In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.VIII.
VIII.
LE MARAVIGLIE di
queʃto
questo
libro chiaro et
euidente.
evidente.
Non
ʃtimar
stimar
mai l’anima tua minor del merito,
quantunque non ti prendino predicando,
[1]
s’io
uoleʃʃi
volessi
manderei,
tale a
cui tutti
ʃi
si
ʃottoporrebbono,
sottoporrebbono,
perche
nõ
non
credono le genti?
Dio
è
pietoʃo,
pietoso,
e immenso,
[2]
Dio commandando
à
Moʃe
Mose
che
uiʃitaʃʃe
visitasse
la gente di Pharaone,
riʃpoʃe,
rispose,
Tu Dio,
temendo io che mi
con-tradichino,
contradichino,
&
eʃʃendo
essendo
impedito della lingua,
manda Aron mio fratello.
Riʃpoʃe
Rispose
Dio,
andrai ancho tu
inʃieme,
insieme,
e dite,
noi
ʃiamo
siamo
mandati da Dio
Re di tutte le
coʃe,
cose,
accioche tu ci dia i
figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
Riʃpoʃe,
Rispose,
non
ʃei
sei
tu quello che noi nutrimmo da fanciullo,
e
faceʃti
facesti
male?
perche
ʃei
sei
fatto
maluagio
malvagio
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
ʃeci,
seci,
&
errai,
onde fuggi le tue mani,
Pharaone allhora addomandando chi Dio
dominaʃʃe
dominasse
a tutti.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Tien
cer-to
certo
che egli
è
quello che fe il cielo,
e la terra,
Pharaone dicendo,
chi era
ʃeco
seco
?
diʃʃe
disse
Moʃe.
Mose.
Egli
è
Dio
noʃtro,
nostro,
e de nostri primi Padri,
ilqual mi
mãda
manda
hai
inteʃo
inteso
?
allhora Pharaone,
ʃe
se
crederete in altri che in me,
ui
vi
farò
metter in prigione,
e
Moʃe
Mose
dicendo,
che dirai s’io farò
miracoli.
Fallo
riʃpoʃe,
rispose,
ʃe
se
tu
ʃei
sei
uerace.
verace.
Gettando adunque la
uerga
verga
diuenne
divenne
ʃerpente,
serpente,
perche Pharaone fe adunar tutti i
Magi,
e
Moʃe
Mose
con la
uerga
verga
guaʃto
guasto
loro gli incanti,
perche
eβi
essi
adoraron
Moʃe,
Mose,
&
Aronne,
perche
cauati
cavati
i figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
affogai le
gẽti
genti
di Pharaone che gli
perʃeguiuano,
perseguivano,
Dirai loro d’Abramo,
e del Padre che
adoraua
adorava
gli Idoli,
Que-ʃte
Queste
coʃe
cose
non
ʃon
son
credute da molti,
ma Dio che
è
immenʃo
immenso
conoʃce
conosce
ogni
coʃa,
cosa,
Noe
diʃʃe
disse
alle genti,
io
ʃon
son
mandato a
uoi
voi
nuntio.
Temete Dio,
ʃe-guendo
seguendo
me,
&
eβi
essi
diceuano,
dicevano,
come ti
poβiamo
possiamo
credere,
ʃe
se
ti
ʃeguita-no
seguitano
ʃolamente
solamente
plebei,
e huomini
uili
vili
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
Dio
ʃolo
solo
conoʃce
conosce
i
uoʃtri
vostri
tutti,
fatti,
eβi
essi
allhora lo
uollero
vollero
lapidare,
allhora
diʃʃe,
disse,
Dio
difendimi da
traditori,
perche lo
ʃaluammo
salvammo
nell’arca,
Loth
diʃʃe
disse
alle
ʃue
sue
genti,
io
ʃon
son
Nuntio,
et
ui
vi
ricordo,
che
nõ
non
uogliate
vogliate
coʃi
cosi
uʃar
usar
co
maʃchi
maschi
laʃciãdo
lasciando
l’uʃo
l’uso
natural delle
fẽmine
femmine,,
Perche
eβi
essi
riʃpoʃero,
risposero,
o Loth,
ʃe
se
tu
nõ
non
reʃti
resti
di non
ci
perʃuadere,
persuadere,
noi ti occideremo,
perche egli pregandoci
mandammo il
fuoco
ʃopra
sopra
le città.
Queʃte
Queste
coʃe
cose
non
ʃon
son
da molti credute,
perche predicale,
e falle note,
ne
inuocar
invocar
altro Dio.
Sopra i
compoʃitori
compositori
delle canzoni,
e delle bugie,
cioè
de poeti,
ʃta
sta
il
Diauolo,
Diavolo,
ʃe
se
non
ʃi
si
emenderanno faccendo bene.
[3]