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Arrivabene, 1547

IL PRIMO LIBRO DELL’ALCORANO DOVE DIMOSTRASI CON QUAL PESSIME ARTI HEBBE PRINCIPIO L’IMPERIO E’ LA RELIGIONE DI MACOMETTO.

Le cose prime da Dio create. CAPITOLO I.

[1] NEL PRINCIPIO della creatione del Mondo, Iddio fabricò quattro cose con le sue propie mani. Delle quali, la prima fù il calamo, [2] con che si notano tutte le cose, che furono dal principio del mondo, e saranno fino al suo fine. Poi fece l’huomo, che fù Adamo, alla creatione del quale raccolse col pugno una polvere di diversi, e vari colori, donde viene la varietà di quegli ne gli huomini, per ciò che qual è bianco qual è nero, e qual partecipe di uno, e l’altro, dando insieme inditio della bontà, e malitia loro. Dopò fece il Trono, che è la sede della Maesta sua. Et ultimamente il Paradiso luogo perpetuo de beati. Et oltre à questo, che di tutte le genti che vennero da Adamo, quattro nationi fussero le piu Sapienti, che sono gli Arabi, [3] i Persi, i Romani, e gli Indi, i quali tutti discesero di Sem uno de tre figliuoli di Noe, e furon huomini utili, e buoni. E di Cham parimenti huomini religiosi, e divoti, come gli Ethiopi, e gli Egittii. Di Giapheth poi uscirono Gog, e Maog con tutte le genti impie Idolatre, & infedeli. [4] Poscia Dio elesse per suo sedele Abramo, & dietro a lui il suo figliuolo Ismahele Padre della gente loro, per il che si chiamano Ismaheliti, e tra i figliuoli di Ismahele, Chimen, e tra quei di Chimen Chorase, e di quelli di Chorase Hescim, e tra questi di Hescim Macometto, il quale percioche processe per legittima successione da Adamo fino all’uscita naturale del ventre della Madre sua, fù grandemente da Dio amato, e percio preservatogli una luce due mill’anni innanzi alla creatione di Adamo creata, dalla quale all’hora fù adorato quando che gli altri Angeli lo adorarono, e questa divinamente trappassando per gli eletti di Dio pervenne à Macometto, [5] come testimonio d’esser disceso da quelli, i nomi de i quali narriamo nella Genealogia sua.

La generatione di Macometto. CAPITOLO II.

IL LIBRO della generatione di Macometto Nuntio di Dio, l’oratione,, e la salute del quale sia sopra lui, cominciando da Adamo, & Eva ք ordine succedendo ne suoi maggiori di uno, e l’altro sesso fino al tempo, nel quale Dio lo fece perfetto, gratioso, & utile a lui per l’opere sue, [6] Kabalchabar riputato gran Rabi appresso Ismaheliti, come colui che per lunga lettione di prophetie, e peritia di Astrologia, insieme col testimonio delle dottrine di molti, sapeva che havea à venire uno Propheta, ք il che era sempre sollecito quando, & in che loco questo dovesse avvenir, & in cosi fatta espettatione dimorando, ecco che ode come a Ieresab citta di Arabia, è nato un fanciullo con tutti quei segni predetti nelle scritture da lui lette, e con quelli, che l’arte sua mostrato gli haveva, e tanto piu credenza ne pigliava, quanto la fama per i miraracoli nella nativita sua si faceva maggiore, si fattamente che’l savio huomo tanto gli crebbe il desiderio di lui, che per vederlo si dispose d’andare là, dove egli era, al qual giunto, et a bell’agio maneggiatolo, e visto, conferendo e segni, e quei indici, che gli davano le scritture, come che havessi centi carati nella fronte, e in sulla schiena, conobbe senza alcun dubbio lui esser Macometto, quello che gia tanti secoli innanzi era stato promesso Nuntio di Dio, & ultimo Propheta (secondo il detto loro) il quale per costare al Mondo in tutte le età lui esser desso ripetendo tutti i suoi maggiori da Adamo, & Eva per lungo ordine de secoli, espone in questo modo la generatione sua insegnatagli dal suo maestro Kabelmedi cosi incominciando.

