sottilmente
il nocumento dell’anime loro,
e la
morte,
piu
ʃarebbe
sarebbe
ʃtato
stato
loro utile temere Dio,
credere,
e
ʃperare.
sperare.
Non
ti
ʃara
sara
mandato libro alcuno da Dio
ʃecondo
secondo
il
uolere
volere
de
ʃimili
simili
incredoli,
Ma la
ʃua
sua
pietà,
e il
ʃuo
suo
dono
ʃi
si
uede
vede
in chi egli
uuole,
vuole,
e quando egli
uuole,
vuole,
i cui commandamenti
ʃprezzati
sprezzati
concedera
coʃa
cosa
ʃimigliante,
simigliante,
o
piu
leue.
leve.
Chi puo
giouar
giovar
all’anima
ʃua
sua
ʃanza
sanza
Dio,
ilquale
è
gouerna-tore
governatore
della Terra,
e del Cielo?
Amando dunque lui,
cercate da lui la
uoʃtra
vostra
ʃalute,
salute,
e il
uoʃtro
vostro
bene,
ʃi
si
come molti fecero,
prima da
Moʃe,
Mose,
ne
ui
vi
partite mai dalla
uostra
vostra
fede,
per
darui
darvi
a gli increduli.
Hauendo
Havendo
i libri
tratti
dall’inuidia,
dall’invidia,
uorrebbero,
vorrebbero,
che
uoi
voi
che
hauete
havete
la
uera
vera
legge,
ui
vi
atteneβi
attenessi
alla
cattiua.
cattiva.
Ma
uoi
voi
durate pure,
fin che
ui
vi
ʃia
sia
manifeʃto
manifesto
che
à
Dio piaccia,
uigilate,
vigilate,
date le decime.
Perche il Creatore
conoʃcera
conoscera
il
merito di
ciaʃcuno.
ciascuno.
Dicono,
che
neʃʃuno
nessuno
entrera in
Paradiʃo
Paradiso
ʃe
se
non i
Chriʃtiani,
Christiani,
e i
Giudei.
Il che
eʃʃendo
essendo
uero,
vero,
prouinlo
provinlo
con ragioni.
[30]
Generalmente tutti coloro che amano hanno ad
auertire,
avertire,
perche ogniuno che
uoltera
voltera
la
ʃua
sua
faccia
à
Dio,
&
fara bene hara merito da Dio.
[31]
Quantunque tra
Chriʃtiani,
Christiani,
e i
Giudei
ʃia
sia
lite,
e gara.
Neʃʃun
Nessun
di loro
puo
rimprouerar
rimproverar
che l’altro
ʃia
sia
ʃanza
sanza
legge,
l’uno e
l’altro ha il
li-bro
libro
de commandamenti.
Dio nell’altro
ʃecolo
secolo
diffinira le liti di coloro,
che diranno
queʃte
queste
coʃe,
cose,
e
diʃimiglianti.
disimiglianti.
[32]
Chi
è
peggiore di colui,
che
niega che
ʃi
si
faccia la
caʃa
casa
dell’orationi,
e che procura la
ʃua
sua
diʃtruttio-ne
distruttione
?
Mai non s’entri nel Tempio,
ʃe
se
non con gran timore,
altrimenti
facendo
ʃi
si
patira in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
aʃʃai
assai
uergogna,
vergogna,
e nell’altro
grãdiʃs
grandiss..
pena.
Eʃʃendo
Essendo
Dio
all’Oriẽte
all’Oriente,,
e all’Occidente,
in
qualunq;
qualunque
parte
ʃi
si
ʃpargeranno
spargeranno
l’orationi loro là
lo
troueranno,
troveranno,
perche la pietà
ʃua
sua
non
è
circunʃcritta
circunscritta
in alcun luogo.
La
ʃua
sua
ʃapienza
sapienza
abbraccia il tutto.
Al-cuni
Alcuni
altri dicono,
che il Creator
dell’uniuerʃita
dell’universita
Re del Cielo,
e della
Terra,
il quale col
ʃuo
suo
cenno fa il tutto,
e
à
cui
ʃon
son
ʃubiette
subiette
tutte le
co-ʃe
cose
ha
hauuto
havuto
un figliuolo.
Eʃʃi
Essi
non dicono il
uero.
vero.
[33]
Ma
queʃti
questi
tali
igno-ranti,
ignoranti,
simili in
queʃto
questo
à
i lor
anteceʃʃori,
antecessori,
dicono che crederanno,
ʃe
se
Dio
fauellerà
favellerà
loro,
e darà
loro
uirtu.
virtu.
Non habbiamo noi molte
uolte
volte
uedu-to
veduto
le
coʃe
cose
difficili,
e
ʃublimi
sublimi
con il
teʃtimone
testimone
de
ʃapienti
sapienti
?
Et hora io ti
commetto commandamenti
ueraci,
veraci,
co quali tu
inʃegnerai
insegnerai
à
buoni,
non
ti curando punto di coloro,
che
ʃon
son
predeʃtinati
predestinati
al fuoco,
Ma predicherai a
Giudei,
e
à
Chriʃtiani,
Christiani,
che non ci
è
altra legge buona che quella
del Creatore.
Quãtunque
Quantunque
eβi
essi
nõ
non
credino alla legge,
ne per i
tuoi detti s’acquetino
ʃe
se
non quando tu
ʃarai
sarai
della lor legge,
le qual
ʃe
se
tu
ʃe-guirai
seguirai
gia nella
noʃtra
nostra
ammaeʃtrato,
ammaestrato,
perderai la dilettione,
e il don
di Dio,
Tutti che legeranno
queʃto
questo
libro mandato dal Cielo
ʃemplice-mente,
semplicemente,
ʃenza
senza
dubio in lui crederanno.
E gl’increduli
ʃaranno
saranno
perpe-tuamente
perpetuamente
puniti.
[34]
Abramo che fini tutti i
commandamenti da Dio
fat-toli,
fattoli,
fù
da Dio fatto
ʃuo
suo
Rettore,
e Dottore,
alquale Abramo
riʃpon-dendo
rispondendo
diʃʃe.
disse.
Che faro io della mia generatione?
Diʃʃe
Disse
Dio.
Non
dirai le mie parole a
gli huomini
cattiui,
cattivi,
e
peruerʃi,
perversi,
[35]
Dopo
com-mandammo
commandammo
ad
eʃʃo
esso
Abramo,
e parimente ad
Iʃmaelle,
Ismaelle,
che
faceʃʃero
facessero
un
Tempio,
&
che
proponeʃʃero
proponessero
il commodo de gli huomini,
accioche
fuʃʃe
fusse
puro,
ornato,
mondo,
e idoneo
à
chi
ueniʃʃe
venisse
quiui
quivi
adorare.
Abramo facendo le fondamenta
diʃʃe.
disse.
O Creatore ottimo
ʃantificati
santificati
queʃto
questo
luogo
coʃtituendo
costituendo
quel Tempio,
e
inʃegnando
insegnando
à
noi,
e a
noʃtri
nostri
figliuoli,
che credono in te quel che
ʃi
si
habbia
à
far di bene,
e
perdo-nando
perdonando
loro,
come
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e
pietoʃo
pietoso
della
noʃtra
nostra
prole,
deʃta
desta
un
mediatore Propheta il quale notifichi le tue
uirtu
virtu
in
ʃcrittura,
scrittura,
e che
le benedica,
concioʃia
conciosia
che tu
ʃia
sia
dottore
eccelʃo,
eccelso,
e che
ʃai,
sai,
e odi ogni
coʃa.
cosa.
Ciaʃcuno
Ciascuno
adunque che
diʃpregiera
dispregiera
la legge di Abramo,
e la
la-ʃciera,
lasciera,
ʃara
sara
ueramente
veramente
animal brutto.
Il quale domandato da Dio
in chi egli
credeʃʃe,
credesse,
confeʃʃo
confesso
che egli
credeua
credeva
in Dio Re di tutto il
Mondo.
Onde egli amato da Dio,
fù
tra buoni coronato.
[36]
[37]
Abramo
in-timando
intimando
cotal precetto al
ʃuo
suo
figliuolo,
e a
Iacob
diʃʃe,
disse,
Non
muta-te
mutate
queʃta
questa
legge
ʃanta,
santa,
e diletta data da Dio
à
uoi,
voi,
innanzi la morte,
e Iacob
appreʃʃandoʃi
appressandosi
alla morte,
diʃʃe
disse
a
ʃuoi
suoi
figliuoli,
Chi adorarete
uoi
voi
quand’io
ʃaro
saro
morto?
Riʃpoʃero,
Risposero,
un
ʃol
sol
Creatore,
quello che tu
adori,
e Abramo
Iʃmahel,
Ismahel,
&
Iʃaac,
Isaac,
&
gli
diʃʃe
disse
loro,
[38]
Dio giudice ha dato a
loro,
che
ʃon
son
gia morti il merito
ʃecondo
secondo
l’opera,
e il
ʃimigliante
simigliante
fara a
uoi,
voi,
ne le
uostre
vostre
opere
ʃaranno
saranno
ricercate da
uoi,
voi,
ne
uoi
voi
ricerche-rete
ricercherete
le loro.
Hora i
Giudei,
e i
Chriʃtiani
Christiani
forzandoʃi
forzandosi
di torti le genti,
che ti
è
ʃtata
stata
commeʃʃa,
commessa,
accioche
eβi
essi
abbraccino la lor legge,
ammoni-ʃcono
ammoniscono
che
ʃi
si
faccia
profeβione
professione
nella loro,
Ciaʃcuno
Ciascuno
di loro conferma che
la
ʃua
sua
legge
è
migliore.
O
giuʃtiβimi
giustissimi
huomini,
ella fa
giuʃtamente
giustamente
pro-feβione
professione
d’abbracciar la legge di Abramo,
e non altra,
Tu adunque predica loro la fede del Creatore,
perʃuadendoli,
persuadendoli,
che adorando il Creatore
credino fermamente
à
libri
diuinamente
divinamente
mandati
à
te,
ad Abramo,
ad
Iʃmaele,
Ismaele,
a
Iʃaac,
Isaac,
a Iacob,
alle Tribu,
e alle leggi di
Moʃe,
Mose,
e di
CHRI-STO,
CHRISTO,
e di tutti gli altri Propheti,
non facendo tu differenza di
alcu-no.
alcuno.
S’eβi
S’essi
obediranno
à
noʃtri
nostri
commandamenti,
imiteranno una ottima
ʃetta,
setta,
ma
ʃe
se
faranno altrimenti,
Dio ti liberera da loro.
[39]
Noi
ʃiamo
siamo
in tutto
ʃoggetti
soggetti
alle parole.
Il Creatore delle quali non
ʃi
si
truoua
truova
coʃa
cosa
migliore
.
Ma
eβi
essi
dicono,
che Abramo,
Iʃmahele,
Ismahele,
e i
loro
ʃeguaci
seguaci
furon
Chriʃtiani.
Christiani.
Eβi
Essi
conoʃcono
conoscono
la
uerità,
verità,
e Dio meglio di loro la
conoʃce.
conosce.
Ma
ta-cendo
tacendo
peccano,
Dio non addomandera delle opere
noʃtre
nostre
alla gente
paʃʃata,
passata,
ne
uoi
voi
delle loro
cercãdo
cercando,,
perche la gente
cattiua
cattiva
laʃciò
lasciò
l’Oriente
nell’oratione
eʃʃendo
essendo
ʃuo
suo
l’Occidente,
e l’Oriente,
e menando
à
ʃe
se
tutti
i
ʃuoi
suoi
eletti,
ma
ui
vi
domandera delle opere da
uoi
voi
medeʃimi
medesimi
fatte,
ʃe
se
hauete
havete
fatto
limoʃine,
limosine,
ʃe
se
peregrinaggi,
ʃe
se
orationi
inuocando
invocando
diuotamente
divotamente
il
nome di Dio.
Comanda loro
adũque
adunque
che temendomi,
nell’orare
uʃino
usino
humilta,
&
la notte
ʃi
si
leuino
levino
a
queʃto
questo
effetto,
{43}
&
ʃi
si
uoltino
voltino
uerʃo
verso
Mecca
nell’orationi,
e
ʃe
se
il popolo della legge non
uorra
vorra
quella parte nell’orare,
tu non lo
ʃeguire,
seguire,
[40]
Perche tu che gia
ʃei
sei
iʃtrutto
istrutto
nella legge
noʃtra,
nostra,
ʃarai
sarai
connumerato tra
cattiui,
cattivi,
Eβi
Essi
con i
loro figliuoli
conoʃcono
conoscono
la
ue-rità,
verità,
quantunque molti di loro la nieghino.
Appreʃʃo
Appresso
è
da
guardarʃi,
guardarsi,
che non
ʃii
sii
imitatore di coloro,
i quali hora affermano,
e hora niegano
Ogniuno che orera in qualunque
uerʃo,
verso,
chiedendo quel che
è
buono,
ʃara
sara
eʃʃaudito
essaudito
da Dio.
Quautunque
Quantunque
il
uerace
verace
modo d’orare
ʃia
sia
uerʃo
verso
il
centro del tempio di Mecca Dio
teʃtimone.
testimone.
[41]
E perche le mie parole
fac-cino
faccino
in te frutto,
e perche tu
ʃeguiti
seguiti
una buona
ʃetta,
setta,
temi me
ʃolamen-te,
solamente,
e
coʃi
cosi
uoi
voi
tutti
inʃieme,
insieme,
de quali ho
ʃuʃcitato
suscitato
il Propheta,
il quale
ui
vi
moʃtri
mostri
quel che innanzi mai
uoi
voi
non
hauete
havete
ʃaputo,
saputo,
Chiamate il mio
nome rendendo gratie,
e non lo negate,
ʃe
se
uolete
volete
che io
ui
vi
chiami a
me.
Quei che
ʃon
son
buoni,
faccino che
giouino
giovino
loro
l’oratiõi
l’orationi
per la patientia,
e per
l’aʃtinenza.
l’astinenza.
Iddio habita in huomini tali,
e
à
quelli concede la
ʃua
sua
gratia,
Coloro che comportano patientemente il mandato della tema di
Dio,
la fame,
e il danno,
mieteranno l’allegrezza della
uita
vita
della
pecu-nia,
pecunia,
de gli arbori,
[42]
e
ʃoprauenendo
sopravenendo
infortunio,
diranno.
O Creatore noi
ʃiamo
siamo
tuoi,
ritornaremo
à
te.
Coloro che
ʃon
son
morti per
cõmandamento
commandamento
d’Iddio,
e per
ʃua
sua
uolontà,
volontà,
neʃʃuno
nessuno
gli tenga per morti,
ma credino che
ʃieno
sieno
uiui,
vivi,
e
ʃani.
sani.
[43]
Andando
à
Mecca,
non
ʃi
si
reʃti
resti
per alcun
cõto
conto
di andare
à
quel luogo,
che
è
nel
uiaggio
viaggio
chiamato Acefa,
Dio rimunera il
doppio
à
ciaʃcun
ciascun
che mette bene ne cuori puri,
e buoni,
egli perdonara il
male
à
cattiui,
cattivi,
e dara bene
à
buoni
eʃʃendo
essendo
egli
pietoʃo,
pietoso,
e largo
dona-tor
donator
delle
ʃue
sue
gratie.
Dio
diʃtruggera,
distruggera,
e abborrira coloro che negheranno il bene,
e la
uirtu,
virtu,
dopo che i
libri le faranno noti
à
ʃapienti.
sapienti.
[44]
L’ira di
Dio,
e de gli Angeli,
e de gli huomini,
non
laʃciera
lasciera
mai impunito
colui,
che contradira
à
qual
ʃi
si
uoglia
voglia
minimo mandato di Dio,
et egli mai non
lo riguardera.
[45]
Giurãdo
Giurando
il
falʃo
falso
ʃi
si
confonde l’uno,
e l’altro
giurãdo
giurando
il
uero,
vero,
paʃʃa
passa
à
Giudei.
Diʃʃe
Disse
il Creatore,
io
ʃon
son
ʃolo
solo
Creatore,
ʃempre
sempre
il
me-deʃimo
medesimo
pio,
e
miʃericordioʃo,
misericordioso,
oltra il quale non
ʃe
se
ne
truoua
truova
altro,
I cui
miracoli,
e
uirtuti
virtuti
à
ʃapienti
sapienti
ʃono
sono
la machina del Cielo,
e della Terra,
il
ʃocceʃʃo
soccesso
della notte,
e del giorno,
le
naui
navi
nel mare accommodate per gli
huomini,
la pioggia per la recreanza della terra,
la
compoʃition
composition
di
tut-ti
tutti
gli animali,
i
uenti,
venti,
le nubi che
uengono
vengono
da ogni parte occupando
l’aria,
e la terra,
[46]
parte de gli huomini,
che non adorano Dio,
ma altra
coʃa
cosa
in
ʃuo
suo
luogo,
e l’amano oltra l’altre
coʃe,
cose,
quando
uede
vede
l’ira di Dio,
confeʃʃa,
confessa,
che ella
è
grauiβima,
gravissima,
e
attribuiʃce
attribuisce
à
Dio tutta la forza,
con la
quale Dio ama piu i
buoni,
cernendo con
diuino
divino
giudicio gli empi da
pij
pii
e i
ʃapienti
sapienti
da gli
ʃtolti.
stolti.
Coloro che hanno
ʃeguito
seguito
Setta
cattiua,
cattiva,
quando
ʃentiranno,
sentiranno,
che la pena,
e lo ardor loro,
non hara fine,
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
lor lecito
il ritornare,
&
elegger un’altra
ʃetta,
setta,
rifiuterebbono in tutto,
quei
primi Dottori,
che loro
inʃegnarono.
insegnarono.
[47]
Voi dunque huomini mangiate le
coʃe
cose
ʃalate,
salate,
e buone della terra,
[48]
non facendo
à
modo del
diauolo
diavolo
uoʃtro
vostro
auerʃario,
aversario,
ilquale
inʃegnãdoui
insegnandovi
le
maluagità
malvagità
ui
vi
fara errare.
Queʃti
Questi
pregati
d’oʃʃeruar
d’osservar
i precetti
diuini,
divini,
dicono che
eβi
essi
nõ
non
uogliono
vogliono
ʃeguitar
seguitar
altra Setta di quella,
che i
maggior loro
ʃeguirono.
seguirono.
[49]
Dunque imiterete i
Padri
uoʃtri,
vostri,
ʃe
se
ʃaranno
saranno
ciechi,
e
ʃordi
sordi
?
Sarete dunque come
ʃordi,
sordi,
muti,
ciechi,
e
ʃtolti,
stolti,
e
ʃimiglianti
simiglianti
a coloro,
i quali non
ʃanno
sanno
altro,
ʃe
se
non
quel che
eβi
essi
hanno udito.
O huomini buoni grati
à
Dio,
mangiate quel
che egli
ui
vi
ha dato di buono,
rendendogli gratie,
e chiamando
eʃʃo
esso
ʃopra
sopra
tutte l’altre
coʃe.
cose.
[50]
Aʃteneteui
Astenetevi
da i
morticini dal Porco,
e dal
ʃangue,
sangue,
e
da ogni altro animale che
ʃia
sia
morto,
e non nel nome del Creatore.
Ma
ʃe
se
ui
vi
ʃaran
saran
portate
queʃte
queste
coʃe,
cose,
che la
neceβità
necessità
lo richiegga,
e il luogo,
non
uoglio
voglio
però
che
uoi
voi
penʃiate
pensiate
che
ʃia
sia
peccato,
Perche Dio che
è
pie-toʃo
pietoso
perdoneraui
perdoneravi
di
queʃto.
questo.
Chi contradira
à
queʃto
questo
libro dato dal Creatore
ʃara
sara
continouamente
continovamente
conʃumato
consumato
dal fuoco
ineʃtinguibile,
inestinguibile,
e non gli
giouera
giovera
opera alcuna che egli
ʃi
si
faccia,
I quali nel
ʃecolo
secolo
futuro non
udiranno le parole
diuine,
divine,
e le pene non
ʃaranno
saranno
lor diminute,
hauendo
havendo
uoluto
voluto
piu
toʃto
tosto
la
cattiua
cattiva
ʃetta,
setta,
che la buona,
e l’ira di Dio che
l’amo-re,
l’amore,
conʃentendo
consentendo
piu
toʃto
tosto
all’errore,
che al libro mandato dal Cielo,
[51]
Voltarʃi
Voltarsi
orando
uerʃo
verso
l’Occidente,
ouero
overo
l’Oriente,
non fa che lo huomo
ʃia
sia
uerace,
verace,
e fedele,
ma credere in Dio,
nel di del giuditio,
a gli
Ange-li,
Angeli,
a libri,
e a
Propheti,
compartir i
ʃuoi
suoi
danari,
e la
ʃua
sua
robba
caritati-uamente
caritativamente
a
ʃuoi
suoi
parenti,
a gli orfani,
a
poueri,
poveri,
a coloro che
uanno
vanno
cer-cando
cercando
a porta a
porta,
a prigioni,
far oratione,
pagar i
debiti a
Dio,
hauer
haver
fede,
e
coʃtanza
costanza
nelle parole,
e patir ogni affanno,
Tutte
queʃte
queste
coʃe
cose
fanno coloro,
che
ʃon
son
fedeli,
&
che amano Dio,
inuocandolo
invocandolo
a tutte
le hore nelle loro operationi,
&
con humiltà
accommodandoʃi
accommodandosi
al
ʃuo
suo
nome,
che empie il Cielo,
e tutta la terra,
{56}
[52]
e come
ui
vi
ʃcriβimo,
scrissimo,
farete le
uendette
vendette
uoʃtre
vostre
e quali e
ʃimili,
simili,
come il libero per il libero,
il
ʃeruo
servo
per il
ʃeruo,
servo,
la donna per la donna,
ʃaluo
salvo
ʃe
se
non
ʃi
si
riʃcoteʃʃe
riscotesse
con contanti
ʃe-condo
secondo
il precetto di Dio,
E chi fara altrimenti incorrera nel male
mi-naciato
minaciato
da Dio.
[53]
Ciaʃcuno
Ciascuno
che
s’auicina
s’avicina
alla morte
laʃci
lasci
della
ʃua
sua
pecu-nia
pecunia
poʃʃeduta
posseduta
alla
ʃua
sua
famiglia,
e a
ʃuoi
suoi
parenti tanto di quella che
eβi
essi
ne
poβino
possino
far
l’elemoʃina
l’elemosina
douuta,
dovuta,
e
che
chi
di loro la mutera,
commettera
peccato,
e il Creatore giudichera tutti i
ʃuoi
suoi
fatti,
s’egli harà
a
ʃoʃpetto
sospetto
la
maluagità
malvagità
de beffatori,
egli
diʃponendo
disponendo
la
coʃa,
cosa,
mitigandoli gli
correggia dando il tutto
à
Dio.
Vi commandiamo il digiuno,
ʃi
si
come ancho
à
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori,
antecessori,
accioche
uoi
voi
mostriate di temere Dio,
uoglia-mo
vogliamo
che
ʃia
sia
fatto in tempo
à
cio
ʃtatuito,
statuito,
e incerto numero de giorni,
cioé
nel
meʃe
mese
di Romadan,
nel quale
queʃto
questo
libro che
diuide
divide
il bene dal
ma-le,
male,
ui
vi
fu dal Cielo mandato.
[54]
Ciaʃcuno
Ciascuno
l’oʃʃerui,
l’osservi,
dall’Infermo,
e il
pere-grino
peregrino
infuori,
&
eβi
essi
faccino il
medeʃimo
medesimo
nel
reʃtante
restante
del tempo,
Dio
che
è
manʃueto,
mansueto,
e pio,
non
ui
vi
addomanda
coʃe
cose
grandi,
egli
ui
vi
permette,
che
uoi
voi
communemente
uʃiate
usiate
con le donne il coito notturno,
perche
egli
conoʃce,
conosce,
che egli
ui
vi
è
difficile,
&
impoβibile
impossibile
ad
aʃteneruene,
astenervene,
e
ui
vi
perdonera di
queʃto,
questo,
i ricchi hanno
meʃʃo
messo
in
uʃanza,
usanza,
che con la
limoʃina
limosina
ʃatisfanno
satisfanno
al digiuno,
Faccino l’uno,
e l’altro.
Voi fatte
queʃtion
question
di me,
affermate che io
ʃaro
saro
appreʃʃo
appresso
coloro che oreranno,
e
riʃpondero
rispondero
loro,
e daro il premio a
giuʃti.
giusti.
Quei che chiamero,
riʃpondino
rispondino
obedientemente a
miei precetti,
accioche
eβi
essi
non entrino in qualche errore.
Neʃʃuno
Nessuno
uʃi
usi
il coito con le donne ne Tempii.
Digiunate tutto il di,
e
uenuta
venuta
la
notte allhora mangiate,
e beete quanto
ui
vi
piace fino al principio
dell’-hora,
dell’hora,
la quale
ua
va
innanzi al
naʃcimento
nascimento
del Sole.
Neʃʃun
Nessun
paʃʃi
passi
queʃti
questi
termini ordinati da Dio.
[55]
Non
uogliate
vogliate
riceuer
ricever
danari per il
uiuer
viver
uo-ʃtro,
vostro,
delle bugie,
del trattar le
cauʃe,
cause,
e del giudicare.
[56]
Qudão
Quando
ʃarete
sarete
addomandati della Luna,
dite quel che
uoi
voi
ne
ʃapete,
sapete,
perche per quella
ʃi
si
conoʃce
conosce
il tempo de peregrinaggi,
e de digiuni,
ne quali
è
ʃommamen-te
sommamente
da
auertire,
avertire,
che
uoi
voi
amiate Dio,
e lo temiate.
Occidere
Occidete
gli nimici che
ʃi
si
contrapongono
à
Dio,
e cacciateli da luoghi di donde
eβi
essi
ui
vi
haranno
cacciati.
Perche la
ʃeditione,
seditione,
e la noia fanno piu danno,
che
l’occiʃioni.
l’occisioni.
[57]
Neʃʃuno
Nessuno
inimico,
che
ui
vi
ʃoprauenga
sopravenga
a Mecca,
ʃia
sia
occiʃo,
occiso,
ne
altrimen-ti
altrimenti
ʃi
si
moleʃti.
molesti.
E
tengaʃi
tengasi
per
giuʃta,
giusta,
e per buona l’entrata di
caʃa
casa
per la
porta,
e non di dietro,
o da lati.
Dio perdonerà
a gli nimici,
e
à
tutti gli
altri,
che ritorneranno
à
lui,
&
pentendoʃi
pentendosi
di tutto il malfatto gli collochera nel
Paradiʃo
Paradiso
per
ʃempre,
sempre,
tra ogni bene.
{63}
[58]
Facciaʃi
Facciasi
giudicio con
ʃopplicio
sopplicio
à
coloro,
che fanno le
coʃe
cose
non lecite.
[59]
Rendete il cambio
con-il
conil
medeʃimo
medesimo
modo
à
coloro che
ui
vi
fanno ingiuria,
e che
ui
vi
danno
mole-ʃtia
molestia
:
Spendete la
uoʃtra
vostra
pecunia nell’amor di Dio ne
uoʃtri
vostri
peregri-naggi,
peregrinaggi,
non
ui
vi
diʃperando.
disperando.
E non ritornate
ʃe
se
prima non
hauete
havete
fatto
quel che
uoi
voi
deuete
devete
ʃecondo
secondo
il
uoʃtro
vostro
potere,
ʃe
se
non
ui
vi
impediʃce
impedisce
pe-rò
però
la tema del luogo.
Chi
deʃidera
desidera
finir il tutto,
operi
ʃecondo
secondo
il
mo-do
modo
delle
ʃue
sue
facultà,
perche da Dio
ʃol
sol
ricerca una
eʃquiʃita
esquisita
per-fettione,
perfettione,
Colui che
è
impotente,
e che non
è
accompagnato dalla
ʃua
sua
donna in peregrinaggio digiuni tre di in
uiaggio,
viaggio,
e ritornato che
ʃia
sia
ne digiuni
ʃette.
sette.
A chi duole il capo,
e che
ʃia
sia
infermo,
ʃatisfaccia
satisfaccia
con la
limoʃina
limosina
il
ʃuo
suo
digiuno.
Chi fa
propoʃito
proposito
d’andar in
peregri-naggio,
peregrinaggio,
ʃi
si
ʃpogli
spogli
del mal fare,
e non
penʃi
pensi
a
coʃa
cosa
alcuna
ʃcelera-ta,
scelerata,
ne habbia alcuna inimicitia.
Dio tien conto di tutti i
beni
fat-ti
fatti
da colui che teme,
e che ha fame,
e che
è
ʃterile.
sterile.
I
Meʃi
Mesi
ordi-nati
ordinati
moʃtrano
mostrano
il tempo del digiuno,
e del peregrinaggio.
Tutti i
ʃaggi
saggi
temino la
uia,
via,
nella quale non
ʃi
si
uergogni
vergogni
domandar quel che
è
lor di bi
ʃogno.
sogno.
[60]
Coloro che ritornano di peregrinaggio,
a ripatriare,
chiamino
me Signore,
e chieggino perdono de loro peccati,
eʃʃend’io
essend’io
pietoʃo,
pietoso,
e
perdonatore,
e io
inʃegnando
insegnando
la buona Setta a
coloro,
che prima
ʃegui-uano
seguivano
la
cattiua,
cattiva,
e
maluagia,
malvagia,
e che mi
haueuano
havevano
in tutto
poʃpoʃto,
posposto,
mi
ho-norino
honorino
quanto i
Padri loro mi
honorauano,
honoravano,
e piu.
Alcuni
ʃolamente
solamente
in
queʃto
questo
ʃuo
suo
ʃecolo
secolo
pregano di
hauer
haver
bene,
e nell’altro non haranno alcun
fine.
Pregano
ʃupplicheuolmente
supplichevolmente
Dio,
che non faccia patir loro alcun
male,
e che gli faccia
ʃolamente
solamente
godere
ʃecondo
secondo
che
eβi
essi
deʃiderano
desiderano
il
bene.
Dio
eʃʃauditor
essauditor
di
queʃti,
questi,
e munerator dell’opere loro,
radoppia
i meriti,
e gli multiplica.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.II.
II.
SE
ALCVNO
ALCUNO
duoi giorni innanti,
o dopo,
ai di da lui
ordinati,
cominciera il
ʃuo
suo
peregrinaggio,
per
queʃto
questo
non
ʃarà
sarà
tenuto peccatore s’egli temera Dio,
e
penʃera
pensera
che
egli ha da ritornar a
lui.
[61]
Molti che hanno dolci le
paro-le,
parole,
e il cuor
diʃcordante
discordante
alla
uoce,
voce,
chiamano Dio per
teʃtimone
testimone
del cuor
loro,
mentre che
eβi
essi
ʃi
si
sforzano di metter
rouina,
rovina,
e danno tra le
gen-ti.
genti.
Queʃti
Questi
tali
ʃara
sara
ʃeppeliti
seppeliti
nel fuoco infernale,
e da tutti i
lati
ʃaran-no
saranno
tormentati da pene.
Chi morra per
uolonta
volonta
di Dio,
e per
ʃuo
suo
amore,
hara ogni allegrezza da tali dalla
diuina
divina
pieta.
[62]
Huomini buoni amate
tra
uoi
voi
la pace,
e
ʃchiuate
schivate
l’error del
diauolo,
diavolo,
che
ui
vi
è
ʃempre
sempre
auuer-ʃario.
avversario.
Coloro che
ʃon
son
corrotti,
e che errano dopo che
eβi
essi
hanno fatto
profeβion
profession
de
noʃtri
nostri
commandamenti,
pregando Dio
pietoʃo,
pietoso,
e
ʃperãdo
sperando
haranno perdono.
[63]
Ciaʃcuno
Ciascuno
aʃpetti
aspetti
ʃemplicemente
semplicemente
la
uenuta
venuta
del Creatore,
e de gli Angeli nelle nubi,
alquale andranno tutte le
coʃe.
cose.
Doman-date
Domandate
i figliuoli
d’Iʃraele
d’Israele
della
uirtu,
virtu,
e numero delli
noʃtri
nostri
precetti.
[64]
Chi
mutera i
ʃuoi
suoi
coʃtumi,
costumi,
e la
ʃua
sua
credenza,
trouerra
troverra
Dio con lui
graue
grave
e
difficile.
Tutti i
credenti,
il di del guditio
ʃaranno
saranno
prepoʃti
preposti
a gli incredoli nel bene,
perche
eβi
essi
hanno obedito a
Nuntij
Nuntii
da Dio mandati.
Mandando i
Propheti di lor gente a
tutto il genere humano,
accioche
eβi
essi
gli
predicaʃʃero
predicassero
la fede,
e la
ʃperanza,
speranza,
inʃegno
insegno
loro co libri
ueraci,
veraci,
dando lor
uedere
vedere
il male dal bene,
i quali
conoʃcendo
conoscendo
giuʃti
giusti
i
commanda-menti,
commandamenti,
uennero
vennero
in contentione,
e in lite tra loro
d’eʃʃer,
d’esser,
e non
eʃʃer
esser
di
quello,
che Dio
moʃtrò
mostrò
loro per indrizzarli a
buona
uia.
via.
Onde
hauete
havete
uoi
voi
penʃato
pensato
d’entrar in
Paradiʃo,
Paradiso,
ʃe
se
i
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori
antecessori
facendo molti
beni,
hanno ancho
commeʃʃo
commesso
{71}
tanti mali?
fino
à
che i
Propheti,
e con lui
i buoni huomini cercando d’un
uendicatore,
vendicatore,
fu annuntiato,
che la
uen-detta
vendetta
era
uicina,
vicina,
{72}
à
coloro,
che
ui
vi
addomanderanno cio che
eβi
essi
hanno da
fare,
accioche
eβi
essi
giouino
giovino
à
parenti,
a
proβimi,
prossimi,
e a
gli orfani direte,
Cio che
uoi
voi
farete di bene il Creator ne hara cura,
e il di giudiciale non
offendendo alcuno
ue
ve
ne renderà
buon merito.
{73}
Egli e
giuʃto,
giusto,
e utile nel
meʃe
mese
della libertà,
e della pace far guerra
cõtro
contro
à
coloro che non credono in Dio.
Ma
cauar
cavar
alcuni di Mecca,
e
coʃa
cosa
à
Dio
grauiβima.
gravissima.
Perche
la guerra offende piu che la morte.
[65]
I
diʃcordanti
discordanti
dalla tua legge,
ʃan-z’alcuna
sanz’alcuna
intermiβiõe
intermissione
faranno guerra alle tue genti in fino
à
tanto che
eβi
essi
le
conuertino
convertino
alla legge loro
ʃe
se
ʃara
sara
poβibile.
possibile.
Laʃciando
Lasciando
tu la tua
legge per un’altra,
e
continuandoui
continuandovi
dentro fatto reo in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e
in quell’altro,
perirai nel fuoco
ʃanza
sanza
fine.
Gli huomini buoni,
che temono Dio,
e che combattono in
ʃuo
suo
nome,
ʃono
sono
aiuto della
diuina
divina
ʃperanza,
speranza,
Perche Dio propitio,
e
pietoʃo,
pietoso,
dara lor perdono.
[66]
A coloro che
dubita-no
dubitano
del
uino,
vino,
de gli
ʃcacchi,
scacchi,
de cioni,
e de
tauolieri,
tavolieri,
dirai,
che
ʃimili
simili
gio-chi,
giochi,
e
ʃimil
simil
beuanda,
bevanda,
e peccato
grandiβimo,
grandissimo,
e quantunque
queʃte
queste
coʃe
cose
piaccino a
gli huomini,
e che
eʃʃi
essi
da
queʃta
questa
materia di peccati ne
cauino
cavino
utilita,
nondimeno i
peccati
ʃon
son
nociui,
nocivi,
a coloro,
che
diranuo,
diranno,
che hanno
dũque
dunque
a fare?
dirai,
il bene di Dio.
[67]
Tu che hai notitia per Dio delle
coʃe
cose
del
preʃente,
presente,
e del futuro
ʃecolo
secolo
perʃuadi
persuadi
a coloro,
che cercano gli orfani,
che faccino lor bene,
e che gli
ʃollieuino,
sollievino,
e
ʃe
se
gli faccino fratelli.
Altrimenti Dio darà
loro tanta
pouerta,
poverta,
e tanta
careʃtia,
carestia,
che
eʃʃi
essi
non
po-
trãno
potranno
giouare
giovare
à
loro ne ad altri.
Eβo
Esso
medeʃimo
medesimo
ʃepara
separa
quei che fanno bene da gli altri.
[68]
Non togliete moglie,
che
ʃia
sia
d’altra legge,
e non date le
nostre figliuole ad huomo d’altra legge
s’eβi
s’essi
prima non
ʃi
si
conuertano
convertano
alla
uoʃtra
vostra
legge.
L’huomo legale pretende ancho per legge,
concioʃia
conciosia
che per quella fugga il peccato infernale.
Dio,
quando egli
perʃuade
persuade
che lo huomo
ʃi
si
guardi lo chiama al
Paradiʃo.
Paradiso.
[69]
Neʃʃuno
Nessuno
tocchi la donna
col
meʃtruo,
mestruo,
ʃe
se
prima non
è
bene mondata,
perche le
coʃe
cose
monde
piac-ciono
piacciono
a Dio.
Vʃate
Usate
con le
dõne
donne
uoʃtre,
vostre,
e a
uoi
voi
ʃubbiette,
subbiette,
a
uoʃtro
vostro
modo,
e
doue,
dove,
e come a
uoi
voi
piu piacera,
temẽdo
temendo
Dio alquale ogni
coʃa
cosa
ritorna,
il qual da bene a
buoni,
e pene a
cattiui.
cattivi.
[70]
Siate utili alle
uostre
vostre
anime,
e
non giurate,
in ogni
uoʃtra
vostra
coʃa,
cosa,
per lui,
e per i
ʃuoi
suoi
nomi,
eʃʃendo
essendo
egli
oditor di tutti,
e
conoʃcitore,
conoscitore,
Dio
oppoʃto
opposto
fa danno da quei
ʃacramen-
ti,
sacramenti,
co quali
ʃi
si
affermano le
falʃità
falsità
del cuore.
[71]
Le donne
laʃciate
lasciate
da
ma-riti,
mariti,
non
ʃi
si
maritino ad alcuno
ʃe
se
non prima
paʃʃati
passati
quattro
meʃi,
mesi,
e
ʃe
se
elle
ʃi
si
uorranno
vorranno
rimaritare
uolendo
volendo
i mariti
ʃara
sara
buono:
Ma facendo altrimenti Dio
ʃa
sa
il tutto,
e
uede.
vede.
Non
ʃi
si
maritino alcune
laʃciate,
lasciate,
ʃe
se
prima non
ʃon
son
tre
uolte
volte
o in tre
meʃi
mesi
mondate del
meʃtruo.
mestruo.
[72]
Non
ʃi
si
nieghi
a i
mariti
(temete Dio)
il coito,
quando piacera loro.
Eβi
Essi
ʃon
son
capi delle
donne.
Le abbandonate la
ʃeconda
seconda
uolta
volta
ʃi
si
maritino piu che tutte
l’al-tre,
l’altre,
e le
ʃprezzate
sprezzate
la terza
uolta
volta
non mai per fino
à
tanto ch’elle non
ʃi
si
maritino ad altri mariti,
e da quelli
ʃiano
siano
abbandonate.
Allhora
eʃʃe
esse
uolendo
volendo
ʃi
si
reconcilino co primi mariti,
o
uero
vero
non
eʃʃendo
essendo
forciate
ʃia-no
siano
laʃciate
lasciate
honeʃtamente,
honestamente,
Perche tor loro quel che prima
ʃe
se
gli diede,
e
coʃa
cosa
ingiuʃta,
ingiusta,
e
inhoneʃta.
inhonesta.
[73]
Le donne che
ʃi
si
preparano alla fuga,
non
uolendo
volendo
il marito,
ʃiano
siano
da lui
riʃcoʃʃe,
riscosse,
non per ira,
ne per odio,
accioche
la
diuina
divina
ira non noccia loro.
Ricordateui
Ricordatevi
che tutti coloro,
che
ʃi
si
hãno
hanno
curato poco de i
precetti
diuini,
divini,
e de beni a
uoi
voi
dati da Dio,
e de libri
mandati del Cielo
ʃono
sono
ʃtati
stati
caʃtigati,
castigati,
e temendo Dio credete,
che egli
ʃa
sa
ogni
coʃa,
cosa,
e non forzate le
uoʃtre
vostre
donne,
laʃciate
lasciate
quando
ʃara
sara
uenuto
venuto
il tempo di
maritarʃi,
maritarsi,
anzi
ʃi
si
maritino
ʃecondo
secondo
la
uolonta
volonta
loro,
a chi
piu lor piacerà,
Dio
conoʃce
conosce
che
queʃta
questa
coʃa
cosa
non
gioua
giova
quantunque
uoi
voi
non lo
conoʃciate.
conosciate.
