In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIX.
XIX.
[1]
QVESTE
QUESTE
marauiglie
maraviglie
di
queʃto
questo
libro elegante,
e dotto.
Sono
à
gli huomini
ʃtupende,
stupende,
le quali
ʃon
son
mandate
lo-ro,
loro,
&
eβi
essi
le tennero
diuine,
divine,
ma gli incredoli le chiamano
incanti,
doue
dove
che
eβi
essi
non
troueranno
troveranno
chi gli aiuti da Dio
creator del Cielo,
e della terra.
Oʃʃeruatelo
Osservatelo
adunque perche
è
uera-ciβimo,
veracissimo,
douendo
dovendo
uoi
voi
ritornar
à
lui,
egli di tutti creatore dopo la
mor-te
morte
chiamera tutti per giudicare.
E i
diʃpreggiatori
dispreggiatori
di
queʃti
questi
noʃtri
nostri
precetti,
ʃaranno
saranno
grauemente
gravemente
puniti nel fuoco.
Ma quei,
che
ʃperano
sperano
di
uenir
venir
à
noi,
ʃaranno
saranno
meβi
messi
per
ʃempre
sempre
nel
Paradiʃo.
Paradiso.
Queʃti
Questi
tali
inuoca-no
invocano
Dio,
e lo ringratiano.
Se Dio
s’affrettaʃʃe
s’affrettasse
à
dar il male,
come fa
il bene,
gia harrebbe punito i
cattiui.
cattivi.
Però
ʃi
si
dà
tempo loro,
accioche
ʃi
si
uegga,
vegga,
ʃe
se
uoglion
voglion
ritornar
à
noi,
[2]
Ma
eβi
essi
ʃtando
stando
dicono,
portaci un’altro Alcorano,
o muta
queʃto,
questo,
a quali
riʃpondo,
rispondo,
che non lo
uo
vo
fare,
ʃi
si
per
l’oʃʃeruation
l’osservation
de precetti
diuini,
divini,
e
ʃi
si
per il timor del di giudiciale.
Dio mi
ha liberato da loro,
Dio dunque
uedendomi
vedendomi
ʃapiente,
sapiente,
in
queʃte
queste
coʃe
cose
mi
eʃʃaudirà
essaudirà
chiamandomi alla
uia
via
della
ʃalute,
salute,
e
moʃtrandomi
mostrandomi
la
uia
via
ret-ta,
retta,
Egli
à
chi farà
bene,
dara per
ʃempre
sempre
il
Paradiʃo,
Paradiso,
e i
peccatori il
fuoco eterno per le lor
maluagie
malvagie
operationi.
Coloro adunque che
dico-no,
dicono,
che Dio
è
creator del Cielo,
e della terra,
dator della
uita,
vita,
e della
morte,
perche non gli credono?
Egli
è
Dio
uerace,
verace,
e chi abbandona la
uerità,
verità,
non
ʃegue
segue
ʃe
se
non il
ʃuo
suo
danno.
Perche
ʃprezzate
sprezzate
il
conuertir-ui
convertirvi
?
Le parole di Dio
ʃon
son
ueraci.
veraci.
Perche non
uedete
vedete
uoi
voi
che
è
coʃi
cosi
?
Mol-ti
Molti
ʃono
sono
incredoli perche dicono,
che non intendono l’Alcorano,
[3]
che
ʃa-rebbe
sarebbe
ʃe
se
ʃi
si
eʃponeʃʃe
esponesse
?
Guardate che fin fu quello de
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori.
antecessori.
A contradicenti dirai,
che attendino
à
far i
fatti loro,
e tu i
tuoi,
e di
che Dio
nõ
non
fa ingiuria
à
niʃʃuno
nissuno
:
ma che lo huomo
à
ʃe
se
ʃteʃʃo
stesso
ʃi
si
nuoce,
e
dirai,
che
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe,
volesse,
tutti gli huomini della terra crederebbero
à
lui,
forʃe
forse
tu
ʃtudi
studi
coʃtrigner
costrigner
le genti
à
credere?
Niun potra credere
non
uolendo
volendo
Dio,
il quale
laʃcia
lascia
ʃtare
stare
i
cattiui
cattivi
nelle
maluagità
malvagità
loro.
[4]
Egli
è
manifeʃto,
manifesto,
che non
gioua
giova
coʃa
cosa
alcuna delle
celeʃti,
celesti,
e
terreʃtri,
terrestri,
ne
mi-racoli,
miracoli,
ne
uirtu,
virtu,
a gli incredoli,
i quali
aʃpettano
aspettano
l’euento
l’evento
de loro
ante-ceʃʃori,
antecessori,
aʃpettino
aspettino
adunque,
e io in
queʃto
questo
mezzo come
à
me appartiene
ʃaluero
salvero
i
noʃtri
nostri
nuntij,
nuntii,
io da loro partitomi,
e
uenutomi
venutomi
alla fede
nõ
non
ado
ro
ʃe
se
non un
ʃolo
solo
Dio,
il quale mi ha fatto credere la
uia
via
retta,
prohi-bendo
prohibendo
che io non adori alcuno in luogo di Dio,
il cui dono non puo
tor-re
torre
alcuno.
Niʃʃuno
Nissuno
s’egli nol
moʃtra,
mostra,
non potra
conoʃcere
conoscere
il male.
La
diuina
divina
uerità
verità
à
noi data ci
moʃtra
mostra
la retta
uia,
via,
la cui
oʃʃeruanza
osservanza
a
credenti da
ʃalute,
salute,
e agli incredoli errore.
Guardateui
Guardatevi
adunque,
per-che
perche
io non
ʃarò
sarò
ʃempre
sempre
uoʃtro
vostro
guardiano.
Tu
ʃeguita
seguita
il libro
mandato-ti
mandatoti
da Cielo,
tanto che Dio giudichi.