In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXV.
XXV.
[1]
QVESTO
QUESTO
libro
euidente
evidente
fatto da noi Arabico,
accioche
per
queʃto
questo
ʃiate
siate
fatti
ʃapienti,
sapienti,
è
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃapiente
sapiente
nella madre de libri.
Noi apoco apoco
ue
ve
lo
leueremmo
leveremmo
di
mente perche
ʃete
sete
ribelli,
e beffatori di tutti i
Propheti,
de quali
ʃubito
subito
confondemmo i
piu potenti.
Gli incredoli addomandati
chi
è
il fattor della terra,
e del Cielo,
dicono Dio,
egli faccendola la
diʃtinʃe,
distinse,
e
ue
ve
la
conceʃʃe.
concesse.
Egli manda l’acqua di Cielo moderatamente
la
riʃuʃcita,
risuscita,
e creando le
beʃtie
bestie
ue
ve
le ha date per
uoʃtro
vostro
commodo
accioche
inuocate
invocate
il nome di Dio,
dicendo.
O Dio che ci ha dato queste
coʃe
cose
neceʃʃarie,
necessarie,
delle quali non
ʃiamo
siamo
degni noi,
ti glorifichiamo
deuendo
devendo
ritornar
à
te.
Dicono alcuni
che gli angeli che
ʃtanno
stanno
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃon
son
femmine.
Furon
eʃʃi
essi
per
auentura
aventura
teʃtimoni
testimoni
nella creation de gli
ange-li
angeli
?
Eβi
Essi
dicono che
ʃon
son
ʃeguitatori
seguitatori
della
ʃetta
setta
de lor
predeceʃʃori,
predecessori,
che direte
uoi,
voi,
ʃe
se
ui
vi
daro miglior
ʃetta
setta
di quella de padri
uoʃtri
vostri
?
Non
cre-demo
credemo
a colui col qual
uieni,
vieni,
diʃʃero
dissero
parimente i
grandi.
Noi
prendem-mo
prendemmo
uendetta
vendetta
di loro.
Guarda qual
fuʃʃe
fusse
la fine.
I moderni che
ʃi
si
doglio-no
dogliono
l’Alcorano non
eʃʃer
esser
poʃto
posto
ʃopra
sopra
i grandi delle Citta,
hanno
forʃe
forse
fatto qualche dono
diuino.
divino.
Noi
diʃtribuimo
distribuimo
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
noʃtro
nostro
in
que-ʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
inalzando chi a
noi pare
à
grado
à
grado,
accioche gli altri
loro
obbediʃchino,
obbedischino,
ʃe
se
tutta la gente
fuʃʃe
fusse
una,
a neganti Dio,
daremo
caʃe
case
coperte d’argento,
e letti d’oro,
delle quai
coʃe
cose
meglio haranno i
tementi Dio nell’altro
ʃecolo.
secolo.
Conʃidera
Considera
la legge mandatati da me,
la
quale
inʃegna
insegna
la
uera,
vera,
e retta
uia.
via.
Habbiamo noi
forʃe
forse
commandato che
ʃi
si
adori imagine alcuna?
Molti parimente
ʃi
si
ʃon
son
partiti da
CHRI-STO
CHRISTO
figliuol di MARIA il quale
eʃponeua
esponeva
le parabole,
portando le
ʃue
sue
imagini,
e dicendo.
CHRISTO
eʃʃer
esser
eloquente,
e i
ʃuoi
suoi
pre-cetti
precetti
eʃʃer
esser
contrarij.
contrarii.
[2]
Egli non fu altro che huom puro,
alqual demmo
molta bonta faccendolo
inʃegnator
insegnator
de figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
A noi
ʃareb-be
sarebbe
poβibile
possibile
fare alcuni di quelli giudici,
e alcuni Re delle terre.
Se-guendo
Seguendo
adunque Dio che
è
fattor del tutto,
caminate per retta
uia,
via,
ne
ui
vi
laʃciate
lasciate
ʃtraʃcinar
strascinar
dal
Diauolo
Diavolo
uoʃtro
vostro
nimico.
Quando CHRISTO
uenendo
venendo
con le
diuine
divine
uirtu
virtu
diʃʃe.
disse.
Ecco io
ʃon
son
con
uoi
voi
con la
ʃapientia
sapientia
per compor le nostre differenze,
e
ʃeguẽdo
seguendo
me temete Dio
che e
uoʃtro
vostro
e mio Signore,
[3]
poʃe
pose
gran
ʃciʃma
scisma
tra le genti,
e quei che non
credette-ro
credettero
il di del giudicio patiranno
grauiβimo
gravissimo
male,
perche non
penʃano
pensano
a
quella hora
nella quale tutti gli amici
diuerranno
diverranno
nimici,
eccetto quei
che temettero Dio,
A quali Dio dira.
Non temette hoggi
perche
tut-ti
tutti
che credettero a
noʃtri
nostri
precetti,
hoggi con le lor donne
poʃʃederan-no
possederanno
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Quiui
Quivi
ʃara
sara
loro
amminiʃtrato
amministrato
cio che
eβi
essi
uorranno,
vorranno,
e
in eterno
ʃtaranno
staranno
alla beatitudine,
e a
maluagi
malvagi
il fuoco,
nel quale
ʃta-ranno
staranno
ʃempre
sempre
diʃperati.
disperati.
Eβi
Essi
dicendo,
perche Dio non gli ha in tutto
fatti morire,
riʃpondera
rispondera
l’Angelo della morte,
anzi
uoi
voi
reʃterete
resterete
ʃem-pre,
sempre,
perche non
credeʃti
credesti
alla legge mandata,
penʃaʃti
pensasti
forʃe
forse
che non
do-ueβimo
dovessimo
ʃaper
saper
i
uoʃtri
vostri
ʃecreti
secreti
?
Certo i
noʃtri
nostri
Nuntij
Nuntii
ʃapeuano
sapevano
ogni
coʃa.
cosa.
Affermate
uoi
voi
anchora che Dio ha figliuolo?
[4]
Io primo de
credẽti
credenti,,
libero dalle
uoʃtre
vostre
ʃtoltitie
stoltitie
credo in Dio fattor del Cielo,
e della terra.
Tu Signore
laʃcia
lascia
gli erranti fino al di del lor guadagno,
nel quale
non
ʃaranno
saranno
pregati gli adorati in luogo di Dio,
ma
ʃantamente
santamente
chi
diʃʃe,
disse,
e
ʃeppe
seppe
il
uero.
vero.
Gli incredoli allhora interrogati chi fu il
ʃuo
suo
creatore
?
Diranno Dio,
Perche dunque non credono?
ma
queʃta
questa
gente
è
in-credola.
incredola.
Ritrarai adunque la tua mano,
dicendo.
Salute
ʃopra
sopra
uoi,
voi,
uoi
voi
conoʃcendo
conoscendo
il merito
uoʃtro
vostro
lo harete.