[74]
Il diritto ricerca,
che le donne
nutriʃchino
nutrischino
i lor
fanciulli duoi anni,
e che
eʃʃi
essi
riceuino
ricevino
da Padri,
o da coloro a
quali la
ʃua
sua
pecunia u’è
ʃtata
stata
raccommandata,
il
uitto,
vitto,
e tutto quel che
è
neceʃ-ʃario,
necessario,
in modo però
che il padre,
e la madre non
patiʃchin
patischin
danno,
o
peri-colo,
pericolo,
Dio non lo commanda ad alcuno,
perche egli
è
impoβibile.
impossibile.
Egli
è
coʃa
cosa
nefanda chiamar una nutrice,
anchor che ella
ʃia
sia
pagata.
{84}
[75]
Le
donne a
cui
ʃon
son
morti i
mariti,
non
ʃi
si
maritino ad alcuno
ʃe
se
non
do-po
dopo
quattro
Meʃi,
Mesi,
e dieci di.
Da allhora in poi faccino quel che piu
à
lor piacerà.
Non date lor dunque
moleʃtia,
molestia,
e impedimento,
anzi
la-ʃciate
lasciate
che
eʃʃe
esse
ʃi
si
acconcino
à
modo loro,
e
ʃi
si
puliʃchino,
pulischino,
e
inʃieme
insieme
ʃi
si
maritino,
e
ʃe
se
uoi
voi
uolete
volete
torle per
uoi,
voi,
la
uoce
voce
uoʃtra
vostra
no’l dica,
ne
il
penʃier
pensier
uoʃtro
vostro
lo
penʃi,
pensi,
fino
à
tanto,
che
paʃʃato
passato
il termine lo
ma-nifeʃtiate
manifestiate
chiaramente.
Perche le
coʃe
cose
manifeʃte,
manifeste,
e determinate piacciono
à
Dio,
ilqual
conoʃce
conosce
tutti i
penʃieri
pensieri
delle
medeʃime,
medesime,
non
ʃare-te
sarete
moleʃti
molesti
dopo la morte,
di mariti che elle
eʃchino
eschino
di
caʃa
casa
ʃe
se
non
dopo l’anno,
perche Dio
è
uendicatore
vendicatore
di
queʃta
questa
colpa.
Le
medeʃime
medesime
in
preʃenza
presenza
di huomini da bene
riceuino
ricevino
una determinata quantità
di danari.
[76]
Neʃʃuno
Nessuno
aggraui
aggravi
il ripudio delle
ʃpoʃe
spose
innanzi il lor
tocca-
mento.
toccamento.
Ciaʃcuno
Ciascuno
alla
laʃciata
lasciata
rinuntij
rinuntii
la meta della dote,
ʃe
se
per
uen-tura
ventura
il padre della donna non gli la dona,
il che e
meglio
eʃʃendo
essendo
Dio
teʃtimone,
testimone,
e non
ʃe
se
dimentichi i
patti.
[77]
Egli
è
da
guardarʃi,
guardarsi,
che non
ʃi
si
laʃcino
lascino
indietro l’orationi.
Faccinʃi
Faccinsi
adunque
ʃecondo
secondo
l’uʃato
l’usato
coʃtu-me
costume
in ogni luogo,
e
ʃecondo
secondo
la
noʃtra
nostra
legge,
ʃe
se
il luogo però
non
im-pediʃce
impedisce
per tema,
il che accadendo il fante a
piedi faccia oratione a
pie-di,
piedi,
e il
ʃoldato
soldato
a
cauallo,
cavallo,
a
cauallo.
cavallo.
Coʃi
Cosi
ui
vi
inʃegna
insegna
Dio la
ʃcienza
scienza
del-le
delle
ʃue
sue
leggi.
Non
ʃapete
sapete
uoi,
voi,
che
eʃʃo
esso
Dio
diʃʃe
disse
a quei mille huomini,
che
uʃciron
usciron
di
caʃa
casa
loro per timor della morte morite,
e dopo egli
ʃempre
sempre
pio co gli huomini,
quantunque
eβi
essi
ʃiano
siano
ingrati,
gli
riʃciuʃcitò
risciuscitò
?
[78]
Combattete in honor del creatore,
ilquale
ʃa
sa
tutte le
coʃe,
cose,
e ode,
e che
raddoppia i
meriti a
chi lo
ʃerue,
serve,
che prende,
e dona,
e al qual ogni
co-ʃa
cosa
ritorna.
[79]
Io
ʃo
so
che
uoi
voi
ʃapete
sapete
in che modo il popolo a
figliuoli
d’Iʃ-rael,
d’Israel,
cioe quei che furon dopo
Moʃe,
Mose,
addomandò
al
ʃuo
suo
Propheta un
Re
ʃotto
sotto
il quale i
Giudei
poteʃʃero
potessero
far guerra,
Et egli
riʃpondendo
rispondendo
diʃʃe.
disse.
Voi che cercate di far guerra,
forʃe
forse
s’io
ue
ve
la commandero non
la farete,
&
eʃʃi
essi
diʃʃero.
dissero.
Noi cacciati dalle
noʃtre
nostre
caʃe,
case,
e da
noʃtri,
nostri,
in che modo non combatteremo per il nome di Dio?
Non dimeno
co-minciandoʃi
cominciandosi
la guerra,
tutti
quaʃi
quasi
lo
ricuʃauano
ricusavano
da pochi in fuori,
&
Dio
conoʃce
conosce
i
cattiui,
cattivi,
dicendo il Propheta,
Dio
ui
vi
ha dato per Re
Sau-lo,
Saulo,
&
eβi
essi
ʃdegnati
sdegnati
diʃʃero.
dissero.
Perche ha egli ad
eʃʃer
esser
Re
noʃtro,
nostro,
non
eʃʃendo
essendo
ricco,
ne
pecunioʃo,
pecunioso,
e non uguale
à
noʃtri
nostri
meriti?
diʃʃe
disse
il
Pro-pheta.
Propheta.
Dio che da gli honori,
e le dignità
a chi gli
uuole,
vuole,
dandogli grandezza di corpo,
e
animoʃità
animosità
di cuore
ue
ve
lo ha fatto
ʃignore,
signore,
e
ui
vi
ʃia
sia
in
ʃegno
segno
del
uero,
vero,
di quel che io
ui
vi
dico,
che
eʃʃo
esso
uerra
verra
à
uoi
voi
con l’arca,
oue
ove
ʃon
son
riposte le reliquie della
diuina
divina
uirtu
virtu
di
Moʃe,
Mose,
e d’Aron,
cioe
le
Tauole
Tavole
della legge,
e la
uerga,
verga,
&
gli Angeli porteranno l’arca,
il
che
ʃara
sara
tenuto
coʃa
cosa
marauiglioʃa,
maravigliosa,
e grande da coloro che temono
Dio.
Saulo adunque
uenendo
venendo
in cotal modo con gli
eʃʃerciti
esserciti
diʃʃe.
disse.
Voi
uedendo
vedendo
i
riui,
rivi,
inʃegnandone
insegnandone
Dio,
non ne
guʃtate
gustate
piu,
ʃe
se
non
quan-to
quanto
che con la mano ne potrete pigliar in una
ʃola
sola
uolta,
volta,
e chi
paʃʃe-ra
passera
oltra il mio commandamento,
non
ʃara
sara
piu de miei,
Tutti
been-do
beendo
da pochi infuori
trapaʃʃarono
trapassarono
il
ʃuo
suo
commandamento.
[80]
Gli
huomi-ni
huomini
buoni,
e che
ʃapeuano
sapevano
di ritornar
à
Dio,
diʃʃero
dissero
à
coloro,
che non
haueuano
havevano
beuuto,
bevuto,
e che
haueuan
havevan
paʃʃato
passato
il
riuo,
rivo,
i quali
dubitauano
dubitavano
del-la
della
ʃua
sua
potenza,
e de
ʃuoi
suoi
eʃʃerciti
esserciti
contro Golia,
che
l’eʃʃercito
l’essercito
pen-deuano,
pendevano,
e i
pochi fortificati
(Dio
preʃidente)
presidente)
uinʃero
vinsero
in tutto i
mol-
ti,
molti,
perche Dio
ʃempre
sempre
da
fauore
favore
a gli
aʃtinenti,
astinenti,
e che
perʃeuerano.
perseverano.
[81]
Eʃʃi
Essi
uedendo
vedendo
Golia
rouinato
rovinato
col
ʃuo
suo
eʃʃercito
essercito
inʃieme,
insieme,
ʃupplicheuolmente
supplichevolmente
pregauano
pregavano
Dio,
che porga aiuto contro i
cattiui,
cattivi,
e che dà
la
fortez-za,
fortezza,
e la
coʃtanza
costanza
a buoni,
e
coʃi
cosi
furon fatti
uincitori,
vincitori,
e Dio die
à
Da-uit
Davit
occiditor di Golia,
honore,
Regno,
notitia delle
coʃe,
cose,
e ogni altra
coʃa,
cosa,
ʃecondo
secondo
che egli
uolle.
volle.
Con la
medeʃima
medesima
ragione
ʃe
se
Dio non
commandaʃʃe,
commandasse,
che uno
reʃisteʃʃe
resistesse
all’altro,
e che
ʃi
si
faceʃʃe
facesse
guerra,
mancano della
continuanza della terra,
e del colto.
Io
manifeʃto
manifesto
queʃte
queste
uirtu,
virtu,
e
que-ʃti
questi
ʃegni
segni
di Dio a
te,
che
ʃei
sei
uno de Propheti,
accioche tu lo
manife-ʃti
manifesti
alle genti.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.III.
III.
NOI DANDO l’anima
noʃtra
nostra
à
CHRISTO
fi-gliuolo
figliuolo
di MARIA,
gli concedemmo oltra tutti gli altri,
che per me furono
eʃʃaltati,
essaltati,
uno piu dell’altro fino
à
parlar con Dio,
potere
è
uirtu,
virtu,
[82]
Ma
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe
volesse
non
auerrebbe
averrebbe
alcuna guerra,
eʃʃendo
essendo
per tutto hora di
queʃte
queste
coʃe
cose
tanta
diʃʃenʃione.
dissensione.
Huomini buoni obedite a
miei commandamenti,
e operate
il bene,
che io
ui
vi
do,
innanzi che
uenga
venga
il di nel quale non
gioua,
giova,
ne comperare,
ne
preʃtare,
prestare,
ne beneficio alcuno,
che lo amico
ui
vi
faccia,
e coloro
che non lo credono,
ʃaranno
saranno
tormentati
aʃpramente.
aspramente.
Io
ʃolo
solo
Dio
uiuo
vivo
e
uero
vero
creatore,
oltra ilqual non
ʃi
si
truoua
truova
altri,
ui
vi
annuntio che
ui
vi
rauediate,
ravediate,
e che non
ui
vi
laʃciate
lasciate
prendere dal
ʃonno.
sonno.
Cioche
è
nella terra,
e
nel cielo,
è
di Dio,
ʃanza
sanza
la
ʃua
sua
uolonta,
volonta,
chi
è
che
poʃʃa
possa
pregare per
al-tri
altri
?
Egli
ʃa
sa
cioche
è
preʃente,
presente,
&
paʃʃato,
passato,
la cui
ʃapientia
sapientia
potete
com-prendere
comprendere
alla
conʃideration
consideration
del Cielo.
[83]
Non far forza altrui per conto
della legge,
concioʃia
conciosia
che la
uia
via
del ben,
e del mal fare
ʃia
sia
aperta.
Chi
non crede a
gl’Idoli,
ma al Creatore,
e a
mandati di Dio
ʃapientiʃʃimo,
sapientissimo,
e
pio,
e condotto dalle tenebre alla luce,
Ma l’incredolo al contrario,
e
menato nelle tenebre,
e
ʃi
si
condanna al fuoco eterno.
[84]
Non
hauete
havete
uoi
voi
ʃaputo
saputo
la
diʃputa
disputa
di Abramo,
fatto Re da Dio con un’altro che
con-tendeua
contendeva
di Dio?
Abramo dicendo,
che Dio
mortificaua,
mortificava,
e
uiuificaua,
vivificava,
un’altro
diceua,
diceva,
che
eʃʃo
esso
poteua
poteva
far il
medeʃimo,
medesimo,
e dicendo Abramo,
che il Sole per opera di Dio dall’Oriente
rotaua
rotava
all’Occidente,
egli tut
to
ʃtupefatto
stupefatto
ʃi
si
tacque.
Sapeʃte
Sapeste
ancho qualmente
paʃʃando
passando
uno per una
certa
uilla
villa
diʃerta,
diserta,
&
domandando
ʃe
se
Dio la rifarebbe mai,
stette morto per
iʃpacio
ispacio
di cento anni Dio comandandolo,
e
riʃciuʃitato,
risciusitato,
e
doman-dandolo
domandandolo
Dio,
s’egli
ʃapeua
sapeva
quanto tempo egli era
ʃtato
stato
morto,
riʃpoʃe
rispose
un di,
anzi una certa portion del di,
al quale Dio
diʃʃe.
disse.
Anzi cento
an-ni,
anni,
e guardando il tuo cibo
ʃanza
sanza
alcun difetto,
e
ʃanza
sanza
mancamento,
e
ʃimilmente
similmente
l’Aʃino
l’Asino
e
conoʃcendo
conoscendo
in che maniera
l’oʃʃa
l’ossa
piglino le
con-giunture
congiunture
tra loro,
e la coperta di carne,
predica questi miracoli,
e
que-ste
queste
uertuti
vertuti
alle genti.
Egli
confeβò,
confessò,
che egli
ʃapeua,
sapeva,
che Dio
poteua
poteva
ogni
coʃa.
cosa.
Dio
diʃʃe
disse
ad Abramo,
che un’altra
uolta
volta
pregò
eʃʃo
esso
Dio,
che
gli
inʃegnaʃʃe
insegnasse
in che modo
riʃciuʃciterebbe
risciusciterebbe
i morti.
Non credi tu anchora
?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Si:
Ma io chieggo,
che tu faccia,
che il mio cor
ʃia
sia
fermo e
costante.
Diʃʃe
Disse
Dio.
Diuidi
Dividi
quattro uccelli
à
membro
à
membro,
e
diʃ-penʃa
dispensa
i quarti in
diuerʃi
diversi
luoghi
ք
i monti,
e chiamati
uerranno
verranno
ʃubito,
subito,
e
conoʃcerai
conoscerai
allhora che Dio
è
incomprenʃibile,
incomprensibile,
e
ʃapiente.
sapiente.
[85]
Chi da il
ʃuo
suo
per Dio
è
ʃimigliante
simigliante
al grano che fa
ʃette
sette
ʃpighe,
spighe,
delle quali
ciaʃcu-na
ciascuna
di loro contiene in
ʃe
se
cento grani.
Dio
eʃʃendo
essendo
potente,
e
ʃapiente,
sapiente,
e benigno raddoppia
à
chi egli
uuole.
vuole.
Tutti coloro,
che
ʃpendono
spendono
la
mo-neta
moneta
loro nel
uiaggio
viaggio
di Dio
ʃanza
sanza
alcuna pompa,
ʃanza
sanza
dubio
staran-no
staranno
con Dio.
Altrimenti
conoʃcendo
conoscendo
egli i
ʃecreti
secreti
de cuori,
e tutte le
coʃe
cose
riceueranno
riceveranno
grauiβimo
gravissimo
male,
e tormento.
Huomini buoni non perdete adunque le
uostre
vostre
limoʃine
limosine
per la boria.
[86]
Coloro che danno il
ʃuo
suo
ք-che
քche
gli huomini lo
ʃappino,
sappino,
e che non chiamano Dio aiutore nel di del
giudicio
ʃon
son
ʃimiglianti
simiglianti
alla terra piena di pietre coperte di
ʃopra
sopra
di
poluere,
polvere,
lequali restano
ʃcoperte
scoperte
quando
ʃopragiugne
sopragiugne
la pioggia.
Ma
chi getta
uia
via
il
ʃuo
suo
per Dio,
e
perʃeuera
persevera
nel bene
è
ʃimile
simile
al grano,
che
è
ʃeminato
seminato
in luogo sterile,
perche
ʃoprauenendo
sopravenendo
la pioggia grande
produce il quarto piu,
ʃe
se
ha minore la meta.
Dio rimunera i
fatti tanto
de
cattiui
cattivi
quanto de buoni:
&
cõʃiderate
considerate
che direbbeno i
figliuoli
d’u-no
d’uno
che
haueʃʃe
havesse
uno bell’horto pieno di frutti,
&
che il fuoco lo
conʃu-maʃʃe
consumasse
in tutto,
che diranno i
maluagi
malvagi
conʃumati
consumati
nel fuoco il di ultimo.
[87]
Ricordateui
Ricordatevi
di questa legge
diuina
divina
eʃʃendo
essendo
prouidi
providi
delle menti
uo-stre,
vostre,
e fate
limoʃina
limosina
del miglior guadagno della pecunia,
che
uoi
voi
facciate,
e di quel che la terra produce:
ma di quel che
è
ingiustamente
ac-quistato
acquistato
non
ʃi
si
faccia perche Dio non
ʃi
si
cura di
ʃimiglianti
simiglianti
doni.
Satanaʃʃo
Satanasso
ui
vi
perʃuade,
persuade,
che
temẽdo
temendo
la
pouertà,
povertà,
che
uoi
voi
non diate nulla,
o dando
ʃia
sia
coʃa
cosa
ingiuʃta
ingiusta
la data,
e facciate l’ingiusto.
Dio da perdono
lar-
ghezza
larghezza
e
ʃapientia,
sapientia,
e ilquale alle
uolte
volte
da il dono della
diʃcretione
discretione
à
chi egli
uuole,
vuole,
il che non
ʃi
si
dona
à
huomo di poco
ceruello,
cervello,
ma chi
ʃia
sia
ʃenʃato,
sensato,
[88]
Si giudica,
che far la
limoʃina
limosina
in publico
ʃia
sia
buona
coʃa,
cosa,
ma chi la
fa
priuatamente
privatamente
è
aβai
assai
meglio,
E questo
ʃcanzella
scanzella
i peccati.
Perche
Dio
conoʃcitor
conoscitor
de
ʃecreti,
secreti,
iudice di tutti
riconoʃce
riconosce
ogni beneficio ben
fatto,
ò
preʃuposto
presuposto
di far bene.
I
maluagi
malvagi
mancheranno di aiuto.
E
coʃa
cosa
mia
ʃola,
sola,
e non tua mostrar la
uia
via
retta
à
ch’io
uorrò
vorrò
che la
uegga.
vegga.
Del
bene
à
uoi
voi
cõmeβo
commesso
giouando
giovando
alle anime
uostre
vostre
fate
limoʃina
limosina
tutti.
Per-che
Perche
Dio renderà
à
ciaʃcuno
ciascuno
il
ʃuo,
suo,
e non farà
male ad alcuno.
Fate
ʃpecialmente
specialmente
bene
à
quei
poueri,
poveri,
i quali dimorando in un luogo,
e per
uergogna
vergogna
non chiedendo niente,
ʃono
sono
in qualunque modo connumerati tra
nobili.
քche
queʃto
questo
piace
ʃommamente
sommamente
à
Dio.
E Generalmente coloro,
che
ք
Dio
distribuiʃcono
distribuiscono
il
ʃuo
suo
publicamẽte
publicamente
e
priuatamẽte
privatamente
di di,
e di notte,
conʃeguiranno
conseguiranno
la
miʃericordia
misericordia
diuina,
divina,
ne temeranno in questo,
ne in
quell’altro
ʃecolo.
secolo.
[89]
Coloro che
uiuano
vivano
d’uʃura
d’usura
non
riʃurgeranno
risurgeranno
ʃe
se
non
come Dimoni,
eβi
essi
nell’uʃura
nell’usura
abbracciando quel,
che Dio ha statuito,
che non
ʃia
sia
lecito,
e che
ʃia
sia
nefando,
dicendo
eʃʃi,
essi,
che
l’uʃura
l’usura
è
come la
mercatãtia
mercatantia..
[90]
Colui che
laʃcia
lascia
il peccato,
e
ʃi
si
pente
penʃi,
pensi,
che il fatto
paʃʃato
passato
è
ʃcancellato,
scancellato,
e che
ʃia
sia
ridutto
à
nulla,
ma
ricadendoui,
ricadendovi,
e
ritornandoui
ritornandovi
ʃentirà
sentirà
ʃenza
senza
alcun termine il fuoco eterno.
Perche Dio cio
ab-borrendo
abborrendo
opprime
queʃto
questo
tale,
si come ogn’altro incredolo,
e peccatore
e di
ʃommo
sommo
bene,
e d’amore fa ricchi gli
limoʃinari,
limosinari,
e tutti i
benefatto-ri,
benefattori,
come
ʃono
sono
i credenti,
e quei che fanno oratione,
e che danno il
ʃuo
suo
debito
à
Dio.
O buoni huomini adunque temete Dio,
e
laʃciate
lasciate
l’uʃura,
l’usura,
altrimenti
uoi
voi
prouerete
proverete
l’ira di Dio,
e del Propheta.
Ritornando
dal-la
dalla
uʃura
usura
prenda
ʃolo
solo
il capitale,
e non potendo pagar i
ʃuoi
suoi
debitori
aʃ-petti
aspetti
la
poβibilità,
possibilità,
e facciagli
limoʃine,
limosine,
քche
queʃto
questo
gli
ʃarà
sarà
coʃa
cosa
piu
commoda,
e migliore.
Temete il di del
uostro
vostro
ritorno
à
Dio,
nel quale
ʃecondo
secondo
il modo,
e la
miʃura
misura
delle
ʃue
sue
opere
ciaʃcuno
ciascuno
riceuerà
riceverà
il
me-rito
merito
da Dio,
che non fa male ad alcuno.
[91]
Sia
preʃente
presente
alle comprede fatte
a termine un notaio fedele,
e che tema Dio,
ilqual non aggiunga
coʃa
cosa
alcuna ne
minouiʃca,
minovisca,
e non ne
meʃcoli
mescoli
falʃità
falsità
alcuna,
E
ʃe
se
non potra
coʃi
cosi
bene
eʃprimere,
esprimere,
e
ʃarà
sarà
in facendo
infacondo
un’altro
ueridico
veridico
dica per lui,
e
ui
vi
ʃiano
siano
duoi huomini testimoni,
o
uero
vero
un’huomo,
e due donne idonee,
ac-cio
accio
che quella,
che ha memoria lo
poʃʃa
possa
indurre
à
memoria
à
quella,
che
non
l’haueβe.
l’havesse.
Diligentemente
ʃi
si
ha da
uertire,
vertire,
che in tutti i
mercati
fatti
à
termini
(altrimente non
è
ʃempre
sempre
neceβario)
necessario)
ui
vi
ʃia
sia
tal notaio,
e
tai
teʃtimoni,
testimoni,
che non
poβa
possa
naʃcer
nascer
lite,
ò
controuersia
controversia
di cotal
coʃa,
cosa,
o in lungo termine,
ò
brieue.
brieve.
[92]
Ma
ʃe
se
ʃarà
sarà
impoβibile
impossibile
ritrouar
ritrovar
il
No-taio,
Notaio,
come
ʃe
se
fuβe
fusse
in
uiaggio,
viaggio,
ʃi
si
riceua
riceva
il pegno.
Se qualch’uno commetterà
all’altrui fede una mercantia il debitore ha
ʃommamente
sommamente
ad
auer-tire
avertire
ʃe
se
teme Dio,
che per questo conto non faccia alcuno inganno,
ò
dia
alcuna
moleʃtia
molestia
al creditore.
Non si nieghi per modo alcuno il
teʃtimo-nio,
testimonio,
conciosia che sia gran peccato.
E Dio del qual
ʃon
son
tutte le
coʃe
cose
ce-leʃti,
celesti,
e terrestri
uide
vide
ogni
coʃa
cosa
occulta,
e
peʃa
pesa
ogni
coʃa
cosa
ugualmente,
tanto quello,
ch’è
ritenuto nel cuore quanto quello,
che
fauellando
favellando
ʃi
si
dice,
conferendo a
queʃti
questi
beni e
perdono
è
à
queʃti
questi
altri male
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
ʃuo,
suo,
potente
ʃopra
sopra
ogni
coʃa.
cosa.
Neβuno
Nessuno
offenda il
teʃtimone
testimone
&
il
Notaio ne gli dia
moleʃtia,
molestia,
altrimenti offender
à
il
ʃommo
sommo
Dio.
Il
Pro-pheta
Propheta
diede fede al libro
à
lui mandato dal cielo,
E cosi tutti i
buoni huomini crederono in Dio,
e
conʃentirono
consentirono
à
ʃuoi
suoi
Angeli,
à
ʃuoi
suoi
libri,
e
à
ʃuoi
suoi
Propheti.
Neβun
Nessun
preʃuma
presuma
diʃputar
disputar
tra Propheti,
de quali
ʃi
si
fa-uella
favella
qui.
[93]
O Dio,
noi che
à
te debbiam ritornare,
habbiamo obbedito
à
tuoi commandamenti
aʃpettando,
aspettando,
e pregando perdono,
e che tu
nõ
non
prenda
uendetta
vendetta
della dimenticanza,
e dell’error nostro,
e non mandar l’ira
tua
ʃopra
sopra
noi per cagion de
noʃtri
nostri
anteceʃʃori,
antecessori,
ne ci caricar le
ʃpalle
spalle
di
coʃa
cosa
che ci
ʃia
sia
intollerabile,
eʃʃendo
essendo
tuo propio non adomandar
coʃa
cosa
al-cuna
alcuna
ʃe
se
non quanto
ʃon
son
le forze
noʃtre,
nostre,
e fara tutti
ʃecondo
secondo
l’opere fatte
.
Tu Dio
ʃaraici
saraici
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e propitio,
e dator di perdono,
il-quale
ilquale
ʃei
sei
il Signor nostro,
e difendici da mali huomini,
e aiutaci
contra i
ʃeditioʃi.
seditiosi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.IIII.
IIII.
[94]
DIO Pio,
e
miʃericordioʃo,
misericordioso,
uiuo,
vivo,
e
altiβimo,
altissimo,
oltra ilquale
nõ
non
è
altro Dio,
et ilquale prima diede
à
gli huomini della
uia
via
retta il
Teʃtamento,
Testamento,
e dopo
l’Euangelio,
l’Evangelio,
e finalmente
il
ueraciβimo
veracissimo
libro,
cioè
l’Alforcano
{105}
della
uostra
vostra
legge,
come confermatore di quelli di
ʃopra.
sopra.
Ilquale contiene alcune parole
fermiβime,
fermissime,
e che non
ʃi
si
ponno
leuar
levar
uia,
via,
come
ʃono
sono
la Madre,
e la Materia
del libro,
e alcune
ue
ve
ne
ʃon
son
contrarie,
lequali gli huomini di
peruerʃo
perverso
cuore
eʃpianano
espianano
per apportar altrui
controuerʃia,
controversia,
dimostrando
ʃienza
sienza
con lo dechiarare di
queʃto
questo
libro.
La
ʃua
sua
eʃpoʃitione
espositione
è
ʃola
sola
da Dio
inte-ʃa,
intesa,
e da
ʃapientiβimi,
sapientissimi,
i quali credendo
à
tutto il libro fanno fede,
che
tutto
è
dato da Dio,
del quale non
ʃi
si
ricordano
ʃe
se
non i
ʃapienti,
sapienti,
Gl’in-creduli,
Gl’increduli,
e che contradiranno
à
queʃto
questo
libro patiranno
indubitatamẽte
indubitatamente,,
tutte le tribulationi,
e tutti i
grauiβimi
gravissimi
tormenti,
eʃʃendo
essendo
l’altiβimo
l’altissimo
Dio
uendicatore
vendicatore
giuʃtiβimo,
giustissimo,
alla cui
ʃapientia
sapientia
coʃa
cosa
non
è,
che
ʃia
sia
incomprensibile,
ilquale
ʃecondo
secondo
ch’ei
uuole
vuole
adopera il tutto.
Egli adunque
dopo la
ʃua
sua
retta legge
à
noi data
eʃʃendo
essendo
donator largo di tutti i
beni
congregator di tutte le genti,
quel di che
uerra
verra
dopo un certo termine
preʃcritto
prescritto
da Dio,
nel quale non
giouerà
gioverà
ne prole,
ne danari,
ne
eloquẽza
eloquenza,,
non
patiʃca,
patisca,
che gli animi nostri
ʃian
sian
infermati,
e puniti.
[95]
Per
l’esi-tio
l’esitio
di Pharaone,
e delle
ʃue
sue
genti,
e de contradicenti
à
propij
propii
mandati
di Dio,
e per la
diuina
divina
uendetta,
vendetta,
e per il miracolo fatto in quei duoi
eʃ-ʃerciti,
esserciti,
de quali uno
ʃeruẽdo
servendo
à
Dio,
uinʃe
vinse
l’altro ch’era contrario
à
Dio
e il doppio maggior di numero gl’increduli
douerebber
doverebber
temer la
diui-na
divina
grauitâ,
gravitâ,
e
uendetta,
vendetta,
e
cõuertirsi
convertirsi
alla fede,
e obbedir hora al tuo precetto
.
L’uʃar
L’usar
carnalmente con le donne gli abbracciamenti de
figliuo-li,
figliuoli,
il numero dell’oro,
e
dell’argẽto
dell’argento,,
i buoni
caualli,
cavalli,
e gli armenti
ʃon
son
tutte
coʃe
cose
di
queʃto
questo
mõdo
mondo
:
[96]
Ma Dio promette
aʃʃai
assai
meglio
à
chi lo
temerã,
temerà,
cioé
il
Paradiʃo,
Paradiso,
doue
dove
i
perʃeueranti
perseveranti
haranno
ʃpoʃe
spose
eccellentiβime,
eccellentissime,
e
haranno l’amor di Dio,
che
uede
vede
il tutto.
I credenti in Dio,
e che
chieg-gan
chieggan
perdono de peccati loro,
e che
ʃono
sono
aʃtinenti
astinenti
ueraci,
veraci,
e continui
nel-l’orationi,
nell’orationi,
e
limosinarij
limosinarii
teʃtimone
testimone
Dio,
e gli Angeli,
che
ʃanno,
sanno,
{108}
i quali
confeʃʃano
confessano
eʃʃer
esser
un
ʃolo
solo
Dio
ʃapiente
sapiente
creatore,
e incomprensibile,
in
preʃenza
presenza
al quale non
periʃce
perisce
neʃʃuna
nessuna
legge,
ʃaranno
saranno
liberi dal
feruore
fervore
del fuoco,
e quelli,
che
ʃe
se
medesimi,
e l’opere loro dedicheranno
à
Dio
goderanno l’allegrezza del
Paradiʃo.
Paradiso.
A i
contradicenti,
e non credenti Dio giusto giudice giudicherà
i fatti
ʃuoi.
suoi.
[97]
Se alcuno
uorrà
vorrà
diʃputar
disputar
teco,
di che tu hai
riuolto
rivolto
la tua faccia
à
Dio,
e
à
ʃuoi
suoi
ʃeguaci,
seguaci,
e che tanto i
ʃapienti
sapienti
quanto che gli illiterati
ʃeguiranno
seguiranno
la buona legge,
altri-menti
altrimenti
à
te
ʃolo
solo
aʃpetta
aspetta
manifeʃtar
manifestar
i miei precetti
ʃolamente
solamente
alle genti,
gl’increduli,
e gli
occiʃori
occisori
de Propheti,
&
de giusti di qualunque
ʃor-te
sorte
patiranno
grauiβima
gravissima
pena,
e in questo mondo
ʃaranno
saranno
uilipesi,
vilipesi,
e nell’altro perpetuamente dannati.
[98]
Alcuni rifiutano i
libri
à
lor
da-ti,
dati,
de quali
queʃto
questo
è
il parere,
che non
ʃentiranno
sentiranno
il fuoco della Geenna
ʃe
se
non in numero terminato de di,
e
ciaʃcuno
ciascuno
uenendo
venendo
al di della
ue-rità
verità
riceuera
ricevera
merce dell’opere
ʃue
sue
eβendo
essendo
Dio giudice,
e a
neβuno
nessuno
nociuo.
nocivo.
Tu
ueramente
veramente
inʃegna
insegna
alle genti,
che Dio dator dell’Imperio
Re de Re,
e
oppreʃʃore
oppressore
della potenza de potenti,
inalzator de
poueri,
poveri,
eʃʃendo
essendo
ogni
coʃa
cosa
della
ʃua
sua
potenza,
continuator della notte,
e del di,
e
dator della
uita,
vita,
fa
à
chi
uuole
vuole
innumerabili doni.
[99]
Neʃʃuno
Nessuno
huomo da bene habbia in luogo di buono amico l’incredolo,
ʃe
se
non
ʃolamente
solamente
per
ti-more.
timore.
E adunque
ʃommamẽte
sommamente
da
guardarʃene,
guardarsene,
che per
queʃto
questo
Iddio s’offende molto,
egli
conoʃce
conosce
quel che
è
manifeʃto,
manifesto,
&
quel che
è
ʃecreto,
secreto,
nel di,
nel quale
à
ciaʃcuno
ciascuno
riʃponderanno
risponderanno
l’opere fatte,
ciaʃcun
ciascun
cattiuo
cattivo
uorrebbe
vorrebbe
che l’anima
ʃua
sua
fuʃʃe
fusse
digiuna di tutte le
ʃcelerita,
scelerita,
e che Dio
gli
fuʃʃe
fusse
lontano.
Coloro che amano Dio mi
ʃeguiteranno,
seguiteranno,
e
coʃi
cosi
conʃe-guiranno
conseguiranno
da Dio pio donator di
perʃone,
persone,
il
diuino
divino
amore,
&
il perdon de
peccati.
Voi dunque che credete in Dio,
credete al Propheta,
ʃe
se
non
ʃtudiate
studiate
per
auentura
aventura
di
nõ
non
eʃʃer
esser
da Dio amati,
Iddio
eleʃʃe
elesse
Adamo,
Noe,
Abramo,
e la
ʃua
sua
potentia,
{112}
e Ioachino,
&
gli altri
ʃopra
sopra
tutte l’altre
genti.
[100]
La moglie di Ioachino
ʃentendoʃi
sentendosi
grauida,
gravida,
diʃʃe.
disse.
O Dio creator
del tutto,
ti
cõʃacro
consacro
il frutto del mio
uentre,
ventre,
e
à
te
ʃolo
solo
ʃupplice
supplice
chieggo
humilmente,
che
uoglia
voglia
degnarti accettar chi ti
ʃerue,
serve,
e
hauendo
havendo
partorito la figliuola,
e
poʃtole
postole
nome MARIA,
chiamando Dio per
teʃti-mone
testimone
del
ʃuo
suo
parto
diʃʃe.
disse.
Difendi la mia figliuola,
e chi di lei
naʃcera,
nascera,
dalle tentationi,
e
dall’inʃidie
dall’insidie
del
Diauolo.
Diavolo.
Dio benignamente
accettan-do
accettando
cotal
uoto
voto
della madre,
diede alla
ʃua
sua
figliuola ottimo nutrimento,
e
fermiβimo
fermissimo
cuore.
Zacheria
riceuendo
ricevendo
queʃta
questa
in
ʃua
sua
tutela,
e in
caʃa
casa
ʃua
sua
ogni
uolta
volta
che andò
all’altare per far orationi,
ʃempre
sempre
ui
vi
trouo
trovo
ʃopra
sopra
frutti ottimi fuor della
ʃtagion
stagion
del tempo.
La onde
eʃʃendo
essendo
addomanda-to
addomandato
di donde gli
haueβi,
havessi,
diʃʃe,
disse,
da Dio,
ilquale
à
chi egli
uuole
vuole
dona
ʃanza
sanza
numero,
[101]
Dopo Zacheria pregando,
che gli
fuʃʃe
fusse
conceduto un figliuolo
grato,
e
horreuole,
horrevole,
orando innanzi all’altare,
riʃpoʃero
risposero
gli Angeli.
Dio
ʃatisfacendo
satisfacendo
alla
uostra
vostra
domanda,
ui
vi
concede un figliuolo
chiama-to
chiamato
Giouanni,
Giovanni,
che confermerà
il
uerbo
verbo
di Dio.
E
ʃara
sara
huomo buono
perʃeuerante
perseverante
nella
uirginità,
virginità,
e gran Propheta,
Zacheria
diʃʃe.
disse.
Eʃʃendo
Essendo
io
uecchio,
vecchio,
e la mia donna
ʃterile,
sterile,
in che modo potrò
io far figliuoli?
Diʃ-ʃero
Dissero
gli Angeli,
A Dio non ci
è
coʃa
cosa
che
ʃia
sia
impoβibile.
impossibile.
Dio all’hora
per la
ʃua
sua
dubitanza,
uolle
volle
che per tre di egli non
poteʃʃe
potesse
fauellare,
favellare,
ʃe
se
non con cenni
[102]
.
Gli angeli un’altra
uolta
volta
fauellando
favellando
à
MARIA
diʃʃe.
disse.
O MARIA tra tutte le donne,
e tra tutti gli huomini
mondiβima,
mondissima,
e
netta,
e a
Dio
ʃola
sola
diuota,
divota,
adoralo con tutti gli altri,
che
à
Dio
s’ingi-nocchiano.
s’inginocchiano.
Ti commetto
queʃti
questi
ʃecreti
secreti
diuini,
divini,
non ricercando chi
hab-
bia
habbia
ad
eʃʃer
esser
eletto per MARIA,
{116}
[103]
Dicendo gli Angeli,
O MARIA
A te l’allegrezza del
ʃommo
sommo
Nuntio col
uerbo
verbo
di Dio,
il cui nome e
CHRISTO
GIESV
GIESU
figliuol di MARIA,
il quale
è
faccia di tutte le genti in
queʃto,
questo,
e nell’altro
ʃecolo,
secolo,
preʃente,
presente,
ʃapiente,
sapiente,
huomo
otti-mo,
ottimo,
et
è
mandato dal creator
dell’uniuerʃità.
dell’università.
Riʃpoʃe
Rispose
ella,
O Dio in che
modo concipero io figliuolo non
conoʃcendo
conoscendo
huomo?
Dicono gli Angeli
A Dio non
è
coʃa
cosa
alcuna
impoβibile,
impossibile,
egli fa tutto
ʃecondo
secondo
che
uuole,
vuole,
i
cui commandamenti
ʃono
sono
obediti da tutti.
[104]
Egli
inʃegnera
insegnera
al tuo
figli-uolo,
figliuolo,
che
uerra
verra
con
diuina
divina
uirtu
virtu
cõ
con
il libro della legge,
è
la
քitia d’ogni
magiʃtero,
magistero,
il
teʃtamento,
testamento,
e
l’Euangelo,
l’Evangelo,
e darà
commandamenti a
figliuoli di
Iʃrael.
Israel.
Egli
ʃoffiando
soffiando
nelle forme da lui composte di terra de gli
uccelli le fara
uiue,
vive,
curerà
i ciechi,
e i
muti,
e
manifeʃtera
manifestera
quel che
ʃi
si
deue
deve
mangiare,
e quel che
ʃi
si
deue
deve
fare,
Le quai tutte
coʃe
cose
ʃaran-no
saranno
credute come miracoli da credenti di Dio.
Confermera il
teʃta-mento
testamento
uecchio,
vecchio,
e alcune
coʃe
cose
per innanzi prohibite le mettera tra le
coʃe
cose
lecite,
e
moʃtrando
mostrando
d’eʃʃer
d’esser
uenuto
venuto
con
diuina
divina
uirtu,
virtu,
&
con
ʃom-ma
somma
potenza dira.
Chi teme Dio
ʃeguiti
seguiti
me,
Perche Dio
è
Signore di
me,
&
di
uoi,
voi,
ilquale adorando caminerete per la buona
uia.
via.
Sapen-do
Sapendo
GIESV,
GIESU,
che
eʃʃi
essi
ʃtauan
stavan
fermi nella loro
oʃtinatione
ostinatione
diʃʃe.
disse.
Chi
mi
ʃeguitera
seguitera
in nome di Dio?
[105]
Riʃpondendo
Rispondendo
alcuni huomini
uestiti
vestiti
di
bianco,
diʃʃero.
dissero.
Noi te
ʃeguendo
seguendo
in nome di Dio crediamo in Dio,
eʃʃendone
essendone
tu
teʃtimone,
testimone,
e
diʃʃero.
dissero.
O creatore,
metti tra tuoi fedeli,
e
credoli,
noi che diamo fede
à
queʃto
questo
tuo libro,
e che imitiamo il tuo
Le-gato.
Legato.
I fraudolenti,
che
cercauano
cercavano
ingannarlo,
furono da lui
co-me
come
da huomo astuto ingannati.
[106]
Al quale il creator
fauello
favello
coʃi,
cosi,
Io
ri-chiamando
richiamando
à
me la tua anima,
lieto,
e liberandoti da gli increduli,
sop-ponerò
sopponerò
coloro che ti credettero,
e coloro che non ti
ʃeguirono
seguirono
infino al
di della publica
reʃurrettiõe
resurrettione..
E allhora tu tornato
à
me,
uorro
vorro
ueder
veder
la
tua lite,
e la tua
controuerʃia,
controversia,
e puniro in
queʃto,
questo,
e nell’altro
ʃecolo
secolo
tutti coloro,
che non ti haranno creduto,
non
hauendo
havendo
eβi
essi
oue
ove
ricorrere,
A fedeli rimeriterò
l’opere loro buone
cõ
con
allegrezza eterna,
mettẽdo
mettendo
horrore
à
cattiui,
cattivi,
e
maluaggi.
malvaggi.