HAVENDO IDDIO Creatore omnipotente di terra creato Adamo, e vedendolo vivo, in pie levato star tutto tremante parendogli gli risonasse il cervello in quella guisa, che risuonan le frondi,, quando sono dal vento abbattute, tutto pieno di maraviglia, di cotal suono disse lui il Signore, di che ti maravigli Adamo? Egli è segno de propheti, e de nuntii ch’io hò da mandare al Mondo,, e pero ti dono questo seme della luce della virtù mia, con il quale non voglio che conceputo sia figliuolo alcuno, se prima non sia monda, e purgata la natura vergognosa della donna, & il membro tuo maschile pulito, e netto, perche di quella nasceranno e Propheti, e Macometto risplendente per tutti e secoli, si come il Sole nella ruota de suoi raggi, e come la Luna la notte nella sua piu colma chiarezza risplender suole, [7] Adamo dunque essendo dubio in che hora il Signore volesse infondere questa luce, che gli havea promesso, qualunque volta voleva con la sua donna giacere, la faceva prima lavare, e mondare osservando medesimamente anchora ella i commandamenti del marito, fino che concepe Seth, Padre de i Propheti, e capo de Nuntii di Dio, [8] dove che all’hora si parti quel splendore, e quella luce dalla faccia di Adamo, & andò nella faccia di lei, per la quale tutti i suoi giorni fù bellissima di maniera, che l’aria la terra, e gli animali guardandola ololtra modo si maravigliavano, et Adamo parimente stuppiva quasi per riverenza astenendosi di toccarla, in tanto ogni di gli Angeli venivano a salutarla portando con loro de gli odori del Paradiso fino che fù solo Seth generato, dopo il quale Eva sempre in tutti i suoi parti ne fece due, maschio, e femina. Nato dunque Seth portava nel volto la luce dello splendor materno havendone spogliato Eva, e all’hora Dio pose tra Seth, e Satan un termine il quale nessun di loro potesse fino a sette anni preterire, e la luce era ritta tra il cielo, e la terra, per la quale gli Angeli discendevano sopra Seth, e tutti i giorni s’udiva un banditore sopra il Trono, che diceva. Allegrati terra, e confortati degna della luce di Macometto, sopra il quale sia l’oratione, e la salute di Dio. Quella luce dunque fù sempre risplendente nella faccia di Seth fino a che venne il termine d’Adamo. alquale vedendosi esser vicino, prese il figliuolo Seth, e lo condusse al luogo dove egli era solito orare, al quale parlò in questo modo. [9] Figliuolo io ho da Diò commandamento, che innanzi il termine della mia morte io debba dimostrarti il voler suo, e come in testamento commandarti, che la luce che tu hai, e porti nel volto, si come io l’ho degnamente servata, cosi medesimamente anchora tu l’habbi a lasciare à degna, & a santa creatura, e rivolto il parlare al Signore, disse. Dio, e signor mio, ecco che secondo che gia mi desti il privilegio di questa divina luce, che io similmente hora la lascio a uno de miei figliuoli, Manda dunque uno de tuoi angeli, che sia testimonio tra me, e lui, innanzi che la vita ci lasci, & appena fornite queste parole, ecco che parve l’Arcangelo Gabriello con settanta milia Angeli, havendo ciascuno in mano una carta bianca, et una penna di quelle del Paradiso tutti venuti a salutar Adamo, e dicendogli. La tua voce, è stata udita, & il Signore ha comandato che l’ordine della generatione di Macometto si metta in iscritto, e cosi Adamo lasciò la sua volontà allo herede co’l testimonio de gl’Angeli, e col sigillo di Gabriello, e vesti il Signore Seth d’una veste doppia, lucida come il Sole, e di color di viola, [10] et in quella hora al cospetto del gran numero de gl’Angeli sotto il testimonio loro sposò a Seth la sorella Machuueliet bianca, e di grandezza simile alla Madre loro, di belliss. aspetto, e di faccia modesta, e gentile, il che fatto poco dapoi Adamo mori. Seth conobbe la moglie, e concepe Eno, la onde da ogni luogo ella gravida ode le salutationi de gl’Angeli in gloria, e benedittione della luce del Propheta Macometto. Nato dunque Enò, e cresciuto, il Padre ricordandosi del testamento di Adamo, e del voler di Dio cerca di propagar et accrescere la luce con degnita, e riverenza. Per ordine adunque lascia Enò la luce al suo figliuolo Camaan, Camaan al suo figliuolo Machieil, Machieil al suo figliuolo Barade, Barade a Enoch natogli della sua moglie Barra, Enoch al suo figliuolo Mathusalem, Mathusalem al suo figliuolo Lecheth grande, e forte, Lecheth al suo figliuolo Noè, Noè al suo figliuolo Sem, [11] con l’arca, dove era il testamento della luce santa di Adamo di materia lucida, lavorata di gemme, e cinta intorno di catene d’oro, e di Smeraldi, in quella ordinate tutte le stanze separatamente de Propheti. Sem rilucendo della luce di Macometto, tolse moglie di stirpe di Re, e lasció il privilegio della luce al suo figliuolo Arfasatto, Arfasatto al suo figliuolo Heber, Heber a Felech, Felech al suo figliuolo Salech, Salech ad Argavu, Argavu a Sorach, Sorach a Tahod, Tahod a Tarocco, [12] Taroc ad Abramo nato di Ibecilne sua moglie, [13] il quale nascendo partiron si dall’Oriente, e dall’Occidente duoi lumi, e vennero in mezzo al cielo, i quali congiunti fecero una luce, che illuminò tutto il Mondo da terra fino al cielo, e fù fatto un suono da gli Angeli per tutto l’universo pieno di Armonia, e di dolcezza celeste, con voci, che diceva quella essere la luce del Propheta Macometto, sopra il quale la salute, e l’oration di Dio, & essalto Dio Abramo nella guisa, che fece Adamo, ilqual . Stupendo dice al Signore, mai non haver veduto virtu simile a questa, & il Signore gli disse. Quello di che tu ti maravigli dover nascere del tuo seme è d’un amico, e