In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVIII.
XXVIII.
E POSTO
queʃto
questo
libro da Dio,
ʃapiente
sapiente
è
pio,
crea-tor
creator
del Cielo,
e della terra.
Coloro che non credono
al-le
alle
dottrine,
udite le parole
diuine,
divine,
uoltan
voltan
loro le
ʃpalle.
spalle.
Ma che hanno fatto in terra quei che adorano in luogo
di Dio?
E che parte hanno in Cielo?
Portatemi qualche libro per il
qua-le
quale
apparino
ueraci.
veraci.
Chi
è
piu
ʃtolto
stolto
di colui che
inuocaʃte,
invocaste,
à
non
riʃpon-der,
risponder,
e chi li debbe
eʃʃer
esser
nimico il di del giudicio?
Per
queʃto
questo
patira
pe-na.
pena.
Gli incredoli udendo i
precetti di Dio,
dicono che io
ʃon
son
Mago,
e
ch’io ho finto.
[1]
Ma
ʃe
se
egli
è
uero
vero
ch’io habbia finto,
prego Dio che non
mi dia parte alcuna di
ʃe,
se,
quando
ʃara
sara
giudice
noʃtro.
nostro.
Io non
ʃon
son
primo
Nuntio,
e non
ʃo
so
quel che io
&
uoi
voi
ci dobbiamo fare.
[2]
Nondimeno
ma-nifestero
manifestero
i precetti
diuini,
divini,
i quali quantunque
ʃian
sian
di Dio,
uoi
voi
non
cre-dete
credete
loro.
Egli non mette nella
uia
via
buona i
maluagi.
malvagi.
I peccatori che non
credono,
e non
ueggono
veggono
la retta
uia,
via,
dicono
queʃta
questa
eʃʃer
esser
delle prime
bu-gie,
bugie,
e che io non
ʃarei
sarei
uenuto
venuto
con
queʃto
questo
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
bene,
&
uero.
vero.
A
Moʃe
Mose
demmo il primo dono,
ʃi
si
come
à
te
queʃto
questo
libro
ʃcritto
scritto
Arabi-co,
Arabico,
per il qual
poʃʃa
possa
castigar i
maluagi,
malvagi,
à
buoni annuntiando il
be-ne.
bene.
Coloro che dicono Dio
eʃʃer
esser
ʃolo,
solo,
non hanno
faʃtidio
fastidio
alcuno,
e per i
fatti loro
poʃʃederãno
possederanno
ʃempre
sempre
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Lo huomo honori molto i
ʃuoi
suoi
genitori,
la madre
ʃopportando
sopportando
per lui tante fatiche,
e giunto all’eta
di quaranta anni glorifichi Dio,
dicendo.
Dio fammi degno,
che io ti
ringratij,
ringratii,
per il ben
à
me dato,
e
à
miei parenti,
perche
conuertito
convertito
a te,
a te
ʃolo
solo
credo.
Queʃti
Questi
tali
ʃon
son
grati
à
Dio,
e
riceuono
ricevono
il
paradiʃo.
paradiso.
Il
di del giudicio
à
tutti daremo
ʃecondo
secondo
il merito,
e a
gli incredoli
mo-ʃtreremo
mostreremo
il fuoco che
eβi
essi
tante
uolte
volte
contradiʃʃero,
contradissero,
[3]
e Dio
diʃʃe
disse
loro,
perche in terra
ʃeguendo
seguendo
i
uoʃtri
vostri
piaceri,
faceʃte
faceste
male
ʃenza
senza
uerità,
verità,
ri-
ceuete
ricevete
hoggi per merito il male.
Tu
caʃtiga
castiga
la gente,
accioche non adorino altro che un Dio,
e
termino
temino
il giudicio,
[4]
I
Diauoli
Diavoli
odendo
l’Alco-rano
l’Alcorano
ʃi
si
conuertiranno,
convertiranno,
e fuggeranno da
ʃuoi,
suoi,
dicendo.
O gente,
gia habbiamo udito il libro mandato dopo il libro di
Moʃe
Mose
confermator d’ogni
ʃuo
suo
detto,
e
dimoʃtrator
dimostrator
della
uera
vera
uia.
via.
Obedite
à
chi
ui
vi
chiama
à
Dio,
e credete
à
lui,
che
ui
vi
perdonera i
peccati,
e
cauerauui
caveravvi
di male.
Altro
in terra non
ui
vi
puo
giouare,
giovare,
[5]
coʃi
cosi
come Dio creo ogni
coʃa
cosa
ʃenza
senza
fatica,
coʃi
cosi
riʃuʃcitera
risuscitera
tutti
il di che
moʃtrando
mostrando
il fuoco
à
gli incredoli dira.
Queʃto
Questo
non
è
uero
vero
fuoco,
e quelli
riʃpondendo
rispondendo
ʃi,
si,
dira.
Guʃtate
Gustate
il fuoco,
perche non
credeʃte.
credeste.
Tu
ʃta
sta
forte,
ʃi
si
come gli altri Propheti
coʃtanti,
costanti,
di-uoto
divoto
à
Dio,
e non ti affrettar di
manifeʃtar
manifestar
i precetti,
perche il di nel
quale
ʃara
sara
manifeʃto
manifesto
ogni
noʃtro
nostro
mãdato
mandato,,
uerran
verran
tutti,
quaʃi
quasi
non parendo lor
hauer
haver
dimorato piu che una hora.
Da
à
tutti i
mandati,
accioche
gli incredoli
ʃi
si
confondino.