[107]
Deliberãmo
Deliberammo
dirti
queʃte
queste
uirtu,
virtu,
e
que-ʃta
questa
giustitia di
GIESV,
GIESU,
come di huomo
ʃimigliante
simigliante
ad Adamo.
Dio
fatto Adamo di terra,
diʃʃe.
disse.
Sia fatto,
e fu fatto.
Chiunque
uorra
vorra
con-traporʃi
contraporsi
alla ragione di
queʃta
questa
coʃa,
cosa,
dirai
à
tutti gli huomini adunati,
e
alle donne,
noi con l’ira di Dio
ʃcõmunichiamo
scommunichiamo
qualunque non crede
ք-che
քche
le parole nostre,
nõ
non
dicono,
ne predicono altro che un
ʃolo
solo
creatore
incomprenʃibile,
incomprensibile,
e
ʃapiente,
sapiente,
oltra il quale non
è
alcuno altro.
Delle cui
parole,
ʃe
se
alcuno mutandole non le crederà,
hara Dio giudice
conoʃci-tor
conoscitor
de
cattiui,
cattivi,
e de
uiolenti.
violenti.
Voi huomini
conoʃcitori
conoscitori
delle leggi,
facito-ri
facitori
di quanto io
ui
vi
dico,
accioche il nostro ordine
ʃia
sia
di tutti un
medeʃi-mo,
medesimo,
ʃiate
siate
coʃtanti
costanti
accioche noi non adoriamo
ʃe
se
non un
ʃolo
solo
Dio
ʃanza
sanza
compagno,
ne alcuno di
uoi
voi
constituiʃca
constituisca
altro come
uerbo
verbo
di Dio.
A
quei che rifiutano di far cio di loro,
che noi crediamo in Dio,
ʃarete
sarete
testimoni o
huomini delle Leggi.
[108]
Perche
cauate
cavate
uoi
voi
da Abramo il
firma-mento
firmamento
delle
uoʃtre
vostre
ragioni,
e della
uostra
vostra
ʃetta
setta
?
Eʃʃendo
Essendo
dopo lui dato il
teʃtamento,
testamento,
e
l’Euangelio,
l’Evangelio,
affermando che non lo
ʃapete
sapete
?
Egli non fù
ne Giudeo,
ne Christiano,
ma huomo di Dio,
e
uiʃʃe
visse
credendo,
e i
ʃuoi
suoi
ʃeguaci
seguaci
furono huomini
ʃcelti.
scelti.
Queʃto
Questo
Propheta,
e il
ʃuo
suo
ʃeguace,
seguace,
e tutti
i credenti in Dio come buoni huomini
ʃon
son
di Dio,
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
di alcuni che
ʃottogiacciono
sottogiacciono
alla legge,
i quali non
oʃtante
ostante
queʃto
questo
uiuono
vivono
ciecamente,
e in errore.
Ma quantunque
eβi
essi
non
ʃappino,
sappino,
un
ʃolo
solo
errore
offuʃca
offusca
l’anime loro,
o huomini della legge,
perche non credete
à
com-mandamenti
commandamenti
di Dio?
perche
ʃapendo
sapendo
la
uerita
verita
tacete?
Parte della
gen-te
gente
della legge
diʃʃe.
disse.
Credette a
precetti dati
à
buoni huomini per
por-tion
portion
del di,
e finito il di,
negate fin a
tanto che
ʃi
si
conuertino,
convertino,
Et dite,
che non
uolete
volete
credere ad alcuno
ʃe
se
non a
chi
ʃeguita
seguita
la
uoʃtra
vostra
legge,
&
tutte le
uie
vie
date da Dio
eʃʃer
esser
ottime,
&
buone,
ilquale a
ʃuoi
suoi
miʃe-ricordioʃo
misericordioso
dona
ʃecondo
secondo
che
à
lui piace.
[109]
Sono alcuni
ʃudditi
sudditi
alla legge,
i quali ottimamente rendono il talento d’oro loro raccommandato,
al-cuni
alcuni
altri niegano il dato loro dicendo,
che non
ʃi
si
curano di colui che
l’addimanda,
e mentendo di Dio che
eβi
essi
ʃanno.
sanno.
{124}
Eʃʃo
Esso
Dio ama un parlar
ʃaldo,
saldo,
et
coʃtante,
costante,
e che tema Dio.
Coloro che per poco di
coʃa
cosa
քgiurano
nõ
non
harãno
haranno
alcun bene nel
ʃecolo
secolo
c’h’auenire,
c’h’avenire,
e Dio
nõ
non
fauellera
favellera
loro,
ne
gli guardera il di del giuditio,
ne
giouera
giovera
loro
coʃa
cosa
alcuna,
che
eβi
essi
non
patiʃchino
patischino
grauiβima
gravissima
pena.
Alcuni huomini
meʃcolãdo
mescolando
parole nel libro
che
nõ
non
ui
vi
ʃono,
sono,
fanno
ʃcientemente
scientemente
Dio bugiardo.
Nõ
Non
è
alcuno idoneo a
cui Dio habbia
permeʃʃo
permesso
la
ʃapientia,
sapientia,
e il libro,
il quale
inʃegnãdo
insegnando
a gli
huomini la
ᵱphetia
քʃuada
քsuada
che
ʃia
sia
adorato i
luogo di Dio.
[110]
Ma
քʃuadete
քsuadete
ʃpetialmẽte
spetialmente,,
che i
Sacerdoti,
e i
preʃidẽti
presidenti
delle
coʃe
cose
ʃacre
sacre
che
քʃeuerino
քseverino
nei p̄cetti
ĩparati
imparati
dalla tua legge,
e da libri,
Ne che
nõ
non
ʃtimino
stimino
gl’Angeli
e li propheti
ք
Dei,
eʃʃendo
essendo
ancho ad
eβi
essi
parimẽti
parimenti
ʃtata
stata
ĩʃegnata
insegnata
la retta
uia.
via.
Dio
mãdò
mandò
de propheti a
quali dette i
libri,
e la
ʃapiẽtia
sapientia
(prima fatto il patto)
e il legato,
ilquale
è
tra le
uoʃtre
vostre
mani,
al q̄le egli
uuole
vuole
che
noi diamo credenza,
e
à
loro promettendo
queʃto
questo
diʃʃe,
disse,
io ti ho
ʃta-tuito
statuito
à
coʃtoro,
costoro,
che ne
ʃon
son
teʃtimoni
testimoni
con meco
inʃieme,
insieme,
Perche
deʃide-rate
desiderate
uoi
voi
con tanto
ʃtudio
studio
altro che la legge di Dio,
il quale e
à
tutta lor
poʃʃa
possa
honorato dalle
coʃe
cose
terrestri,
e
diuine
divine
?
Dite
uoi
voi
credenti in Dio,
noi crediamo a
tuoi precetti,
e di Abramo,
&
di
Iʃmahele,
Ismahele,
&
di Iacob,
e delle
.xij.
xii.
tribu,
&
di
Moʃe,
Mose,
&
di CHRISTO,
e di tutti gli altri
Propheti,
i quali
è
troppo
à
numerare,
e che hebbero di
ʃopra
sopra
la fede.
Che altro
ʃi
si
cerca
acquiʃtar
acquistar
per fede,
che la legge?
Ciaʃcuno
Ciascuno
incredulo
nel futuro
ʃecolo
secolo
ʃarà
sarà
connumerato tra i
dannati.
In che modo
inʃtrui-ra
instruira
Dio con la
ʃua
sua
dottrina la
uita
vita
{126}
della
uerità,
verità,
à
coloro che
conoʃcendo
conoscendo
la hanno
laʃciata,
lasciata,
eʃʃendo
essendo
prima
ʃtati
stati
teʃtimoni
testimoni
de miracoli del
Prophe-ta
Propheta
?
A
cattiui
cattivi
huomini
ʃi
si
lieua
lieva
la humana,
e la
diuina
divina
pietà,
e la dottrina
della retta
uia,
via,
dando loro per merito l’ira di Dio,
di tutti gli Angeli,
e
de gli huomini che meritano bene,
e
à
queʃti
questi
coʃi
cosi
fatti mai non
ʃi
si
alle-uiano
alleviano
i tormenti,
ʃe
se
non
ʃi
si
pentono,
e
diuengano
divengano
buoni,
Allhora
perdo-nara
perdonara
loro,
e daragli allegrezza.
[111]
Dio
ʃi
si
cura poco della
conuerʃione
conversione
di
coloro,
che fatti increduli,
e poi creduli
ʃon
son
diuenuti
divenuti
peggiori.
Pati-ranno
Patiranno
adunque
queʃti
questi
tali
ʃenz’alcuna
senz’alcuna
remiβione
remissione
pena
comportabi-le,
comportabile,
&
attroce.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.V.
V.
NESSVNO
NESSUNO
conʃeguira
conseguira
la piena gratia di Dio,
e
l’a-mor
l’amor
noʃtro
nostro
ʃe
se
prima non
diʃtribuira
distribuira
di quelle
coʃe
cose
che
ʃo-no
sono
da lui
ʃommamente
sommamente
amate.
[112]
Innanzi il
teʃtamento
testamento
poʃto
posto
e fermato,
fu lecito
à
figliuoli
d’Iʃraele
d’Israele
mangiar d’ogni
cibo,
da quello infuori che
Iʃraele
Israele
ʃi
si
fece
nõ
non
lecito,
Leuato
Levato
il
teʃtamen-to,
testamento,
conʃideriamo
consideriamo
che
queʃto
questo
parlare e
uerace.
verace.
E chiunque farà
che Dio
ʃia
sia
bugiardo,
ʃia
sia
ʃcritto
scritto
tra i
maluaggi,
malvaggi,
e tu intima
à
tutti gli altri,
che Dio
ueracemente
veracemente
commeʃʃe,
commesse,
che
s’imitaʃʃe
s’imitasse
la
ʃetta
setta
di Abramo,
[113]
Il
quale non incredulo,
non idolatra,
fondo la prima
caʃa
casa
dell’oratione,
cioè
Mecca luogo
ʃanto,
santo,
e benedetto,
doue
dove
le
uirtù
virtù
di cotal edificio
ʃon
son
manifeʃte,
manifeste,
Nel quale chiunque entra
timoroʃo,
timoroso,
reʃta
resta
quieto,
e
ʃatisfat-to,
satisfatto,
Piace
à
Dio
ʃommamente,
sommamente,
che
queʃto
questo
luogo
ʃia
sia
da tutti honorato,
e
che
ciaʃcuno
ciascuno
ʃecondo
secondo
ʃua
sua
poʃʃa
possa
ui
vi
uada.
vada.
Egli
ʃi
si
cura poco de gli huomi
ni incredoli,
Perche i
fattori delle Leggi non
obediʃcano
obediscano
a precetti di
Dio ilquale e
teʃtimone
testimone
di tutte l’opere loro?
[114]
Buoni huomini
ʃe
se
uoi
voi
uo-lete
volete
imitare cotai fattori di leggi,
di buoni che
uoi
voi
ʃete
sete
ui
vi
faranuo
faranno
di-uenir
divenir
peβimi,
pessimi,
e tristi.
Hauendo
Havendo
uoi
voi
il
uoʃtro
vostro
Propheta,
che
ui
vi
dimostra
le
uirtù
virtù
di Dio,
perche
ui
vi
conuertite
convertite
uoi
voi
alla
ʃetta
setta
de i
Dei?
Ciaʃcu-no
Ciascuno
che chiama Dio,
conʃeguirà
conseguirà
diritta,
e buona
uia.
via.
Buoni huomini
te-mete
temete
Dio quanto
ʃi
si
conuiene
conviene
քʃeuerando
քseverando
nella buona legge,
e
accostã
-doui
accostandovi
allo Dio nostro tuttore,
e richiedendogli la
ʃua
sua
miʃericordia
misericordia
rõpete
rompete
il patto fatto della tregua.
[115]
Se tra
uoi
voi
uerrà
verrà
alcuna
diʃcordia,
discordia,
rimoʃ-ʃa
rimossa
ogni
animoʃità,
animosità,
fate il
uoler
voler
di Dio,
e
diuentate
diventate
fratelli insieme,
&
d’un’animo
ʃolo,
solo,
imitando Dio,
ilquale diligentemente ne ha
leuato
levato
dal
fuoco,
oue
ove
uoi
voi
ʃoprastauate,
soprastavate,
&
da
ʃoprastanti
soprastanti
pericoli.
[116]
Vi ha dato Dio
di
ʃe
se
&
de miracoli
ʃuoi
suoi
tal notitia,
che
uoi
voi
ʃete
sete
a lui gente
fruttuoʃa,
fruttuosa,
e
innanzi all’altre,
comandandoui
comandandovi
egli
coʃe
cose
lecite,
&
prohibendo le
ille-cite,
illecite,
e chiunque non hara obbedito a
ʃuoi
suoi
comandamenti
ʃottentrerra
sottentrerra
a
grauiβime
gravissime
pene,
il di che le faccie di
ciaʃcuno
ciascuno
biancheggieranno,
&
farannoʃi
farannosi
negre.
Farannosi negre quelle di coloro,
che haranno
la-ʃciata
lasciata
la fede,
&
ʃaranno
saranno
incredoli,
&
per
queʃto
questo
gusteranno
grandiʃʃimo
grandissimo
male.
Ma coloro biancheggieranno le faccie loro i
quali
perʃeuerando
perseverando
nella buona legge han
conʃeguito
conseguito
la
miʃericordia
misericordia
diuina.
divina.
Sapen-do
Sapendo
tu queste
diuine
divine
uirtù,
virtù,
ʃappi
sappi
che Dio non desidera ne
uuol
vuol
male a
neʃʃuno
nessuno
della
ʃua
sua
gente,
egli
è
manifeʃto,
manifesto,
che
uoi
voi
ʃiate
siate
la miglior gente,
che obedendo a
precetti di Dio,
e
prohibẽdo
prohibendo
le
coʃe
cose
illicite chiama Dio,
&
l’adora.
Et qualunque i
fattori delle leggi
conʃentendoui
consentendovi
ui
vi
ʃeguiʃʃero,
seguissero,
cercherebbero piu tosto a
loro l’utile,
&
le commodità.
Et di loro
alcuni credono alcuni no.
[117]
Eβi
Essi
non
ui
vi
potran nuocere in conto alcuno
ʃe
se
non con le parole.
Nelle contentioni
uolteranno
volteranno
le
ʃpalle,
spalle,
e non
troue-ranno
troveranno
chi dia loro aiuto,
eʃʃendo
essendo
diuenuti
divenuti
pusillanimi,
e
hauendo
havendo
incon-tro
incontro
l’ira di Dio,
ք
laquale
ʃaranno
saranno
ridotti a
pouertà,
povertà,
e a
careʃtia.
carestia.
Tutte
queste
coʃe
cose
accaggiono loro per
eʃʃer
esser
occiʃori
occisori
de Propheti,
&
ingiu-sti.
ingiusti.
Gli huomini delle leggi,
leuandosi
levandosi
di notte,
&
studiando,
e in Dio
uedendo,
vedendo,
tutta la notte lo pregano,
e temendo il di del giuditio fanno le
coʃe
cose
lecite,
&
pronti al bene,
et prohibendo le
coʃe
cose
non lecite
auanza-
rãno
avanzaranno
ciaʃcuno
ciascuno
altro per merito.
Dio giudice di tutti,
nõ
non
laʃcia
lascia
che l’opera de buoni si perda.
A gli increduli
nõ
non
giouerà
gioverà
ne la facolta loro,
ne il
parẽtado
parentado,,
si che
eβi
essi
non
ʃian
sian
meβi
messi
in fuoco
ineʃtinguibile.
inestinguibile.
[118]
Eβi
Essi
ʃon
son
aβimiglianti
assimiglianti
a un mal
uento,
vento,
che conturba le
coʃe,
cose,
ma non noccieno,
eβi
essi
medesimi si fanno male,
e non a
Dio.
{135}
[119]
Huomini buoni,
neʃʃun
nessun
di
uoi
voi
cre-da
creda
alle parole loro,
perche
eβi
essi
hanno nella lingua una
coʃa,
cosa,
e nel
cuo-re
cuore
un’altra.
Voi
eβendo
essendo
fortificati dalle
uostre
vostre
leggi facilmente
ue
ve
gli
potete inimicare,
Eβi
Essi
in
uostra
vostra
preʃenza
presenza
confeβano
confessano
abbracciar la
uo-stra
vostra
legge,
ma tra loro
ʃe
se
ne ridono,
{137}
e poi s’adirano.
Di loro,
che muoiono con cotal ira,
ʃe
se
allhora
ʃaprãno
sapranno
conoʃcer
conoscer
Dio,
che
uede
vede
i
ʃecreti
secreti
de
cuori.
Et come che
eβi
essi
habbino allegrezza della
uostra
vostra
rouina
rovina
:
nondi-meno
nondimeno
non
ui
vi
poʃson
posson
nuocere,
ʃe
se
temendo Dio durarete in
ʃeguitarlo,
seguitarlo,
egli fortificherà
tutti i
uoʃtri
vostri
atti.
[120]
Il di nel quale
uʃcendo
uscendo
tu la mattina
di
caʃa
casa
tua per adattar i
luoghi delle liti,
{139}
inanimasti piu le forze,
ue-dendo
vedendo
e udendo Dio
{140}
demmo aiuto,
e potenza
a due delle nostre
{141}
ʃqua-dre,
squadre,
che s’erano affaticate.
Voi aiutatori di tutti i
buoni,
hauendoui
havendovi
dato gia in Badar con poche genti la
uittoria,
vittoria,
&
a certi
uostri
vostri
buoni
huomini,
che
diʃsero,
dissero,
che non
bastauate
bastavate
contro gl’inimici
quantunque
Dio
haueʃse
havesse
mandato tre mil’Angeli armati
diceʃte.
diceste.
Se durarete
te-mendo
temendo
Dio il Signor
ui
vi
aiutera,
mandandoui
mandandovi
egli cinque milia angeli
combattenti,
e tutti armati.
Dio per altro non
ui
vi
fa noto questo
mira-colo,
miracolo,
ʃe
se
non per
allegrarui
allegrarvi
&
confermarui
confermarvi
nel bene,
debilitando la parte de gl’incredoli,
egli
è
ʃolo
solo
pieno di
uirtu,
virtu,
e di lui
è
la
uittoria.
vittoria.
La tua
mano non
poβiede
possiede
alcun di
queʃti.
questi.
Colui di chi
è
il cielo,
e la terra,
a
buoni darà
perdono,
e a
cattiui
cattivi
dara tormento.
Chi teme Dio debbia
hauer
haver
cura,
che non
uiua
viva
d’uʃura.
d’usura.
[121]
Tutti coloro che
ʃeguiteranno
seguiteranno
il
Nuntio di Dio
haranno i
meriti loro nel
Paradiʃo,
Paradiso,
e gl’increduli
pati-ranno
patiranno
nell’inferno tormenti.
Dio darà
il
Paradiʃo
Paradiso
a chi in tempo di
fa-me,
fame,
&
di carestia darà
il
ʃuo
suo
abbondantemente,
e che rimetterà
l’ingiurie,
&
che
ʃi
si
pentira de peccati.
Ma chi fara le non lecite
coʃe,
cose,
arde-ra
ardera
nel fuoco
ʃanz’alcun
sanz’alcun
fine.
Nel
paʃʃare
passare
conʃiderate
considerate
a
coʃtumi
costumi
de
uostri
vostri
anteceʃʃori,
antecessori,
accioche
uoi
voi
comprendiate quale
ʃia
sia
stato il fine di
chi ha contradetto.
Queʃti
Questi
ʃon
son
chiari gastigamenti a
chi teme Dio,
Tu caccia ogni dolore,
ogni malinconia,
e ogni
diʃperatione,
disperatione,
Perche tu
e i
tuoi
ʃete
sete
eʃʃaltati
essaltati
ʃe
se
perʃeuerarete
perseverarete
nella buona legge
ʃe
se
ne
ʃopraue-
rãno
sopraveranno
infortuni,
o che
ʃon
son
di
coʃi
cosi
fatti a
caʃo,
caso,
o ch’è
la Fortuna.
Dio che
abborriʃce
abborrisce
i
cattiui
cattivi
conoʃce
conosce
chi crede in lui
riceuendo
ricevendo
teʃtimoni
testimoni
di
tut-ti.
tutti.
Dio monda i
buoni huomini,
e gli purga,
e riduce a
nulla i
cattiui
cattivi
cauandogli
cavandogli
fuori de gli altri,
come
ʃi
si
caua
cava
del ferro il piu
cattiuo.
cattivo.
[122]
Non
penʃate,
pensate,
che
ui
vi
ʃia
sia
mai aperto il
paradiʃo,
paradiso,
ʃe
se
prima non
ʃarete
sarete
forti,
e
magnanimi nelle battaglie
Innazi che entrate in battaglia,
apparec-
chiateui
apparecchiatevi
a
riceuer
ricever
la morte,
Morto il Nuntio Macometto,
difendete
con l’armi gli ordini da lui
datiui,
dativi,
Et
coʃi
cosi
Dio
ui
vi
aiuterà.
Neʃʃuno
Nessuno
puo
ʃott’entrare
sott’entrare
alla morte,
ʃe
se
non
uolendo
volendo
Dio,
cioè
al tempo statuto.
Dio
darà
merito a
chi non
ʃi
si
curando del
tẽporale
temporale
hara cura delle
coʃe
cose
cele-ʃti.
celesti.
O Dio
ʃcancella
scancella
le
noʃtre
nostre
colpe,
perdonane i
peccati,
fermane i
pie-di,
piedi,
&
dacci potere contro i
maluagi,
malvagi,
e gl’incredoli.
Niʃʃuno
Nissuno
ʃegui-ti
seguiti
gl’incredoli,
ne pratichi con loro,
ma
ʃeguaʃi
seguasi
Dio giudice di tutti.
Metterò
diʃcordia
discordia
ne cuori de non credenti,
e gli darò
al fuoco
eter-no
eterno
ʃanza
sanza
fine.
Innãzi
Innanzi
che i
cuori
uostri
vostri
fuʃʃero
fussero
trauagliati
travagliati
dalla
diʃʃenʃione
dissensione
Dio fermò
con
uoi
voi
il patto
partendoui
partendovi
da gli altri,
accioche il
ʃuc-ceʃʃo
successo
uoʃtro
vostro
fuʃʃe
fusse
chiaro,
քdonandoui
քdonandovi
tutti i
uoʃtri
vostri
peccati,
per gratia e
miʃericordia
misericordia
ʃua,
sua,
[123]
e
uoi
voi
ʃpiccãdoui
spiccandovi
dalla battaglia
ui
vi
fuggiʃte
fuggiste
ք
boʃchi,
boschi,
e
per montagne non
ualẽdoui
valendovi
il richiamare del Propheta.
Cõʃolateui
Consolatevi
della perdita della
uostra
vostra
preda,
e danno
uostro,
vostro,
e temete Dio,
hauendogli
havendogli
egli dopo il fatto
indottoui
indottovi
ʃonno,
sonno,
Per ilquale ristorati,
alcuni di
uoi
voi
atteʃʃero
attessero
al commodo dell’anime loro,
alcuni
penʃaron
pensaron
di Dio,
coʃe
cose
ingiu-ste
ingiuste
&
nefande,
et
ʃe
se
la ritennero nel cuore,
ma non
ʃanno,
sanno,
che Dio
co-noʃce
conosce
tutti i
ʃecreti
secreti
del cuore,
Et
ʃappiate
sappiate
che color che
ʃcãpano
scampano
dalla
guerra
ʃono
sono
istigati dal
Diauolo,
Diavolo,
Nondimeno Dio perdona a
tutti
co-loro
coloro
che
ʃi
si
pentono.
Buoni huomini non
conʃentite
consentite
a modo alcuno a
gli
incredoli,
i quali
perʃuadono
persuadono
a gli amici loro,
che non
uadino
vadino
alla guerra dicendo.
Stando a
caʃa
casa
uostra
vostra
potete
ʃchiuar
schivar
d’eʃʃer
d’esser
occiʃi.
occisi.
I cuori di
queʃti
questi
tali
ʃono
sono
occupati dal dolore,
&
dalla
diʃperatione,
disperatione,
e Dio che
conoʃce
conosce
tutti i
uoʃtri
vostri
atti,
uiuifica
vivifica
queʃti,
questi,
&
mortifica quelli
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uolere,
volere,
Perdonando a
tutti coloro,
che nel
uiaggio
viaggio
ʃon
son
morti,
Se
tu
fuʃʃi
fussi
rigido
&
forte di cuore,
non
ʃi
si
partirebbero.
Impetra adunque
loro perdono da Dio,
e in ogni principio di tue facende raccomandati a
Dio,
[124]
ilquale
aiutandoui,
aiutandovi,
chi
ui
vi
potra nuocere?
&
nocendo egli chi
ui
vi
potra
ʃostenere
sostenere
?
a lui tutti i
ʃapienti
sapienti
s’accomandano.
Si giudica che
ʃia
sia
dishonor al Propheta,
quando fatta la preda
ʃe
se
gli niega quel ch’ei
uuole
vuole
della preda.
Et chi lo negerà
il di del giudicio
uerrà
verrà
ʃeco
seco
in
preʃen-za
presenza
di Dio,
eʃʃo
esso
deʃtando
destando
di
uoi
voi
un Propheta,
che
inʃegna
insegna
la
uia
via
retta a
gli erranti,
ha fatto
à
buoni huomini gran beneficio,
E
accadendoui
accadendovi
de
mali,
ui
vi
ho mostro,
che
uoi
voi
ʃoli
soli
ne
ʃete
sete
cagione,
perche Dio
è
onnipotente,
ilquale il di della congiuntion de gli
eʃʃerciti
esserciti
permeʃʃe
permesse
che
uoi
voi
pati-ste
patiste
mali
grauiβimi,
gravissimi,
accioche
conoʃcete
conoscete
i costanti,
e buoni,
da i
maluagi,
malvagi,
et incostanti.
[125]
Tutti coloro,
che muoiono nella
uia
via
di Dio non
ʃon
son
uera-
mente
veramente
chiamati morti.
Eβi
Essi
uiuono
vivono
appreʃʃo
appresso
Dio,
&
aʃpettano
aspettano
i
laʃciati
lasciati
dopo loro,
&
non hanno tema di
coʃa
cosa
alcuna.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio
CAPITOLO
.VI.
VI.
DIO dopo le fatiche de buoni
daran
darà
loro merito eterno.
[126]
Temete coloro,
i quali congregati insieme ragionan de
fatti
uostri,
vostri,
e
raccomandateui
raccomandatevi
à
Dio,
dicendo,
faccia Dio
la
uolonta
volonta
ʃua.
sua.
Niβuno
Nissuno
habbia timor di coloro che
ʃon
son
go-uernati
governati
dal
Diauolo.
Diavolo.
I
maluagi
malvagi
in tutto
ʃon
son
da
eʃʃer
esser
ʃprezzati,
sprezzati,
come
nociui
nocivi
a loro,
e non a
Dio,
i quali patiranno mal
ʃanza
sanza
fine.
[127]
A
queʃti
questi
Dio
da stato giocondo,
&
felice,
non
քche faccia frutto all’anima loro,
ma
perche i
peccati loro
ʃi
si
multiplichino.
A confermation della
uostra
vostra
fede
mandai a
uoi
voi
il nuntio Dottore.
Credete adunque in Dio,
e obedite al
ʃuo
suo
Nuntio,
e
riceuerete
riceverete
merce grande,
e allegrezza.
[128]
A coloro che
haranno
occiʃi
occisi
i Propheti diremo
coʃi.
cosi.
Dannati
gustate per gli atti
uo-stri
vostri
infinita pena.
[129]
A coloro che diranno,
che Dio comandò
loro,
che
nõ
non
credeʃʃero
credessero
a
neʃʃun
nessun
Propheta,
ʃe
se
prima non
appariua
appariva
il fuoco ardente,
dirai,
che innanzi altri
Nuntij
Nuntii
furon
mãdati
mandati
con molte
uirtù.
virtù.
Non
è
da
marauigliarʃi
maravigliarsi
adunq;
adunque
ʃe
se
nõ
non
haranno obbedito a
uoi,
voi,
hauẽdo
havendo
contradetto
a coloro che
uẽnero
vennero
con il Salterio,
et con l’altre
ʃante
sante
ʃcritture.
scritture.
[130]
Ogni
huomo
guʃtera
gustera
la morte,
ne hara
altroue
altrove
merce,
che nel
ʃecolo
secolo
futu-ro,
futuro,
&
ʃolo
solo
colui felice,
che liberato dal fuoco
ʃara
sara
da Dio
meʃʃo
messo
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
Quello e
fermo,
et queste
coʃe
cose
mondane,
&
la
uita
vita
ʃono
sono
instabi-li.
instabili.
Voi udirete
ʃpeʃʃo
spesso
dirui
dirvi
ingiurie,
et patirete
aʃʃai
assai
danni,
ma
ʃe
se
ʃare-te
sarete
patienti,
conʃeguirete
conseguirete
eterna gloria:
Coloro che non faranno stima
de patti fra Dio fatti,
&
gli huomini
ʃaranno
saranno
ridutti a
nulla.
[131]
I
uanaglorioʃi
vanagloriosi
de fatti loro,
e i
deʃideroʃi
desiderosi
di laude delle
coʃe
cose
da altri fatte,
pati-ranno
patiranno
grauiʃʃimo
gravissimo
male.
La machina del cielo,
&
della terra,
e i
ʃcam-bieuoli
scambievoli
corʃi
corsi
del
ʃole,
sole,
&
della luna,
ʃono
sono
uirtú
virtú
a
ʃapienti.
sapienti.
Vegga-no
Veggano
mirando,
che Dio non ha fatto
queʃte
queste
coʃe
cose
per niente.
O
ʃignor
signor
mi-ʃericordioʃo
misericordioso
perdonaci i
nostri peccati,
e mettici dopo la morte tra buoni,
non ci
hauer
haver
in
diʃpregio
dispregio
nel di del giuditio,
liberaci dal fuoco,
nel
quale i
cattiui
cattivi
ʃtaranno.
staranno.
[132]
Queʃti
Questi
cosi dicendo,
udiranno
riʃpondere.
rispondere.
Non
laʃcierò
lascierò
che huomo,
o donna perda la
ʃua
sua
fatica,
Alloghero in
Pa-
radiʃo
Paradiso
tutti coloro,
che per amor mio haranno patito,
Egli
è
da
riguar-darʃi
riguardarsi
ʃommamente,
sommamente,
che gl’infedeli non pratichino con
uoi
voi
andãdo
andando
eβi
essi
per
uia
via
cattiua.
cattiva.
[133]
Gli huomini della legge adorando Dio,
e in lui
creden-do,
credendo,
conʃeguirono
conseguirono
da Dio
miʃericordia,
misericordia,
e premio.
Huomini buoni fate
continouamente
continovamente
bene,
accioche Dio
ui
vi
perdoni.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.VII.
VII.
TIMOROSI adorate Dio fattor del primo huomo,
del
quale
ʃi
si
ha fatto la prima donna,
&
poi tutti
uoi
voi
altri,
[134]
e
però
non
ʃiate
siate
duri ne ingrati alle
uoʃtre
vostre
Conʃorti.
Consorti.
[135]
Et
eʃ-ʃendo
essendo
Dio,
e gli Angeli guardiani
de gli orfani,
{157}
guar-date
guardate
anchora
uoi
voi
quelli,
e mangiate del
uoʃtro,
vostro,
&
non di quello,
che
è
di loro,
non rendendo mal per bene
à
niʃʃuno,
nissuno,
[136]
Ma
ʃe
se
ui
vi
pare non
gouernarui
governarvi
ben con loro,
ʃtateui
statevi
con le
uoʃtre
vostre
moglie,
pigliandone due,
tre,
o
quattro,
e finalmente quante
ui
vi
baʃti
basti
l’animo mantenere,
e contentare,
e tenere in pace.
Cuʃtodite
Custodite
la robba de pupilli,
e de raccommandati,
i
quali
peruenuti
pervenuti
all’età
maggiore rendete loro il
ʃuo
suo
in
preʃenza
presenza
de
te-ʃtimoni,
testimoni,
perche Dio
è
conoʃcitore
conoscitore
de tutti i
computi,
e maneggi.
I
figli-uoli,
figliuoli,
e le figliuole
riceuino
ricevino
la portione
laʃciata
lasciata
loro da padri,
o molto,
ò
poco,
che ella
ʃi
si
ʃia
sia
:
Et in la hora della
diuiʃione,
divisione,
i propinqui,
gli
orfa-ni,
orfani,
e i
poueri,
poveri,
ne
riceuino
ricevino
anchora loro qualche particella,
Chi teme
Dio,
habbino
riʃpetto
rispetto
à
coloro,
che
laʃciano
lasciano
i piccioli fanciullini,
perche
quelli che mangiano le facolta de gli orfani,
il fuoco eterno li mangera
loro.
[137]
Dio
cõmandando
commandando,,
tanto habbia un figliuolo,
quanto due figliuole,
et
ʃe
se
ʃarà
sarà
piu che due,
habbino due terzi,
ʃe
se
una
ʃola,
sola,
mezza,
et tutti gli
altri una
ʃeʃta
sesta
eʃʃendoui
essendovi
figliuolo,
altrimenti
ʃiano
siano
heredi i
parenti,
e
la Madre habbia la terza parte
ʃe
se
non hara fratelli,
e
ʃe
se
haura
havra
hara la
ʃeʃta,
sesta,
dopo la
ʃatisfattione
satisfattione
de debiti,
&
delle
limoʃine.
limosine.
Voi non
ʃapete
sapete
chi
ui
vi
ʃarà
sarà
piu commodo,
o il cognato,
o il figliuolo.
Se la donna
mor-ra
morra
ʃanza
sanza
laʃciarui
lasciarvi
figliuoli,
habbiate il mezzo della
ʃua
sua
dote,
ma
la-ʃciando
lasciando
figliuoli la quarta parte,
la moglie habbia il quarto del Marito
morto
ʃanza
sanza
figliuoli,
&
l’ottaua
l’ottava
laʃciando
lasciando
figliuolo,
difalcati i
de-biti
debiti
obligationi,
e
penʃioni.
pensioni.
Eʃʃendo
Essendo
herede non il figliuolo,
ma
un’al-tro,
un’altro,
lo huomo,
o la donna
hauendo
havendo
Germano,
o Germana,
habbia
ciaʃcun
ciascun
di loro la
ʃeʃta
sesta
parte.
Et
ʃe
se
ʃaran
saran
piu
ʃorelle,
sorelle,
&
piu fratelli,
dopo i
debi-ti,
debiti,
e le
limoʃine
limosine
diuidino
dividino
per
ʃeʃto.
sesto.
Ogni huomo che
ʃara
sara
obediente di
queʃto
questo
hara il
Paradiʃo,
Paradiso,
ma chi non obedira,
hara l’inferno.
[138]
La donna
che
ʃara
sara
col
teʃtimone
testimone
di quattro femine
conuenta,
conventa,
ʃia
sia
ritenuta in
caʃa
casa
fino
à
tanto che Dio la liberera,
o
ʃara
sara
caʃtigata.
castigata.
{161}
Coloro che
ʃon
son
fornicatori non lo
ʃapendo
sapendo
che
ʃia
sia
ʃi
si
gran peccato,
&
che
ʃi
si
pentono non
ʃa-ranno
saranno
coʃi
cosi
afflitti,
Dio aborrira coloro che peccando
ʃi
si
uorrãno
vorranno
ʃul
sul
punto della morte pentire.
[139]
Buoni huomini,
non fate forza alle donne,
ne con
parole ne con fatti,
[140]
E
quãdo
quando
auerra
averra
che elle non
ui
vi
piacciano,
ui
vi
ʃara
sara
lecito mutarle.
[141]
Hauete
Havete
ancho
à
riguardarui
riguardarvi
da
queʃte
queste
dõne
donne
che non
ʃon
son
lecite,
cioè
la madre,
le figliuole,
le
ʃorelle,
sorelle,
l’amiche,
le nipoti,
le zie,
et le
nutrici,
le madri,
&
le figliuole delle
uoʃtre
vostre
nutrici,
&
le nuore.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
VIII.
[142]
COMMANDAVI
queʃto
questo
libro
mandatoui
mandatovi
dal Cielo,
che
uoi
voi
prendiate per moglie le donne lecite,
et
caʃte,
caste,
e
nõ
non
le meretrici,
portandoui
portandovi
con loro
honeʃtamente,
honestamente,
&
eʃʃe
esse
ʃi
si
maritino con diterminata pecunia,
accioche non
ʃiano
siano
fornicatrici,
o habbino amanti.
[143]
Huomini da bene nel far mercati,
nel
uendere,
vendere,
e nel comperare,
non fate bugia per cotal modo occidendo
l’a-nima
l’anima
uoʃtra,
vostra,
perche chi fara
queʃto
questo
ʃara
sara
da Dio gettato nel fuoco,
Tut-ti
Tutti
che
ʃi
si
partono dalle
coʃe
cose
non lecite,
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel
ʃommo
sommo
bene,
e
harra o
huomo,
o donna,
merito
ʃecondo
secondo
l’opera
ʃua.
sua.
[144]
Le moglie,
ʃiano
siano
obedienti
à
mariti,
i quali le
gouernino,
governino,
&
le
caʃtighino,
castighino,
e tengano
ʃecreto,
secreto,
quel che
eβi
essi
dicono loro,
Ilche non faccendo
ʃian
sian
da
uoi
voi
caʃtiga-te,
castigate,
&
ritenute in
caʃa
casa
&
nel letto fino
à
tanto,
che elle
diuenghino
divenghino
migliori
.
Fate bene
à
uoʃtri
vostri
uicini,
vicini,
parẽti
parenti,,
amici,
e pellegrini,
[145]
A gli
auari
avari
negando quel che
è
ʃtato
stato
lor dato,
daremo pena infinita.
[146]
Coloro che fanno
limoʃina
limosina
per
eʃʃer
esser
ueduti
veduti
ʃaranno
saranno
compagni del
Diauolo.
Diavolo.
Dio
uede
vede
il tutto,
&
non
laʃcia
lascia
di premiar
ò
punir ogni
coʃa,
cosa,
quantunque
mini-ma
minima
come una formica.
Nell’orationi
ʃiano
siano
ʃobrij,
sobrii,
e
nõ
non
ebrij,
ebrii,
accioche
ʃappino
sappino
quel che
ʃi
si
dicano.
[147]
Dopo il coito innanzi che
eβi
essi
orino,
ʃi
si
lauino,
lavino,
ʃalno
salvo
ʃe
se
per
auentura
aventura
non
fuʃʃero
fussero
ammalati,
o in
uiaggio
viaggio
doue
dove
non
ʃi
si
puo
trouar
trovar
acqua,
allhora con la
poluere
polvere
della terra monda,
ʃi
si
freghino in
uece
vece
d’acqua,
Perche Dio
pietoʃo
pietoso
gli concedera perdono.
Egli
conoʃce
conosce
tutti i
uostri
vostri
nimici.
I Giudei
hauendo
havendo
corrotto la legge loro,
e
confeʃʃando
confessando
hauer
haver
udito,
&
ueduto,
veduto,
&
non creduto,
fanno che a
noi
ʃarebbe
sarebbe
aʃ-ʃai
assai
meglio lo
hauer
haver
creduto,
e obedito,
Ma
eβi
essi
ʃarauno
saranno
da pochi
ʃegui-tati,
seguitati,
come
laʃciati
lasciati
da Dio.
[148]
Huomini adunque della legge,
credete che
queʃto
questo
dono
ui
vi
è
mandato di Cielo,
anzi ch’io
riuolti
rivolti
indietro la faccia
da
uoi.
voi.
Adorate Dio,
il quale a
chi
à
lui piace rimette i
peccati.
Non
uedete
vedete
uoi
voi
come
eʃʃaltando
essaltando
loro
medeʃimi
medesimi
fanno che Dio
ʃia
sia
bugiardo?
Dio
eβalta
essalta
chi ei
uuole,
vuole,
non faccendo ingiuria ad alcuno.
Egli confonde coloro che dicono che caminano per miglior
ʃtrada,
strada,
e piu retta,
E mettera
nel fuoco coloro che ci contradiranno.
Hauete
Havete
dunque a
conʃiderare
considerare
di
ringratiar Dio,
perche
ui
vi
caʃtighera,
castighera,
e obedite a
lui,
e al
ʃuo
suo
Legato,
e
a chi
ui
vi
è
preʃidente.
presidente.
Et quando
uoi
voi
hauete
havete
qualche parola
dubbioʃa
dubbiosa
ricorrete a
Dio,
e al
ʃuo
suo
Legato.
Tu dipartiti da gli incredoli,
e adora
Dio di continuo,
Ciaʃcun
Ciascun
che
ʃeguira
seguira
Dio,
e il
ʃuo
suo
Legato,
ʃara
sara
accom-pagnato
accompagnato
co Propheti
occiʃi
occisi
per Dio.