nuntio mio: [14] la cui anima ne primi anni della creatione del mondo fù con la tua insieme mescolata, La sua parola è in virtu mia, [15] il suo nome in Cielo è Asmet, in terra Macometto, è in Paradiso Abualtrazim. Fu dunque quella luce nella faccia di Abramo, il quale, essendo gia vecchio, e la moglie sterile, et ella diffidandosi delle parole del marito della divina promissione, ammonito dall’Angelo [16] conobbe Hagir sua serva, e subito la chiarezza della luce ando nella faccia della gravida, e nasce Hismahele riportando seco la luce paterna, dil che disdegnandosi Sarra, e dispiacendole molto disse, che è questo, io resto vacua, et un’altra ha il frutto del tuo seme, il quale essendo promesso ho tanto tempo aspettato indarno? Ma perche ella fusse consolata venirono tre Angeli, e seco alloggiati, di molte cose ragionando le dissero, che ella s’impregnarebbe. Abramo gia sentendosi vicino alla morte, chiama i figliuoli, e lascia in testamento la luce, e l’arca à quello che ha la luce nel volto. [17] Hismahele adunque tolse donna Bichelam figliuola di Alhar, la quale generò [18] Cheidan risplendente della luce del Propheta futuro, a questo furon dati sette doni da nissuno altro havuti, Perche fu sano, animoso, bello, veloce, giusto, cacciatore, e saettava beniss. con l’arco, fatto Re tolse moglie Nulian della terra d’Isac, & avenne un giorno, che essendo egli a caccia, udi una voce che disse, Cheidar, accioche tu non metta in luogo indegno la luce concessati, farai sacrificio, accioche per l’oracolo tu possi sapere quello che tu debbi fare. Inteso questo lasciata ogni altra facenda, se ne va nella terra di Ismahele, [19] dove fatto prima un’altare, si fa condurre DCC. Castroni, i quali offerendo, metteva nel fuoco fin che egli udi che dovesse andare sotto un’arbore, dove egli havrebbe la risposta della sua domanda, dove giunto ode che egli debbi tor Donna di Natione Araba, che habbia nome Algadira. Obedendo adunque in tutto alla voce angelica, camina in Arabia, et havendo cercato molti paesi, [20] giunse al Re Haliercamni figliuolo di Aomar, il quale haveva una sola figliuola chiamata Algadira, e quella tolse per donna, e ritornati nella patria ella ingravidò, la onde in lei risplendendo la luce prophetica, i figliuoli d’Isaac indegnati cominciarono à far congiura, e a levarsi contro Cheidar, dicendo, che a loro, che son figliuoli di Propheta si conveniva il testamento della luce prophetica. All’hora Cheidar dove è l’arca, e mentre ch’egli la vuole aprire ode una voce, che gli prohibisce tal cosa non essendo lecito aprirla, perche ella è riserbata al secolo futuro, ma che dovesse portarla à Iacob, il che havendo Cheidar essequito, e portatovi l’arca, l’avisa di ogni cosa, la dove Iacob viene incontro all’arca insieme con i figliuoli, Cheidar giunto gli da l’arca del testamento, al quale disse Iacob. Rallegrati ò Cheidar sommamente, perche questa notte ti è nato un figliuolo annuntiato, e predicato da divina, e celeste voce, Questa notte ho veduto i cieli aperti, e il Mondo farsi lucido, e chiaro di lume celeste, e gli angeli ascendere, e discendere dal cielo, e tra le voci loro ne udi, che disse, che Algadira havea partorito, la causa di tanta celebrità, detto questo, e lasciata l’arca del testamento appresso Iacob, Cheidar se ne torna alla patria, [21] e truova nato Hamel ornato della virtu paterna, e del suo chiaro splendore. Cresciuto dunque Hamel il padre menandolo una volta a Mecca al Santuario di Abramo s’incontra per il viaggio nell’Angelo della morte in forma d’huomo col quale caminando, e tutta via ragionando appresandosegli all’orecchia di Keidar, gli trasse l’anima fuori di quella, ք il che vi cadde morto nelle braccia del figliuolo, il quale addolorato per questo caso. Ecco che sopragiungono alcuni con l’aiuto de quali diede sepoltura à Cheidar suo padre nel Monte Casiber. [22] Hebbe Hamel due delle virtu paterne, perche fu molto sano del corpo, & fu gran cacciatore, tolse per Donna Hareida, [23] e genero di lei Thebith ornato della paterna luce, & virtu, [24] e Thebith generò Hamiesfa, [25] et Hamiesfa generò Adher, il qual fu il primo della Tribu di Ismahele che desse opera, e si dilettasse delle lettere . [26] Adher generò Advuc, e [27] Aduue Adnen, il quale per l’invidia havutagli della sua bellezza furongli molte volte apparecchiati inganni ք farlo morire, [28] Adueu generò Mahat Re bellicoso molto, e noioso ad Israel, [29] Mahat generò Nizar, nella cui faccia vedendo il Padre la luce che annunciava il Propheta, che dovea nascere, sacrificò al figliuolo un castrone. [30] Nizar generò Musar, della luce del quale maravigliandosi il padre, volle che non si desse il seme della luce se non a corpo di Donna degnissimo, e fatto questo patto, e messolo in scrittura fu mandato in guardia nel Santuario di Mecca, Mausar tolse per donna Cheriman della sua gente medesima, la quale gia fatta vecchia partorì Aliez, il quale essendo stato lungo tempo sanza tor Donna, gli si commosse il ventre, et udì una voce molto strana, però spaventato se ne va all’oracolo, e ammonito toglie per donna Machara della qual nacque Madrach, Madrach poi generò Pharadz, a cui fu commandato in visione che prendesse ք moglie Attamra figliuola di Udem, la qual generò Keiana, il qual poi generò Annofra, [31] Cresciuto Annofra il padre gli disse il sogno che egli havea fatto innanzi che nascesse, come che gli paresse, che da suoi lombi uscisse un’arbore, i cui rami risplendenti parevano toccare il cielo, ք i quali ascendevano,, e discendevano alcuni huomini bianchi, e volendo dall’oracolo sapere quel che