In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXIII.
XXXIII.
[1]
GIVRERAI
GIURERAI
PER i
uenti
venti
ʃoffianti,
soffianti,
per le nubi
acquoʃe
acquose
e per le
naui
navi
del mare,
e per gli Angeli nuntii
che tutti
queʃti
questi
precetti
ʃon
son
ueri,
veri,
e che
uerra
verra
il di che
prouera
provera
la
uerita.
verita.
Ma
uoi
voi
ui
vi
moʃtrate
mostrate
al contrario,
e per
queʃto
questo
pa-tirete
patirete
grauiβimo
gravissimo
male.
Di
noʃtra
nostra
man perirono coloro,
che
induʃʃero
indussero
falʃe
false
opinioni,
e
diʃʃenʃioni.
dissensioni.
Eβi
Essi
ricercano
l’auento
l’avento
del di futuro,
ilqual
moʃtrando
mostrando
lor nel fuoco diro.
Guʃtate
Gustate
quel che
uoi
voi
cercauate
cercavate
tan-to,
tanto,
e i
tementi
poʃʃederanno
possederanno
il
Paradiʃo,
Paradiso,
Perche
contenti di poco
ʃenno
senno
{2}
pregauano
pregavano
Dio,
diʃtribuendo
distribuendo
la pecunia loro a
poueri,
poveri,
Per colpa
uoʃtra
vostra
non
conoʃcete
conoscete
{3}
chi
ui
vi
da il
uiuere,
vivere,
[2]
ʃapete
sapete
uoi
voi
di quei che
alloggiauano
alloggiavano
con Abramo?
a quali
eβi
essi
ʃalutandolo,
salutandolo,
egli il
ʃaluto
saluto
rendendo,
diʃʃe.
disse.
Io
non
conoʃco
conosco
ʃe
se
uoi
voi
ʃiate
siate
buoni.
A quali porgendo il
uitel
vitel
ʃagginato
sagginato
diʃ-ʃe,
disse,
perche non mangiate?
&
eβi
essi
conʃolaron
consolaron
lui che
temeua
temeva
di loro,
di-cendo.
dicendo.
Non temer,
ma allegrati per un figliuol
ʃapiente,
sapiente,
che tu harai.
La donna
ʃua
sua
dopo
lamentandoʃi,
lamentandosi,
percotendoʃi
percotendosi
la faccia con le mani
diceua.
diceva.
Io
ʃon
son
uecchia,
vecchia,
e
ʃterile,
sterile,
&
eβi
essi
dicendo che Dio
uoleua
voleva
coʃi,
cosi,
ad-domando
addomando
Abramo.
Quel che
uoleʃʃero.
volessero.
Eβi
Essi
riʃpoʃero.
risposero.
Noi
ʃiam
siam
man-dati
mandati
alla gente
maluagia,
malvagia,
accioche per
diuina
divina
uendetta
vendetta
gli
disfaccia-no.
disfacciano.
Noi
cauandone
cavandone
i buoni,
à
tutti gli altri daremo tormento.
[3]
Af-fogammo
Affogammo
Pharone,
che
diceua
diceva
Moʃe
Mose
eʃʃer
esser
Mago.
Mandammo ad Hat
uento
vento
che manco poco che non
andaʃʃe
andasse
in
uento.
vento.
La gente di Themur
fu
occupata dalle
ʃaette,
saette,
onde non puote
leuarʃi,
levarsi,
ne far
uendetta.
vendetta.
Noi
creammo il Cielo,
e la terra
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
noʃtro.
nostro.
Io mandato a
uoi
voi
Nuntio,
e
ʃpianatore,
spianatore,
ui
vi
dico
che adoriate un
ʃolo
solo
Dio,
nõ
non
faccendo che
egli habbia compagni,
e
ʃe
se
ti contradiranno come
è
uʃanza,
usanza,
partendo-ti
partendoti
da loro non
ʃara
sara
male.
Non dimeno non
reʃtar
restar
di predicare,
perche
queʃto
questo
gioua
giova
à
buoni.
Io ho fatto gli huomini,
e i
Diauoli,
Diavoli,
accioche mi
glorifichino
non domandando lor
coʃa
cosa
altra alcuna,
Perche la mia
ma-no
mano
da il
uiuer,
viver,
la potenza,
e ogni altra
coʃa,
cosa,
i malfacienti patiranno
grauiβima
gravissima
pena,
non s’affrettino adunque al male,
perche
ueramente
veramente
patiranno al giudicio.