[149]
Huomini buoni
riguardateui
riguardatevi
ʃom-mamente
sommamente
d’eʃʃer
d’esser
cauti ne pericoli della guerra.
A
ciaʃcuno
ciascuno
che combattera,
o morra combattendo daro gaudio,
e contento,
I buoni huomini
combattino in nome di Dio.
Quello che gli huomini faranno di
ma-le
male
ʃara
sara
loro,
&
quel che di bene
ʃara
sara
di Dio.
Il
ʃeguente
seguente
del
Lega-to
Legato
imita Dio,
Perche dunque i
maluagi
malvagi
non credono all’Alcorano?
Il-quale
Ilquale
harebbe in
ʃe
se
molte contrarietà
ʃe
se
non
fuʃʃe
fusse
di Dio.
[150]
Tu
adun-que
adunque
in nome di Dio combatti,
faccendo
limoʃine,
limosine,
perʃuadendo
persuadendo
pari-mente
parimente
a buoni la guerra,
Perche Dio che
è
creator del tutto gli
aiutera,
A chiunque ti
ʃaluta,
saluta,
riʃpondi
rispondi
perche
à
Dio piace
mol-to
molto
la
ʃalutatione.
salutatione.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.IX.
IX.
NON E
DIO
ʃe
se
non uno,
il qual adunera tutti il di
del-la
della
reʃurrettione,
resurrettione,
doue
dove
non
ʃarà
sarà
luogo alcuno alla bugia,
Et che
è
piu
uero
vero
della
ʃua
sua
parola?
[151]
Huomini buoni,
che
communicate
uoi
voi
con quelli incredoli,
i cui capi Dio
ʃo-uerte
soverte
per l’error loro?
Cercate
forʃe
forse
condurli alla
uia
via
uoʃtra,
vostra,
non
uolendo
volendo
Dio che
uadino
vadino
ʃe
se
non per mala
uia
via
?
Eβi
Essi
uorrebbono
vorrebbono
che noi
fuβimo
fussimo
nell’error loro,
[152]
Non u’accompagnate adunque con loro,
ne in amicitia,
ne in faccenda alcuna,
ʃe
se
prima per la
uia
via
retta di Dio non andaranno
a combattere,
Altrimenti occideteli in qualunque luogo che
uoi
voi
gli potete
trouare.
trovare.
Non prendete alcun di loro in aiuto
uoʃtro,
vostro,
ʃe
se
non con chi
farete patto.
Non date
moleʃtia
molestia
alcuna a
coloro,
che di
uolontà
volontà
ʃi
si
met-tono
mettono
nella
uia
via
retta,
Ammazzate tutti coloro che
chieʃta
chiesta
la pace da
uoi
voi
per
ʃtar
star
ʃicuri,
sicuri,
hanno dopo combattuto contro
uoi,
voi,
ʃe
se
non chiederanno
un’altra
uolta
volta
pace,
e che non terranno le mani indietro.
[153]
Niʃʃun
Nissun
buono
occida a
poʃta
posta
un’altro:
[154]
ma chi ignorantemente occidera un’altro
buo-no,
buono,
riʃcuota
riscuota
un huomo,
&
lo renda a
parenti del morto,
Et chi non
puo far
queʃto,
questo,
per due
meʃi
mesi
continui digiuni.
[155]
Ma chi occide
uolonta-riamente
volontariamente
ʃara
sara
meʃʃo
messo
nel fuoco,
[156]
Non
ʃi
si
agguaglino per modo alcuno
quei che
uãno
vanno
alla guerra in nome di Dio,
a quelli che
nõ
non
eʃʃendo
essendo
ammalati
reʃtano
restano
a
caʃa.
casa.
Queʃti
Questi
tali Dio gli mettera in
altiβimo
altissimo
grado
dan-do
dando
ogni bene:
Gli
occiʃi
occisi
da
cattiui
cattivi
Angeli,
e nocenti all’anime loro,
do-mandati
domandati
chi
fuʃʃero,
fussero,
teʃtificorono
testificorono
eʃʃer
esser
debili in terra,
A quali fu
riʃpoʃto.
risposto.
Non fu la terra
aʃʃai
assai
ʃpatioʃa
spatiosa
à
baʃtanza
bastanza
?
Queʃti
Questi
entreranno nel
fuoco
ʃe
se
non
ʃaranno
saranno
per
auentura
aventura
huomini deboli,
e fanciulli,
a quali
Dio perdonera,
Gli
ʃpugnatori
spugnatori
delle terre per Dio,
e quelli che
ʃi
si
partono di
caʃa
casa
per Dio,
e per il Propheta,
riceuerãno
riceveranno
in terra
abbõdanza
abbondanza,,
e
quiui
quivi
morendo,
harãno
haranno
la
miʃericordia
misericordia
di Dio.
[157]
Eʃʃendo
Essendo
andati alla guerra,
non
laʃciate
lasciate
di far orationi,
temendo di
riceuer
ricever
male da gli
nimi-ci,
nimici,
Tu
leuandoti
levandoti
nell’eʃʃercito
nell’essercito
all’oratione,
&
teco molti,
alcuni orino,
e alcuni
ʃtiano
stiano
in arme,
i quali
cangiandoʃi
cangiandosi
ʃeguino
seguino
l’ordine:
Perche
ʃe
se
ʃopraueniʃʃero
sopravenissero
ui
vi
ammazzerebbero,
e
torrebbonui
torrebbonvi
ogni
uoʃtra
vostra
ʃo-ʃtanza,
sostanza,
uoi
voi
eʃʃendo
essendo
in luogo
piouoʃo,
piovoso,
fangoʃo,
fangoso,
al di
ʃotto
sotto
ʃtate
state
bene in
ordine,
e ben guardati ne
ui
vi
paia difficile.
Giacendo o
ʃurgendo
surgendo
con terminata oratione
inuocate
invocate
Dio.
[158]
Ho mandato
ʃopra
sopra
te dal Cielo il libro
ueraciβimo,
veracissimo,
accioche per quello giudichi
ʃecondo
secondo
il
noʃtro
nostro
ordine tra
gli huomini,
E
coʃi
cosi
Dio a
te,
e a
tutti gli altri darà
perdono.
[159]
Non
ui
vi
affaticate pregar Dio per tutti coloro,
che nuocciono alle lor anime,
Perche quantunque in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
tu preghi per loro,
chi
ʃara
sara
che
nell’altro
diʃputi
disputi
contro Dio per loro?
o chi gli aiutera:
Se ogni fornicatore,
e peccatore,
pregando Dio farà
la penitenza gli
ʃarà
sarà
perdona-to,
perdonato,
Chi fa peccati non nuoce
ʃe
se
non a
ʃe
se
medeʃimo.
medesimo.
Chiunque faccendo
peccato l’imputa ad altri
ʃara
sara
nociuo
nocivo
a
ʃe
se
medeʃimo,
medesimo,
Coloro che non
con le parole,
ma co fatti dichiarano la legge,
haranno
grandiβimo
grandissimo
merito.
Ciaʃcuno
Ciascuno
che entrato nella
uita
vita
buona,
contradira poi,
ʃara
sara
grauemente
gravemente
punito.
[160]
Dio non perdona i
peccati criminali,
ma
ʃi
si
bene i
mi-nori
minori
a chi egli
uuole.
vuole.
Ciaʃcuno
Ciascuno
che in luogo di Dio
ʃeruira
servira
al
Diauolo
Diavolo
incorrera in
manifeʃta
manifesta
rouina,
rovina,
ilquale quantunque prometta a
queʃto,
questo,
e
a quello far gran
coʃe,
cose,
non
oβerua
osserva
però
niente,
eβi
essi
per
queʃto
questo
entrati
nel fuoco non
troueranno
troveranno
l’uʃcita.
l’uscita.
Mettero in
paradiʃo
paradiso
chi fara bene,
Che
è
piu
uero
vero
di
queʃta
questa
parola di Dio?
[161]
Ogni ben facente,
o
dõna
donna,,
o huomo in
Paradiʃo
Paradiso
riceuera
ricevera
merito ancho di tanto bene,
quanto che
è
un
grano di Senapa.
{185}
Chi puo
trouar
trovar
meglior legge di quella che hebbe
Abramo per lo huomo humile,
e
diuoto
divoto
a Dio?
La question fatta delle
femine orfane,
alle quali per
ʃcritto
scritto
non
è
pagato il determinato,
&
lequali
uolete
volete
per moglie,
e dichiarata in
queʃto
questo
libro:
Fatte retta
eʃʃamina
essamina
a fanciullini,
e a
tutti gli altri orfani,
e che Dio numera tutti gli atti
.
[162]
Il Marito con la Moglie cerchi
ʃtare
stare
in pace,
eʃʃendo
essendo
aʃʃai
assai
meglio.
Il
ʃimigliante
simigliante
l’altre donne
auare
avare
&
geloʃe
gelose
ʃtiano
stiano
in pace.
Ogni benefaciente
riceuera
ricevera
merito,
Eʃʃendo
Essendo
impoβibile
impossibile
ritener tra le
uoʃtre
vostre
don-ne
donne
pace,
e ugualità,
patite al meglio che
uoi
voi
potete le lor contrarietà,
Perche Dio
fermandoui
fermandovi
la pace
ui
vi
dara perdono,
A loro
diuiʃi
divisi
Dio
am-pliβimo
amplissimo
dara della
ʃua
sua
facultà
la portione.
Commandammo a
gli
huo-mini
huomini
della legge,
a gli
anteceʃʃori,
antecessori,
a te,
e a
tuoi che
timeβe
timesse
Dio.
Altri-menti
Altrimenti
egli come Signore di tutti ne fara
aʃpra
aspra
uendetta.
vendetta.
Huomini buoni,
ʃiate
siate
retti
teʃtimoni,
testimoni,
e giusti,
come che
ʃia
sia
de
uoʃtri
vostri
colui per chi
ʃi
si
teʃtifica,
testifica,
perche Dio e
giuʃto
giusto
giudice,
perche Dio
conoʃce
conosce
chi non
ua
va
rettamente.
Huomini buoni credete in Dio,
nel
ʃuo
suo
Legato,
e nel libro
mãdatoui
mandatovi
diuinamente
divinamente
dal Cielo,
e
nell’auento
nell’avento
del di,
et altrimenti faccendo
ʃiate
siate
in errore.
Quei che prima
credeuano,
credevano,
e dopo negarono
di-uenendo
divenendo
incredoli,
non haranno da Dio perdono ne
miʃericordia,
misericordia,
mani-feʃta
manifesta
loro,
che entreranno nel fuoco,
[163]
Non s’impaccino con gl’incredoli
per
acquiʃtar
acquistar
honori,
e amicitie.
Gl’incredoli che
ʃi
si
forzano ingannar
Dio,
ʃon
son
da lui ingannati,
i quali
leuandoʃi
levandosi
a orare,
faccendo con mente pigra,
ʃon
son
tenuti huomini ben facienti,
non amando
eβi
essi
Dio in
coʃaalcuna.
cosaalcuna.
Gli incredoli
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco,
ʃe
se
non
ʃi
si
penti-ranno,
pentiranno,
&
crederanno in Dio
purgandoʃi.
purgandosi.
Queʃti
Questi
poʃ-ʃono
possono
ʃperare
sperare
d’eʃʃer
d’esser
accompagnati co buoni.
Dio non
ui
vi
uuol
vuol
dar male,
ʃe
se
creden-dogli,
credendogli,
lo ringratiate,
come
ʃi
si
debbe.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.X.
X.
DIO CHE
uede
vede
ogni
coʃa,
cosa,
e
ʃa,
sa,
dara male,
e morte
contumelioʃa
contumeliosa
a chi fa male.
E
qualũque
qualunque
fara bene,
o in publico,
o in
priuato
privato
conʃeguira
conseguira
da Dio perdono,
Ma a
chi non
obedira
à
Dio,
e al fuo Legato,
e che
uorra
vorra
diʃputare
disputare
daremo infinito male,
Ma a
credenti
ʃi
si
dara morte meritata,
eβi
essi
pregandoti che
ʃopra
sopra
loro di Cielo
pioua
piova
il libro,
dirai alcuni
hauer
haver
chieʃto
chiesto
a
Moʃe,
Mose,
maggior
coʃa
cosa
di quella,
acciò
che
moʃtraʃʃe
mostrasse
a i
loro occhi Dio,
e
per
queʃto
questo
furon
percoβi
percossi
da
celeʃte
celeste
ʃaetta.
saetta.
Vedute le
ʃue
sue
uirtu,
virtu,
colo-ro
coloro
che
adorauano
adoravano
il Vitello perdonammo loro,
e demmo a
Moʃe
Mose
gran
Regno,
faccendo patto,
che i
ʃuoi
suoi
entrando per una porta
ʃi
si
humiliaʃ-ʃero,
humiliassero,
il che
eβi
essi
poi
hauendo
havendo
rotti,
e
occiʃi
occisi
i Propheti,
e
moʃtrando
mostrando
ha-uer
haver
i cuor duri,
Dio i
ʃigillo
sigillo
loro,
De quali,
pochi infuori,
non crede
neʃʃun
nessun
di loro.
[164]
Onde
beʃtemmiano
bestemmiano
MARIA,
e dicono
hauer
haver
occiʃo
occiso
CHRISTO figliuolo di MARIA Nuntio di Dio,
Ma non fu
ue-ro,
vero,
ma
crocifiʃʃero
crocifissero
in
ʃuo
suo
luogo un’altro a
lui
ʃimigliante.
simigliante.
[165]
Per
queʃto
questo
hanno ne cuori loro
aʃʃai
assai
dubitatione,
Ma
eβi
essi
non
l’occiʃero,
l’occisero,
Perche
Dio
incomprenʃibile
incomprensibile
lo fe andare
à
lui.
al quale gli huomini della
legge,
ueracemente
veracemente
anzi la morte anderanno,
Et egli
ʃara
sara
nel
futu-ro
futuro
ʃecolo
secolo
lor
teʃtimone,
testimone,
[166]
Per la loro malitia,
ordinammo loro alcune
coʃe
cose
prima,
lecite,
non lecite,
dopo i
quali
laʃciandomi,
lasciandomi,
e prendendo
uʃu-ra,
usura,
aʃpettano
aspettano
male,
e dolore,
I
ʃapientiβimi
sapientissimi
di
queʃti,
questi,
e
coʃtanti,
costanti,
inuo-cando
invocando
Dio credano i
precetti a
te mandati
eʃʃer
esser
da Dio,
A quali
ʃi
si
come a
gli altri faccendo bene,
e
limoʃine,
limosine,
il di futuro daremo
merce-de.
mercede.
Noi demmo a
uoi
voi
Nuntio,
ʃi
si
come a
gli altri Noe,
Abramo,
Iʃ-mahel,
Ismahel,
Iʃac,
Isac,
Iacob,
GIESV,
GIESU,
Iob,
Ionata,
Aaron,
Salomon,
e
Da-uit,
Davit,
a cui demmo il Salterio,
I nomi di
coʃtoro
costoro
ʃono
sono
ʃegnati,
segnati,
e de
al-cuni
alcuni
altri men nominati.
[167]
Dio ancho
fauellando
favellando
a
Moʃe
Mose
diʃʃe.
disse.
Que-ʃti
Questi
ʃono
sono
nuntij
nuntii
mandati a
dir la letitia,
e la pace,
accioche gli
huo-mini
huomini
non habbino legittima
ʃcuʃa
scusa
della lor ignorantia,
Dio
è
teʃti-mone
testimone
de precetti
diuini
divini
a te dati,
e gli Angeli
inʃieme
insieme
come che Dio
ʃolo
solo
baʃti.
basti.
A gli incredoli Dio non dara
ʃe
se
non tormento,
e fuoco
eter-no,
eterno,
ilche
à
lui
è
coʃa
cosa
leue.
leve.
Credete al Legato
mandatoui
mandatovi
con la
diui-na
divina
uerità,
verità,
accioche
diueniate
diveniate
buoni,
queʃto
questo
ui
vi
ʃara
sara
ottimo,
E da
guar-
darʃi,
guardarsi,
che non diciate
coʃa
cosa
indegna della
uoʃtra
vostra
legge,
e che non
diciate
coʃa
cosa
alcuna di Dio,
ʃe
se
non
uera,
vera,
GIESV
GIESU
figliuol di
MA-RIA,
MARIA,
Nuntio di Dio,
e
ʃpirito,
spirito,
&
uerbo
verbo
di Cielo mandato a
MA-RIA.
MARIA.
Credendo adunque a
Dio non dite che
ʃian
sian
tre
dij,
dii,
non
eʃʃendo
essendo
ʃe
se
non un
ʃolo,
solo,
ʃanza
sanza
figliuolo,
a lui
è
ʃoggetto
soggetto
ogni
coʃa,
cosa,
[168]
CHRI-STO
CHRISTO
non potra negare
ʃi
si
come gli Angeli,
che non
ʃia
sia
ʃottopo-ʃto
sottoposto
a Dio,
Egli con le
ʃue
sue
mani
ʃottomettera
sottomettera
chi niega creder in Dio
eʃʃaltandoʃi.
essaltandosi.
E a
credenti per merito
ʃempre
sempre
dara allegrezza.
Però
Dio ne ha dato lo
ʃplendor,
splendor,
e la luce
manifeʃtandoui
manifestandovi
la
uia
via
retta.
[169]
Chi ti
addimandera delle heredità
di loro,
ʃe
se
chi hara una germana
ʃenza
senza
figliuoli,
e che morra,
ella habbia mezza la robba
laʃciata,
lasciata,
e
s’auer-ra
s’averra
il contrario,
il germano herediti tutto,
ʃe
se
ʃaranno
saranno
due
ʃorelle,
sorelle,
ri-ceuino
ricevino
due terzi,
ʃe
se
molti fratelli,
e molte
ʃorelle,
sorelle,
a
maʃchi
maschi
due
par-ti,
parti,
alle femmine
ʃe
se
ne dia una.
Coʃi
Cosi
ui
vi
inʃtruiʃce
instruisce
Dio,
accioche il non
ʃaper
saper
non
ui
vi
diʃturbi.
disturbi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
XI.
HVOMINI
HUOMINI
buoni
ʃtate
state
coʃtanti
costanti
in ogni patto con
uoi
voi
confermato temendo me,
Ne
uogliate
vogliate
mangiare i
par-ti
parti
de gli animali,
i quali non
ʃon
son
leciti,
ʃe
se
per
auentu-ra
aventura
non
ʃete
sete
in peregrinaggio.
Al peregrino
è
di
ha-uer
haver
cura,
che non occida in caccia,
uetandolo
vetandolo
Dio,
ʃe
se
prima non
ʃon
son
paʃʃati
passati
i
meʃi
mesi
della prohibitione.
Allhora il cacciare
è
lecito,
A
uoi
voi
non
è
lecito il
ʃangue,
sangue,
il morto da
ʃe,
se,
gli animali
occiʃi
occisi
non in nome di
Dio l’affogato,
arʃo
arso
dal fuoco,
e tocco dal Lupo,
Niʃʃun
Nissun
giuri per Dio,
altrimenti pecca.
Chi fara
queʃte
queste
coʃe
cose
tutte per
neceβità
necessità
non hara
peccato.
A chi ti addomandera,
che
coʃa
cosa
è
lecito,
dirai,
le
coʃe
cose
ʃapo-roʃe,
saporose,
e l’odorifere,
la caccia
preʃa
presa
da cani non
è
uietata
vietata
a
mangia-re
mangiare
:
[170]
ui
vi
è
ancho dato licenza,
che mangiate di quel de Giudei,
&
eʃʃi
essi
del
uostro,
vostro,
ʃe
se
potete tor per moglie le lor buone donne,
che
cre-dono
credono
in Dio,
e che non hanno amante alcuno,
e chiunque non
cre-de
crede
nella legge,
perde ogni
ʃua
sua
opera.
Huomini buoni,
leuandoui
levandovi
alle orationi,
lauateui
lavatevi
la faccia,
le mani,
le braccia fino al
coma-to,
comato,
e i
piedi fino a
talloni,
e dopo il coito,
biʃogna
bisogna
lauarʃi
lavarsi
nel bagno.
Gli infermi,
&
che
ʃono
sono
in peregrinaggio,
dopo il coito non
trouando
trovando
acqua,
ʃi
si
lauino
lavino
la faccia con la
poluere
polvere
della terra monda,
Dio
deʃide-ra
desidera
molto la monditia,
e
l’inuocation
l’invocation
diuina,
divina,
confeʃʃando
confessando
uoi
voi
in
preʃenza
presenza
di Dio
uedere,
vedere,
e udire il patto fermato tra
uoi,
voi,
temete Dio,
conoʃcendo
conoscendo
egli i
ʃecreti
secreti
del cuore,
i buoni temendolo haranno mercede eterna,
Gli incredoli
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco:
Adorate adunque me
uostro
vostro
Dio,
per tutto il patto tra Dio,
e i
figliuoli
d’Iʃrael.
d’Israel.
Dio
eleʃʃe
elesse
di loro
xij.
xii.
d’eʃpugnatori,
d’espugnatori,
e ministri della
giuʃtitia,
giustitia,
a quali
diʃʃe,
disse,
Io
ʃaro
saro
ʃem-pre
sempre
con
uoi,
voi,
ʃe
se
uoi
voi
crederete in me dando fede
à
miei Propheti,
e
aiu-tandoli,
aiutandoli,
e facendo a
mio nome
limoʃine,
limosine,
e orationi,
perdonandoui
perdonandovi
i
uo-stri
vostri
peccati
ui
vi
rendero merito eterno,
&
chi non lo fara,
cadera in
er-rore.
errore.
Eβi
Essi
adunque contrafacendo,
facemmo loro i
cuori duri,
onde
ʃempre
sempre
hanno poi fatto male,
Tu adunque prega Dio per
eβi,
essi,
accioche gli
perdoni,
I
Chriʃtiani
Christiani
hauendo
havendo
con noi fatto patto
ʃe
se
lo dimenticarono.
A
queʃti,
questi,
e quelli Dio ha dato inimicitie fino a
che Dio il di giudiciale
determinera.
Huomini della legge,
il Nuntio
mandatoui
mandatovi
ui
vi
porta il
li-bro,
libro,
ilquale a
chi teme Dio
moʃtra
mostra
la
uia
via
della
ʃaluatione.
salvatione.
[171]
E da
ʃaper
saper
che coloro
ʃono
sono
incredoli,
che dicono che
GIESV
GIESU
figliuol di
MA-RIA
MARIA
è
Dio,
uoi
voi
Giudei,
e
Chriʃtiani,
Christiani,
ʃe
se
ʃiate
siate
figliuoli di Dio,
come dite,
perche
ui
vi
da male faccendo
uoi
voi
i peccati,
Voi non
ʃiate
siate
per certo
al-tro
altro
che huomini creati da Dio.
Noi o
buoni huomini
ui
vi
habbiam mandato i
Propheti,
accioche non
ui
vi
manchi chi
ui
vi
inʃegni
insegni
la retta
uia,
via,
[172]
Moʃe
Mose
perʃuadendo
persuadendo
a
ʃuoi
suoi
che
inuocaʃʃero
invocassero
Dio,
diʃʃe.
disse.
Entrate nella terra
ʃan-ta,
santa,
cioè
in
Hieruʃalemme
Hierusalemme
promeʃʃaui
promessavi
da Dio,
altrimenti
riceuerete
riceverete
danno
.
Eβi
Essi
riʃpoʃero
risposero
eʃʃendoui
essendovi
entro huomini
graui,
gravi,
forti,
e grandi,
non
poβiamo
possiamo
entrarui,
entrarvi,
ʃe
se
quelli non
eʃcono,
escono,
Allhora due huomini temendo
Dio
diʃʃero.
dissero.
Voi
medeʃimi
medesimi
:
ʃe
se
ʃiate
siate
buoni
accomandandoui
accomandandovi
a Dio,
entrate
ʃopra
sopra
lor per la porta,
e
coʃi
cosi
harrete la
uittoria.
vittoria.
Eʃʃi
Essi
ostinati
dice-uano,
dicevano,
ʃe
se
prima quei non
eʃcono
escono
non entraremo,
Ma tu
Moʃe
Mose
e Dio combattete,
e noi
ʃtarem
starem
qui,
A quali egli
diʃʃe,
disse,
che non era moderator
del-l’altrui
dell’altrui
rouina,
rovina,
ʃe
se
non della
ʃua,
sua,
e de
ʃuoi
suoi
fratelli,
e prego Dio che tra
lui,
e loro
metteʃʃe
mettesse
ʃeʃto
sesto
:
Et
diʃʃe
disse
Dio.
Nõ
Non
hauer
haver
penʃiero
pensiero
di questi huomini
maluagi,
malvagi,
Io gli faro per quaranta anni andar
uagabondi.
vagabondi.
[173]
Canta loro la
ʃtoria
storia
de figliuoli d’Adamo accioche
ʃappino
sappino
chi di loro
occiʃe
occise
l’altro,
Eβi
Essi
faccẽdo
faccendo
il
ʃacrificio,
sacrificio,
a Dio era accetto uno e
l’altro no,
on-de
onde
un
diʃʃe
disse
al fratello,
io ti ammazzero,
e l’altro
riʃpoʃe,
rispose,
Dio non accetta il
ʃacrificio,
sacrificio,
ʃe
se
non di chi lo teme,
e
diʃʃe
disse
al
medeʃimo,
medesimo,
Come che tu
uoglia
voglia
ammazzarmi,
io per
queʃto
questo
non
uoglio
voglio
ammazzar te.
Perche io
temo Dio Signor di tutti.
Egli adunque
penʃatoui
pensatovi
ʃu
su
occiʃe
occise
il fratello,
e fu
accõpagnato
accompagnato
co
maluagi
malvagi
che
ʃono
sono
perduti,
Il
coruo
corvo
mãdato
mandato
da Dio
in terra,
mostro quello che
fuʃʃe
fusse
da far del
ʃuo
suo
fratello,
Egli non ritenuto dalla pigritia coprendo il
ʃuo
suo
fratello con la terra,
come il
coruo
corvo
fa
al
coruo,
corvo,
fu notato
riprenʃibile,
riprensibile,
e reo.
Per
queʃta
questa
cagione
ʃcriuemmo
scrivemmo
a
figliuoli
d’Iʃrael,
d’Israel,
che chiunque
priuaʃʃe
privasse
lo huomo della
uita,
vita,
ʃe
se
prima
l’occiʃo
l’occiso
non
foʃʃe
fosse
creato
occiʃore,
occisore,
e
maluagio,
malvagio,
ʃia
sia
tenuto occiditor
quaʃi
quasi
di tutta la gente,
e il
uiuificatore,
vivificatore,
quaʃi
quasi
di tutta la gente
ʃuʃcitatore,
suscitatore,
Mandai a
uoi
voi
molti Propheti,
e molti di
uoi
voi
ʃono
sono
ʃtati
stati
ingiuʃti.
ingiusti.
Tutti i
reʃiʃtenti
resistenti
à
Dio,
e a
Propheti,
e che in ogni luogo fanno ingiuria a
gli altri huomini,
meritano che le
ʃian
sian
tagliati i
piedi,
o le mani,
Eβi
Essi
pati-ranno
patiranno
grauiβimo
gravissimo
male
ʃe
se
prima non
ʃi
si
pentono,
ʃappiate
sappiate
che Dio
con-dotto
condotto
dalla
ʃua
sua
benignità
perdonara.
Huomini buoni che temete Dio:
forzateui
forzatevi
di pregar,
e di combattere in nome di Dio:
Il di del giudicio,
ʃara
sara
la
rouina
rovina
de gli incredoli,
eʃʃi
essi
nel fuoco patiranno
grauemente
gravemente
ʃanza
sanza
poterne
uʃcire.
uscire.
A ladri
ʃi
si
taglino le mani,
perche meritano l’ira
di Dio,
Egli dopo il pentimento de peccati,
dara perdono a
chi il
chie-de.
chiede.
Non ti dar
faʃtidio
fastidio
di coloro che prima credendo hanno poi
ri-nuntiato,
rinuntiato,
e
ʃon
son
diuenuti
divenuti
incredoli.
Ogniuno che giudica fuor di quel
che Dio ha ordinato,
ʃarà
sarà
connumerato tra
cattiui,
cattivi,
E Dio ha ordinato,
che per l’anima
uada
vada
l’anima,
per l’occhio l’occhio,
per il dente il
den-te,
dente,
per il
naʃo
naso
il
naʃo,
naso,
&
per la ferita la ferita.
[174]
Nondimeno chi non
fa-ra
fara
uendetta
vendetta
di
queʃto,
questo,
riceuera
ricevera
da Dio
miʃericordia.
misericordia.
Noi mandammo
CHRISTO figliuol di MARIA alqual demmo il Vangelo,
che
è
lume,
e confermation del
teʃtamento,
testamento,
e
uia
via
retta
à
chi teme Dio,
per compimento della
uoʃtra
vostra
legge.
Ogni
ʃeruo
servo
adunque del Vangelo,
ʃeguiti
seguiti
il giudicio de
ʃuoi
suoi
precetti,
altrimenti
ʃara
sara
reo.
A te anchora
mandãmo
mandammo
il libro della
uerita,
verita,
confermator de
ʃuoi
suoi
precetti,
col quale tu
debbi giudicare.
Tu dunque tra loro
douendo
dovendo
giudicare,
non
ʃeguir
seguir
ʃe
se
non la
uerità,
verità,
[175]
E da
ʃapere,
sapere,
che
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe
volesse
farebbe tutta una gente,
ma ei
uuole
vuole
uedere
vedere
chi
l’obediʃce,
l’obedisce,
Sia adunque l’intention
uoʃtra
vostra
di far
ʃempre
sempre
bene,
hauendo
havendo
uoi
voi
tutti
à
ritornar
à
Dio,
Tu tra loro
deuendo
devendo
giudicare
ʃecondo
secondo
la
diʃpoʃition
disposition
di Dio,
guarda di non
ʃeguir
seguir
il
uoler
voler
loro,
Et
è
da
ʃapere
sapere
che Dio dara lor male per ogni peccato
ʃe
se
non
obedi-ranno,
obediranno,
molti di loro
ʃono
sono
incredoli,
e cercano il giuditio de bruti,
eʃʃendo
essendo
Dio miglior
aʃʃai,
assai,
[176]
uoi
voi
credenti,
non
laʃciate
lasciate
preporui
preporvi
giudici
Giu-
dei,
Giudei,
ò
Chriʃtiani,
Christiani,
Perche chiunque fa
queʃto,
questo,
e
ʃimile
simile
a loro,
Gli
eʃpu-gnatori
espugnatori
in nome di Dio,
non habbin timore,
Dio a
chi
uuole
vuole
da i
ʃuoi
suoi
doni,
eʃʃendo
essendo
largo rimuneratore.
Solo Dio il
ʃuo
suo
Legato,
e gli
huo-mini
huomini
buoni
ui
vi
aiutino:
La parte che s’accommoda a
lui
acquiʃta
acquista
la
uit-toria,
vittoria,
[177]
Non
ui
vi
fate compagni coloro,
che
ʃi
si
ridono della
noʃtra
nostra
legge.
Voi
confeʃʃate
confessate
pur di credere,
credendo perche per merito
conʃegui-rete
conseguirete
i beni del
Paradiʃo.
Paradiso.
Tu
inʃegna
insegna
alcuni,
quel che
è
di Cielo,
eʃʃen-doti
essendoti
mandato,
e da
ʃapere,
sapere,
che
niʃʃun
nissun
non
riceue
riceve
perfettion della
leg-ge,
legge,
ʃe
se
non chi crede al
teʃtamento,
testamento,
al Vangelo,
e a
queʃto
questo
libro
poʃto
posto
da
Dio,
Per
queʃto
questo
molti
accreʃceranno
accresceranno
la lor malitia,
ma a
te non fia
no-ia
noia
alcuna.
Tutti i
credenti,
e che adorano gli Angeli in luogo di Dio,
aʃpettando
aspettando
il giudicio,
e faccendo bene non temino.
Fermato il patto
della dilettione co figliuoli
d’Iʃrael
d’Israel
mandati i
noʃtri
nostri
Legati,
contra-diʃʃero
contradissero
ad alcuni,
alcuni altri
occiʃero,
occisero,
onde
ʃon
son
fatti
ʃordi,
sordi,
e ciechi
notando Dio i
fatti loro,
Tutti che dicono CHRISTO
GIE-SV
GIESU
figliuolo di MARIA
eʃʃer
esser
Dio,
ʃono
sono
incredoli,
e bugiardi,
Hauendo
Havendo
detto CHRISTO,
Figliuoli
d’Iʃraele,
d’Israele,
credete in Dio
uoʃtro,
vostro,
e mio Signore,
alquale chi
ʃara
sara
partecipe
{202}
entrera nel fuoco
eterno,
ʃono
sono
alcuni che dicono,
eʃʃer
esser
tre Dei,
non
eʃʃendo
essendo
ʃe
se
non un
ʃolo.
solo.
Onde
ʃe
se
non muteranno la lor
fantaʃia,
fantasia,
ʃaranno
saranno
percoβi
percossi
da
gra-ue
grave
male.
[178]
E da
marauigliarʃi,
maravigliarsi,
perche non
ʃi
si
conuertino
convertino
a Dio,
egli
da-ra
dara
lor perdono,
CHRISTO non
è
ʃe
se
non Nuntio di Dio,
al
qua-le
quale
furono innanzi molti altri
nuntij,
nuntii,
e la madre fu
uera,
vera,
e
mangiaua-no.
mangiavano.
Huomini buoni
{204}
non
eʃʃaltate
essaltate
nella
uoʃtra
vostra
legge altro che la
ue-rità,
verità,
non imitando gli huomini,
che
eʃʃendo
essendo
in errore,
ne hanno
fat-to
fatto
errar molti,
Dio per la lingua di
Dauit,
Davit,
&
di CHRISTO,
ha
cacciato dal
ʃuo
suo
amore i
figliuoli
d’Iʃraele.
d’Israele.
Molti non
s’aʃte-nendo
s’astenendo
dalle
coʃe
cose
non lecite,
commetteuano
commettevano
molti mali,
e
trattauano
trattavano
le faccende di molti incredoli,
che non
era lecito,
il che non harebbon fatto
ʃe
se
ha-ueʃʃero
havessero
creduto in Dio,
al
ʃuo
suo
Pro-pheta,
Propheta,
e al libro loro mandato
da Cielo,
ma la maggior
parte di loro rimane incredola.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XII.
XII.
[179]
I
GIVDEI
GIUDEI
ʃempre
sempre
ci
ʃono
sono
ʃtati
stati
quaʃi
quasi
nimici,
e i
Chri-ʃtiani
Christiani
ʃon
son
piu di loro
ʃtatici
statici
amici.
I
ʃacerdoti,
sacerdoti,
e
Preʃidẽti
Presidenti
de
Chriʃtiani
Christiani
non
indegnandoʃi,
indegnandosi,
e quando odono la
paro-la
parola
poʃta
posta
ʃopra
sopra
il Propheta,
e che
conoʃcono
conoscono
la
uerita,
verita,
la-grimano,
lagrimano,
e dicono.
Dio noi credendo con quei buoni huomini
ʃperiamo
speriamo
che tu ci accompagni con loro,
Perche non crederemo in Dio,
e a
quel
che ci
è
dato dalla
uerita
verita
?
Tutti i
credenti
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel
Paradiʃo
Paradiso
abbondante di dolci acque.
Huomini buoni mangiate le
coʃe
cose
da Dio
or-dinate,
ordinate,
laʃciando
lasciando
ʃtar
star
le non lecite.
Chi
uuol
vuol
hauer
haver
perdono da Dio,
pa-ʃca
pasca
dieci
poueri,
poveri,
ʃi
si
come egli
ʃuol
suol
paʃcere
pascere
ogniuno,
ò
gli
ueʃta,
vesta,
o
ri-ʃcatti
riscatti
prigioni.
[180]
Chi non puo far
queʃto,
questo,
digiuni tre di,
rendendo
gra-tie
gratie
à
Dio.
[181]
Huomini buoni
laʃciate
lasciate
ʃtar
star
il
uino,
vino,
gli
ʃcacchi,
scacchi,
e le
tauo-le,
tavole,
perche non
ʃon
son
coʃe
cose
lecite,
ma
inuentioni
inventioni
del
Diauolo
Diavolo
per metter
di-ʃcordia
discordia
tra gli huomini,
&
per
leuarlo
levarlo
da far bene,
laʃcerete
lascerete
o no?
Guardateui
Guardatevi
dal male,
ʃeguendo
seguendo
Dio,
e il Legato,
Chi farà
quel che
è
prohibito,
patira
grauiβimo
gravissimo
male.
[182]
Niʃʃuno
Nissuno
adunque
uada
vada
a caccia nel
meʃe
mese
della peregrinatione.
Seruate
Servate
queʃto
questo
precetto,
altrimenti Dio
ʃommo
sommo
ne prendera
uendetta.
vendetta.
Ogni caccia di mare
è
lecita,
a chi
ua,
va,
e
uie-ne
viene
da Mecca,
di terra no.
Temete Dio,
al quale
deuete
devete
ritornare.
Al
Propheta non appartiene,
ʃe
se
non
ʃpianare
spianare
i mandati.
Temete adunque
o
ʃapienti
sapienti
huomini Dio,
accioche procediate in bene.
Perche alcuno
ri-muoue
rimuove
queʃtioni
questioni
de precetti di
queʃto
questo
libro?
Gli
è
prophano mutar
co-ʃa
cosa
alcuna dopo la
positioue
positione
dell’Alcorano,
&
ʃe
se
ʃi
si
mutaʃʃe
mutasse
andreste in
ra
ira
di Dio.
Prima di
uoi
voi
cercarono alcune
coʃe
cose
ʃimili,
simili,
e nondimeno non
credettero loro,
Gli incredoli pregati che
obediʃchino
obedischino
à
Dio,
e al
ʃuo
suo
Legato,
riʃpondono
rispondono
che non
uogliono
vogliono
fare,
ʃe
se
non quello che fecero i
loro maggiori.
Huomini buoni
eʃʃendo
essendo
Dio in l’anima di
ciaʃcuno,
ciascuno,
e
nõ
non
nocendo
coʃa
cosa
alcuna,
a chi
ʃi
si
riuolta
rivolta
a buona
uia,
via,
conuertetiui
convertetivi
a lui,
ʃia-te
siate
tra
uoi
voi
teʃtimoni,
testimoni,
e quando qualch’uno morira,
ui
vi
ʃia
sia
almeno in
pre-ʃenza
presenza
duoi
ò
tre.
Niʃʃuno
Nissuno
uenda
venda
per denari
l’eʃʃer
l’esser
teʃtimone,
testimone,
[183]
GIE-SV
GIESU
figliuol di MARIA,
la cui anima fu
mõda
monda,,
e benedetta,
che curo il
lebbroʃo,
lebbroso,
ʃuʃcito
suscito
il morto,
e
inʃegno
insegno
la
ʃapienza,
sapienza,
il
teʃtamento,
testamento,
e il
Van-gelo,
Vangelo,
diʃʃe.
disse.
I figliuoli
d’Iʃrael,
d’Israel,
uenendo
venendo
tu con le mie
uirtu,
virtu,
credano gli
incredoli di loro,
che tu
ʃii
sii
Mago,
Tu ringratiami de beni dati a
te,
e alla madre tua
diuinamente.
divinamente.
Dio addomandando
à
gli huomini
ueʃtiti
vestiti
di
bianco
[184]
ʃe
se
cedeuano
credevano
in lui,
e nel
ʃuo
suo
Nuntio,
riʃpoʃero,
risposero,
ʃi
si
noi crediamo,
e
tu
ʃei
sei
teʃtimone,
testimone,
[185]
i
medeʃimi
medesimi
domandando
à
GIESV,
GIESU,
ʃe
se
Dio
fuʃʃe
fusse
po-tente
potente
por
ʃopra
sopra
tutti la
menʃa
mensa
celeʃte,
celeste,
GIESV
GIESU
riʃpoʃe,
rispose,
credete in
Dio e
temete.
Dice Dio,
il giorno
s’approʃʃima,
s’approssima,
nel qual la
uerità
verità
hara
chi la
uendichera.
vendichera.
Io daro a
quei che mi hanno
ʃeguito
seguito
il
Paradiʃo
Paradiso
abbõdante
abbondante
di
dolciβime
dolcissime
acque,
Perche io Dio,
ʃignoreggio
signoreggio
la terra,
il
cie-lo,
cielo,
e ogni altra
coʃa
cosa
che
ui
vi
è
dentro.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIII.
XIII.
RENDENDO gratie
à
Dio creator del Cielo,
e dellaterra,
inuocalo,
invocalo,
ilquale creator
uoʃtro,
vostro,
ui
vi
ha
meʃʃo
messo
un termine che egli
ʃolo
solo
ʃa,
sa,
il che
uoi
voi
dite,
hora
ʃarà,
sarà,
hora
nõ
non
ʃara.
sara.
Ma egli
conoʃce
conosce
tutti i
ʃecreti
secreti
di tutto.