significava cio che havea sentito, fugli risposto che l’arbore, i rami, e la luce era la prole, che dovea di lui discendere la quale illuminarebbe la terra, e trappassarebbe al Cielo . Annofra fu dunque di tanta bontà, e di si gran nome, che Dio domandando a suoi Angeli se in terra era huomo, che si ricordassi del suo nome. Risposero gl’Angeli, che nessuno veramente si ricordava di Dio, eccetto Annofra figliuolo di Chinena della tribu d’Ismahel. [32] Dopo questo Annofra prese Donna chiamata Rachel della qual nacque Melech con la luce prophetica, Melech generò Fachren e Fachren Live, e Live generò Caliber, e Caliber Veab, e Veab generò Murra, [33] e Murra hebbe Cudal Re di Arabia forte, prudente, e giusto, Cudal generò Abdeminef Re potente in tutte quattro le parti del Mondo. Questo hebbe l’arco di Ismahele, il vessillo di Nizar, e le chiavi di tutti gl’Idoli di Mecca, Generò cinque figliuoli. Il primo fù Hesim Signor della luce paterna del Propheta Macometto che dovea nascere. Possede il regno, huomo di tanta candidezza, e sincerità che il Signore disse cosi, o miei Angeli vi chiamo ք testimoni, come io ho fatto questo huomo netto da tutte l’immunditie, e sanza alcuna bruttezza, accioche degnamente ne i suoi lombi si mescoli con la sua carne, e col suo sangue il seme della luce del mio nuntio Macometto. La sua faccia non meno che la Luna, e la stella di Venere risplendeva, il che era cagione che tutti i Prencipi, e i Re s’inchinavano all’obedienza sua offerendogli le loro figliuole vergini per donne, le quali tutte egli ugualmente ripudiava, [34] e tra l’altre la figliuola di Costantino Imperador di Roma, come ricordevole della voce da lui divinamente udita, per la quale eragli vetato credere, che donna alcuna fusse degna di ricevere il seme della luce Prophetica fuor che Seline figliuola di Zeit, figliuolo di Aomar, che fù di Levit, che fù di Harraz, che fù di Aadi, che fù di Bahar, della quale generò Hesim pieno di tutte le virtù, e con la luce del futuro propheta. [35] Egli standosi un giorno solo, & essendosi addormentato sognò, e per quello grandemente spaventato, dove desto per la paura havuta andò dall’Oracolo, e ricevuta la risposta sposò Hende figliuola di Acometto, & hebbene Abdalmutalif, il quale acresciuto all’eta di xv. anni, il padre di lui Hesim, sentendosi giunto alla fine del termine, fatti chiamare tutti i Prencipi, e i grandi huomini del suo Regno, lasciò herede del Vessillo di Hezar, dell’Arco di Ismahel, e de tutti gli armari, e le cose notabili, e preciose di Mecca, [36] e commando che tutti e Popoli, e Prencipi gli pagassero i Tributi co i quali accatto gran somma de danari, et insieme che tutti quei paesi fussero parati ubbedire a cenni suoi, [37] il che fecero tutti eccetto Cesare figliuolo di Hermette Re di Media, la cui nimistà mai puote superare. Ne giorni di Abdalmutalif, qualunque volta la terra era secca dal Sole, e che non poteva piovere, le genti correvano al Re, e conducendolo fuori, la luce che egli haveva nel volto, faceva che subito abbondantemente pioveva. [38] [39] Et in questo tempo avenne, che il Re Abrahat Signor in Oriente figliuolo di Assabath essendo irritato contro Abdalmutalib, [40] e volendogli rovinare Mecca, e ciaschuno altro suo termine, tuttavia con gran moltitudine assediando la Città, e sacchegiando ogni suo confine all’intornogli depredò cccc. Camelli, tal che gli habitatori tutti si fuggirono ai monti, e consigliavansi con il Re, il quale confortandogli disse loro, che quella Citta ha il Signor del cielo, che mai resta di porgerle aiuto, detto questo accompagnato da pochi, va in sul Monte Casiber, dal quale lo splendor del nuntio de Dio, come la Luna nel colmo suo, & uno doppiere acceso aggiungendo fino a Mecca risplendeva, il qual veduto, comanda che i compagni ritornino, & egli va a Mecca, l’inimico vedendosi sprezzare, manda un Cavaliero strênuo e potente, chiamato Heiatet Abhanieri per saper la cagione dal Re di Mecca, alquale essendo giunto innanzi, e veduta la luce mirabile, se gl’inginocchia a piedi, esposta l’imbasciata, e levatosi in pie domanda Abdalmutalib, s’egli e primo che habbia quella lume, o pur s’egli la ha ricevuta da parenti. Risponde che ella gli è venuta per ordine della discendenza de suoi primi padri, e parenti, detto questo, Comanda Abrahat che si meni uno Elephante, [41] ilquale giunto si gitto a i piedi di Abdalmutalib, e con voce humana, favellando disse queste parole. Salute sopra te o Abdalmutalib, e sopra il lume che risplende da tuoi lombi. Teco sia degnita, honore, clarità, e vittoria. [42] Abrahat commosso da questo miracolo, comanda che venghino i Magi, gl’Aurispici, gl’Astrologi, e i negromanti, e ricerca da loro la cagione di questo effetto, a cui dicono, che le parole dette non si riferivano ad Abdalmutalib, ma al seme de suoi lombi, percioche di lui ha a uscire un Re, maggiore di ogni altro Re, che habbia il Mondo. Dopo questo Abrahat domanda la cagione della venuta di Abdalmutalib, alquale rispondendo, disse, che era venuto per i suoi Camelli, a cui Abrahat risponde. Io quando prima ti vidi restai preso del tuo amore, per ilche voglioti rendere i Camelli, e far la volonta tua in ogni cosa, riservandomi una sola, che è, ch’io voglio al tutto distruggere Mecca. Ritorna Abdalmutalib, e comanda a tutti i Cittadini, che fugghino a i Monti, & egli chiude il santuario facendo a Dio questa oratione. Signore qualunque tu sii, se gli huomini difendono le stanze, e cose loro, quanto piu tu difenderai la tua casa. In questo Abrahat si muove col campo, con grande animo verso la città vicinandosi, e