Gli incredoli
uogliono
vogliono
fare CHRISTO uguale
à
Dio,
Tu non
uerrai
verrai
à
loro co
miracoli
manifeʃti
manifesti
di Dio,
perche
eʃʃi
essi
gli rifiutano come
coʃe
cose
odioʃe.
odiose.
[186]
Non hanno
ueduto
veduto
loro come con l’acque confondemmo le genti,
&
di
nuouo
nuovo
ne creammo dell’altre?
Eβi
Essi
dicono che crederebbero a
queʃto
questo
li-bro,
libro,
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
uenuto
venuto
loro da gl’Angeli,
e non da quarta mano.
Non cene curiamo,
perche
ʃe
se
haueβimo
havessimo
mandato un’Angelo,
gli
hauereβimo
haveressimo
dato forma humana.
A coloro che ti haranno beffato,
e preparata la pena,
cercate
uoi
voi
ʃteβi
stessi
che fine
è
ʃtato
stato
de contradicenti.
Tu che credi che
ʃia
sia
fattor del Cielo
è
della terra?
Diʃʃe.
Disse.
Dio ilquale il di giudiciale
adu-nera
adunera
tutti quanti,
Inuocate
Invocate
dunque di
è
notte Dio,
in tutte le
uoʃtre
vostre
faccende
.
Il primo precetto
è,
che chi crede in Dio non
ʃia
sia
connumerato
tra gli incredoli,
[187]
io
ʃon
son
ʃolo,
solo,
&
non
è
dopo me alcuno altro,
che
dun-que
dunque
è
peggio che contradir alle
uirtu
virtu
di Dio?
Queʃti
Questi
tali che errano diranno,
Dio noi femmo miracoli.
{214}
Conʃidera
Considera
come errando hanno
noc-ciuto
nocciuto
all’anime loro,
&
femmo gli occhi loro impiombati,
i quali come
che
uedeʃʃero
vedessero
tutti i
miracoli fatti,
non caderanno
{215}
ʃe
se
prima teco non
diʃputeranno,
disputeranno,
dicendo che non
ʃi
si
puo fare
ʃe
se
non per incantationi.
Nondimeno
ʃi
si
turbano per il mal loro annuntiato,
eβi
essi
non offendono
ʃe
se
non l’anime loro.
Queʃti
Questi
tali
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco:
[188]
Certo che
queʃto
questo
mondo non
è
altro che un gioco,
e un
ʃpettacolo,
spettacolo,
e l’altro
ʃecolo
secolo
è
aʃʃai
assai
migliore,
ʃo
so
che tu ti dai fastidio,
che
eβi
essi
ti contradichino.
Ma
eβi
essi
eʃʃendo
essendo
incredoli,
reʃiʃtono
resistono
a precetti di Dio,
contradiceuano
contradicevano
a gli
altri Legati anzi a
te,
e facea lor male fino a
che furono aiutati
dal-la
dalla
diuina
divina
potenza,
Eβi
Essi
non
poʃʃono
possono
mutar le
coʃe
cose
di Dio,
conoʃciuto
conosciuto
il fine de Propheti,
s’e ti
è
graue
grave
che ti contradichino,
ricerca tutta la
terra,
aʃcendi
ascendi
al Cielo per le
ʃcale,
scale,
accioche tu
uenga
venga
co miracoli
diuia
divi
ni,
S’a Dio
piaceʃʃe
piacesse
non ricorrebbe tutti
ʃotto
sotto
la
medeʃima
medesima
legge?
Tu
reʃta
resta
d’aβimigliarti
d’assimigliarti
a Brutti.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
XIIII.
[189]
TV
TU
NON
diʃputerai
disputerai
con chi
nõ
non
uuole
vuole
udire,
Dio
ʃuʃcitera
suscitera
i morti,
e gli farà
tornare a
ʃe.
se.
Addomãdandoti
Addomandandoti
che tu
faccia miracoli,
di,
che Dio
ʃolo
solo
gli fa,
come che
eβi
essi
nol
ʃappino,
sappino,
ʃe
se
nella hora ultima l’ira di Dio
ui
vi
percotera,
chi chiamerete
uoi
voi
in aiuto?
Perche dunque non mi credete?
Io
nõ
non
com-mando
commando
altro a
miei Legati,
ʃe
se
non che annuncino allegrezza a
buoni,
e
uietino
vietino
loro quel che non
è
lecito.
Onde chi fà
bene,
non ha da temer
mal’alcuno,
Ma chi
contraʃtera
contrastera
a nostri precetti,
patira
grauiβimo
gravissimo
ma
le,
io non diro che io
ʃappia
sappia
i
ʃecreti
secreti
d’Iddio,
ne ch’io
poβieda
possieda
la
ʃua
sua
ar-ca,
arca,
non
ʃeguendo
seguendo
ʃe
se
non quel che Dio mi ha commandato,
e l’Angelo,
perche
è
differenza tra i
ciechi,
e tra coloro che
ueggon
veggon
lume,
con
ʃimiglianti
simiglianti
parole eshorta,
chi teme Dio,
che
eʃʃi
essi
in tutto lo imitino,
e lo temino,
pregandolo
ʃera,
sera,
e mattina,
altrimenti tu
ʃarai
sarai
connumerato tra
cattiui,
cattivi,
nõ
non
eʃʃendo
essendo
a te imputato il fatto loro,
ne il tuo a
loro.
Molti
dall’inuidia,
dall’invidia,
macchiati
nõ
non
uollero
vollero
manifeʃtar
manifestar
il bene loro
diuinamẽte
divinamente
dato,
Ma tu a
tutti che
uerrãno
verranno
a
noʃtri
nostri
precetti dirai,
la
ʃalute
salute
di Dio
ʃopra
sopra
uoi
voi
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e pio.
Chiunque di
uoi
voi
peccando ignorantemente,
ʃi
si
pẽtira
pentira,,
riceuera
ricevera
perdono da Dio.
Accioche
ʃi
si
uegga
vegga
la
uia
via
de gli incredoli,
deuonʃi
devonsi
tutte le
coʃe
cose
eʃʃaminare.
essaminare.
Io tollero castighi
aʃʃai,
assai,
accioche
io non
inuochi
invochi
ne adori
ʃe
se
non uno Dio,
[190]
in loco del quale
uoi
voi
molti ne
adorate.
Ne
uoglio
voglio
ch’il
uoler
voler
uoʃtro
vostro
mi pieghi perche io camino per
la
uia
via
retta,
e Dio che
ʃa
sa
ogni
coʃa,
cosa,
ha nelle mani le
chiaui
chiavi
di tutti i
ʃe-creti,
secreti,
ʃolo
solo
è
di Dio
conoʃcere
conoscere
i fatti
uoʃtri,
vostri,
e
uoʃtro
vostro
il continuamente
pregarlo,
e
inuocarlo
invocarlo
accioche
perdonandoui
perdonandovi
poʃʃa
possa
condurui
condurvi
alla
uia
via
retta,
per la quale non camina
ʃe
se
non chi crede,
e
à
Dio
è
poβibile
possibile
cir-cundarui
circundarvi
con tutte le pene.
Queʃte
Queste
coʃe
cose
detteui
dettevi
per
uoʃtro
vostro
utile
ʃono
sono
ʃtate
state
da molti mali libri contradette,
Ma il di ultimo
ʃi
si
farà
la
proua
prova
di
ciaʃcuno,
ciascuno,
i
timoroʃi
timorosi
di Dio non
ʃono
sono
ʃcritti
scritti
nel numero de
maluagi.
malvagi.
Coloro che
ʃi
si
rideranno della legge,
ʃchernendola
schernendola
quel di
ʃara
sara
lor
da-to
dato
tormento
ʃenza
senza
fine,
Fate dunque orationi,
e temete Dio,
perche
egli fe il Cielo,
e la terra con
uerita.
verita.
I credenti in Dio,
e caminanti per
la
uia
via
retta
ʃenza
senza
far alcun male,
ʃon
son
meβi
messi
alla fine per godere il
Paradiʃo.
Paradiso.
Noi
moʃtrammo
mostrammo
la
uia
via
retta ad Abramo,
a
Iʃac,
Isac,
a Iacob,
a Noe,
a
Dauit,
Davit,
a Salomone,
a
Ioʃeph,
Ioseph,
a
Moʃe,
Mose,
ad Aron,
a Zacheria,
a
Giouan-ni,
Giovanni,
a
GIESV,
GIESU,
a Helia,
a Samuel Ezzecchia,
{219}
&
a Loth,
e gli
eʃʃal-tammo
essaltammo
ʃopra
sopra
tutti,
ʃimilmente
similmente
conducemmo alcuni de i
loro per diritta
uia,
via,
Coʃi
Cosi
ueduta
veduta
la legge di Dio,
ʃe
se
fuʃʃero
fussero
ʃtati
stati
incredoli,
harrebbero
riceuuto
ricevuto
grauiβimo
gravissimo
male.
Se non
uorrãno
vorranno
credere,
daremo il libro a
piu
degni di loro che crederanno.
[191]
Dio hà
manifeʃtato
manifestato
la
uia
via
retta a
creden-ti,
credenti,
ne chiede pregio alcuno per
queʃto.
questo.
Tu adunque
inʃegna
insegna
loro i
man-dati
mandati
di Dio,
uolendo
volendo
egli che
uadino
vadino
per diritta
uia
via
:
[192]
Partiti da gli
in-credoli,
incredoli,
non faccendo loro male alcuno,
come che
eβi
essi
ragionino male
delle
coʃe
cose
di Dio.
Eβi
Essi
ritornando a
Dio
conoʃceranno
conosceranno
l’opere loro,
e
giureranno per Dio di
hauer
haver
creduto al Nuntio
ʃe
se
ne
haueʃʃero
havessero
hauu-to.
havuto.
Appreʃʃo
Appresso
Dio
ʃon
son
quelle
coʃe
cose
che
uoi
voi
cercate,
le quali forze
uenen-do
venendo
non crederete,
Dio
approuera
approvera
i cuori de gli incredoli,
perche non
credettero la prima
uolta,
volta,
E noi permetteremo che
eβidimorino
essidimorino
nelle
lor
cattiue
cattive
imaginationi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XV.
XV.
[193]
ESSI BENCHE
fauellaʃʃero
favellassero
co gli Angeli,
e co morti,
e che gli
faceβimo
facessimo
copioʃi
copiosi
di tutto,
mai per
queʃto
questo
non
harrebbero fede
ʃe
se
Dio non
uoleʃʃe.
volesse.
la maggior parte di
loro
s’aʃʃomiglia
s’assomiglia
a gli animali brutti:
Auerʃando
Aversando
eβi
essi
ʃempre
sempre
a i
Propheti,
laʃciagli
lasciagli
andare,
[194]
Dio giudice
perfettiβimo
perfettissimo
ui
vi
ha
cõceʃʃo
concesso
queʃto
questo
libro
diuinamente.
divinamente.
Queʃto
Questo
è
ripieno di parole,
che da
neʃʃuno
nessuno
potranno
eʃʃer
esser
mutate,
[195]
Ma
ʃe
se
tu
uorrai
vorrai
ʃeguitare
seguitare
i piu,
ti
tor-ranno
torranno
giu della
uia
via
retta.
Fuggi
ʃempre
sempre
le
coʃe
cose
cattiue,
cattive,
o publice,
o
priuate,
private,
perche ogni peccatore
riceuera
ricevera
la mercede
ʃecondo
secondo
l’opera
fatta.
Non mangiate
coʃa,
cosa,
che prima non
ʃia
sia
ʃtata
stata
benedetta,
Dio
ʃa
sa
a chi egli commette i
ʃuoi
suoi
precetti,
e chi
è
il Nuntio,
che egli
ui
vi
man-da.
manda.
Queʃta
Questa
è
la
uia
via
retta di Dio,
per la quale,
chi caminera hara da Dio
ottimo premio.
[196]
Quando gli huomini il di ultimo
conoʃceranno,
conosceranno,
hauer
haver
errato,
Dio dira,
non
ui
vi
mandai io il Nuntio,
il quale
ui
vi
ʃponeʃʃe
sponesse
le mie
uirtuti,
virtuti,
e i
miei mandati,
e
queʃto
questo
giorno della
riʃurrettione
risurrettione
?
diranno
ʃi,
si,
Ma che
eβi
essi
credettero al pazzo mondo,
Dio
eʃʃendo
essendo
pio,
e
miʃeri-cordioʃo
misericordioso
non
deʃidera
desidera
il male ad alcuno.
Egli
ʃe
se
uoleβi
volessi
farui
farvi
morire,
lo
puo far leggiermente.
Voi dunque fate pure
ʃecondo
secondo
il
uoʃtro
vostro
coʃtu-me,
costume,
ʃi
si
come io fo,
ʃecondo
secondo
il mio,
uoi
voi
poi
uedrete
vedrete
come la
coʃa
cosa
riuʃci-ra.
riuscira.
E da
ʃapere,
sapere,
che Dio mai non aiuta i
cattiui.
cattivi.
[197]
Tutti che occidono i
figliuoli,
quantunque ignorantemente,
e che mangiano quello,
che
è
lor
ʃtato
stato
prohibito,
ʃaranno
saranno
meʃʃi
messi
nel numero de
maluagi.
malvagi.
Mangiate di
ogni
ʃorte
sorte
frutti,
quando
ʃaran
saran
maturi,
che
queʃto
questo
da Dio
ui
vi
è
conceʃ-ʃo.
concesso.
Voi,
eʃʃendo
essendo
le
beʃtie
bestie
create,
alcune per portare,
&
alcune per
mangiare,
mangiate di quelle,
che Dio
ui
vi
concede,
non
ui
vi
attenen-do
attenendo
al
conʃiglio
consiglio
del
Diauolo,
Diavolo,
che alcuni mette in errore.
Non
trouo,
trovo,
che
ʃia
sia
uetato
vetato
altro nel mangiare,
ʃe
se
non il
ʃangue,
sangue,
la carne di
por-co,
porco,
e l’animal morto da
ʃe,
se,
non dimeno mangiandone per
neceʃʃita,
necessita,
a chi
ʃi
si
pente Dio
քdona.
A Giudei facemmo non lecito molte
coʃe
cose
per la malitia loro.
Appreʃʃo
Appresso
a
queʃto,
questo,
neʃʃuno
nessuno
dia compagno
à
Dio,
aiutino tutti i
Padri loro,
non occidino i
lor figliuoli
ք
la
pouerta,
poverta,
ne faccino altro male,
che
ʃia
sia
colpabile.
Non
rapiʃchino,
rapischino,
ne
diʃpergino
dispergino
la pecunia de gli orfani anzi i
giorni
ʃtatuiti
statuiti
à
Venere,
[198]
Dio,
ʃe
se
ui
vi
ricorda
ui
vi
ha dati
queʃti
questi
precetti,
ʃeguendo
seguendo
quelli adunque temete Dio.
Demmo
à
Moʃe
Mose
il libro
per confermatione delle
coʃe
cose
predette.
Temete hora il libro
utiliβimo
utilissimo
mandatoui
mandatovi
di Cielo,
accioche
uoi
voi
acquiʃtiate
acquistiate
miʃericordia.
misericordia.
Nõ
Non
uogliate
vogliate
partirui
partirvi
dalla legge di Dio,
io
ʃo
so
che
uoi
voi
nõ
non
aʃpettate
aspettate
ʃe
se
non
l’auenimento
l’avenimento
de gli angeli di Dio,
o qualch’altro miracolo,
ma la fe
nõ
non
giouera
giovera
niente,
quando
uerranno,
verranno,
non
hauendo
havendo
uoi
voi
prima creduto:
Se
uoi
voi
aʃpettate,
aspettate,
et io
aʃpetto,
aspetto,
io giuro,
che tutte le
noʃtre
nostre
orationi,
e gli holocausti,
e la
uita,
vita,
e la morte,
ʃono
sono
di Dio Signor di tutto il mondo:
il quale non ha compagno alcuno,
e il quale ci
diʃcoprira
discoprira
tutti i
fatti
noʃtri,
nostri,
egli
ui
vi
ha
pre-poʃti
preposti
queʃti,
questi,
e quelli altri per
prouar
provar
la
uoʃtra
vostra
fede,
[199]
egli
è
po-tente,
potente,
e il fine di tutte le
coʃe,
cose,
donator di
mi-ʃericordia,
misericordia,
e di perdono.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XVI.
XVI.
GRAVE
coʃa
cosa
uorrei
vorrei
che
nõ
non
ti
fuʃʃe
fusse
eʃʃequir
essequir
queʃto
questo
libro
mãdatoti
mandatoti
dal Cielo,
non ti curando delle parole de Bruti,
e di chi non
ʃa
sa
niente,
cõ
con
queʃto
questo
riducendo i
buoni a
buona,
e retta
uia.
via.
Ogni
uolta
volta
che cade giudicio
ʃopra
sopra
le
uille,
ville,
dicono gli incredoli,
che noi facemmo male.
Quel di che
ʃi
si
peʃeranno
peseranno
gli
huomini,
uederemo
vederemo
che parole
hãno
hanno
detto i
Nuntij
Nuntii
loro,
i buoni
peʃeranno
peseranno
forte,
e i
cattiui
cattivi
no,
per
eʃʃer
esser
ʃtati
stati
incredoli.
[200]
Io
creandoui
creandovi
ʃottopoʃi
sottoposi
la
terra alla
uoʃtra
vostra
uolontà,
volontà,
[201]
e
commãdai
commandai
a gli Angeli,
che
ʃi
si
humiliaʃʃero
humiliassero
d’innanzi Adamo,
e
coʃi
cosi
fecero da Belzebub infuori,
&
addomandato
perche,
diʃʃe,
disse,
perche io
ʃon
son
fatto di fuoco,
&
egli di terra,
ond’io
preuaglio,
prevaglio,
a cui Dio.
Eʃci
Esci
fuori adunque accioche tu
ʃia
sia
da men di lui,
eʃʃen-dote
essendote
impoβibile
impossibile
a
ʃoprauanzarmi,
sopravanzarmi,
e cacciatolo
diʃʃe
disse
egli.
Per
queʃto,
questo,
che tu mi cacci
farò
che gli huomini non ti ringratieranno,
e Dio
al-lhora
allhora
diʃʃe
disse
:
Spacciati
ʃcendi
scendi
giu co tuoi
ʃeguaci,
seguaci,
de quali empiero
l’in-ferno,
l’inferno,
e
cõmando
commando
ad Adamo,
e alla donna che
ʃi
si
ʃteʃʃe
stesse
in
paradiʃo,
paradiso,
man-giando
mangiando
d’ogni frutto da uno infuori,
ʃe
se
nõ
non
uoleʃʃe
volesse
diuenir
divenir
cattiui.
cattivi.
Il
diauolo
diavolo
adunque conducendoli alla dilettatione de
cõgiungimenti
congiungimenti
carnali,
delle parti
pudẽde
pudende,,
li
meʃʃe
messe
nella mala
uia.
via.
Onde
guʃtato
gustato
l’arbore,
cominciarono a
conoʃcer
conoscer
le lor membra genitali,
le quai
eβi
essi
poi
copriuano
coprivano
cõ
con
le foglie,
ond’io
{231}
diʃʃe,
disse,
No
ui
vi
ho io commandato,
che
uoi
voi
non
mangiaβi
mangiassi
di
queʃto
questo
?
Riʃpoʃero,
Risposero,
Dio,
noi
confeβiamo
confessiamo
hauer
haver
nocciuto all’anime
no-ʃtre,
nostre,
Onde
ʃe
se
non ci perdoni periremo,
A quali egli,
ʃcendete
scendete
di qui in
terra,
&
quiui
quivi
contrariateui,
contrariatevi,
e finiendo lo
ʃpatio
spatio
della
uita
vita
uostra
vostra
mo-rite,
morite,
dopo
ui
vi
ʃuʃcitero,
suscitero,
e
daroui
darovi
ueʃte,
veste,
ʃi
si
che
poβiate
possiate
coprire le membra
genitali.
Ricordandoui
Ricordandovi
queʃte
queste
coʃe,
cose,
temete Dio,
che
ui
vi
dara
abbondan-za,
abbondanza,
e
queʃto
questo
è
ottimo precetto di Dio.
Figliuoli di Adamo,
non
uedete
vedete
il
diauolo,
diavolo,
che
ui
vi
fece prima
rouinare.
rovinare.
O figliuoli d’Adamo,
orando
uol-tate
voltate
la faccia
uerʃo
verso
il Tempio
inuocando
invocando
Dio con puro cuore.
Fuggite
la
ʃuperfluità
superfluità
ne cibi,
e nel bere,
Chi
ui
vi
ha
coʃtitute
costituti
gli ornamenti,
e i
cibi non leciti?
I leciti
ʃon
son
buoni a
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e puri,
e mondi
nell’al-tro,
nell’altro,
Dio
ui
vi
imputa a
peccato,
le
falʃe
false
rapine,
l’ingiurie,
la
compa-gnia
compagnia
che
ʃe
se
le da.
Figliuoli di Adamo gia di
uoi
voi
uiene
viene
il mio Nuntio,
che portera i
miei precetti,
a quali chi contradira
ʃara
sara
punito col fuoco
del Inferno,
e il temente anderà
in
Paradiʃo,
Paradiso,
e tra
queʃti
questi
e quelli come
in un termine medio con
ʃperanza,
speranza,
&
eʃpettatione
espettatione
del
Paradiʃo
Paradiso
ui
vi
ʃtaranno
staranno
alcuni altri,
[202]
Chi
è
peggior di colui,
che da compagno a
Dio,
e
che contradice a
ʃuoi
suoi
precetti?
A tutti coloro che non
contradiran-no,
contradiranno,
ʃara
sara
moʃtro
mostro
il Cielo,
e
ʃara
sara
loro aperta la strada fino a
tanto che
un camello
paβi
passi
per una cruna d’ago.
Adoratilo adunque
eʃʃen-do
essendo
egli
piiβimo,
piissimo,
e obedite a
ʃuoi
suoi
precetti imitandolo,
e
ricordateuene
ricordatevene
ʃempre.
sempre.
La terra buona per precetto di Dio fara buon frutto,
&
la
cat-tiua
cattiva
cattiuo.
cattivo.
Noi commandammo gia
à
Noe,
che
diceʃʃe,
dicesse,
inuocate
invocate
un
ʃolo
solo
Dio,
altrimenti
uoi
voi
hauete
havete
a temere il gran di,
Parte della
ʃua
sua
gente
riʃpondendo
rispondendo
diʃʃe.
disse.
Tu
ʃei
sei
in
manifeʃto
manifesto
errore,
egli
riʃpoʃe,
rispose,
queʃto
questo
non
eʃʃer
esser
errore,
ma
cõmandamento
commandamento
di Dio:
Vi annuntio il mandato di Dio.
Ne
ui
vi
marauigliate
maravigliate
che di
uoi
voi
naʃca
nasca
nuntio per
caʃtigarui,
castigarvi,
e
ripren-derui.
riprendervi.
Contradicendo adunque a
Noe,
lo difendemmo nell’arca,
tutti gli
altri
affogãmo
affogammo,,
Loth
riʃpondendo
rispondendo
alla
ʃua
sua
gente,
da noi fu
ʃaluato,
salvato,
quella
ʃperdendo,
sperdendo,
Moʃe
Mose
parimente
fauellato
favellato
a Pharaone
dopo molti
mira-coli,
miracoli,
cauo
cavo
le
ʃue
sue
genti,
&
egli
perʃeguendole
perseguendole
da noi furo affogati nel
mare.
Gli imitatori adunque del Propheta,
che non
ʃa
sa
ne legger,
ne
ʃcriuere,
scrivere,
e il cui nome
ʃi
si
truoua
truova
nel
teʃtamento,
testamento,
e nel Vangelo:
buttano
uia
via
le
uolontà
volontà
cattiue,
cattive,
e i
penʃieri.
pensieri.
Tutti coloro che gli credono,
e lo aiutano,
e che lo
ʃublimano
sublimano
ʃon
son
buoni,
e come buoni
ʃaranno
saranno
premiati,
uoi
voi
huomini,
io
uengo
vengo
a
uoi
voi
nuntio,
credete a
ʃuoi
suoi
precetti,
e obedite accioche
ʃiate
siate
buoni.
Alcuni della gente di
Moʃe
Mose
ʃi
si
conuertono
convertono
a
queʃta
questa
uerità,
verità,
operando
ʃecondo
secondo
quella.
Alcuni ci
ʃono
sono
che prendono di
queʃto
questo
libro
una parte,
e la
ʃciano
sciano
andar l’altra dicendo,
Dio ci perdonera.
Non
ʃa-pete
sapete
uoi
voi
ch’in
queʃto
questo
libro non e
coʃa
cosa
ʃe
se
non
uera
vera
?
Perche
uiuete
vivete
inʃen-ʃati
insensati
?
Chiunque errera
ʃanza
sanza
alcun rimedio
ʃara
sara
meʃʃo
messo
nel fuoco
infer-nale,
infernale,
&
chi teme Dio,
eʃʃendo
essendo
tentato dal
diauolo
diavolo
ʃi
si
ricorda di Dio
conuertendoʃi
convertendosi
al bene.
Dicendo
eβi
essi
perche tu non fai miracoli,
di loro che
tu non
ʃe
se
uenuto
venuto
per far altro,
ʃe
se
non
eʃpor
espor
i mandati
diuini.
divini.
Queʃte
Queste
ʃon
son
coʃe
cose
manifeʃte
manifeste
a chi teme Dio.
Quando
ʃi
si
legge l’Alcorano,
aʃcoltalo
ascoltalo
diuotamente,
divotamente,
&
con tutto il cuore,
e con la mente
diuota,
divota,
accioche
Dio ti habbia
miʃericordia,
misericordia,
e
ʃera,
sera,
e mattina adora Dio
inuocandolo
invocandolo
col tuo cuore.
Chi
è
appreʃʃo
appresso
à
lui
non
ʃi
si
ʃdegna,
sdegna,
inuocarlo,
invocarlo,
e adorarlo.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.
XVII.
[203]
LE
BVONE
BUONE
opere fatte,
ʃon
son
grate
à
Dio,
e al
ʃuo
suo
Legato,
ogni huomo temi Dio,
e faccia bene,
adorando Dio,
e diano fede al
ʃuo
suo
Nuntio
ʃe
se
ʃon
son
buoni,
imitando coloro,
che
ʃpargono
spargono
il pianto
inuocando
invocando
Dio,
leggendo i
mira-coli
miracoli
diuini,
divini,
conferman la fede,
e i
lettori
{234}
i quali
accommodandoʃi
accommodandosi
à
Dio,
da lui
ʃono
sono
collocati in
altiβimo
altissimo
grado,
Ogniuno che mi
ʃi
si
contraporra
nella fine mi
ʃentira
sentira
graue,
grave,
&
entrera nel fuoco infernale.
Niʃʃun
Nissun
buono
aʃʃaltato
assaltato
da gli incredoli
uolga
volga
le
ʃpalle,
spalle,
ʃe
se
non per cagione di piu
adattamento,
e fortezza,
altrimenti
acquiʃteran
acquisteran
la
diuina
divina
ira,
e il
fuo-co
fuoco
eterno.
Non ti
preʃumer
presumer
in alcun modo di
hauer
haver
occiʃi
occisi
i miei,
o
rot-tili,
rottili,
Perche io gli
occiʃi,
occisi,
io gli ruppi,
ʃe
se
uoi
voi
cercate battaglia,
e
uitto-ria,
vittoria,
ecco ella
è
di gia nelle
uoʃtre
vostre
mani.
Ma egli
è
piu utile a
uoi
voi
il
conuertirʃi
convertirsi
a noi,
altrimenti il numero delle
uoʃtre
vostre
genti non
ui
vi
potran
giouare
giovare
:
Perche Dio aiuta i
buoni.
Seguite adunque Dio,
e il
ʃuo
suo
Legato,
non
ui
vi
partendo mai da loro.
Non imitate quei che
confeʃʃano
confessano
di
hauer
haver
udito,
e
nõ
non
udirono.
Niuno animale in
preʃenza
presenza
di Dio
è
peggio che il
ʃordo,
sordo,
il muto,
e
l’indiʃcreto.
l’indiscreto.
Preʃterebbe
Presterebbe
lor
ludire,
l’udire,
ʃe
se
fuʃʃer
fusser
buoni da
qualche
coʃa,
cosa,
e come che
eβi
essi
udiʃʃero
udissero
il bene,
poco ne durerebbero
en-tro.
entro.
Gli huomini buoni
nõ
non
ʃottraggino
sottraggino
coʃa
cosa
alcuna da Dio,
dal Nuntio,
e
da lor
medeʃimi,
medesimi,
ʃappino,
sappino,
che la pecunia,
e la prole
partoriʃce
partorisce
inuidia.
invidia.
Appreʃʃo
Appresso
Dio
è
copia di tutte le
coʃe,
cose,
e chi lo temera da lui
riceuera
ricevera
perdono,
e coloro che
ʃi
si
penʃan
pensan
di pigliar te,
e d’occiderti,
s’inganna-no,
s’ingannano,
Perche Dio puo piu dell’arti loro,
a
queʃti
questi
tali leggendo le
pa-role
parole
diuine,
divine,
diʃdegnoʃi
disdegnosi
dicono.
Noi habbiamo udito,
queʃti
questi
ʃono
sono
i
mira-coli
miracoli
de gli
anteceʃʃori,
antecessori,
pregando Dio,
che
ʃe
se
quella
è
una
uerita,
verita,
che
ʃempre
sempre
piouan
piovan
ʃopra
sopra
loro
ʃaʃsi,
sassi,
e ogni altro male,
Dio non nuoce loro,
perche tu eri in
preʃenza
presenza
loro,
e
ʃi
si
perche
hauendo
havendo
tempo,
ʃi
si
pentino,
e
ʃi
si
conuertino.
convertino.
Veramente che coloro,
che faran male,
ʃe
se
lo
ʃentiran-no.
sentiranno.
Gl’increduli
ʃpendendo
spendendo
la pecunia per non
ʃeguir
seguir
la
uia
via
retta di
Dio
ʃaranno
saranno
grauemente
gravemente
puniti,
e dopo lo
hauer
haver
conʃumato
consumato
la
ʃoʃtan-za,
sostanza,
ʃaranno
saranno
legati,
e
meβi
messi
nel fuoco.
Non dimeno
ʃappino
sappino
gli
erran-ti,
erranti,
che
ʃe
se
ʃi
si
pentiranno de peccati
paʃʃati,
passati,
haranno perdono da Dio.
Altrimenti periranno.
Sappino quei che non credono,
che Dio
è
Si-
gnor
Signor
noʃtro,
nostro,
[204]
Et
ʃappia
sappia
ogni credente in Dio,
che il quinto della
pre-da
preda
ʃi
si
deue
deve
dar
à
Dio,
al Propheta,
a gli orfani,
e
à
mendici.
Ogni buono huomo
nell’eʃʃercito
nell’essercito
ʃia
sia
coʃtante,
costante,
e fermo,
inuocando
invocando
Dio,
e
ʃe-guendo
seguendo
lui,
e il Legato.
E
guardetiui,
guardetivi,
che tra
uoi
voi
non
ʃia
sia
diʃcordia,
discordia,
perche
queʃto
questo
ui
vi
renderebbe molto debili,
Ma durando
perʃeuera-te.
perseverate.
A tali Dio dona aiuto.
Non imitate coloro che
eʃcono
escono
alle guerre,
piu per
fauor
favor
de Popoli,
che per amor di Dio,
Ma i
buoni,
che
du-rano
durano
nella guerra,
e che
ʃtanno
stanno
coʃtanti,
costanti,
da Dio
riceueranno
riceveranno
per-dono.
perdono.
Quei buoni,
i quali fatti guerrieri hanno con
uoi
voi
patito,
Di-letti,
Diletti,
&
eletti,
ʃaranno
saranno
annouerati
annoverati
con
uoi
voi
nel libro di Dio,
che
ʃà
sà
&
ode ogni
coʃa.
cosa.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.
XVIII.
[205]
QVESTA
QUESTA
è
la
Piʃtola
Pistola
mandata da Dio,
e dal
ʃuo
suo
Lega-to
Legato
à
gli incredoli,
co quali
poneʃte
poneste
il termine,
Camina-te
Caminate
per quattro
meʃi,
mesi,
doue
dove
a
uoi
voi
piu parera,
ʃapendo
sapendo
che
Dio
confuʃor
confusor
de gli incredoli non
ui
vi
nocerà.
Nel di
del-la
della
peregrinatione,
predicate Dio,
e il
ʃuo
suo
Legato dicendo,
che Dio
libero
ʃe,
se,
e il
ʃuo
suo
Legato da gli incredoli.
Sarebbe meglio a
uoi
voi
con-uertirui,
convertirvi,
altrimenti
uoi
voi
non potete nuocere a
Dio.
Prendete quei che
non
ʃi
si
uoglion
voglion
conuertire,
convertire,
e ammazzateli a
tutte le
uie,
vie,
faccendo
lo-ro
loro
inʃidie,
insidie,
[206]
Ma
ʃe
se
uorranno
vorranno
ʃeguir
seguir
la legge
uoʃtra
vostra
perdonate loro,
perche ancho Dio perdonera loro.
Raccogli quei che
uengono
vengono
a te humilmente,
accioche
eʃʃi
essi
odino le parole di Dio,
di loro che
neʃʃuno
nessuno
che
ua
va
à
Mecca
ʃi
si
ʃtimi
stimi
uguale di merito,
a quei che
uanno
vanno
alla
guer-ra
guerra
per Dio,
I guerreggiatori tollerando le fatiche,
e
conʃumando
consumando
la pecunia loro in nome di Dio,
otterranno in
preʃenza
presenza
di Dio,
al-tiʃsimo
altissimo
grado.
[207]
Niʃʃun
Nissun
di
uoi
voi
ʃi
si
confidi ne
ʃuoi
suoi
figliuoli,
e ne
ʃuoi
suoi
fratelli
ʃe
se
non
ʃaranno
saranno
della
uoʃtra
vostra
legge,
altrimenti
ʃara
sara
connu-merato
connumerato
tra
cattiui,
cattivi,
[208]
Tutti coloro che amano piu i
Padri,
i
fratel-li,
fratelli,
i figliuoli,
le donne,
e la robba,
non
poʃponendo
posponendo
per Dio ogni
coʃa
cosa
patirãno
patiranno
grauiβimo
gravissimo
male,
Dio in molte
coʃe
cose
ui
vi
ha dato aiuto.
Huomini buoni,
chi non
ʃegue
segue
la
uoʃtra
vostra
legge,
cioè
i non
lauati,
lavati,
{240}
dopo
queʃto
questo
anno non entrino nel Tempio in Mecca.
E
ʃe
se
uoi
voi
temerete per
queʃta
questa
po
uertà,
vertà,
Dio
ʃapientiβimo
sapientissimo
ui
vi
dar
à
della
ʃua
sua
pecunia.
Iʃpugnate
Ispugnate
i non credenti in Dio,
e nel di futuro del giudicio,
e coloro che non combattono
come gli huomini dell’altre leggi,
e non
reʃtate,
restate,
fino a
tanto che
ʃiano
siano
uoʃtri
vostri
ʃoggetti,
soggetti,
e tributari,
Dio confonda i
Giudei che dicono Ozair
[209]
eʃʃer
esser
figliuolo di Dio,
e confonda i
Chriʃtiani
Christiani
che dicono
GIESV
GIESU
fi-gliuolo
figliuolo
di Dio,
le parole de quali
s’aʃʃomigliano
s’assomigliano
alle ciancie de gli
an-teceʃʃori,
antecessori,
i quali adorano in luogo di Dio i
ʃuoi
suoi
Sacerdoti,
e Pontefici,
[210]
e
GIESV
GIESU
figliuol di MARIA,
hauendo
havendo
in precetto d’adorare un
ʃolo
solo
Dio,
eβi
essi
ʃi
si
forzano estinguer la luce di Dio con le parole.
Mandò
adunque il
ʃuo
suo
Nuntio con retta legge,
accioche la
manifeʃti,
manifesti,
e
l’eʃʃalti
l’essalti
ʃopra
sopra
ogni altra legge,
come che molti
reʃiʃtino.
resistino.
[211]
Huomini buoni riprendete i
ʃacerdoti,
sacerdoti,
i quali mangiano gratis le
ʃoʃtanze
sostanze
de gli huomini.
Ciaʃcuno
Ciascuno
che aduna
theʃoro,
thesoro,
e non
ʃpende
spende
in nome di Dio,
haura
havra
grauiβi-mo
gravissimo
male,
&
il di
uenturo
venturo
prouerra
proverra
il mal effetto del
theʃoro.
thesoro.
[212]
Eʃʃendo
Essendo
l’anno
diuiʃo
diviso
in
.xij.
xii.
meʃi,
mesi,
egli
è
lecito,
che quattro
meʃi
mesi
attendiate alla
guerra contro gli incredoli,
tenendo per certo,
che Dio aiuta chi lo
te-me,
teme,
Voi huomini buoni,
eʃʃendoui
essendovi
commandato il
uiaggio
viaggio
di Dio,
per-che
perche
ricuʃate,
ricusate,
amando piu
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
che l’altro,
alqual non
è
compa-ratione
comparatione
?
Dio dara
ʃomma
somma
pena a
chi non
uorra
vorra
andare,
Durate
adun-que
adunque
con la
uoʃtra
vostra
ʃoʃtanza
sostanza
nelle guerre importanti,
mettendo la
ui-ta
vita
per Dio,
dil che non ci
è
meglio,
ʃono
sono
alcuni bugiardi,
i quali
dico-no,
dicono,
che
ʃe
se
il luogo
fuʃʃe
fusse
sterile,
e commodo,
e la
uia
via
breue
breve
le
te
ʃeguireb-bero,
seguirebbero,
ma
eβendo
essendo
lunga,
e difficile,
giurano per Dio di non poter
ueni-re,
venire,
di
queʃti
questi
tali non ti piaccia,
ne il
ʃenʃo,
senso,
ne la prole,
Eβi
Essi
non
ʃono
sono
ʃe
se
non gente
ʃeparata
separata
da noi.
Chiunque adunque di loro offendera Dio,
ʃott’entrera
sott’entrera
alla pena del fuoco.
Gl’incredoli hanno a
temere,
che non
ʃoprauenghino
sopravenghino
loro i
capitoli,
{245}
i quali
paleʃano
palesano
a loro cuori i
ʃecreti,
secreti,
i
perturbatori,
che
ʃi
si
ʃon
son
dimenticati di Dio,
non
ʃon
son
da lui ricordati per
la loro malitia,
A
queʃti
questi
tali Dio in perpetuo dara il fuoco.
Non
uogliate
vogliate
imitare gli
anteceʃʃori,
antecessori,
che
richiʃs.
richiss.
di tutti i
beni,
e forti,
diceuano
dicevano
di
non credere in Dio.
Queʃti
Questi
tali perderono le opere loro,
e di là
ʃaran-no
saranno
accompagnati co
maluagi.
malvagi.
Tutti i
diʃpregiatori
dispregiatori
de Propheti,
ʃono
sono
ʃtati
stati
puniti da Dio,
non
hauendo
havendo
creduto a
precetti,
ne a
miracoli loro.
{246}
I buoni fanno
limoʃine,
limosine,
orationi,
aʃcoltano
ascoltano
il Propheta,
e
coʃi
cosi
da Dio
ri-ceuon
ricevon
perdono,
e dopo il
Paradiʃo,
Paradiso,
che
è
coʃa
cosa
marauiglioʃa.
maravigliosa.
[213]
Non
ʃanno
sanno
i
maluagi,
malvagi,
che Dio
conoʃce
conosce
i
ʃecreti
secreti
di tutti i
cuori?
Gli ingrati a
Dio
come che habbia da te perdono,
non
ʃon
son
però
da Dio
riceuute
ricevuti
a gratia,
ne
ʃi
si
perdona loro.
Tutti i
ribelli
à
Dio,
e al
ʃuo
suo
Legato non faccendo
quello che
è
ʃtato
stato
lor commandato,
patiranno
grauiβimo
gravissimo
male.
Coloro
ʃon
son
forte
maluagi,
malvagi,
che non
eʃʃendo
essendo
forzati da alcuna
neceβità
necessità
dimorano con gli
auerʃari.
aversari.
E quei
riceuono
ricevono
grandiβimo
grandissimo
merito,
che per Dio
combattono,
e parimenti chi dà
loro aiuto,
e da Dio
ʃapiente
sapiente
rimunerato
egli da loro il
Paradiʃo,
Paradiso,
&
il pregio per l’anime,
e per le
ʃoʃtan-ze
sostanze
loro,
o
ʃiano
siano
occiʃi,
occisi,
o
ʃiano
siano
occiʃori.
occisori.
Quel che Dio ha
promeʃʃo
promesso
ʃta
sta
fermo,
e non
è
da dubitarne,
perche
ʃi
si
conferma per il
teʃtamento,
testamento,
per i
Vangeli,
e per l’Alcorano,
ʃiaui
siavi
dunque in piacere,
l’hauer
l’haver
per Dio
ʃpeʃo
speso
l’anime
uoʃtre,
vostre,
e tutta la
uoʃtra
vostra
ʃoʃtanza.
sostanza.
Chiunque
ʃi
si
partira dal male orando
aβiduamente,
assiduamente,
e ringratiando,
e
humilian-doʃi,
humiliandosi,
eʃʃendo
essendo
oʃʃeruatore
osservatore
de precetti
diuini,
divini,
hara
ʃommo
sommo
gaudio,
&
eterno.
Niʃʃun
Nissun
non preghi per coloro che
conoʃce
conosce
che andranno nel
fuoco,
ʃe
se
ben
ʃon
son
parenti.
[214]
Abramo
aβiduo
assiduo
nell’orationi,
come che egli
haueʃʃe
havesse
perdonato al Padre,
non dimeno
uedendolo
vedendolo
anchor
riuolto
rivolto
contrario
à
Dio l’abbandono.
Dio non
laʃcia
lascia
perire gli huomini,
&
er-rare
errare
poi che
eβi
essi
hanno
preʃa
presa
la fede,
uoi
voi
buoni adunque temetelo,
e
ueramente
veramente
obeditelo.
Gli Arabi,
e i
Medenenʃi
Medenensi
non poteron
fuggi-re,
fuggire,
che non
andaʃʃero
andassero
col Legato,
e
oraʃʃero
orassero
per l’anime loro.
Per
queʃto
questo
non fanno guadagno,
perche
ui
vi
uanno
vanno
forzati,
uoi
voi
adunque
buoni
ʃentendo
sentendo
li incredoli,
con le
uoʃtre
vostre
forze temendo Dio,
eʃpugna-teli,
espugnateli,
accioche
ʃentino
sentino
la
uoʃtra
vostra
audacia.
Sono alcuni,
che
poʃto
posto
il
ca-pitolo,
capitolo,
addomandano.
Qual
accreʃce
accresce
la
noʃtra
nostra
fede?
Queʃto
Questo
a
cre-denti
credenti
da confermamento,
e a
maluagi
malvagi
ʃopra
sopra
il male
accreʃce
accresce
piu
ma-le,
male,
e incredulita,
onde periranno per lo non credere loro.
Non
ueggono
veggono
che
eβi
essi
peggiorano ogni anno mentre che
ho-ra
hora
credono,
e hora non credono?
[215]
Di
uoi
voi
ui
vi
è
dato
Nuntio immutabile,
e costante,
il quale
eʃʃen-do
essendo
puro di cuore
ʃi
si
conturba per la
uoʃtra
vostra
incredulità,
ʃi
si
come l’opere de buoni lo
rallegrano:
Ma non
uolendo
volendo
eβi
essi
credere,
accommandati
a Dio Signor del
Cielo,
e di
tutto.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIX.
XIX.
[216]
QVESTE
QUESTE
marauiglie
maraviglie
di
queʃto
questo
libro elegante,
e dotto.
Sono
à
gli huomini
ʃtupende,
stupende,
le quali
ʃon
son
mandate
lo-ro,
loro,
&
eβi
essi
le tennero
diuine,
divine,
ma gli incredoli le chiamano
incanti,
doue
dove
che
eβi
essi
non
troueranno
troveranno
chi gli aiuti da Dio
creator del Cielo,
e della terra.
Oʃʃeruatelo
Osservatelo
adunque perche
è
uera-ciβimo,
veracissimo,
douendo
dovendo
uoi
voi
ritornar
à
lui,
egli di tutti creatore dopo la
mor-te
morte
chiamera tutti per giudicare.
E i
diʃpreggiatori
dispreggiatori
di
queʃti
questi
noʃtri
nostri
precetti,
ʃaranno
saranno
grauemente
gravemente
puniti nel fuoco.
Ma quei,
che
ʃperano
sperano
di
uenir
venir
à
noi,
ʃaranno
saranno
meβi
messi
per
ʃempre
sempre
nel
Paradiʃo.
Paradiso.
Queʃti
Questi
tali
inuoca-no
invocano
Dio,
e lo ringratiano.
Se Dio
s’affrettaʃʃe
s’affrettasse
à
dar il male,
come fa
il bene,
gia harrebbe punito i
cattiui.
cattivi.
Però
ʃi
si
dà
tempo loro,
accioche
ʃi
si
uegga,
vegga,
ʃe
se
uoglion
voglion
ritornar
à
noi,
[217]
Ma
eβi
essi
ʃtando
stando
dicono,
portaci un’altro Alcorano,
o muta
queʃto,
questo,
a quali
riʃpondo,
rispondo,
che non lo
uo
vo
fare,
ʃi
si
per
l’oʃʃeruation
l’osservation
de precetti
diuini,
divini,
e
ʃi
si
per il timor del di giudiciale.
Dio mi
ha liberato da loro,
Dio dunque
uedendomi
vedendomi
ʃapiente,
sapiente,
in
queʃte
queste
coʃe
cose
mi
eʃʃaudirà
essaudirà
chiamandomi alla
uia
via
della
ʃalute,
salute,
e
moʃtrandomi
mostrandomi
la
uia
via
ret-ta,
retta,
Egli
à
chi farà
bene,
dara per
ʃempre
sempre
il
Paradiʃo,
Paradiso,
e i
peccatori il
fuoco eterno per le lor
maluagie
malvagie
operationi.
Coloro adunque che
dico-no,
dicono,
che Dio
è
creator del Cielo,
e della terra,
dator della
uita,
vita,
e della
morte,
perche non gli credono?
Egli
è
Dio
uerace,
verace,
e chi abbandona la
uerità,
verità,
non
ʃegue
segue
ʃe
se
non il
ʃuo
suo
danno.
Perche
ʃprezzate
sprezzate
il
conuertir-ui
convertirvi
?
Le parole di Dio
ʃon
son
ueraci.
veraci.
Perche non
uedete
vedete
uoi
voi
che
è
coʃi
cosi
?
Mol-ti
Molti
ʃono
sono
incredoli perche dicono,
che non intendono l’Alcorano,
[218]
che
ʃa-rebbe
sarebbe
ʃe
se
ʃi
si
eʃponeʃʃe
esponesse
?
Guardate che fin fu quello de
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori.
antecessori.
A contradicenti dirai,
che attendino
à
far i
fatti loro,
e tu i
tuoi,
e di
che Dio
nõ
non
fa ingiuria
à
niʃʃuno
nissuno
:
ma che lo huomo
à
ʃe
se
ʃteʃʃo
stesso
ʃi
si
nuoce,
e
dirai,
che
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe,
volesse,
tutti gli huomini della terra crederebbero
à
lui,
forʃe
forse
tu
ʃtudi
studi
coʃtrigner
costrigner
le genti
à
credere?
Niun potra credere
non
uolendo
volendo
Dio,
il quale
laʃcia
lascia
ʃtare
stare
i
cattiui
cattivi
nelle
maluagità
malvagità
loro.
[219]
Egli
è
manifeʃto,
manifesto,
che non
gioua
giova
coʃa
cosa
alcuna delle
celeʃti,
celesti,
e
terreʃtri,
terrestri,
ne
mi-racoli,
miracoli,
ne
uirtu,
virtu,
a gli incredoli,
i quali
aʃpettano
aspettano
l’euento
l’evento
de loro
ante-ceʃʃori,
antecessori,
aʃpettino
aspettino
adunque,
e io in
queʃto
questo
mezzo come
à
me appartiene
ʃaluero
salvero
i
noʃtri
nostri
nuntij,
nuntii,
io da loro partitomi,
e
uenutomi
venutomi
alla fede
nõ
non
ado
ro
ʃe
se
non un
ʃolo
solo
Dio,
il quale mi ha fatto credere la
uia
via
retta,
prohi-bendo
prohibendo
che io non adori alcuno in luogo di Dio,
il cui dono non puo
tor-re
torre
alcuno.
Niʃʃuno
Nissuno
s’egli nol
moʃtra,
mostra,
non potra
conoʃcere
conoscere
il male.
La
diuina
divina
uerità
verità
à
noi data ci
moʃtra
mostra
la retta
uia,
via,
la cui
oʃʃeruanza
osservanza
a
credenti da
ʃalute,
salute,
e agli incredoli errore.
Guardateui
Guardatevi
adunque,
per-che
perche
io non
ʃarò
sarò
ʃempre
sempre
uoʃtro
vostro
guardiano.
Tu
ʃeguita
seguita
il libro
mandato-ti
mandatoti
da Cielo,
tanto che Dio giudichi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XX.
XX.
[220]
LE PAROLE di
queʃto
questo
uolume
volume
compoʃto
composto
da
ʃapien-tiβimi,
sapientissimi,
&
eloquentiβimi,
eloquentissimi,
dicono che non
inuocchiate,
invocchiate,
ʃe
se
non un
ʃolo
solo
Dio,
e che
à
lui chieggiate perdono.
Egli
ui
vi
rendera merito del
uoʃtro
vostro
bene,
altrimenti il di
giu-diciale
giudiciale
ui
vi
dara
grauiβimo
gravissimo
male.
Dio creator di tutto
ui
vi
meʃʃe
messe
in
ter-ra
terra
per
conoʃcer
conoscer
chi di
uoi
voi
opera bene,
[221]
ʃe
se
tu di loro,
che dopo morte
ʃu-ʃciteranno,
susciteranno,
dicono che
è
fantaʃia,
fantasia,
e incantamento,
ma
ʃappino
sappino
che
ʃara
sara
uero,
vero,
e che
eβi
essi
il di ultimo
riceueranno
riceveranno
male
perche non
uollero,
vollero,
ne
udir,
ne credere.
I credenti
poʃʃederanno
possederanno
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Noi mandammo
Noe alle
ʃue
sue
genti,
e
perʃuadendoli
persuadendoli
che
eβi
essi
credeʃʃero
credessero
in Dio,
rimaʃe
rimase
la maggior parte
ʃenza
senza
credere,
e
diʃʃe.
disse.
Noi
penʃiamo
pensiamo
che tu
ʃia
sia
bu-giardo,
bugiardo,
eβendo
essendo
tu huomo come ancho noi
ʃiamo,
siamo,
a cui egli,
io camino
per la
uia
via
retta da Dio datami per
ʃua
sua
miʃericordia
misericordia
la quale
uoi
voi
non
conoʃcete,
conoscete,
io per me non
aʃpetto
aspetto
alcuna morte
{256}
da
uoi,
voi,
ma da Dio,
e
pero
eʃʃendo
essendo
uoi
voi
brutti,
ui
vi
ʃcaccio
scaccio
da me.
Chi mi difenderebbe da Dio
s’io
ʃcacciaβi
scacciassi
i buoni?
io non ho il
teʃoro
tesoro
di Dio,
ne
ʃon
son
Angelo,
ne
ui
vi
diro i
ʃecreti
secreti
di Dio,
perche
ʃarei
sarei
numerato tra
cattiui,
cattivi,
eʃʃi
essi
allhora
diʃ-ʃero,
dissero,
Baʃta
Basta
tu,
ʃe
se
dici il
uero,
vero,
metti a
eʃʃecutione
essecutione
queʃti
questi
tuoi miracoli,
Diʃʃe
Disse
Noe.
Niʃʃuno
Nissuno
da
uoi
voi
infuori,
uerra
verra
con
queʃte
queste
uirtu,
virtu,
il quale
fac-cendoui
faccendovi
errare,
non
giouerà
gioverà
il mio
conʃiglio,
consiglio,
coʃi
cosi
gli
cõmandammo
commandammo
che
faceʃʃe
facesse
l’arca,
et entro
ui
vi
metteʃʃe
mettesse
maʃchio,
maschio,
e
fẽmina
femmina
di tutti gli animali
terreni,
e
celeʃti,
celesti,
{257}
e dopo allargato il freno
à
l’acqua
affogãmo
affogammo
ogni
co-ʃa.
cosa.
Scaib Propheta
parimẽte
parimente
diʃʃe
disse
alla
ʃua
sua
gente,
o gente
inuoca
invoca
Dio oltra ilqual non
è
altro,
perche egli li tornera meglio.
Riʃpoʃero.
Risposero.
Ci commandi tu che noi
laʃciamo
lasciamo
quel che gli
anteceʃʃori
antecessori
nostri hanno fatto?
Sei tu
prouido,
provido,
e
diʃcreto
discreto
?
Riʃpoʃe
Rispose
egli,
potete
uoi
voi
ʃapere
sapere
s’io
ʃia
sia
da
parte di Dio?
Io cerco il ben
uoʃtro,
vostro,
e
ui
vi
moʃtro
mostro
la
uia
via
retta,
che
ui
vi
puo
condurre a
ʃalute,
salute,
ma
ʃe
se
uoi
voi
la refutarete:
ʃappiate
sappiate
che patirete
gra-uiʃʃimo
gravissimo
male.
Allhora
diʃʃero,
dissero,
o Scaib
eʃʃendo
essendo
tu
pouero,
povero,
e ignobile,
ti
cacciamo da noi,
non tenendo alcuni de tuoi precetti.
Riʃpoʃe
Rispose
eʃʃo,
esso,
uoi
voi
riguardate piu alla mia generatione,
che a
Dio,
e
ui
vi
gettate le
coʃe
cose
im-portanti
importanti
dietro alle
ʃpalle,
spalle,
uoi
voi
dunque fate a
uoʃtro
vostro
modo,
che io faro al
mio,
e
ʃi
si
uedra
vedra
poi chi hara fatto bene,
o male.
Coʃi
Cosi
liberando Scaib
profondammo gli incredoli.
Moʃe
Mose
parimente
mandato a
Pharaone fu
da lui contradetto,
onde per quello con la
ʃua
sua
gente da noi fu disfatto,
Eβi
Essi
ci
hãno
hanno
poco fatto male,
ma hanno alle loro anime
grãdemente
grandemente
nocciuto
.
Nel accidente della morte,
poco hanno
hauuto
havuto
di
giouamento
giovamento
da
quei che hanno in luogo di Dio,
adorato altro,
Queʃte
Queste
coʃe
cose
ʃon
son
aʃʃai
assai
marauiglioʃe,
maravigliose,
a chi teme il mal del di futuro,
ilquale
uenendo
venendo
dopo il
preʃcritto
prescritto
termine,
ciaʃcuno
ciascuno
s’adunera in
preʃenza
presenza
di Dio,
ne
perʃona
persona
fauellera
favellera
ʃe
se
non
uorra
vorra
Dio,
e
quiui
quivi
ʃarà
sarà
manifesto l’infortunio,
e la
felicità
di
ciaʃcuno,
ciascuno,
Gli infortunati,
ʃe
se
non quelli che
eʃʃo
esso
uorra,
vorra,
entreranno nel fuoco,
nel quale
ʃtaranno
staranno
fin che durera il Cielo,
e la terra,
e
per
ʃimile
simile
ʃpatio,
spatio,
tutti i
felici,
che Dio
uorrà,
vorrà,
ʃtaranno
staranno
nel
Paradiʃo.
Paradiso.
Di quelli che non
inuocano
invocano
altro,
ʃe
se
non quel che i
padri loro
inuocaro-no,
invocarono,
non dubitate,
che non
ʃia
sia
da noi renduta la parte loro
ʃanz’alcun
sanz’alcun
diminuimento
.
Se le parole di Dio
ʃcritte
scritte
non
fuʃʃero
fussero
ferme,
e immutabili,
egli gia che
ʃa
sa
ogni
coʃa,
cosa,
e a
tutti rende il merito,
harebbe giudicato
coloro che adducono contrarietà
al libro di
Moʃe,
Mose,
e tutti gli altri al
mondo che dubitano.
Tu adunque correggi te,
&
ʃeco
seco
tutti i
credenti,
ʃi
si
come noi habbiam commandato,
ne
ʃi
si
parta alcuno,
uedendo
vedendo
Dio ogni
coʃa.
cosa.
Non
ui
vi
uogliate
vogliate
accompagnare con coloro,
che fanno male.
Altrimenti,
uoi
voi
ʃarete
sarete
abbruʃciati
abbrusciati
dal fuoco.
Fate oratione in
preʃenza
presenza
di
Dio al principio del di,
e parte della notte per
ʃcancellar
scancellar
i peccati,
e
per
ricordarʃi
ricordarsi
del bene,
aʃpettando
aspettando
la merce che Dio non terra ad
al-cuno,
alcuno,
Dio confonde quei
cattiui,
cattivi,
che non
uoglion
voglion
ʃe
se
guitar
ʃe
se
non la
ʃetta
setta
de loro
anteceʃʃori,
antecessori,
e non
uol
vol
lor far bene alcuno per non fare ingiuria a
buoni,
il quale
uolendo,
volendo,
faceʃʃe
facesse
che tutta la gente
fuʃʃe
fusse
una
me-deʃima.
medesima.
Ma
ʃarà
sarà
ʃempre
sempre
contrarietà
ʃe
se
Dio non perdona,
e dà
miʃeri-cordia,
misericordia,
Le cui parole
uerranno
verranno
ad effetto,
cioè
che l’inferno s’empiera
di huomini,
e di
Diauoli,
Diavoli,
Direte adunque a
gli incredoli,
uoi
voi
fate le faccende a
uoʃtro
vostro
modo
aʃpettando
aspettando
io parimente,
che ho da Dio
hauuto
havuto
la
luce,
e che mi ha
inʃegnato
insegnato
la
uia
via
retta d’andar al
Paradiʃo
Paradiso
faralmio
{258}
I
ʃecreti
secreti
del Cielo,
e della terra
ʃon
son
tutti di Dio.
Alquale tutte le
coʃe
cose
fatte,
e altrui comandate ritorneranno.
Huomini buoni,
laʃciando
lasciando
i peccati,
che fanno che
ʃete
sete
ʃuoi
suoi
nimici,
credete in lui,
e nelle
uoʃtre
vostre
faccende
inuocandolo,
invocandolo,
raccommandateui
raccommandatevi
à
lui,
Perche egli che
ʃa
sa
tutte le
coʃe
cose
della terra,
e del cielo,
come da lui create
inʃieme
insieme
con lo huomo,
non
ʃi
si
dimentichera del fatto
uoʃtro,
vostro,
e temetelo con tutto il cuore
adoran-dolo
adorandolo
ʃera,
sera,
e mattina.
{259}
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXI.
XXI.
[222]
QVI
QUI
IN
queʃto
questo
libro dell’Alcorano arabico
da Dio
compoʃto,
composto,
ʃi
si
manifeʃta
manifesta
la
noʃtra
nostra
conuerʃione,
conversione,
&
hora
narre-ro
narrero
quelle
coʃe
cose
fatte da coloro che furono di cor
uile,
vile,
hora
di tutti i
uoʃtri
vostri
da te mandati narrero
coʃe
cose
a coloro,
i quali da prima
ʃono
sono
ʃtati
stati
incredoli,
e pigri.
{261}
Quando
Gioʃepho
Giosepho
riferi a
ʃuo
suo
padre che
haueua
haveva
ueduto
veduto
.xij.
xii.
ʃtelle,
stelle,
{262}
e il Sole,
e la Luna,
e che
ʃe
se
gli
in-ginocchiauano,
inginocchiavano,
diʃʃe
disse
il padre,
figliuolo non
reuelar
revelar
queʃto
questo
ʃegno
segno
a tuoi
fratelli,
accioche per
inuidia
invidia
non ti faccino qualche inganno,
a cio
inui-tandoli
invitandoli
il
Diauolo
Diavolo
inimico della humana generatione.
Dio
ʃapiente
sapiente
ci
inʃegnera
insegnera
l’eʃpoʃition
l’esposition
delle parole empiendoti di bene,
e inalzandoti
ʃopra
sopra
tutti gli altri di Iacob.
Aʃcolti
Ascolti
ciaʃcuno
ciascuno
quel che
auenne
avenne
a
Gioʃe-pho
Giosepho
per i
ʃuoi
suoi
fratelli,
Eʃʃi
Essi
conoʃcendo
conoscendo
che il padre
l’amaua
l’amava
oltre modo
diʃʃero.
dissero.
Noʃtro
Nostro
padre amando piu lui
ʃolo
solo
che tutti noi erra
ueramen-te.
veramente.
Occidiamolo adunque,
o
ʃcacciamolo,
scacciamolo,
e
coʃi
cosi
faremo che
noʃtro
nostro
padre
ci
ʃara
sara
grato,
e benigno,
uno di loro
opponendoʃi
opponendosi
al
penʃier
pensier
fatto di
oc-ciderlo
occiderlo
diʃʃe.
disse.
Nõ
Non
occidiamo
Gioʃepho,
Giosepho,
ma
ʃe
se
ui
vi
pare,
mettiamolo in una
Ciʃterna,
Cisterna,
e
quiui
quivi
laʃciandolo
lasciandolo
paʃʃera
passera
forʃe
forse
qualche uno che lo torra,
e lo portera
uia.
via.
I fratelli a
queʃto
questo
accordatiʃi,
accordatisi,
diʃʃero
dissero
al padre.
Perche
non ci
laʃci
lasci
tu alle
uolte
volte
Gioʃepho
Giosepho
amandolo noi
ʃommamente
sommamente
?
Concedicelo domani accioche
cõ
con
noi
uenga
venga
alla
paʃtura,
pastura,
e
ʃaremone
saremone
buoni guardiani,
e
uenuto
venuto
il di,
nella partita loro
diʃʃe
disse
il padre,
Mi duole che tu facci loro compagnia,
i temo che i
lupi rapaci,
eʃʃendo
essendo
tu poco
eʃperto,
esperto,
non ti
diuorino,
divorino,
Allhora i
fratelli
diʃʃero.
dissero.
S’il Lupo lo mangiera,
met-tiamloci
mettiamloci
in conto delle genti infelici,
coʃi
cosi
andando
ʃeco
seco
ʃi
si
conuennero
convennero
tutti di metterlo nella
ciʃterna,
cisterna,
e cio fatto tornarono la
ʃera
sera
lagrimando,
cominciarono
à
dire.
O Padre,
Gioʃepho
Giosepho
che tu ci hai dato in
cuʃto-dia
custodia
è
ʃtato
stato
diuorato
divorato
da un Lupo
inʃieme
insieme
con le pecore
noʃtre,
nostre,
e in tanto
gli
appreʃentano
appresentano
una
camiʃcia
camiscia
inʃanguinata,
insanguinata,
dicendo.
Ecco padre il
te-ʃtimone
testimone
della
ʃua
sua
morte,
ʃe
se
per
auentura
aventura
tu non ci
credeβi.
credessi.
Il padre
ri-ʃpondendo
rispondendo
diʃʃe.
disse.
Voi nel cuor
uoʃtro
vostro
hauete
havete
uoluto
voluto
coʃi,
cosi,
ma io
ʃoʃter-ro
sosterro
queʃta
questa
coʃa
cosa
con patientia,
e con
modeʃtia,
modestia,
e haro Dio che mi
aiute-ra
aiutera
in
queʃta
questa
coʃa
cosa
che
uoi
voi
mi dite.
Andàro poi alcuni a
trar l’acqua,
e
trouato
trovato
Gioʃepho
Giosepho
diʃʃero,
dissero,
che era loro,
ma i
fratelli faccendolo lor
prigione lo
uenderono
venderono
per una certa quantità
di danari,
Il
compera-tor
comperator
di lui,
che fu di Mezara,
[223]
commando alla moglie,
che
l’accettaʃʃe
l’accettasse
honoreuolmente,
honorevolmente,
e che li
faceʃʃe
facesse
carezze,
perche
ʃperaua
sperava
di
farʃelo
farselo
figliuolo
adottiuo.
adottivo.
Coʃi
Cosi
conducemmo
Gioʃepho
Giosepho
nella terra aiutandolo
in tutte le
ʃue
sue
faccende,
accioche egli
fuʃʃe
fusse
ottimo interprete delle
pa-role,
parole,
il che era
ʃaputo
saputo
da pochi.
[224]
Et fatto
giouane,
giovane,
gli demmo la
ʃa-pientia
sapientia
perche
coʃi
cosi
meritano i
buoni.
La predetta donna
trouatolo
trovatolo
in
camera
ʃua,
sua,
chiuʃa
chiusa
la porta,
lo pregò
che
uoleʃʃe
volesse
giacer con lei,
e concederle,
il
ʃuo
suo
amore,
Alla quale egli
diʃʃe.
disse.
Iddio non
uuole
vuole
che io
l’of-fenda,
l’offenda,
eʃʃendo
essendo
egli mio benefattore,
e da lei
fuggendoʃi
fuggendosi
fu
ʃegui-tato,
seguitato,
&
ella lo
preʃe
prese
correndo di dietro per la
camiʃcia,
camiscia,
e la
rup-pe.
ruppe.
Il che fatto
ʃubito
subito
ʃi
si
uenne
venne
alla porta del luogo,
&
gridando
di-ceua.
diceva.
Che merita altro
coʃtui,
costui,
che mi ha tentato nello honor mio,
ʃe
se
non
la prigione,
o qualche altro maggior danno?
Et egli
diʃʃe,
disse,
ella me
ne ha pregato.
Furono allhora chiamati giudici,
che
deueʃʃero
devessero
dif-finir
diffinir
questa
coʃa.
cosa.
Eβi
Essi
diceuano,
dicevano,
che
ʃe
se
la
camiʃcia
camiscia
fuʃʃe
fusse
rotta
dinan-zi,
dinanzi,
che facilmente
Gioʃepho
Giosepho
ʃarebbe
sarebbe
giudicato
colpeuole,
colpevole,
ma
ha-uendo
havendo
ella rotta la
camiʃcia
camiscia
di dietro,
[225]
ʃi
si
uedea
vedea
che era
ʃtata
stata
arte
fe-minile,
feminile,
e
perʃuadono
persuadono
Gioʃepho,
Giosepho,
che non
penʃi
pensi
piu a
queʃta
questa
coʃa,
cosa,
e che
egli
addomandaβe
addomandasse
perdono alla donna.
Di qui nacquero tra l’altre
donne della Citta mille
nouelle,
novelle,
dicendo.
Ecco ecco la donna di tanto
grande huomo,
che amando il
ʃuo
suo
ʃeruo,
servo,
ha pregato che egli gli
con-ceda
conceda
il
ʃuo
suo
amore.
Ella udendo dir
queʃte
queste
coʃe
cose
ʃi
si
dolʃe
dolse
molto,
e
com-mando
commando
che quelle donne
ueniʃʃero
venissero
da lei,
e preparo loro
oue
ove
elleno
po-teʃʃero
potessero
giunte
ʃedere,
sedere,
&
à
ciaʃcuna
ciascuna
di loro diede un coltello,
e fè
ue-nir
venir
Gioʃepho
Giosepho
alla
preʃenza.
presenza.
Il quale
ueduto,
veduto,
a tutte
uenne
venne
loro il
me-ʃtruo,
mestruo,
e a
ʃe
se
medeʃima
medesima
taglio la mano.
[226]
Et dicendo,
che Dio non
uole-ua
voleva
che
fuʃʃe
fusse
huomo,
ma uno de migliori Angeli,
ella
riʃpoʃe.
rispose.
Queʃto
Questo
è
quello che
uoi
voi
mi
ʃolete
solete
opporre,
il quale non
m’eʃʃaudi
m’essaudi
pregan-do
pregando
io che ei
ʃi
si
giaceʃʃe
giacesse
meco.
E perche non ha
uoluto
voluto
obbedirmi,
lo
mettero in prigione,
e lo faro ritornar alla
miʃura
misura
di piu
uili,
vili,
e piu
abbietti.
Egli cio udendo
diʃʃe.
disse.
O Dio io piu
toʃto
tosto
uoglio
voglio
la prigione
che lei,
e
ʃe
se
tu non mi aiuti,
forʃe
forse
diuenendo
divenendo
ʃenz’intelletto
senz’intelletto
pecche-ro
pecchero
con lei.
Dio allhora
eʃʃaudendolo,
essaudendolo,
il quale
è
uditore di tutti,
gli
ri-moʃʃe
rimosse
cotal opinione,
&
egli fu
meʃʃo
messo
in prigione
inʃieme
insieme
con due
giouani,
giovani,
De quali uno
hauendo
havendo
ʃognato
sognato
di
hauer
haver
fatto
uino,
vino,
e l’altro che
portaua
portava
pane
ʃopra
sopra
il capo,
e che gli uccelli
ueniuano
venivano
a mangiarlo,
pregauano
pregavano
Gioʃepho,
Giosepho,
che
uoleʃʃe
volesse
loro interpretare quel che
ʃignifica-uano
significavano
cotai
ʃogni.
sogni.
Egli allhora per farli piu certi
diʃʃe.
disse.
Voi non
man-giarete
mangiarete
prima che io
ʃapro
sapro
dirui
dirvi
tutto quello che
ui
vi
debbe
auenire,
avenire,
que-ʃto
questo
me lo ha
moʃtrato
mostrato
Dio,
perche
laʃciando
lasciando
da un lato,
chi non ha
cre-duto
creduto
in Dio,
ho
ʃeguitato
seguitato
la
ʃetta
setta
de padri miei,
cioè
d’Abramo,
d’Iʃac,
d’Isac,
d’Iʃmahele,
d’Ismahele,
di Iacob,
ne mai
niʃʃun
nissun
de
noʃtri
nostri
diʃʃe,
disse,
che Dio
haueʃʃe
havesse
compagno,
e
queʃta
questa
è
la
ʃua
sua
uolontà
volontà
ʃopra
sopra
noi.
Ma gli huomini per lo
piu
ʃono
sono
ingrati.
Voi che
ʃete
sete
miei compagni in prigione,
credete
che
ʃian
sian
meglio molti dii
ʃeparati,
separati,
o pur un
ʃolo
solo
onnipotente?
Voi
chiamate
ʃolamente
solamente
il nome di Dio,
ma pochi ci
ʃono
sono
che
oʃʃeruino
osservino
quello che egli ha commandato.
Sappiate adunqne,
che uno di
uoi
voi
ʃara
sara
fatto Coppiere,
e
ʃcudiero
scudiero
del
ʃuo
suo
Signore,
e l’altro
ʃara
sara
impiccato,
dal
cui capo mangieranno gli uccelli.
Coʃi
Cosi
detto
uoltoβi
voltossi
a colui che
haue-ua
haveva
ad
eʃʃer
esser
liberato,
e
diʃʃe.
disse.
Nominãdomi
Nominandomi,,
ricorda il mio nome al tuo Signore
.
[227]
Ma perche per operation del
Diauolo,
Diavolo,
dicendo,
queʃto
questo
non
no-mino
nomino
Dio,
ʃtette
stette
noue
nove
anni in prigione.
Allhora il Re
ʃognando
sognando
che
ʃette
sette
uacche
vacche
magre,
conʃumauano
consumavano
ʃette
sette
graʃʃe,
grasse,
e che
ʃette
sette
ʃpighe
spighe
graʃʃe,
grasse,
ne
conʃumauano
consumavano
ʃette
sette
ʃecche,
secche,
{268}
chiamati gli interpreti accioche
gli
ʃpianaʃʃero
spianassero
il
ʃogno,
sogno,
gli domando
s’eβi
s’essi
ʃapeuano,
sapevano,
Eglino
confeʃ-ʃando
confessando
che non
ʃe
se
n’intendeuano,
n’intendevano,
penʃauano
pensavano
che
queʃto
questo
fuʃʃe
fusse
un
ʃogno.
sogno.
Finalmente colui che fu libero dalla prigione,
ricordandoʃene,
ricordandosene,
diʃʃe.
disse.
Se tu mi mandi
à
Gioʃepho
Giosepho
ueridico,
veridico,
ti prometto che io ti portero
in-dietro
indietro
l’eʃpoʃitione
l’espositione
del tuo
ʃogno,
sogno,
Mandati dunque alcuni a
Gioʃe-pho,
Giosepho,
gli addomandorono quel che
ʃignificaua
significava
il
ʃogno,
sogno,
Egli
riʃpoʃe.
rispose.
Seminate
ʃette
sette
anni
continoui
continovi
grano,
e coltolo mangiatene
po-co,
poco,
e
ʃerbate
serbate
l’altro,
perche dopo
uerranno
verranno
ʃette
sette
anni
grauiβimi,
gravissimi,
ne
quali
ui
vi
morireʃte
morireste
non
ʃerbandoui
serbandovi
da mangiare.
A
queʃti
questi
poi
ʃuccede-ranno
succederanno
altri anni,
ne quali
naʃceran
nasceran
frutti,
uua
uva
&
ogni altra
coʃa,
cosa,
per
la quale gli huomini
ʃi
si
libereranno da tanta penuria.
Raccontata
que-ʃta
questa
coʃa
cosa
al Re,
comando che
Gioʃepho
Giosepho
gli
fuʃʃe
fusse
menato dinanzi.
Et egli
fe ritornar il Nuntio al Signore,
accioche egli
addomandaʃʃe,
addomandasse,
perche
coʃi
cosi
le predette donne
ʃegauano
segavano
le lor mani,
le cui arti Dio
ʃolo
solo
cono-ʃce.
conosce.
Ricercando il Signore,
quel che elle
haueuano
havevano
quando
chiedeuano
chiedevano
Gioʃepho
Giosepho
del giacimento carnale,
confermauano
confermavano
giurando per Dio,
che
non
haueuano
havevano
in quello
trouato
trovato
mal’alcuno.
Finalmente la donna del
Re
[228]
diʃʃe.
disse.
Per la
uerità
verità
io
confeʃʃo,
confesso,
che io lo pregai,
che
ʃi
si
impaciaβe
impaciasse
meco,
&
egli nego.
Et egli
è
teʃtimone
testimone
in
ʃecreto
secreto
di quel
uero,
vero,
che io dico,
e Dio parimente,
che ha in horror le bugie.
Et io ancho non niego l’anima de gli huomini
eʃʃere
essere
ʃtudioʃa,
studiosa,
e
deʃideroʃa
desiderosa
de mali.
Ma Dio mi ha
perdonato.
Allhora il Re commando,
che
fuʃʃe
fusse
menato,
accioche
fuʃʃe
fusse
ʃuo
suo
ʃeruidore.
servidore.
Egli dunque fidelmente
ʃeruendolo
servendolo
fu
ʃopra
sopra
ciaʃcuno
ciascuno
altro
eʃʃaltato,
essaltato,
la onde
Gioʃepho
Giosepho
gli
diʃʃe.
disse.
Fammi guardiano
ʃopra
sopra
tutti i
granai,
e i
depoʃiti
depositi
del tuo Regno,
e trattero fidelmente ogni
coʃa.
cosa.
Et
coʃi
cosi
concedemmo la terra a
Gioʃepho
Giosepho
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
ʃuo.
suo.
[229]
Egli dopo conobbe i
ʃuoi
suoi
fratelli,
che
uennero
vennero
a
trouarlo,
trovarlo,
et eglino
nõ
non
lo conobbero,
e
partendoʃi
partendosi
commeʃʃe
commesse
loro,
che
eβi
essi
al ritorno
deueʃʃero
devessero
ʃeco
seco
menar il
fratello,
che
eβi
essi
haueuano
havevano
laʃciato
lasciato
a
caʃa,
casa,
altrimenti
nõ
non
ueniʃʃero
venissero
piu,
e
perʃuadendoli
persuadendoli
diceua.
diceva.
Non
ui
vi
ho io dato buona
miʃura
misura
per poco pregio?
Eβi
Essi
gli
promeʃʃero
promessero
di dirlo al padre loro,
e
Gioʃepho
Giosepho
commando a
ʃuoi
suoi
ʃerui,
servi,
che
metteʃʃero
mettessero
la moneta nelle lor
ʃacca,
sacca,
accioche
ritrouatala
ritrovatala
fatto il ritorno piu
uolõtieri
volontieri
andaʃʃero
andassero
a
caʃa.
casa.
Eβi
Essi
ritornati al Padre
diʃʃero.
dissero.
Ci
uien
vien
interdetta la tornata,
e il formento,
ʃe
se
noi non meniamo con
noi il
noʃtro
nostro
fratello,
Daccelo adunque che noi ne haremo
boniβima
bonissima
cu-ra.
cura.
Allhora il padre tutto
ʃdegnoʃo
sdegnoso
diʃʃe,
disse,
uolete
volete
che io
ue
ve
lo dia
accio-che
accioche
uoi
voi
gli habbiate la guardia che
uoi
voi
haueʃte
haveste
a l’altro
ʃuo
suo
fratello,
Dio
è
miglior guardiano di
uoi.
voi.
Eβi
Essi
aperti i
ʃacchi
sacchi
del grano
moʃtrano
mostrano
i
danari entro
trouatiui,
trovativi,
e allegri quelli danno al padre
moʃtrando
mostrando
che
era loro gratis renduta,
Eʃʃendo
Essendo
adũque
adunque
per quello allegro gli chieggono il fratello,
affermando che ne harebbero
boniβima
bonissima
guardia,
e che
ueramente
veramente
lo ritornerebbero indietro.
Il padre afferma,
che non lo
uuol
vuol
dar loro,
ʃe
se
prima non
uede,
vede,
che
ʃia
sia
uolontà
volontà
di Dio,
e che non
uede
vede
che
eβi
essi
lo habbino a
rimenar indietro.
Fatto il patto tra loro,
il padre
am-monendoli
ammonendoli
diʃʃe.
disse.
O figliuoli non entrate per piu porte,
ma per una
ʃola.
sola.
Io,
eʃʃendo
essendo
di Dio,
tutti i
giudicij,
giudicii,
alla cui
{271}
io mi accommando,
non
potro rimediar
à
quello che
ui
vi
accadera per
ʃua
sua
uolonta.
volonta.
Eʃʃi
Essi
entrati
per la porta
ʃola
sola
come lor
diʃʃe
disse
il padre,
non
riceuerono
riceverono
alcuna
mole-ʃtia.
molestia.
Iacob
haueua
haveva
all’animo l’ordine
noʃtro,
nostro,
del quale egli
è
teʃtimo-ne,
testimone,
quantunque molti nol
ʃappino,
sappino,
Gioʃepho
Giosepho
uenuto
venuto
alla
preʃenza
presenza
del
fratel
ʃuo,
suo,
ʃe
se
gli
manifeʃtò,
manifestò,
dicendoli,
che non
diceʃʃe
dicesse
queʃta
questa
coʃa
cosa
ad
al-cuno,
alcuno,
e che non
ʃi
si
curaʃʃe
curasse
molto de fatti de fratelli.
Fatta
eβi
essi
la
com-pera
compera
fu da
ʃerui
servi
di
Gioʃepho
Giosepho
meʃʃo
messo
in uno delle
ʃacca
sacca
una coppa del
Re,
e mandato lor dietro la famiglia del Re,
e
preʃili
presili
diʃʃe
disse
loro.
Dun-que
Dunque
uoi
voi
ʃete
sete
ladri?
Riʃpoʃero
Risposero
che cercate
uoi
voi
?
Diʃʃe
Disse
Gioʃepho
Giosepho
il
uaʃo
vaso
del Re,
e chiunque me lo dara hara il
ʃuo
suo
Camello carco,
e oltre gli
fa-ro
faro
beneficio.
Eβi
Essi
in
preʃenza
presenza
di
teʃtimoni
testimoni
diʃʃero,
dissero,
che non eran ladri,
e che non
erã
eran
uenuti
venuti
nelle
ʃue
sue
terre per rubare.
Et
coʃi
cosi
lamentãdoʃi
lamentandosi
faccendo cercare per le
ʃacca
sacca
loro
fu
ritrouata
ritrovata
la coppa in quello del lor
fratello minore.
Et
coʃi
cosi
inʃegnai
insegnai
a
Gioʃepho
Giosepho
come egli
poteʃʃe
potesse
appreʃʃo
appresso
ʃe
se
ritener il fratello preponendo al
ʃapiente
sapiente
un
ʃapiente.
sapiente.
I fratelli
ʃtando
stando
immobili,
per
queʃto
questo
fatto
diʃʃe
disse
Gioʃepho.
Giosepho.
Non
è
marauiglia
maraviglia
ʃe
se
eβi
essi
hanno rubato,
poco fa
hauendo
havendo
fatto mal capitar un’altro lor fratello.
Eʃʃi
Essi
riuoltiʃi
rivoltisi
a
Gioʃepho
Giosepho
diʃʃero.
dissero.
Signor parendoci tu huomo da bene,
prendi un di noi in cambio di
queʃto
questo
che ha fatto il male,
Perche il
Pa-dre
Padre
è
uiuo,
vivo,
e in eta grande,
onde
ʃi
si
morra per dolore.
A quali
eʃʃo
esso
ri-ʃpoʃe.
rispose.
Non
uoglia
voglia
Dio che
ʃi
si
ritenga
ʃe
se
non chi ha fatto il male,
per-che
perche
altrimenti noi li
fareβimo
faressimo
ingiuria.
Liberati adunque,
e non
ʃapendo
sapendo
la certezza del ritorno loro,
lamentandoʃi
lamentandosi
il maggior di loro
diʃʃe.
disse.
Non
ʃapete
sapete
uoi,
voi,
che noi promettemmo al padre di rimenarlo indietro,
e che gia facemmo di
Gioʃepho
Giosepho
un’altra
coʃa
cosa
coʃi
cosi
fatta?
Io per me non
ʃon
son
per
uenir
venir
piu,
ʃe
se
il padre non mi perdona,
e che non mi richiami,
o che Dio faccia il
ʃuo
suo
giudicio.
Ritornate
uoi
voi
al padre,
e ditegli,
Pa-dre
Padre
il tuo figliuolo ha rubbato
ʃanza
sanza
che
uoi
voi
ne habbiamo
ʃaputo
saputo
coʃa
cosa
alcuna.