volendo mandar innanzi le bagaglie sopra de giumenti, [43] L’elefante sdegnato come egli si vede sforzare a andare avanti, gridando si distende in terra, per il che i soldati aiutandolo si faticarono in vano non giovandogli buffe ne suoni de timpani, քche si risenti, e lievi, [44] e in un medesimo tempo ք divina vendetta parve in Aere gran moltitudine d’Api, le quali piovendo in terra sassi, fiaccarono tutto quell’essercito, et Abrahat si consumo da una subita peste la pelle la carne, e l’ossa, restando il campo suo pasto a corbi, & Abdalmutalib arrichito delle spoglie de nimici senza piu havere alcun pensiero di Abrath, [45] tolse per Donna Behelam figliuola di Harez della qual nacque Abalheb maligno, & infedele, morta Behalam, egli tolse poi Zaadam figliuola di Creit della qual nacque Maabez, e morta anchora Zaadam sposo Humcida della qual hebbe Hamza, e dopo questo ella mori, [46] & avenne un giorno, che dormendo egli sopra una pietra, la qual Abrahamo fondò nel suo santuario di Mecca sognò, la onde per la tema si desto, e timoroso va a divini oracoli seguendolo il figliuolo Alabez, & espose loro la visione in questo modo, come che dormendo insulla pietra, che fundò Abramo, parevagli che gli uscisse de lombi una catena in quattro parti divisa, di qua fino al nascere del sole, di la fino all’occaso, di sopra fino al Cielo, e di sotto fino all’Abisso, e subito raccolta parevagli si convertisse in uno arbore verde, e fiorito di tanta bel lezza, che mai un tale non si vide al mondo, parendomi anchora stare due vecchi dinanzi, i quali domando chi sieno, e quelli mi risposero l’uno essere Abramo, e l’altro Noe, ambi due Propheti di Dio Altissimo, Dove che io desto venni à voi consapevoli de segreti divini, i quali di presente gli dierono tal risposta, & interpretatione, che uscirebbe de suoi lombi uno huomo in cui credera il cielo, e la terra convertendosi alla verità, e giustitia tutte le nationi, distruggendo ogni nequitia, e sceleraggine. Abdalmutalib essendo sospeso qual Donna egli potesse tor per sua moglie gli fu dall’oracolo detto di Falima figliuola di Aomar, e quella tolse dotata di cento Camelli, e d’altritanti talenti d’oro, [47] della quale generò Ibetalib Emina, & Berra. Ne per questo lo splendor della sua faccia lo lasció, fino à che egli un giorno ritornando dalla caccia fatta prima l’oratione, essendosi stracco bevve, e inghiottito il liquore, si senti i lombi travagliati, onde si congiunse con la moglie, laqual fatta gravida risplende per la chiarezza della luce, della qual egli restò spogliato, [48] e finalmente ella partori Abdalla, ilqual da prima fu chiamato Abdellet, il minore de figliuoli di Abdalmutalib, cresceva Abdalla con la chiarezza, e con lo splendore della luce paterna, [49] la cui Natività quella medesima hora fù conosciuta da Alathore Siro, perche [50] egli haveva una tela di lana biancatinta nel sangue di Giovanni figliuolo di Zacheria, la quale nell’hora della natività di Abdalla cominciò à imbiancarsi, si come egli havea trovato, che doveva essere per testimonio delle sacre scritture, e per i computi de gli anni mesi, e di a questo fatti. [51] Abdalla adunque crescendo, e vedendo gli Astrologi, Magi, Aruspici, e Indovini, come del suo seme doveva nascere, chi havrebbe lor guasto tutta la religione che essi tenevano, & ogni altro culto che essi osservavano, congiurarono di occiderlo, a defensione del quale gli fù dato uno Maestro che huomo pareva, e non era, ne per osservanza alcuna si poteva conoscere quello che si fusse. In questo tempo gli Arabi combattevano con i Sirii, e ogni volta che da Arabia veniva alcuno in Siria era addomandato dello stato di Abdalla, e quel che pareva a chi lo haveva veduto, Rispondevano che lo havevan lasciato molto fondato nelle virtù, e nella fortezza, e quel lume che egli haveva era molto chiaro, e maraviglioso, il quale mostrava che di lui nascerebbe il nuntio di Dio Macometto. [52] Dopo questo, ragunatisi insieme LXX. savi de Giudei congiurarono anchora loro tutti unitamente di occider Abdalla, Partitisi adunque con l’armi avellenate vanno a Mecca tuttavia osservando di non esser veduti, stando il giorno occultati, e la notte caminando, fino che vennero a confini di Mecca, dove trovarono Abdalla la à sorte arrivato, al quale facendogli insidie, e conosciutolo, veggendosi cosi fatta occasione lo assaltarono con l’armi, cingendolo intorno di huomini armati, in aiuto del quale spaurito, e lasso, vennero chi parevano huomini, e non erano, i quali cacciando parte de nimici, e parte occidendo, salvarono Abdalla sanza alcun danno, laqual cosa vedendo da lunghi Abdemenef Azuchri non ossando avicinarsi per timor dell’armi, conobbe Abdalla per huomo divino per questo miracolo, per il che gli venne in animo di dargli per moglie la sua figliuola Hemina vergine di grande honesta, e bellezza, et andato à casa ragiona colla moglie del modo che s’havesse a tenere di cattar Abdalla in l’amor di lei avanti che fusse d’altri prevenuto. Berra adunque che cosi si chiamava la moglie, adornata la figliuola, e se medesima, quasi per via di visitatione la conduce da Abdalla, il quale vedutala bella, e piacendogli s’accese di lei, e ricordandosi della visione, per la quale egli sapeva quel che di lui doveva seguire, sanza indugio alcuno la tolse per Donna. [53] Il che intendendo le donne d’Arabia disperate dell’amor suo, percioche erano tutte innamorate di lui, vennero à tanto furore per cagione di gelosia, che forse cc. si morirono, parte appiccandosi, e parte gittandosi nel fuoco, non havendo potuto conseguire i voti de i loro amori.

La Natività di Macometto. CAPITOLO III.

SI E GIUNTO per ordine lungo de secoli al termine, ilquale Iddio haveva prescritto, e veduto, e nel quale doveva nascere al Mondo il lume del Propheta Macometto. E però il mese Dulheia, [54] la notte di Venere, il di di Araffa, Iddio parlò ad Ariduuam,, cosi dicendo, Apri le porte del Paradiso, Questa notte mi compiace di modo, che io voglio, che il lume del nuntio mio de lombi di Abdalla vada nel ventre della sua Donna Hemina, e de quindi esca nel Mondo. Et all’hora andando Abdalla figliuolo di Abdalmutalib giudice, e signore de gli Arabi alla casa dell’oratione, vide uscire una grandissima luce della casa sua, e girsene verso il cielo, il quale mostrandola à coloro che erano seco in compagnia, testificarono di haverla veduta, & esso pochi giorni dietro mori essendo anchora la Donna gra vida, [55] la quale alli xii. di Rabe primo, [56] nella seconda Feria partori Macometto, ilquale nacque circonciso, e tutto giocondo, & in quella medesima hora tutti gl’Idoli si inchinarono, e Lucifero fu da gl’Angeli sommerso nel profondo del Mare, e di là à fatica dopò, xl. di fugito, se ne andò sul Monte Cabetz, la dove con voce horrenda, e terribile chiamó tutti i suoi persuasi, & i suoi Angeli, [57] i quali addomandandolo, che cosa era seguita, che cosi lo facesse fuggire, raccon loro come era nato Macometto figliuolo di Abdalla, il quale è stato prodotto da Dio con la virtù della spada, il cui taglio penetra ogni cosa quantunque dura ք rovina nostra, accioche non ci avanzi nel mondo luogo alcuno, e che non ci sia parte alcuna sopra la terra, alla quale non pervenga la dottrina della unità di Dio ք lui, il qual creò tutte le cose, e ilqual mi hà dannato ք cagione di questo Propheta. Questo è quel Propheta Alumi Arabide Althoras Thienn Azezen [58] signore della virga, e Cameli, e fedele à Dio, la cui unità predicando atterrera ogni altra potenza, et annullera ogni altra credenza, e dal quale io veggo pendere la mia manifesta rovina, e tormi ogni luogo ove io potessi fuggendo esser sicuro, A questo i Prencipi, e i capi de suoi seguaci dissero. Ne questa è sufficiente cagione de tuoi pensieri o Re Nostro, e Signore: Ti puoi ben ricordare come Iddio creò Adamo vestito, e adornato di sette virtù, delle quali una sola essendo hoggidi ne gli huomini, non potremmo resistergli ? Et egli, Mai non sia il vero, che io mi confidi nello huomo, quando che io veggo, che egli lasciando l’iniquità, e le malitie, servera la giustitia, e la verità. All’hora risposero, poi che non si puo far altro, verremo nelle conscienze de gli huomini, e gli faremo bugiardi, fraudolenti, & hippocriti, e cosi cercavano confortarlo con simili speranze. [59] In quell’anno essendo la terra sterile molto, Iddio per il nascere del Propheta, e Nuntio suo, la riempiè con la sua benedittione di estrema abondanza, e puose quella notte per tutta l’Arabia un termine tra il maschio, e la femina, che nessuno lo puote passare, facendo anchora il giorno mancare l’arte a tutti i magi, astrologi, e negromanti, [60] & in quella hora tutti i seggi, e i Tribunali de i Re caddero in terra, e mandò Iddio un banditore sopra il cielo, e la terra, ilqual gridasse, come egli haveva mandato al mondo il suo Nuntio amico fedele, e benedetto. [61] La madre di lui, fe fede, che mai senti per lui dolore alcuno, ne mentre lo porto nel ventre, ne dopò il parto, ne meno partorendolo, dicendo insieme, che essendo ella sola in casa, ne pur chi le potesse porgere uno bichiero, non lo potendo da se stessa pigliare per essere nel parto impedita, Vide una donna con uno vaso lucidiss. in mano, la qual le lo porgeva, e la ristoro con cotal bevanda, [62] poi vide alcune donne, come quelle che lievano i fanciulli, vestite tutte di bianco, simili alle figliuole di Abdemenef, le quali quando me le vidi intorno, smarrita mi maravigliai, come qui potessero esser venute cosi presto, o chi le havesse introdotte, & in un tempo odo una voce che dice, chi ti lieva il fanciullo? e veggio una squadra di uccelli col rostro di smeraldo, e di iacinto, di tanto splendore ch’io vedeva fino in oriente, e in occidente, dove quasi abbagliata veggio il mio picciolo figliuolo come in ginocchi levato, che con le mani giunte faceva preghi a Dio, e similmente un huomo di bianco vestito che veniva con tre chiavi, quasi come di perle, e quelle