Noi ci diciamo il
uero,
vero,
&
addomandane chi ci ha
accompagna-ti,
accompagnati,
e le genti che
ʃono
sono
al luogo,
oue
ove
noi
ʃiamo
siamo
ʃtati.
stati.
Il Padre cio udendo
diʃʃe.
disse.
Tenete
ʃecreto
secreto
queʃta
questa
coʃa.
cosa.
Perche io haro patientia fino
à
tanto,
che Dio
forʃe
forse
gli farà
ritornar ambi duoi,
e
coʃi
cosi
aβiduamente
assiduamente
piangendo,
e chiamando
Gioʃepho,
Giosepho,
ʃe
se
gli fecero attorno alla luce alcuni pannicoli onde
miʃeramente
miseramente
ʃi
si
ʃtaua.
stava.
{272}
Al quale i
figliuoli
diceuano.
dicevano.
Tu non
reʃterai
resterai
di nominar
Gioʃepho
Giosepho
fino alla tua morte?
A quali
eʃʃo
esso
diʃʃe.
disse.
Io
fo i
miei lamenti con Dio,
dal quale intendo quelle
coʃe
cose
che
uoi
voi
non
ʃa-pete.
sapete.
Ma
ui
vi
prego o
figliuoli,
che non
ui
vi
diʃperando
disperando
di
Gioʃepho,
Giosepho,
e del
fratello,
andiate
à
cercare.
Eʃʃi
Essi
adunque andati la terza
uolta
volta
perue-
nuti
pervenuti
à
Gioʃepho
Giosepho
diʃʃero.
dissero.
O huomo
ʃublime,
sublime,
noi che
ʃiamo
siamo
poueri,
poveri,
ʃiamo
siamo
uenuti
venuti
da te,
facci il beneficio
promeʃʃoci,
promessoci,
perche i
benefici
ʃono
sono
in gratia di Dio.
Egli
riʃpoʃe.
rispose.
Vi ricordate
uoi
voi
di
Gioʃepho,
Giosepho,
o pure
ue
ve
ne
ʃe-te
sete
dimenticati?
Riʃpoʃero,
Risposero,
ʃe
se
tu quel
Gioʃepho
Giosepho
?
Sono
diʃs’egli,
diss’egli,
e
queʃto
questo
è
mio fratello,
e gia Dio mi
è
ʃtato
stato
miʃericordioʃo.
misericordioso.
Finalmen-te
Finalmente
i fratelli
confeʃʃarono,
confessarono,
che
Gioʃepho
Giosepho
era lor Signore,
e che
eβi
essi
ha-ueuano
havevano
grandemente errato.
Ma egli
conʃolandoli
consolandoli
diʃʃe,
disse,
non
uoglia-te
vogliate
dolerui.
dolervi.
Perche hoggi Dio
ui
vi
perdonerà.
Portate
queʃta
questa
mia
cami-ʃcia
camiscia
a mio padre,
&
appreʃentatiglie
appresentatiglie
la innanzi,
accioche egli
rihab-bia
rihabbia
il
ʃuo
suo
lume,
e menatelo qua con tutta la
noʃtra
nostra
famiglia.
Gia
com-parendo
comparendo
le genti,
diʃʃe
disse
ʃuo
suo
padre.
Io
ʃento
sento
l’odore di
Gioʃepho
Giosepho
mio
fi-gliuolo,
figliuolo,
quantunque
uoi
voi
non mi crediate,
al quale
riʃpoʃero
risposero
quei che
gli erano intorno,
la
uecchiaia
vecchiaia
ti fa trapparlare,
ma
uenẽdo
venendo
il
meʃʃo
messo
del
la
nuoua,
nuova,
&
egli per la
camiʃcia
camiscia
riceuuto
ricevuto
il lume
diʃʃe.
disse.
Non
ui
vi
ho io
detto,
che ho
coʃe
cose
da Dio che
uoi
voi
non
ʃapete
sapete
?
Riʃpoʃero,
Risposero,
o padre
per-donaci
perdonaci
perche noi habbiamo errato,
a quali e
diʃʃe,
disse,
io preghero Dio che
ui
vi
perdoni,
e
ui
vi
faccia contenti.
Dopo andati tutti da
Gioʃepho,
Giosepho,
egli
honoreuolmente
honorevolmente
riceuendoli,
ricevendoli,
diʃʃe.
disse.
Entrate in Mezzara,
e
quiui
quivi
di-morando
dimorando
temete Dio,
&
eʃʃaltatigli
essaltatigli
ʃopra
sopra
gli altri,
tutti lo
honoraua-no,
honoravano,
e
ʃe
se
li
inchinauano.
inchinavano.
Fatto
queʃto,
questo,
parlò
a
ʃuo
suo
padre.
O padre,
que-ʃta
questa
e
l’eʃpoʃitione
l’espositione
del
paʃʃato
passato
ʃogno
sogno
gia
uerificata
verificata
da Dio,
ilquale mi
libero dalla prigione,
&
ui
vi
ha condotti qui da me,
dopo la diabolica
commiʃtion
commistion
tra me,
e miei fratelli,
egli
uede
vede
ogni
coʃa,
cosa,
e a
tutto mette
rimedio.
[230]
O Dio fattore del Cielo,
e della terra,
il qual mi ha dato
po-tenza,
potenza,
&
hammi
inʃegnato
insegnato
l’eʃpoʃition
l’esposition
delle parole,
io mi
accoman-do
accomando
in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e nell’altro,
e fa che io
perʃeueri
perseveri
nella buona fe,
&
alla fine accompagnami co buoni.
Ti metto in credenza
queʃta
questa
pa-rola
parola
ʃecreta,
secreta,
che tu adori
ʃolo
solo
Dio,
&
che tu ti
accoʃti
accosti
à
ʃuoi
suoi
comman-damenti,
commandamenti,
come fo io,
e miei
ʃeguaci.
seguaci.
Io non
ʃono
sono
incredolo.
Noi mandammo innanzi
à
te Propheti,
accioche
predicaʃʃero
predicassero
a gli huomini tutti,
e che
inʃegnaʃʃero
insegnassero
che fine fu quella de loro
anteceʃʃori.
antecessori.
Ma
uoi
voi
non
ui
vi
partiti dalla
uoʃtra
vostra
giuʃtitia,
giustitia,
{274}
onde quelli
diʃperandoʃi
disperandosi
non prendemmo
giuʃta
giusta
uendetta,
vendetta,
{275}
ʃaluando
salvando
i
noʃtri
nostri
amici.
Queʃte
Queste
coʃe
cose
detteui
dettevi
in-nanzi
innanzi
ʃon
son
da
eʃʃer
esser
tenute
marauiglioʃe
maravigliose
da chi teme Dio.
Perche
queʃto
questo
parlar non
è
finto,
ma fermo,
e
ʃaldo,
saldo,
e apre la buona
uia,
via,
di-ʃcernendo
discernendo
ogni
coʃa.
cosa.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXII.
XXII.
[231]
PERCIO CHE i
precetti di
queʃto
questo
libro come
manda-to
mandato
dal Cielo
ʃono
sono
ueraciβimi,
veracissimi,
non dimeno molti di
queʃti
questi
ʃono
sono
poco
oʃʃeruati
osservati
da gl’incredoli,
Iddio non ha
leuato
levato
il
cielo con colonne che
ʃi
si
uedono
vedono
come fanno gli huomini.
ma
inuiʃibili,
invisibili,
e
ʃopra
sopra
quello
aʃceʃo,
asceso,
ha talmente
diʃpoʃto
disposto
il Cielo,
e la Luna,
e gli altri pianeti,
che
è
una
marauiglia,
maraviglia,
e come
diuino
divino
proueditore
proveditore
ci ha dato tal intelletto,
[232]
che
conoʃciamo
conosciamo
come tutti harremo
à
ritornar
a lui
hauendo
havendo
diʃteʃo
disteso
la terra,
leuato
levato
i
mõti
monti,,
cauato
cavato
le
ualli,
valli,
e produttoci
tanti
ʃorti
sorti
de frutti,
e fattici noi di quella,
che ne fa
marauigliare,
maravigliare,
e
di-re,
dire,
come
è
poβibile
possibile
che
eʃʃendo
essendo
noi fatti di terra,
ritorniamo in terra?
il
che dicendo,
pare che non crediate in Dio,
doue
dove
che con la
catẽna
catena
al collo
ʃarete
sarete
condotti nel fuoco dell’Inferno,
per cioche qual opera male,
in
lui
ʃolo
solo
cade il male,
anchora che Dio come
miʃericordioʃo
misericordioso
perdoni a
chi egli
uuole,
vuole,
e
à
chi
nõ
non
uuole
vuole
nuoce,
[233]
perche egli
è
quello che manda le
nebbie,
i folgori,
i tuoni,
le
tẽpeʃte
tempeste,,
e i
tremoti,
di che tremate,
et
hauete
havete
horrore,
per ilche
ʃi
si
argomenta,
che egli
è
ʃolo
solo
Dio,
e quei che altrimenti credono,
ʃono
sono
incredoli,
il cielo,
e la terra,
e cio che
ʃi
si
cõtiene
contiene
in quelli
adora Dio,
alquale il Sole
ʃcendendo
scendendo
all’occidente s’humilia,
chi
è
dun-que
dunque
Signore del cielo,
e della terra?
eʃʃo
esso
Iddio,
[234]
perche dunque adorate
altri che non ponno ne
giouare,
giovare,
ne nuocere all’anime
uoʃtre
vostre
fabricandogli d’oro,
di catene d’annelli,
e di
coʃe
cose
ʃimili
simili
?
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXIII.
XXIII.
[235]
QVESTO
QUESTO
libro noi ti habbiam
poʃto
posto
di
ʃopra,
sopra,
accioche
per
queʃto
questo
tu
caui
cavi
gli huomini dalle tenebre,
mettendoli
nella luce,
e nella
ʃtrada
strada
di Dio,
e ribatendo l’oppinioni di
chi
nõ
non
crede,
accioche tu
moʃtri
mostri
in che errore
eβi
essi
uiuono.
vivono.
[236]
Nõ
Non
habbiamo fino
à
qui mandato Propheta alcuno
ʃe
se
non con la lingua
della
ʃua
sua
gente,
accioche da
ʃuoi
suoi
poteʃʃe
potesse
eʃʃer
esser
inteʃo,
inteso,
e Dio
ʃapiẽtiβimo
sapientissimo
queʃti
questi
caua
cava
dal male,
e quegl’altri indirizza a
boniβima
bonissima
uia,
via,
coʃi
cosi
fu
mãdato
mandato
Moʃe
Mose
da Dio,
perche
è
cauaʃʃe
cavasse
le
ʃue
sue
gẽti
genti
dall’oʃcuro,
dall’oscuro,
e gli
perʃuaʃe
persuase
ad adorare un
ʃolo
solo
Dio,
e
à
pregarlo,
ilquale gli libero dalla gente di
Pharaone,
e che
promeʃʃe
promesse
accreʃcer
accrescer
la
uoʃtra
vostra
generatione.
Ma
ʃe
se
uoi
voi
non
uorrete
vorrete
credere,
Dio non
ʃi
si
curara altrimenti di
uoi,
voi,
perche
è
di
tutti
abbondantiβimo,
abbondantissimo,
e pieno di gratia.
Non
ui
vi
ricordate
uoi
voi
de
noʃtri
nostri
anteceʃʃori,
antecessori,
cioè
delle genti di Noe,
Naat,
e Themuth,
e de
poʃteri,
posteri,
e
de precetti loro da Dio mandati?
Eβi
Essi
contraponendoʃi
contraponendosi
a
Nuntij
Nuntii
de
mi-racoli,
miracoli,
diceuano.
dicevano.
Noi non crediamo
à
uoʃtri
vostri
commandamenti,
perche
ci
ʃono
sono
come bugie,
Riʃpoʃero
Risposero
i
nuntij.
nuntii.
Non
è
coʃa
cosa
in Dio che
ʃia
sia
dubio-ʃa,
dubiosa,
o
falʃa,
falsa,
ilquale chiama
ciaʃcuno
ciascuno
accioche
ʃi
si
faccia quel che egli ha
ordinato,
&
eβi
essi
riʃpondendo
rispondendo
diʃʃero.
dissero.
Eʃʃendo
Essendo
uoi
voi
huomini come noi,
perche
uolete
volete
leuarci
levarci
da gli ordini de nostri antichi,
uenite
venite
uoi
voi
forʃe
forse
co miracoli perche
ui
vi
crediamo?
a quali
diʃʃero
dissero
i
Nuntij.
Nuntii.
Noi
ʃiamo
siamo
huomini come
uoi,
voi,
e Dio
uʃa
usa
miʃericordia
misericordia
con la
ʃua
sua
gente,
ne
poβiamo
possiamo
adempire i
deʃideri
desideri
uoʃtri,
vostri,
ʃe
se
Dio non
uuole,
vuole,
al quale ci
raccomman-diamo
raccommandiamo
ʃopportando
sopportando
il mal da
uoi
voi
fattoci.
Riʃpoʃero
Risposero
gli incredoli,
o
uenite
venite
alla
noʃtra
nostra
legge,
o
uʃcite
uscite
fuori delle terre
noʃtre.
nostre.
Coʃi
Cosi
Dio
meʃʃe
messe
confuʃione
confusione
tra gli incredoli,
quali me temendo,
habitano in luogo
oʃcuro,
oscuro,
e terribile.
[237]
Queʃti
Questi
ʃaranno
saranno
tormentati,
e non potranno morire,
ma
in eterno
ʃtenteranno.
stenteranno.
[238]
Et gli incredoli fatti dopo
poluere
polvere
ʃaranno
saranno
gettati al
uento.
vento.
Non
è
coʃa
cosa
leggiera al fattor del
Clelo,
Cielo,
ogni
uolta
volta
che ci
uoglia
voglia
confonderui,
confondervi,
e fare un’altra gente?
Tutti
à
lui s’aduneranno
e allhora i
poueri
poveri
diranno,
a chi
ʃarà
sarà
lor
prepoʃto.
preposto.
[239]
Voi
ʃe
se
hauete
havete
potenza alcuna,
difendete dal mal i
uostri
vostri
ʃeguaci,
seguaci,
ma
eʃʃi
essi
diranno,
ʃe
se
Dio
ci
haueβi
havessi
diritto a
buona
uia,
via,
noi
ui
vi
haremmo condotti con noi.
Hora
non
poβiamo
possiamo
piu,
perche ci
biʃogna
bisogna
comportar con patientia.
[240]
Allhora
il
Diauolo
Diavolo
confeʃʃera
confessera
il
uero,
vero,
dicendo.
Dio
ui
vi
perʃuaʃe
persuase
il
uero,
vero,
e io la bugia,
e quantunque io non
ui
vi
habbia forzati,
chiamati ch’io
ui
vi
hebbi
uoi
voi
ueniʃte
veniste
à
me.
Onde la colpa
è
delle anime
uoʃtre,
vostre,
e non mia.
Ne ci
ʃarà
sarà
aiuto alcuno,
perche gli incredoli patiranno
ʃanza
sanza
fine,
e i
credenti
à
Dio goderanno il
Paradiʃo,
Paradiso,
e tra loro s’aiuteranno.
Lo huomo da bene,
è
fatto a
ʃimiglianza
simiglianza
d’un buon arbore,
il quale non
è
impedito,
ne
dal-le
dalle
radici,
ne da altro
oʃtacolo,
ostacolo,
[241]
ʃi
si
che egli non produca frutto.
Queʃte
Queste
ʃimilitudini
similitudini
conducono gli huomini
à
ricordarʃi
ricordarsi
del bene,
Dio fa
tut-to
tutto
il bene
à
chi crede,
e fa che gli incredoli non
trouano
trovano
la strada
buo-na,
buona,
eʃʃendoʃi
essendosi
da lor
medeʃimi
medesimi
fatto male,
mettendoʃi
mettendosi
nel fuoco
inferna-le.
infernale.
I buoni faccino oratione,
e
limoʃina
limosina
di quel che
eβi
essi
hanno,
innan-
zi
innanzi
che
ʃoprauenga
sopravenga
il di,
Dio creo il tutto,
e
mãdo
mando
le pioggie alle herbe,
e alle terre,
adatto il mare al
corʃo
corso
delle
uoʃtre
vostre
naui,
navi,
diʃpoʃe
dispose
il Sole,
e
la Luna co moti ordinati,
e
ui
vi
compiacque in tutto,
e non
è
poʃʃibile
possibile
an-nouerar
annoverar
tutti i
beni
conceʃʃiui.
concessivi.
Non dimeno per
queʃto
questo
uoi
voi
non
laʃciate
lasciate
la
uoʃtra
vostra
malitia.
Abramo pregando Dio,
che
faceʃʃe
facesse
ʃicura
sicura
la terra
ʃua,
sua,
e i
ʃuoi
suoi
figliuoli
ʃi
si
che non
adoraʃʃero
adorassero
gl’idoli,
diʃʃe.
disse.
Chiunque mi
ʃeguiterà,
seguiterà,
ʃara
sara
mio.
A gli altri tu Signore perdonerai,
e apparecchia
loro
ʃi
si
i cuori,
che e
uadino
vadino
in peregrinaggio al tempio Aram edificato nella terra Aman
[242]
coltiuata
coltivata
dalla mia gente,
la
doue
dove
non
naʃce
nasce
gra-no,
grano,
e
quiui
quivi
gratamente ti adorino.
Io
gratioʃamente
gratiosamente
ti ringratio,
ha-uendomi
havendomi
tu fatto un gran
preʃente,
presente,
dandomi
Iʃmahel,
Ismahel,
&
Iʃaac.
Isaac.
Niʃʃu-no
Nissuno
ʃi
si
penʃi
pensi
che Dio non
ʃappia
sappia
l’operationi de gli incredoli,
quantun-que
quantunque
egli allunghi il giudicarli fino al di del giuditio,
nel quale
leuatiʃi
levatisi
non potendo
uolger
volger
à
pena gli occhi,
morti di cuore,
uerranno
verranno
in
pre-ʃenza,
presenza,
dicendo.
Signore dacci un termine,
e
ʃeguiteremo
seguiteremo
i detti de tuoi
Propheti.
Riʃpondera
Rispondera
Dio.
Voi da prima
prometteʃte
prometteste
il
ʃimigliante,
simigliante,
et
uedendo
vedendo
che noi
prendeuamo
prendevamo
uendetta
vendetta
de
cattiui,
cattivi,
pur
tuttauia
tuttavia
non
uo-lendo
volendo
pentirui
pentirvi
ʃeguitauate
seguitavate
le
uoʃtre
vostre
male opere.
Dio non
è
egli
cono-ʃcitor
conoscitor
di tutte l’arti,
e di tutte le malitie?
E quantunque le
uoʃtre
vostre
ar-ti
arti
trappaʃʃaʃʃero
trappassassero
i monti,
deuereʃte
devereste
pur
conoʃcere
conoscere
Dio
precioʃiʃʃimo,
preciosissimo,
e
che egli e
uendicatore,
vendicatore,
e fermo in tutto quello che egli ha per i
ʃuoi
suoi
Propheti
promeʃʃo,
promesso,
[243]
Perche la terra
ʃi
si
mutera in un’altra,
e il Cielo parimente,
e innanzi
à
Dio comparira ogni
coʃa,
cosa,
e la gente incredula
uer-ra
verra
con le mani,
e col collo cinto di catene,
ueʃtita
vestita
con le
camiʃcie
camiscie
di fuoco,
e Dio dara loro
ʃecondo
secondo
il merito.
A confermatione della memoria
de buoni,
e a
ʃolleuamento
sollevamento
della credenza de
maluagi,
malvagi,
manifeʃta
manifesta
i miei
commandamenti,
dicendo,
che
ʃi
si
debba adorar un
ʃolo
solo
Dio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXIIII.
XXIIII.
[244]
QVESTO
QUESTO
è
il libro dell’Alcorano chiaro,
et
euidente,
evidente,
nel quale
uerra
verra
tẽpo
tempo
che gl’incredoli gli
uorrãno
vorranno
hauer
haver
creduto,
il che
eʃsi
essi
terranno poi
uero,
vero,
quantunque al
preʃente
presente
non
ʃe
se
ne curino.
Noi fino
à
queʃta
questa
hora non
habbiã
habbiam
dato potenza
{290}
à
niʃʃuno,
nissuno,
ʃe
se
prima non gli habbiam dato il libro.
Et
coʃi
cosi
la gente non
paʃʃera
passera
il
ʃuo
suo
termine
ʃenza
senza
me,
eʃʃi
essi
diranno,
uenen-do
venendo
tu con
queʃto
questo
libro che tu
ʃia
sia
indemoniato,
e non ti
uorranno
vorranno
crede-re,
credere,
e noi confermiamo
queʃto
questo
libro
eʃʃer
esser
da
ʃuoi
suoi
{291}
fatto,
del quale noi
ʃaremo
saremo
guardiani.
Tutti gli altri Propheti
ʃono
sono
ʃtati
stati
ʃcherniti,
scherniti,
e
quantun-que
quantunque
habbino
ueduti
veduti
gli effetti
noʃtri
nostri
ne
ʃuoi
suoi
anteceʃʃori,
antecessori,
per
queʃto
questo
non
reʃtano
restano
di non
eʃʃer
esser
incredoli,
e
ʃe
se
noi
apriβimo
aprissimo
le porte del Cielo,
dicendo loro,
che da capo
aʃcendeʃʃero,
ascendessero,
direbbero,
l’ebbrezza de
noʃtri
nostri
oc-chi
occhi
non ci
laʃcia
lascia
ueder
veder
coʃa
cosa
alcuna,
perche noi
ʃiamo
siamo
come incantati.
Io
cõpartendo
compartendo
nel cielo i
ʃegni
segni
per bellezza,
e ornamento di lui,
lo guardo
da tutte l’ingiurie del
Diauolo,
Diavolo,
dalla
uoce
voce
infuori,
la qual la
ʃu
su
aggiu-gnendo,
aggiugnendo,
è
da i
lampi delle
ʃtelle
stelle
perʃeguitata.
perseguitata.
Appreʃʃo
Appresso
ui
vi
ho dato la terra,
dalla quale
uoi
voi
cauate
cavate
il
uiuer
viver
uoʃtro
vostro
ʃenza
senza
render indietro
coʃa
cosa
al-cuna.
alcuna.
Quiui
Quivi
non
è
coʃa
cosa
che ci
ʃia
sia
naʃcoʃa,
nascosa,
e che noi non
ueggiamo,
veggiamo,
dando noi la
uita,
vita,
la morte,
le pioggie,
e ogni altra
coʃa.
cosa.
Noi
conoʃciamo
conosciamo
i
naʃciuti,
nasciuti,
e quelli che hanno
à
naʃcere,
nascere,
i quali tutti
s’adunerãno
s’aduneranno
innanzi
à
noi che
ʃiamo
siamo
potenti,
e periti.
Noi facemmo lo huomo di terra,
[245]
prima
hauendo
havendo
creato il
Diauolo
Diavolo
di fuoco
peʃtifero.
pestifero.
E quand’io intimai
à
gli
angeli che io
uolea
volea
far lo huomo,
e dargli parte della portion della mia
anima
[246]
comandando loro che
ʃi
si
humiliaʃʃero,
humiliassero,
mi obbedirono.
Belzebub
ʃolo
solo
non
uolle
volle
inchinarʃi,
inchinarsi,
ilquale addomandato da Dio,
perche cio
fa-ceʃʃe,
facesse,
diʃʃe.
disse.
Perhe
Perche
mi debbo io
ʃottometterre
sottometterre
à
chi
è
fatto di terra?
Ri-ʃpoʃe
Rispose
Dio,
perche tu
ʃe
se
maluagio,
malvagio,
partiti da me
ʃino
sino
al determinato di,
&
egli domandando un termine al di della publica
reʃurrettione,
resurrettione,
diʃʃe
disse
Dio.
Io ho
poʃto
posto
il termine
alla hora del di ordinato,
&
egli pieno di nequitia,
riʃpoʃe,
rispose,
Per
queʃto
questo
che tu mi hai fatto contro,
farò
che piacera
à
gli huomini il mondo,
e loro
inʃegnero
insegnero
tutti i
mali,
dalla gente infuori
che con puro cuore ti adorera.
Riʃpoʃe
Rispose
Dio,
la mia gente camina per la
uia
via
retta,
onde tu non poi nocerle,
eccetto quei che haranno
ʃeguito
seguito
i
rei,
iquali
inʃieme
insieme
con
uoi
voi
s’aduneranno
[247]
nell’inferno
ordinato con
ʃette
sette
porte.
I buoni
entrerãno
entreranno
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
e torremo da i
lor cuori ogni malitia,
e
ʃaranno
saranno
inʃieme
insieme
fratelli,
ne patiranno alcuna fatica,
ne alcun male
.
Dillo alla mia gente,
perche io
ʃon
son
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e perdono.
[248]
Al
medeʃimo
medesimo
e noto
quel che accadde quando gli angeli alloggiarono con
Abramo,
i quali Abramo
uedendo
vedendo
diʃʃe,
disse,
Io temo di
uoi
voi
grandemente,
diʃʃero
dissero
quelli,
nõ
non
temere,
perche noi ti portiamo la
nuoua
nuova
di un figliuol
ʃapiente
sapiente
che tu hai da generare.
Et egli,
come
ʃara
sara
queʃto
questo
s’io
ʃon
son
uec-chio
vecchio
?
Eβi
Essi
riʃpoʃero,
risposero,
l’allegrezza
è
uera,
vera,
e
nõ
non
ti
diʃperare,
disperare,
riʃpoʃe.
rispose.
Non
mi
diʃperero,
disperero,
eʃʃendo
essendo
propio il
diʃperarʃi
disperarsi
effetto de
maluagi,
malvagi,
ma
ʃiete
siete
uoi
voi
uenuti
venuti
per altro?
riʃpoʃero
risposero
[249]
à
ʃaluation
salvation
di Loth,
e de
ʃuoi,
suoi,
e a
perdi-tion
perdition
del
reʃtante,
restante,
uenuti
venuti
adunque gli angeli alla gente di Loth,
diʃʃe
disse
la
ʃua
sua
gente loro,
che
nõ
non
gli
conoʃceua,
conosceva,
alla quale
riʃpoʃero.
risposero.
Noi
ueniamo
veniamo
per
dirui
dirvi
il
uero
vero
ʃenza
senza
meʃcolarui
mescolarvi
alcuna bugia,
e
coʃi
cosi
ʃecretamente
secretamente
fauellano
favellano
con Loth,
e
diʃʃero.
dissero.
Di notte fuggi tu con la tua gente,
ne ti
ri-uoltar
rivoltar
indietro,
et andrai
doue
dove
noi ti
inʃegnaremo,
insegnaremo,
Perche tutti
queʃti
questi
dal primo fino allo ultimo
ʃar
sar
anno
diʃperʃi.
dispersi.
Ma andando a
caʃa
casa
Loth,
le
genti
egli
diceua
diceva
loro.
Vi prego non fate ingiuria
à
coʃtoro
costoro
che albergano meco,
ma temete Dio.
Eβi
Essi
percio non
reʃtauano
restavano
di
uoler
voler
inʃultarli,
insultarli,
a
quali Loth,
per Dio
uoi
voi
abbracciate la
ʃetta
setta
peβima,
pessima,
ʃete
sete
uoi
voi
ebbri.
To-gliete
Togliete
le mie figliuole,
fatene quel che
ui
vi
piace,
ma
è
furon
ʃubito
subito
turbati da una
uoce
voce
del Cielo,
e non molto dopo furono
ʃperʃi,
spersi,
e
rouinati
rovinati
da
pioggia di
ʃaβi.
sassi.
Il che a
diʃcreti
discreti
e
coʃa
cosa
marauiglioʃa.
maravigliosa.
Seguiʃi
Seguisi
adũque
adunque
la
buona
uia.
via.
Ci
uendicãmo
vendicammo
ancho di coloro,
che per cio
cauano
cavano
gli arbori,
deuiando
deviando
dal
uero
vero
temariamente,
eβi
essi
non credendo alle
uirtu
virtu
noʃtre
nostre
mãdate
mandate
loro,
faceuano
facevano
caʃe
case
ʃotto
sotto
terra per
ʃicurezza
sicurezza
loro,
a quali finalmente poco
giouo
giovo
l’arte loro.
Noi creammo con
uerita
verita
il cielo,
e la
ter-ra,
terra,
e cio che ne l’uno,
e nell’altro
ʃi
si
uede.
vede.
Et
uerra
verra
la hora della
uoʃtra
vostra
perdonanza,
hauendoti
havendoti
dato l’Alcorano per gratia.
Non
uolger
volger
gli occhi in conto alcuno alle
uanita,
vanita,
{297}
e non le
deʃiderare,
desiderare,
ʃia
sia
humile,
e
chia-risʃi
chiarissi
loro te
eʃʃer
esser
nũtio
nuntio
de miei precetti,
a chi
diʃputaβi
disputassi
dell’Alcorano.
Giuro per me
medeʃimo,
medesimo,
che io faro che
quei
diʃputatori
disputatori
mi
uerranno
verranno
innanzi.
Tu in
queʃto
questo
mezzo notifica loro i
miei precetti,
ʃeparandoti
separandoti
da gl’incredoli,
et io ti liberaro da tuoi beffatori,
[250]
e
ʃapranno
sapranno
ʃe
se
ʃara
sara
ue-ro
vero
che uno Dio habbia un’altro Dio per compagno.
Tu adora uno Dio,
e chiamalo fin che
uerra
verra
la morte,
e renditi humile,
e
ʃta
sta
in oratione.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXV.
XXV.
[251]
TROPPO non
uogliate
vogliate
affrettarui.
affrettarvi.
Ecco che gia il precetto di Dio
ʃi
si
ha adempiuto,
il quale
è
ʃtato
stato
ʃopra
sopra
ogni
noʃtro
nostro
detto,
ilquale permette che
ʃi
si
dica che non
ʃia
sia
ʃopra
sopra
gli Angeli animati altri che Dio.
Temetelo adunque,
che
egli
è
il creator della terra,
e del Cielo,
ilquale per i
detti
uoʃtri
vostri
s’è
ʃublimato.
sublimato.
[252]
Produce lo huomo dello
ʃperma,
sperma,
ilqual
diuien
divien
dopo canuto,
eloquente,
e
diʃcreto.
discreto.
Il
medeʃimo
medesimo
benefattore,
ha fatto le
beʃtie
bestie
tali,
che
uoi
voi
di quindi ne
cauate,
cavate,
il caldo,
il commodo,
il
uitto,
vitto,
l’ornato,
e lo
honore,
e il portar le robbe,
e le
coʃe,
cose,
come i
muli,
gli
aʃini,
asini,
e i
caualli,
cavalli,
che
à
uoi
voi
ʃarebbe
sarebbe
impoβibile.
impossibile.
Il
medeʃimo
medesimo
ui
vi
ha
inʃegnato
insegnato
la buona
uia,
via,
quantunque molti ne faccino poca
ʃtima,
stima,
e
uolendo
volendo
lui,
tutte le
ʃet-te
sette
diuerrebbero
diverrebbero
in una.
Per lui
diʃcendono
discendono
ʃopra
sopra
le
uiti
viti
in terra le pioggie,
onde
uoi
voi
cauate
cavate
il
uiuer
viver
uoʃtro,
vostro,
hauete
havete
per lui il grano,
l’oliue,
l’olive,
le
palme,
e ogni altra generation d’arbori.
Il
medeʃimo
medesimo
creando la notte,
il Sole,
la Luna,
e le
ʃtelle,
stelle,
per
uoi
voi
le affatica,
&
ha nella terra creato
diuerʃe
diverse
forme,
e nel mare per il
uoʃtro
vostro
uiuere,
vivere,
e per la
uoʃtra
vostra
commodità
,
e per il
corʃo
corso
delle
naui,
navi,
accioche
uoi
voi
acquiʃtiate
acquistiate
bene,
e tutto per
uoi,
voi,
E
diʃpoʃe
dispose
in terra i
monti,
l’acque,
e le
ʃtrade
strade
per far i
negotij,
negotii,
e le
ʃtelle
stelle
accioche
uoi
voi
ʃapeʃte
sapeste
ritrouarui
ritrovarvi
ne luoghi
ʃicuri
sicuri
per mare,
le quai
tutte
coʃe
cose
à
buoni
ʃono
sono
marauiglioʃe,
maravigliose,
e
ueggono
veggono
quanto importi a
Dio
crear lo huomo,
ma chi puo numerar le
coʃe
cose
di Dio
marauiglioʃe
maravigliose
?
Egli
è
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e
ʃa
sa
il tutto.
Quei che
uoi
voi
adorate per Dei
ʃon
son
fatti da
altrui,
ne
poʃʃon
posson
far altri.
[253]
Non hanno
uita,
vita,
e
ʃono
sono
inʃenʃibili.
insensibili.
Nell’hora
della
reʃurrettione
resurrettione
tutti
ʃapranno
sapranno
che ci
è
un
ʃolo
solo
Dio.
Chi nell’altro
ʃecolo
secolo
non credera
ʃara
sara
maluagio
malvagio
di cuore.
Interrogati molti,
quai
pre-cetti
precetti
di Dio
eβi
essi
habbino,
dicono,
quei miracoli de primi,
i quali nel futuro
ʃecolo
secolo
ʃaranno
saranno
aggrauati
aggravati
da lor peccati,
parte per i
loro difetti,
e
parte per il carico de gli incredoli,
che
eβi
essi
haranno fatto perdere.
Dio
rouina
rovina
le fabriche da lor fatte,
ʃi
si
che elle loro caggiono
addoʃʃo,
addosso,
e
coʃi
cosi
hebbero il male,
di
doue
dove
eβi
essi
non
ʃel
sel
penʃauano,
pensavano,
Quel di per
teʃtimonio
testimonio
de
ʃapienti,
sapienti,
gli incredoli patiranno gran male,
eβi
essi
perʃeueraranno
perseveraranno
nel
far male,
fino a
che gli angeli
caueranno
caveranno
lor l’anima di corpo,
e
allho-ra
allhora
gli
ʃi
si
raccommanderanno dicendo,
che non
ʃan
san
piu oltre,
e Dio allhora dira,
entrate nelle porte del fuoco,
e non
iʃperate
isperate
mai piu
d’uʃcir-ne.
d’uscirne.
I
reʃiʃtenti
resistenti
adunque entrano per mala
uia,
via,
[254]
e i
timenti Dio
addo-mandati,
addomandati,
quel che
eβi
essi
da lui habbino,
riʃpondono,
rispondono,
bene,
e
ʃappino
sappino
tutti,
che nel futuro
ʃecolo
secolo
il bene e
precioʃiβimo,
preciosissimo,
Diranno gli angeli a
co-loro,
coloro,
che nella hora della morte
ʃaran
saran
buoni,
Dio
ui
vi
guardi,
entrate nel
Paradiʃo
Paradiso
per i
meriti
uoʃtri,
vostri,
che
è
caʃa
casa
uoʃtra,
vostra,
doue
dove
harete fonti
d’ac-que
d’acque
dolciβime,
dolcissime,
e tutto quello che
ʃaprete
saprete
chiedere,
e tale richiede il
merito de buoni.
Gli incredoli non
aʃpettano
aspettano
ʃe
se
non la
uenuta
venuta
de gli
an-geli,
angeli,
o di qualche altro dato da Dio.
Fecero il
ʃimigliante
simigliante
i loro
ante-
ceʃʃori,
antecessori,
i quali
à
ʃe
se
medeʃimi
medesimi
nacquero,
onde meritamente perirono,
diranno gli incredoli.
Se Dio
uoleʃʃe,
volesse,
ne noi ne i
noʃtri
nostri
non
adorarebbe-ro
adorarebbero
altro che Dio,
ne farebbono altro che il
ʃuo
suo
commandamento,
i
ʃuoi
suoi
predeceʃʃori
predecessori
ʃecero
secero
il
ʃimigliante.
simigliante.
[255]
Ma al Nuntio non appartiene altro
che
iʃpianar
ispianar
i precetti.
Mandati i
Nuntij
Nuntii
ad alcune genti,
accioche
predicaʃʃero
predicassero
Dio,
e che
ʃi
si
laʃciaʃʃero
lasciassero
gli Idoli,
Dio parte ne
meʃʃe
messe
nella buona
uia,
via,
e parte nella
cattiua.
cattiva.
Ricerchino la terra,
&
uegghino
vegghino
qual era
il fine de contradicenti.
Non pregar che Dio
inʃegni
insegni
la
uia
via
retta a
cattiui,
cattivi,
perche non
giouera
giovera
ʃe
se
non a
chi Dio
uorra.
vorra.
Io
ui
vi
ʃpiano
spiano
le
contra-rietà,
contrarietà,
e dopo
conoʃceranno
conosceranno
gli incredoli che
eβi
essi
hanno mentito.
Quando noi habbiamo
uoluto
voluto
qualche
coʃa,
cosa,
habbiam detto
ʃia
sia
fatto,
e fu
fat-to,
fatto,
Dopo il male,
e la fatica durata,
gli huomini in nome di Dio
uiuuti
vivuti
ʃaranno
saranno
da me
riʃtorati.
ristorati.
Innanzi a
te non mandai altri
nuntij
nuntii
che
huomi-ni,
huomini,
i quali
ricercaʃʃero,
ricercassero,
ʃe
se
ʃi
si
haueua
haveva
cura alle
coʃe
cose
miracoloʃe
miracolose
de libri.
Io ti ho dato al
preʃente
presente
queʃto
questo
libro,
accioche tu
ʃpiani
spiani
à
gli huomini
i precetti,
accioche
eβi
essi
intendino quel che
auenne
avenne
a primi
contradicen-ti.
contradicenti.
Eβi
Essi
non hanno creduto
eʃʃer
esser
colpeuoli
colpevoli
e peccatori,
non
eʃʃendo
essendo
loro
accaduto
diʃauentura
disaventura
ueruna.
veruna.
Dio
piiβimo
piissimo
ha condotto la
uolonta
volonta
ʃua
sua
in atto.
Tutti gli angeli
celeʃti,
celesti,
e i
terreʃtri
terrestri
animali adorano Dio,
&
oʃʃeruano
osservano
i
ʃuoi
suoi
precetti.
Non
ui
vi
fate piu Dei,
perche non
è
ʃe
se
non un
ʃolo,
solo,
e cio che
uoi
voi
uedete
vedete
è
ʃuo,
suo,
perche
inuocate
invocate
uoi
voi
altri che lui?
che
ha-uete
havete
uoi
voi
altro da lui che commodi?
uoglio
voglio
che
uoi
voi
l’adoriate,
e che lo
preghiate.
Non
uoglio
voglio
che
uoi
voi
facciate altri Dei,
come fanno i
malua-gi,
malvagi,
che dicono,
che egli ha figliuoli.
Dichino pur quel che
eβi
essi
uogliono,
vogliono,
che Dio che
conoʃce
conosce
tutte le
coʃe,
cose,
e le loro gli faran
conoʃcere
conoscere
a loro
medeʃimi.
medesimi.
[256]
Alcuni
naʃcendo
nascendo
loro una figliuola,
ʃi
si
attriʃtano,
attristano,
ʃoʃpirano,
sospirano,
e
ʃi
si
partono dalle
conuerʃationi
conversationi
de gli huomini,
fino
à
che
eβi
essi
delibe-rano
deliberano
ʃe
se
è
tenga la figliuola,
o
ʃe
se
la
ʃepeliʃcano
sepeliscano
uiua.
viva.
O quanto
ʃon
son
mal-uagi
malvagi
coloro,
che non credono che habbia a
uenir
venir
l’ultimo di.
L’altezza
è
ʃimigliante
simigliante
à
Dio,
ʃe
se
Dio
riguardaʃʃe
riguardasse
à
tutte le
coʃe
cose
malfatte de gli
huomini,
non
laʃcierebbe
lascierebbe
naʃcer
nascer
in terra
coʃa
cosa
alcuna,
Ma egli
piace-uole
piacevole
laʃcia
lascia
che la hora giunga,
nella quale non
ʃi
si
potra fuggire,
non
è
da ragionar di Dio
à
coloro,
i quali
beʃtemmiano,
bestemmiano,
non
hauendo
havendo
eβi
essi
a
riceuer
ricever
altro che fuoco.
Giuro per me
medeʃimo
medesimo
che io commandai i
precetti alle genti innanzi
à
uoi,
voi,
Ma il
Diauolo
Diavolo
corrompendoli fe
pa-rer
parer
i
ʃuoi
suoi
piu belli,
alquale chi
ʃi
si
raccommanda,
patira
grauiβimi
gravissimi
tor-menti.
tormenti.