presentò al nato fanciullo, il qual le prese tutte tre, & egli cosi disse ad alta voce. Macometto ha ricevuto la chiave della vittoria, la chiave della legge, e la chiave della Prophetia . [63] Dopò seguivano tre huomini con la faccia piena de raggi simili al Sole . Il primo de quali gli pose innanzi uno bacille di smeraldo con quattro manichi di perle, dicendogli, questo è il Mondo. Qui è l’oriente, qui il mezzo giorno, e qui è il settentrione, e nel mezzo le tramontane, veggiamo che parte il fanciullo gli piaccia piu prendere, il quale nel mezzo prendendo disse allhora, [64] Perche Macometto ha ricevuto Alkaaba per il signore del Cielo, e della terra, però per Abalchibla sara signore di tutto il Mondo, e pigliando dal secondo un’orciuolo lavo il fanciullo sette volte, e dal terzo uno faccivollo, nel quale era un sigillo con che gli impresse addosso il carattere, che di sopra dicemmo. Finalmente presolo in braccio, e accostatosegli all’orecchia gli disse molte cose bisbigliando da nessun’altro udite, e nella fronte basciatolo, disse. Rallegrati Macometto, perche ti è stato conservato, quel che fu a gl’altri sempre negato, conciosia che tu sopravanzi ogni altro Propheta, e tra l’altre cose ti sia stato dato la chiave della vittoria, onde sarai sempre in eterno sanza paura, [65] E nel Mondo non si trovera persona, che non predichi il tuo gran nome. [66] Dice Alabem, che questo fu Arriduuam, e l’Avolo suo Abdalmutalib anchora ne fa fede, perche essendo egli in fibeit [67] di Alcharam, e facendo oratione dinanzi l’idolo Abel fu spaventato da un suono repente, e da una grandiss. luce, dicendo, che qui comparve uno huomo alato, confortando lo spaventato. In que sto odo tre volte replicar una voce. Iddio il maggiore è il signore di Macometto, facendo intonare la casa di queste parole, per il che disse Abdalmutalib, Il Signor Dio me ha levato da gl’Idoli, e dalla loro sporcitia, il che havendo veduto, e sentito, va poi ք vedere la Nuora, alla quale picchia, gli vien aperto, e la vede. Che ti pare o mia ottima Nuora, dormo, o pur veggio ? la Nuora. Tu vegli veramente. Et egli, Dove è adunque lo splendore della mia faccia? Et ella, nel tuo Nipote, che hora ho partorito, a cui il suocero, io temo che tu mi burli. Perche non è verisimile quello, che tu mi di, conciosia che in te non appaia segno di parto alcuno, dalla assentia della luce in fuori, ne veggo chi possa haverti aiutato a partorire, Et ella, non dubitar, che ք i Dei di questa casa ti giuro ch’io ho partorito, Et egli, dove è adunque? fa ch’io possa vedere il fanciullo che è nato, A cui la Nuora, Non tentar di volerlo veder hoggi, perche gli è vetato, che humano occhio lo possa vedere fino a nove giorni. Egli adunque cavato fuori la spada dice, o che tu me lo lascierai vedere, o che io ti occiderò, overamente che in me stesso rivolterò questo ferro per satisfare a l’uno, e a l’altro. La donna sbigottita, distendendo il dito gli mostrò dove era il fanciullo, & egli allhora curioso si muove verso la dove era, ma se gli oppose con la spada in mano uno huomo terribile, che non lo lascio passare, il che veduto spaventato si messe a fuggire, e stette sanza favella per spatio di sette giorni. [68] S’adunarono adunque secondo che afferma Ibenabem, [69] tutte le generationi de gl’uccelli, le nubi, i venti, e finalmente tutte le squadre de gl’Angeli per allevare, e nutrire il fanciullino, e contendevano insieme per esser ciascuno i primi. Gli uccelli dicevano che era piu commodo loro allevarlo, perche facilmente possono ragunar molti frutti di luoghi vari, e diversi. E i venti dicevano, anzi noi, che possiamo di tutte le parti del mondo riempierlo di soaviss. odori, Dicevan le nubi, Noi commodamente lo nutriremo, potendogli amministrar con prestezza la soavità dell’acque. Ma gl’Angeli sdegnati dicevano, e che ci restera che noi gli potiamo fare? Et in questo fù udito una voce divina, la quale pose fine a questa loro lite, per ciò che diceva, che egli non sara tolta dalle mani de gli huomini, perche beati saranno i petti, che egli poppera, e beate le mani, che lo toccheranno, e beato il suo letto, e la casa, [70] commandando che Alima figliuola di Duzib Azadi fusse quella, che havesse a lattare il picciolo figliuolo di Abdalla, la quale ella stessa conta l’historia in questo modo.

La Nodritura di Macometto. CAPITOLO IIII.