[257]
Non ti ho dato
queʃto
questo
libro per altro,
ʃe
se
non perche tu
eʃponga
esponga
gli huomini le lor contrarietà,
&
inʃegni
insegni
la
uia
via
retta
à
buoni,
Dio manda di Cielo l’acqua,
accioche ella faccia
uiua
viva
la terra,
e dalle
beʃtie
bestie
il
latte con che
ʃi
si
bea,
e da gli arbori con che
ʃi
si
uiua,
viva,
e
queʃte
queste
ui
vi
godete,
le
quai tutte
coʃe
cose
ʃon
son
miracoli a
ʃapienti,
sapienti,
e non di poca importanza,
[258]
Co-mandammo
Comandammo
all’api che
edificaʃʃero
edificassero
le
caʃe
case
loro ne monti,
e ne gli
arbo-ri,
arbori,
e che
guʃtaʃʃero
gustassero
di tutti i
fiori,
accioche
eʃʃe
esse
componeʃʃero
componessero
il liquore
che
è
molto
ʃalutifero
salutifero
à
gli huomini,
del che
ʃi
si
marauigliano
maravigliano
i buoni.
Il
medeʃimo
medesimo
Dio
ui
vi
ha creati,
e
faraui
faravi
morire,
e molti di
uoi
voi
ritorneran-no
ritorneranno
à
peggior
uita.
vita.
[259]
Perche negate
uoi
voi
il ben di Dio?
Dio di
uoi
voi
medeʃi-mi
medesimi
ha prodotto le donne,
la prole,
i figliuoli,
&
ui
vi
concede ogni bene,
perche dunque ne credette il male,
negando il ben
datoui
datovi
adorando in
luogo di Dio chi non
ui
vi
puo dar ne il
uitto,
vitto,
ne il
ueʃtiro
vestiro
?
Non proponete
eʃʃempi
essempi
a chi
ʃa
sa
ogni
coʃa,
cosa,
ma a
uoi
voi
che non
ʃapete
sapete
proponete
queʃta
questa
parabola,
penʃate
pensate
ʃe
se
ʃono
sono
uguali coloro,
de quali parte
ʃon
son
poʃti
posti
in
miʃe-ria,
miseria,
e parte
ʃono
sono
abondanti de beni dati loro da Dio.
Non
uogliate
vogliate
ca-minar
caminar
per altra
uia
via
che per la retta del Signore,
del quale
ʃono
sono
i
ʃecreti
secreti
della terra,
e del Cielo,
il quale
ui
vi
adduʃʃe
addusse
dal
uentre
ventre
delle madri
uo-ʃtre
vostre
nõ
non
ne
ʃapendo
sapendo
uoi
voi
nulla,
et
ui
vi
diede gli orecchi,
gli occhi,
e i
cuori accioche
uoi
voi
poteʃte
poteste
renderli gratie.
[260]
L’auenimento
L’avenimento
della hora non
ʃara
sara
ʃe
se
non
ʃimile
simile
al batter dell’occhio,
o piu
ueloce.
veloce.
Non
uedete
vedete
uoi
voi
l’uccelli
del Cielo non
eʃʃer
esser
da altri
ʃostenuti
sostenuti
che da Dio?
il che
è
marauiglioʃo
maraviglioso
à
credenti,
Egli delle
beʃtie
bestie
ui
vi
ha dato tutte le commodità.
Il
medeʃimo
medesimo
per
uoʃtro
vostro
contento
ui
vi
ha
conceʃʃo
concesso
l’ombre nel caldo,
ne monti,
le
fre-quentie
frequentie
delle
uie,
vie,
e le
ueʃti
vesti
coʃi
cosi
nel freddo come nel caldo,
e
appreʃʃo
appresso
ui
vi
ha
conceʃʃo
concesso
la
ʃalute,
salute,
e la
ʃanità,
sanità,
e
ʃe
se
non
uogliam
vogliam
credere non importa
à
te
ʃta
sta
loro annuntiar il bene,
e la maggior parte di loro non credera,
rifiutando la cognition del bene,
il di nel quale cercheremo
teʃtimoni
testimoni
di tutte le genti,
non chiederemo il
teʃtimone
testimone
de gli incredoli,
ne gli
aʃcolteremo,
ascolteremo,
ne col
uedere
vedere
alleuiaremo
alleviaremo
il lor male,
ne gli guarderemo,
iquali
dirãno
diranno..
O
sõmo
sommo
Dio,
queʃti
questi
ʃono
sono
quei che noi in tuo luogo habbiamo
adorato,
e riguardando prima
uerʃo
verso
quel che
eβi
essi
adorarono,
adorerãno
adoreranno
anchora loro
ĩ
in
quel giorno Dio.
Et noi allhora
ʃopra
sopra
il mal loro ne accumularemo un maggiore
ք
la loro malitia,
e chiamati i
teʃtimoni
testimoni
di tutte
le genti,
ʃaro
saro
teʃtimone
testimone
teco di
queʃta
questa
tua gente.
Ti ho dato
queʃto
questo
libro
accioche tu faccia noto i
miei precetti,
e che tu intimi loro che faccia bene,
e che tu
ʃia
sia
benefico a
tuoi
cõʃanguinei
consanguinei..
[261]
Darai
cõpimento
compimento
a tuoi
uoti
voti
in nome di Dio,
e non tardare.
[262]
Non mentir del
promeʃʃo,
promesso,
eʃʃendo
essendo
gia
per te Dio
ʃicurta,
sicurta,
e non imitar coloro,
che col giuramento
uoglio-no
vogliono
far credere il
falʃo.
falso.
Perche
queʃto
questo
ʃara
sara
annumerato tra gli
uʃurai,
usurai,
&
s’il tuo pie primo fermo
ʃdrucciola,
sdrucciola,
ʃoʃterrai
sosterrai
grauiβima
gravissima
paβione
passione
del
male.
Non fate tra
uoi
voi
ʃacramenti
sacramenti
falʃi,
falsi,
ne
uendete
vendete
per niente le
coʃe
cose
diuine,
divine,
perche quel che
ʃi
si
riʃerua
riserva
appreʃʃo
appresso
Dio,
ʃi
si
riʃerua
riserva
ancho a
noi.
Le
coʃe
cose
mondane
toʃto
tosto
paʃʃano,
passano,
ma le
diuine
divine
non mai,
ʃecondo
secondo
l’opere
ʃue
sue
buone,
Dio rimunerara con la
uita
vita
eterna,
ʃia
sia
huomo,
o
ʃia
sia
donna,
s’Id-dio
s’Iddio
uoleʃʃe
volesse
ui
vi
farebbe tutti una gente.
Ma egli fa errar
queʃto,
questo,
e creder
quell’altro.
Quando
uoi
voi
leggerete l’Alcorano,
fatelo piu
diuotamente
divotamente
che
uoi
voi
potete.
Mutandoʃi
Mutandosi
in
queʃto
questo
alcuna
uolta
volta
una parola per
un’al-tra,
un’altra,
ʃapendo
sapendo
Dio la cagione,
dicono gl’increduli,
tu non
ʃei
sei
ʃe
se
non mendace,
uariando
variando
à
queʃto
questo
modo le tue parole.
Ma molti non
ʃanno
sanno
la
ca-gione
cagione
di
queʃto.
questo.
Perche
eʃʃo
esso
Dio,
e il
ʃuo
suo
ʃpirito
spirito
benedetto hanno
com-poʃto
composto
queʃto
questo
ueraciʃʃimo
veracissimo
libro,
accioche i
buoni
poʃʃino
possino
dirittamente
ca-minar
caminar
per buona
ʃtrada
strada
[263]
.
Noi
ʃappiamo,
sappiamo,
che
eβi
essi
diranno,
tu
inʃegni
insegni
a
coloro che hanno la lingua latina
[264]
,
e l’Alcorano
è
ʃcritto
scritto
in Arabico.
Dio non
moʃtrera
mostrera
mai loro la diritta
uia,
via,
eʃʃendo
essendo
mendaci,
ma
patiran-no
patiranno
grauiʃʃime
gravissime
pene,
Dio
ʃi
si
ricorda di tutte le
coʃe,
cose,
onde
queʃti
questi
malua-gi
malvagi
uiuono
vivono
ne
ʃanno
sanno
come.
Dio perdonerà
a chi hara durato fatica.
Il di
ultimo Dio
ʃecondo
secondo
le opere dara il beneficio,
uoi
voi
dunque che
mangia-te
mangiate
le
coʃe
cose
ʃaporite
saporite
di Dio,
adoratelo,
e ringratiatelo,
guardateui
guardatevi
molto
di non lo far bugiardo:
Perche tali patiranno
grauiβimo
gravissimo
male.
Dio non
ha fatto
coʃa
cosa
alcuna non lecita al
uiuer
viver
uoʃtro,
vostro,
dalla carne di porco
in-fuori,
infuori,
e dell’animale non morto in nome di Dio,
Ma
eʃʃendo
essendo
neceʃʃita-ti
necessitati
à
mangiarne Dio
ui
vi
perdonera,
il
ʃimile
simile
ʃe
se
farete non lo
ʃapendo,
sapendo,
e
poi
ue
ve
ne pentirete.
Il
medeʃimo
medesimo
habbiamo ordinato a
Giudei,
ne
eβi
essi
hãno
hanno
fatto ingiuria a
noi,
ma a
loro
medeʃimi.
medesimi.
[265]
Abramo credendo a
Dio
per i
beni
riceuuti
ricevuti
da lui,
lo ringratio,
il che accettato da Dio,
meʃʃe
messe
il
ʃuo
suo
ʃeme
seme
per la buona
uia,
via,
{314}
e di la gli
reʃe
rese
il
deuere.
devere.
Dopo habbiam mandato te accioche tu
ʃeguiti
seguiti
la legge d’Abramo,
non ti partendo da quella
.
Non habbiamo comandato che
ʃi
si
guardi il
ʃabbato,
sabbato,
ʃe
se
non
à
coloro
tra quali era differenza,
e contrarieta,
le quali Dio futuro giudice
de-terminera,
determinera,
[266]
Diʃputando
Disputando
di
ʃolamente
solamente
buone parole,
Perche Dio
uede
vede
chi
ʃegue
segue
la buona,
e la
maluagia
malvagia
strada.
Riʃpondi
Rispondi
a chi ti addomanda
honeʃtamente.
honestamente.
Nondimeno
è
meglio
ʃoʃtener
sostener
patientemente,
non
te-mer
temer
contro a
chi contradice,
ne ti
attriʃtar
attristar
per loro,
perche Dio
è
ʃempre
sempre
con chi fa bene.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVI.
XXVI.
[267]
IL SERVO
noʃtro
nostro
diletto noi lo
leuammo
levammo
dal
Tem-pio
Tempio
non lecito,
{317}
e di notte lo conducemmo al Tempio
lon-tano
lontano
per
inʃegnarli
insegnarli
le
uirtu
virtu
noʃtre.
nostre.
Demmo a
Moʃe
Mose
il
li-bro
libro
col quale
dimoʃtro
dimostro
la
uia
via
aperta ad
Iʃrahele
Israhele
a far bene,
uietando
vietando
il non lecito,
e demmo loro tutti i
beni,
e le ricchezze aiutandoli,
&
eʃʃaltandoli
essaltandoli
dicendo.
Se farete bene
giouarete
giovarete
alle anime
uoʃtre,
vostre,
ʃe
se
farete altrimenti
ʃara
sara
mal per
uoi.
voi.
Nell’auento
Nell’avento
del termine dato gli nimici di Dio
ui
vi
faranno ingiuria,
e disfaranno i
uostri
vostri
Tempij
Tempii
Ma
ʃe
se
uoi
voi
ritornerete io
ui
vi
perdonerò.
Queʃto
Questo
Alcorano annuntia a
chi crede
grandiβimo
grandissimo
gaudio,
e contento.
Ciaʃcuno
Ciascuno
o creda,
o non
cre-da
creda
portera il
ʃuo
suo
ʃacco
sacco
de fatti,
e per
queʃto
questo
effetto
ui
vi
diamo
queʃto
questo
li-bro,
libro,
facciaʃi
facciasi
dunque fine
à
uoʃtri
vostri
peccati.
Noi demmo al Sole la luce,
e
alla Luna,
accioche col mezzo loro lo huomo
conoʃca
conosca
gli anni per i
quali
eβi
essi
debbano
acquiʃtarʃi
acquistarsi
il
uitto.
vitto.
[268]
Non
ʃiate
siate
maluagi,
malvagi,
&
erronei,
con
agguagliar alcuno
à
Dio,
il quale ti
cõmanda
commanda
che tu adori un
ʃolo
solo
Dio,
e che tu honori il Padre,
e la Madre,
e faccia lor bene.
Quand’eβi
Quand’essi
inuecchiaranno,
invecchiaranno,
non dir mai loro una
maluagia
malvagia
parola,
ma
ʃempre
sempre
allegra,
e
giocõda
gioconda,,
ʃottomettendoti
sottomettendoti
loro con ogni humiltà,
e prega Dio che perdoni loro,
perche
eβi
essi
eʃʃendo
essendo
tu piccinino ti
alleuarono,
allevarono,
Dio
conoʃce
conosce
quel
che
uoi
voi
hauete
havete
ne cuori,
ʃe
se
ʃarete
sarete
buoni,
e
ui
vi
perdonera.
[269]
Preʃentate
Presentate
i
poueri,
poveri,
e i
parenti,
ma
nõ
non
con
ʃuperfluità.
superfluità.
Perche coloro che
fãno
fanno
il
ʃuper-fluo
superfluo
ʃon
son
parẽti
parenti
del
Diauolo.
Diavolo.
Dio da
à
buoni il bene,
e
à
cattiui
cattivi
da il male.
Per nulla non occidete i
uoʃtri
vostri
figliuoli,
perche
queʃto
questo
è
grãdiβimo
grandissimo
peccato,
e noi diamo la
uita
vita
loro
ʃi
si
come a
uoi.
voi.
Non
ʃiate
siate
fornicatori,
perche
queʃta
questa
è
ʃceleratezza,
sceleratezza,
e
cattiua
cattiva
uia,
via,
[270]
Dio commanda che
ʃi
si
faccia
uen-detta
vendetta
de gli occiditori
ingiuʃti,
ingiusti,
&
egli l’aiuta.
Non toccate la pecunia
de gli orfani,
infino
à
tanto che non giunghino gli anni
uenerei.
venerei.
Fatto
un
propoʃito
proposito
non
ui
vi
mutate,
perche Dio
ui
vi
addomandera ancho di
que-ʃto.
questo.
Impite la
miʃura,
misura,
e
peʃate
pesate
giusto,
perche
queʃta
questa
è
coʃa
cosa
ottima.
[271]
Non
dite
coʃa
cosa
alcuna
ʃe
se
prima non la
ʃapete,
sapete,
perche
uoi
voi
douete
dovete
del dir
uo-stro,
vostro,
render ragione.
Oltra tutte l’altre
coʃe
cose
Dio
uuole
vuole
che
uoi
voi
non gli
date compagno,
[272]
perche non ci
è
neʃʃuno
nessuno
a lui uguale,
egli
ʃolo
solo
è
per-donatore
perdonatore
de gli altrui peccati.
Non
è
al mondo
coʃa
cosa
che non gli renda
le debite gratie.
Voi che non credete
legendo l’Alcorano,
ʃarete
sarete
oʃcurati
oscurati
da un certo
uelame,
velame,
&
eβi
essi
te fuggiranno,
quando
ʃentino
sentino
in
que-ʃto
questo
libro che tu nomini un
ʃolo
solo
Dio.
Noi
ueggiamo
veggiamo
quel che
eβi
essi
aʃcoltano,
ascoltano,
e udiamo quello,
che dicono de fatti tuoi.
Et dicono alla
moltitu-dine
moltitudine
ʃeguiteli
seguiteli
pure,
ʃe
se
uolete
volete
diuentar
diventar
incantatori,
e Magi.
Preponen-do
Preponendo
lor tanti
eʃʃempi
essempi
perche
ʃi
si
tolgan giu dalla buona
uia,
via,
e dicendo
eβi.
essi.
Quando
uoi
voi
ʃarette
sarette
oʃʃa,
ossa,
o ridutti
à
nulla,
come
diuerrete
diverrete
uoi
voi
nuo-ui
nuovi
huomini?
Riʃpondi.
Rispondi.
Quantunque
uoi
voi
foʃte
foste
di ferro,
colui che la
pri-ma
prima
uolta
volta
ui
vi
fe,
la
ʃeconda
seconda
ui
vi
ritornera alla
uita,
vita,
eβi
essi
piegando i
capi
lo-ro,
loro,
addomanderanno quando fia
queʃto,
questo,
riʃpondi
rispondi
toʃto.
tosto.
Il di che Dio
ui
vi
chiamera tutti,
riʃponderete
risponderete
penʃando
pensando
d’eʃʃer
d’esser
dimorati poco.
Perʃuadi
Persuadi
alla gente migliore Dio,
accioche non
ʃi
si
meʃcoli
mescoli
ʃeco
seco
il
Diauolo
Diavolo
ʃuo
suo
manifeʃto
manifesto
nimico,
ma imitino Dio,
il qual da il bene,
e il male
ʃecondo
secondo
ʃua
sua
uoglia.
voglia.
Ne ti habbiamo mandato accioche
eβi
essi
ti adorino,
o
ʃi
si
raccom-mandino
raccommandino
a te.
Noi demmo il Salterio
à
Dauit,
Davit,
&
eʃʃaltammo
essaltammo
alcuni Propheti,
inuochino
invochino
i
maluagi
malvagi
coloro che
eβi
essi
adorano in luogo di Dio in
aiuto de lor mali,
i quali
eβi
essi
adorati patiranno.
Chi chiama Dio hara
il beneficio da lui.
Non
è
uilla
villa
che innanzi
à
quel di noi non
rouiniamo
roviniamo
e
ʃpianiamo.
spianiamo.
Queʃto
Questo
è
preʃcritto
prescritto
nel
noʃtro
nostro
libro,
ne alcuno ci ha
pro-hibito
prohibito
eʃʃequir
essequir
il commandamento,
ʃe
se
non i
contraditori.
Noi habbiamo
ubedito non per altro,
ʃe
se
non perche gli huomini ci temino.
Pochi
cre-dono
credono
il
ʃogno
sogno
che noi ti
moʃtrammo.
mostrammo.
[273]
Hauendo
Havendo
noi commandato a
gli Angeli che
s’inginocchiaʃʃero
s’inginocchiassero
ad Adamo,
tutti lo fero fuor che
Belze-bub,
Belzebub,
dicendo che mai s’inchinarebbe
à
creatura di terra,
e minaccio di
offender tutta la gente
à
lui
prepoʃta,
preposta,
da pochi infuori.
Se Dio gli
ha-ueʃʃe
havesse
dato termine fino all’altro di.
Alquale Dio
diʃʃe.
disse.
Partiti di qui,
e
ua
va
a
poʃʃedere
possedere
l’Inferno co tuoi
ʃeguaci,
seguaci,
e fa il peggio che tu
ʃai,
sai,
Ma tu
non harai potenza alcuna
ʃopra
sopra
coloro che mi
ʃi
si
raccommanderanno.
Nelle
tempeʃte
tempeste
di Mare,
uoi
voi
non potete
hauer
haver
chi
ue
ve
aiuti
ʃe
se
non Dio.
liberaui,
liberati,
e
uʃcitine,
uscitine,
correte alle
uoʃtre
vostre
uʃate
usate
maluagità,
malvagità,
accioche
à
queʃto
questo
modo lo huomo
ʃempre
sempre
ʃia
sia
ingrato
à
Dio.
Non
temeʃte
temeste
uoi
voi
che
il
uento,
vento,
l’acqua,
e la arena non
ui
vi
affogaʃʃe
affogasse
?
Guardateui
Guardatevi
adunque che
un’altra
uolta
volta
per la
uoʃtra
vostra
malitia non
ui
vi
affondiate,
non
hauendo
havendo
poi chi
ui
vi
aiuti.
I figliuoli d’Adamo honorati per noi,
hanno dalla
terra
riceuuto
ricevuto
il
uiuere,
vivere,
e parte di loro
ʃono
sono
ʃtati
stati
grandi,
e
abbondan-ti.
abbondanti.
Colui che in
queʃto
questo
mondo
ʃarà
sarà
uiuuto
vivuto
in errori,
lo faremo
priuo
privo
di lume.
State adunque dalla mattina fino a
ueʃpero
vespero
a orare,
hauendo
havendo
riguardo che la oratione da mattina non manchi,
perche all’hora tutti
gli Angeli
ʃon
son
teʃtimoni.
testimoni.
Farai la notte oratione fino a
che Dio ti metta in buona
uia
via
di far bene,
e pregalo
coʃi.
cosi.
O Dio riducimi
à
bene,
e
guardami dal
falʃo.
falso.
I
maluagi
malvagi
non haranno
ʃe
se
non male,
e
faʃtidio,
fastidio,
e
i buoni bene,
e conforto.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVII.
XXVII.
CIASCVNO
CIASCUNO
operi
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
modo,
conoʃcendo
conoscendo
Dio chi camina piu rettamente.
[274]
A coloro che ti addimanderanno di chi
ʃia
sia
l’anima,
riʃpondi
rispondi
di Dio,
il quale ti ha
inʃegnato
insegnato
la
ʃapientia,
sapientia,
e s’io mi
uoleβi
volessi
partir con il
li-bro
libro
conceʃʃoti,
concessoti,
non
trouareʃti
trovaresti
poi chi te lo
uoleʃʃe
volesse
rendere,
ʃe
se
non la
diuina
divina
pietà,
la quale
è
in te grande,
e quantunque gli huomini
ʃe
se
adu-naʃʃero
adunassero
col
Diauolo
Diavolo
per farne uno non farebbono nulla.
[275]
[276]
Molti non crederanno
à
queʃto
questo
Alcorano,
dicendo,
che non ti
uederanno
vederanno
fino
à
tanto
che tu non faccia loro in terra una fonte
uiua,
viva,
o che tu
ʃia
sia
ueduto
veduto
con
gli Angeli,
e che tu
ʃaglia
saglia
al Cielo,
Tu pregando Dio dirai.
Io non
ʃo-no
sono
ʃe
se
non huomo,
e Nuntio,
che
moʃtro
mostro
la
uia
via
diritta,
a coloro
à
quali
niʃʃuno
nissuno
prohibiʃce
prohibisce
il credere,
Et
è
da
ʃapere,
sapere,
che
ʃe
se
la terra
fuʃʃe
fusse
ha-bitata
habitata
da gli Angeli,
allhora
ʃarebbe
sarebbe
ʃtato
stato
di Cielo mandato
un’Ange-lo,
un’Angelo,
Tra
uoi
voi
e me ci
è
Dio
teʃtimonio
testimonio
ʃufficiente,
sufficiente,
ilquale
uede
vede
la
ʃua
sua
gente,
&
le
inʃegna.
insegna.
Il di della
reʃurrettione,
resurrettione,
numerando i
fatti de
cie-chi,
ciechi,
e de
ʃordi,
sordi,
gli tormenteremo in
ardentiβimo
ardentissimo
fuoco,
e quanto piu
arderanno tanto piu aggiugneranno fuoco.
Queʃti
Questi
ʃono
sono
che
diʃʃero.
dissero.
Eʃʃendo
Essendo
noi
d’oβa,
d’ossa,
come torneremo alla
uita
vita
?
Perche
uogliono
vogliono
eβi
essi
far il conditor del Cielo come
ʃono
sono
eβi
essi
?
Egli ha
meʃʃo
messo
loro il
termi-ne,
termine,
il quale non
ʃi
si
dee preterire,
ʃe
se
tutta la
ʃoʃtanza
sostanza
di Dio
fuʃʃe
fusse
in
lor potere la ritorrebbero
à
loro
ʃanza
sanza
ʃpendere,
spendere,
perche
eβi
essi
ʃono
sono
aua-ri.
avari.
Noi facemmo noto
à
Moʃe
Mose
nuoue
nuove
miracoli,
[277]
i quali tu puoi
intende-re
intendere
da figliuoli
d’Iʃrahele,
d’Israhele,
onde Pharaone
diʃʃe,
disse,
che egli era Mago,
alquale
Moʃe
Mose
riʃpoʃe,
rispose,
Tu il quale io gia pongo tra morti,
douereʃti
doveresti
ʃa-pere,
sapere,
queʃte
queste
coʃe
cose
non
eʃʃer
esser
coʃi
cosi
manifeʃte,
manifeste,
ʃe
se
non al
ʃolo
solo
Dio fattor del
Cielo,
e della terra.
Egli non lo credendo lo affogammo nel Mare col
ʃuo
suo
fratello,
e con tutti i
ʃuoi,
suoi,
e
cauammo
cavammo
de
ʃuoi
suoi
luoghi i
figliuoli
d’Iʃ-
rahele,
d’Israhele,
Dopo mandammo te,
accioche tu
fuʃʃi
fussi
Nuntio di gaudio,
e
inʃie-me
insieme
di duolo,
e pero a
poco a
poco facemmo l’Alcorano,
accioche gli huomini a
poco a
poco lo legghino,
o credino,
o no.
Coloro che lo leggono
credendo
ʃi
si
humiliano
à
Dio adorandolo,
e dicono.
O Dio gia
è
adem-piuto
adempiuto
il tuo precetto,
e
queʃti
questi
moltiplicano il pianto loro,
appellandolo
Dio,
e
miʃericordioʃo
misericordioso
tutto
è
uno.
Fa l’oratione dunque
cõ
con
mediocre
uoce,
voce,
e ringratia Dio,
il quale
è
ʃublime,
sublime,
e maggior di tutti,
ne ha nel
re-gno
regno
compagno,
figliuolo,
ne adiutore.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVIII.
XXVIII.
[278]
EGLI BISOGNA glorificar Dio,
e ringratiarlo,
քche egli ha dato alli
ʃuoi
suoi
huomini un libro puro,
e
ʃanto
santo
ʃanza
sanza
alcun
meʃcolamento
mescolamento
di
falʃità,
falsità,
accioche col mezzo
di quello
poβiate
possiate
metterui
mettervi
per
uia
via
buona,
e retta,
che
ui
vi
conduca a
ʃalute,
salute,
Dica a
coloro che dicono che Dio ha figliuolo,
il che
è
peʃsima
pessima
bugia,
non
conoʃciuta
conosciuta
da loro,
ne da lor padri,
[279]
Non
hauendo
havendo
mutato altra parola,
che quella,
negheranno di
uolontà
volontà
che
patiʃca,
patisca,
&
noi che habbiamo fatto parer loro tutte le
coʃe
cose
mondane belle per
ue-der
veder
chi
diueniʃʃe
divenisse
migliore,
faranno che la terra non produrra
frutt-to
frutto..
Non gli imitare,
ne ti accompagnar con loro.
A maggior fede della
reʃurrettione
resurrettione
de morti,
[280]
udite
l’eʃʃempio
l’essempio
de
giouani
giovani
che condotti nella
cauerna
caverna
s’addormentarono,
i quali
ʃeguiuano
seguivano
la
uia
via
retta.
Noi
chiu-demmo
chiudemmo
loro in quella
cauerna
caverna
per alquanto
ʃpatio
spatio
d’anni gli orecchi,
e dopo gli
riʃciuʃcitammo,
risciuscitammo,
e
niʃʃun
nissun
di loro
ʃeppe
seppe
quanto
ʃpatio
spatio
haueua
haveva
dormito,
E
queʃta
questa
narratione
è
uera,
vera,
furono huomini da bene,
et
uen-nero
vennero
a noi per
uia
via
retta e
buona,
adorando Dio
ʃolo,
solo,
onde per noi
riʃuʃcitati
risuscitati
diβero.
dissero.
Queʃta
Questa
noʃtra
nostra
gente adorando in luogo di Dio gli
Idoli,
fugga da questo peccato.
Noi non gli imitaremo gia,
eʃʃendo
essendo
l’error loro
uano
vano
e lungo,
Ma adoraremo un
ʃolo
solo
Dio fattor della
ter-ra,
terra,
e del cielo.
Voi dunque
partendoui
partendovi
da gli Idolatri andate
al-la
alla
cauerna,
caverna,
e
quiui
quivi
Dio
ui
vi
dara la
miʃericordia
misericordia
e il
uiuere
vivere
in
ab-bondanza.
abbondanza.
Alcuni
ʃono
sono
in
diʃputa
disputa
del numero de dormienti,
perche
chi dice che furon tre,
&
quattro col cane,
alcuni dicono cinque,
e
ʃei
sei
col cane,
alcuni
ʃette,
sette,
&
otto col cane,
e
coʃi
cosi
ciaʃcuno
ciascuno
fauella
favella
de
ʃe-
creti
secreti
ʃecondo
secondo
la
uolonta
volonta
ʃua,
sua,
Dio hara il numero loro noto a
pochi.
Tu
non ci
penʃare
pensare
accioche tu non dica quel che tu non
ʃai,
sai,
[281]
ne afferma di
far
coʃa,
cosa,
ʃe
se
tu non dici,
ʃe
se
Dio
uorra.
vorra.
Quando ti dimenticherai di
qual-che
qualche
coʃa
cosa
di.
Tu Dio
inʃegnami
insegnami
la
uia
via
retta.
Lo
ʃpatio
spatio
del
ʃonno
sonno
che fecero i
giouani
giovani
nella
cauerna
caverna
fu d’anni
.ccclx.
ccclx.
{332}
noto a
Dio,
del quale
ʃono
sono
i
ʃecreti
secreti
del Cielo,
ʃii
sii
prudente in
queʃte
queste
coʃe,
cose,
perche altro non ti puo
giouar
giovar
che Dio.
Non ti raccommandar ad altri,
e leggi il mio libro a
tutti,
non ne mutando pero parola.
[282]
Non celar la
diuina
divina
uerità,
verità,
e chi
uuol
vuol
creda,
e chi non
uuol
vuol
laʃci
lasci
ʃtare.
stare.
I credenti,
e quei che fan ben non
perde-ranno
perderanno
l’opera loro.
[283]
Eβi
Essi
ʃtaranno
staranno
nel
Paradiʃo
Paradiso
tra le fonti amene,
e
qui-ui
quivi
poʃʃederanno
possederanno
annella d’oro,
catene,
gioie,
e bei
ueʃtiti
vestiti
di brocato,
e bei
letti indorati,
{335}
e
queʃto
questo
è
premio
ʃenz’alcun
senz’alcun
termine.
[284]
Inʃegna
Insegna
à
gli huomini,
che tale
è
la felicità
della
uita,
vita,
quale e
l’acqua
piouuta
piovuta
di Cielo,
laquale
meʃcolandoʃi
mescolandosi
co parti della terra,
uenendo
venendo
i
uenti,
venti,
di qua,
e di la
ʃpruzza,
spruzza,
e
conʃumata,
consumata,
la bellezza,
e l’allegrezza,
&
è
la
ʃoʃtanza
sostanza
di
queʃto
questo
mondo,
{337}
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃon
son
miglior
coʃe
cose
;
le quali
ʃi
si
concederanno
à
chi fa bene
il di quando fara
muouer
muover
i monti,
Dio dira allhora
à
tutti gli
adunati.
Voi che
negaʃte
negaste
che io
ui
vi
haueβi
havessi
poʃto
posto
queʃto
questo
termine,
uenite
venite
pur come
uoi
voi
fuʃte
fuste
creati la prima
uolta.
volta.
All’hora aperto il libro
del-l’opere
dell’opere
loro diranno.
O quanto
è
maluagio
malvagio
queʃto
questo
libro,
il quale
è
nota-to
notato
di tutte le
coʃe
cose
picciole,
e grandi.
Tutti leggeranno i
fatti loro in
eʃ-ʃo,
esso,
e Dio non fara ingiuria a
niʃʃuno.
nissuno.
[285]
Comandando
à
gli Angeli che
s’inchinaʃʃero
s’inchinassero
ad Adamo,
tutti lo fecero da Belzebub infuori.
Perche
dunque chiamate lui
uoʃtro
vostro
nimico in luogo del figliuolo di Dio?
che
è
piu oltraggio che la mutation de gli incredoli?
Non fu
teʃtimone
testimone
alcuno
nella creation delle anime
noʃtre,
nostre,
e del tutto,
ne
uolle
volle
nelle mie
faccen-de
faccende
prender alcun de gli erranti.
Sappiamo quel che noi diciamo.
{339}
[286]
Non
comando a
Nuntij
Nuntii
coʃa
cosa
alcuna
ʃe
se
non che
ʃiamo
siamo
buoni correttori.
Gli
incredoli
diʃputano
disputano
per confonder il
uero,
vero,
e
coʃi
cosi
ʃi
si
ridono de miei
pre-cetti.
precetti.
Chi
è
piu
maluagio
malvagio
di colui che
ʃapendo
sapendo
i miei precetti
laʃciando-li,
lasciandoli,
ʃe
se
ne
ua
va
ad altri precetti?
Habbiamo ne cuori loro
meʃʃo
messo
piombo,
e
fattili
ʃordi,
sordi,
e pero quantunque tu gli chiami
à
uia
via
buona,
non ti
po-tranno
potranno
eʃʃaudire,
essaudire,
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe
volesse
metter lor mente harebbero ogni
ma-le.
male.
Ma
eβi
essi
hanno il termine ordinato.
[287]
Moʃe
Mose
diʃʃe
disse
un di al
ʃuo
suo
famiglio.
Non ti partir mai da me fino
à
tanto che
arriuerremo
arriverremo
à
duoi mari,
o
che per alquanto
ʃpatio
spatio
d’anni camineremo
inʃieme.
insieme.
Eβi
Essi
giunti a
due
mari,
ʃi
si
dimenticarono il
uiaggio
viaggio
de
ʃuoi
suoi
peʃci
pesci
nel mare.
Paʃʃati
Passati
di la
dal mare,
detto al
ʃeruo
servo
che
apparecchiaβi
apparecchiassi
il
deʃinare,
desinare,
diʃʃe.
disse.
Noi
hab-biam
habbiam
patito in
queʃto
questo
uiaggio,
viaggio,
et io giunto alla pietra per operation del
Diauolo,
Diavolo,
dimenticaimi del
peʃce,
pesce,
ilquale
ʃe
se
ne
è
tornato in mare,
che
biʃogna
bisogna
marauigliarʃi
maravigliarsi
?
eβi
essi
ritornati.
diʃʃe
disse
Moʃe
Mose
à
uno,
uieni,
vieni,
e
ʃta
sta
con meco,
al quale colui
diʃʃe,
disse,
tu non potrai durar meco,
diʃʃe
disse
Moʃe.
Mose.
Dio
uolendo
volendo
io durero teco.
Colui adunque con
Moʃe
Mose
ne andò
alla
naue,
nave,
e
ʃu
su
montatoui
montatovi
la ruppe accioche la gente
s’affogaʃʃe,
s’affogasse,
diʃʃe
disse
Moʃe,
Mose,
tu hai fatto
coʃa
cosa
molto
graue,
grave,
a cui egli,
non
diʃs’io,
diss’io,
che tu non
potreʃti
potresti
durar meco
?
dopo
partitiʃi,
partitisi,
egli
occiʃe
occise
un
ʃchiauo
schiavo
che rincontro,
alquale
Mo-ʃe
Mose
diʃʃe.
disse.
Tu hai
òcciʃo
òcciso
il
ʃeruo
servo
ʃanza
sanza
ragione,
e
coʃi
cosi
ʃei
sei
reio.
Alqua-le
Alquale
egli
riʃpoʃe,
rispose,
non ti
diʃs’io
diss’io
che tu non
durereʃti
dureresti
meco?
Et egli,
ʃe
se
tu
addomanderai piu oltre di me,
non lo haro piu a
patientia,
che ho patito
pur troppo.
Andati adunque
inʃieme
insieme
à
una
uilla
villa
cercando
allogiamen-to
allogiamento
non furono accettati da alcuno,
ma andarono a
un muro che
ʃtaua
stava
per
rouinare,
rovinare,
ilquale
Moʃe
Mose
ʃopra
sopra
ʃe
se
ʃoʃtentando
sostentando
diʃʃe.
disse.
S’io
uoleʃʃi
volessi
prende-rei
prenderei
di qui pregio.
Riʃpoʃe
Rispose
l’altro,
i fatti di
queʃto
questo
ʃeparano
separano
la
uoʃtra
vostra
amicitia,
Ti
manifeʃtero
manifestero
un’altra
coʃa
cosa
perche tu non hai potuto durar
meco troppo.
La
Naue
Nave
rotta era
poʃʃeʃʃion
possession
de
poueri
poveri
per la quale,
s’ac-quiʃtauano
s’acquistavano
il
uiuere
vivere
in mare,
la quale,
accioche il Re
immenʃo
immenso
perʃeguitando
perseguitando
ʃe
se
degnaʃʃe
degnasse
accettare,
la
uolli
volli
ridurre col rompere a
nulla,
e quell’altro
occiʃo,
occiso,
partitoʃi
partitosi
dalla fede di tutti i
ʃuoi
suoi
era incredolo.
Onde temendo che fatto maggiore,
non
deuiaʃʃe
deviasse
tutti i
ʃuoi
suoi
dalla fede per
for-za,
forza,
ho piu
toʃto
tosto
uoluto
voluto
che Dio in
ʃuo
suo
luogo habbia
meʃʃo
messo
un migliore.
Il
muro fu di due orfani,
che
ʃotto
sotto
ʃe
se
loro
ʃerbaua
serbava
il
teʃoro
tesoro
del padre
lo-ro,
loro,
i quali
ʃe
se
Dio
conduceʃʃe
conducesse
a gli anni della
diʃcretione,
discretione,
quiui
quivi
troue-rebbero
troverebbero
il lor
teʃoro.
tesoro.
Queʃta
Questa
occaʃione
occasione
adunque ci
ʃepara.
separa.
[288]
Se alcuno
ti addomandera di
Aleʃʃandro,
Alessandro,
riʃpondi
rispondi
che noi gli demmo il Regno,
e
il giudicio in terra,
e la
ʃcientia
scientia
di tutte le
coʃe,
cose,
la quale egli ha
ʃem-pre
sempre
ʃeguitato
seguitato
infino al
naʃcer
nascer
del Sole,
ilquale
è
trouò
trovò
in una fonte
im-brattato,
imbrattato,
che
ʃi
si
ripoʃaua.
riposava.
Al
medeʃimo
medesimo
commandammo,
che
ritrouando
ritrovando
quiui
quivi
huomini non
faceʃʃe
facesse
loro ne ben,
ne male.
I credenti
riceueranno
riceveranno
da noi
dolciβime
dolcissime
parole,
&
ottima mercede,
Dopo dalla
ʃua
sua
ʃapientia
sapientia
condotto alla
ʃalita
salita
del Sole,
la
peruenne
pervenne
doue
dove
il Sole
aʃcende
ascende
ʃopra
sopra
gli
huomini,
tra quali non ponemmo alcuno
oʃtaculo.
ostaculo.
Vltimamente
Ultimamente
andan-do
andando
a i
Monti,
ritrouo
ritrovo
huomini,
che non
intendeuan
intendevan
parola:
Quei che erano intorno ad
Aleʃʃandro
Alessandro
lo
pregauano,
pregavano,
che
metteʃʃe
mettesse
tra loro,
e i
uaʃtatori
vastatori
delle terre montane uno
oʃtacolo,
ostacolo,
e una
chiuʃura,
chiusura,
e per questo gli
promeʃʃero
promessero
gran pregio.
Il che egli
promeʃʃe,
promesse,
[289]
e comando loro che
eβi
essi
portaʃʃero
portassero
per fendere i
ferramenti e
ogni altra
coʃa.
cosa.
Il che fatto non
poteron piu quei de’
monti per gratia di Dio far nocumento alcuno.
Ma
al termine da Dio ordinato
faremo che tutti
ʃaranno
saranno
chiamati,
e allhora
ʃara
sara
permeʃʃo
permesso
che gli incredoli
ueggino
veggino
il
Paradiʃo,
Paradiso,
i quali prima
pri-uati
privati
di
uedere,
vedere,
e di udire
ʃi
si
penʃarono,
pensarono,
che la mia gente
doueʃʃe
dovesse
adorare
chi
chiamauano
chiamavano
loro Dei,
e daremo loro per albergo l’Inferno,
perche
eβi
essi
ʃi
si
rideuano
ridevano
de precetti de Propheti,
ne
haueuan
havevan
fede a
miracoli,
ne
al di del giuditio,
e
coʃi
cosi
penʃando
pensando
far bene,
perʃero
persero
quanto
eβi
essi
hanno
fatto,
i benefacienti haranno il
Paradiʃo,
Paradiso,
e non temeranno
d’eʃʃerne
d’esserne
mai cacciati,
e prima mancherebbe il mare,
che la parola di Dio
ʃe
se
ʃi
si
poteʃʃe
potesse
ʃcriuere.
scrivere.
[290]
Io ti comando che tu non affermi
ʃe
se
non
d’eʃʃer
d’esser
huomo,
e che
teʃtifichi
testifichi
non
eʃʃer
esser
altro ch’un
ʃolo
solo
Dio,
e che
ogni huomo
ʃperando
sperando
eʃʃer
esser
con Dio,
faccia
buone opere,
ne faccia
parteci-pe
partecipe
alcuno a
Dio.
IL FINE DEL SECONDO LIBRO
ripieno di
falʃa
falsa
Religione,
è
beʃtemmie
bestemmie
contro il figliuol di Dio,
e’l
Spirito
ʃanto,
santo,
d’inuiolabile
d’inviolabile
oʃʃeruanza
osservanza
appreʃʃo
appresso
Macomettani.