[71] IN QUELLO anno morendosi di fame quasi tutta la Regione d’Arabia, & io essendo gravida, tanto malamente mi poteva prevalere, quanto che meno m’era concesso potermi procacciare per i campi da vivere, Non dimeno alle volte trovava alcune herbe, con le quali passava il mio affanno, e di ciò rendendone gratie à Dio, finalmente partorì, ne guari dietro sognai parendomi vedere uno huomo, che datomi mano mi mena ad un fiume come latte bianco, dolce come mele, e piu che il zaffrano soave, e comanda che io voglia bere, accioche mi empia di latte. Et havendo bevuto, finalmente mi ammonisce, che io bea tre volte, e fatto questo, e voltato verso di me dice. Mi hai tu conosciuto ? Rispondo nò. [72] Et egli io son la gratia, laquale mai in tutte le tue cose hai lasciata di rendere à Dio. Ti comando adunque, che tu vadi a Mecca, onde tu troverai grandiss. gratie, e benefici. D’onde ritornenai con lo splendore intiero come la Luna, qualhor piu splende, e terrai tutte queste cose teco segrete, E toccandomi con la sua mano il petto disse. Va con la gratia di Dio. Egli ti dia l’abondanza del latte, e de benefici suoi, Destatami per la grandezza della visione mi ritrovai di modo piena di latte, che i mei petti somigliavano a canali, e tanto maggior miracolo in quel tempo mi pareva, quanto che [73] la gente di Arabia tutta si moriva quasi di fame, per il che erano macilenti nel volto, e deboli molto. Tutte le case si dolevano, ne si udiva altro che voci di ammalati, La terra essendo secca, mancava di ogni vigore, gli alberi non solamente non havevano i fiori, ma non si vedevan pur le foglie, ne si trovava herba in lato veruno, Le Selve, e i Monti eran spogliati delle lor verdure. Tra questi affanni io sola haveva fatta subita mutatione,, essendo colorita, grassa, e fresca, La onde tutti si maravigliavano, che duoi giorni fà io fussi afflitta, e mal in assetto, & adesso fusse abondante, e lieta, quasi come figliuola di Re, E cosi in questo giorno, essendo io con molte altre Donne fuori à cercare per i campi dell’herba tutte insieme, [74] udimmo una grandiss,, voce, che diceva, che Dio altissimo, e benedetto havea interdetto dall’oriente all’occidente, che non solamente gli huomini quell’anno non generassero, ma gl’Angeli, è i Demoni anchora, e solamente questo era venuto per cagione di un solo, [75] che era nato Malchorai, Egli e il Sol del giorno, e la Luna della notte, Andate dunque ò donne, e troverrete nutrimento per i vostri figliuoli, Udito questo tutte insieme ritorniamo, et esse dicono à Mariti quel che havevano udito, La onde ordinano di far il viaggio di Mecca. Io essendo co’l marito, & sedendo su una Asina esco l’ultima fuori, e caminando odo il ventre dell’Asina che risonava, come fa quando si ha beuto sanza punto mangiare, In questo il marito mi sollecita che io l’affretti, e sproni à caminare, perche tutte l’altre erano andate innanzi, & io odo da tutte le parti una voce che dice, Hame Hamen, [76] o Halima, Chiamo il marito, odi tu quel che io odo? Et egli che vuoi tu ch’io oda? tu sei pazza, o che tu hai paura, & in un tratto da all’Asina, e gridale accioche ella camini, laqual a pena si muove pur dal Monte ove eravamo, giungemmo in una valle, & ecco che ci appare uno huomo, che havea in mano una splendidissima spada, con la quale dando nel corpo all’Asina dice camina mò o Halima con la pace, e la salute di Dio per adempire gli effetti della tua visione, che io ti difendo da ogni huomo cattivo, e da ogni spirito immondo. Chiamo allhora il Marito, odi tu, e vedi, quel ch’io veggio, & odo? Che hai tu paurosa, vuoi tu che io oda la dove non è corpo ne voce di nissuno ? & un’altra volta percuote l’asina, la quale gia da lo huomo con la spada era stata percossa, camina si facilmente, che tosto aggungemmo quell’altre genti, che ci eran di gran lunga trappassate innanzi. La mattina giungemmo vicino a Mecca due miglia, Quivi sedendo essendomi stracca, mando il Marito innanzi, alla casa di Abdalmutalif, Dove il fanciullo figliuolo di Abdalla havendo rifiutato tutte l’altre donne, che vi erano venute per allattarlo si stava solo, essendo quelle ritornate indietro, & io sola entrando, odo una voce, che grida da parte dell’Avolo suo, se vi resta alcuna delle donne di Benizat a venirci, perche vuole che ci vegna, & facciasi innanzi, per il che io mi mostro, e Abdalmutalib guardando mi dice. D’onde sei tu? Rispondo di Benizat. Come è il tuo nome? Et io Halima, Et egli io ho uno mio Nipote orfano [77] il cui nome è Macometto, il quale ha recusato tutte l’altre donne che ci sono venute ad allevarlo, dove che vieni anchora tu, che te lo farò vedere, & io gli domando, che prima ch’io entri mi lasci di questo favellare co’l mio Marito, et egli concedendolomi,, co’l quale ragionando, e venutogli à memoria la visione, hebbe da lui licenza, e cosi presami Abdalmutalib per mano, mi mena ne piu secreti luoghi di quella casa, dove vedendomi Hemina madre del bambino lucente come una stella, levata in pie, cosi disse ad alta voce. Gran mercè ti ha il mio fanciullo, e grande obligatione o Halima, sopra il quale è l’oratione, e la salute di Dio, essendo egli involto in un drappo piuche latte bianco, e piu che muschio odorifero, con una camisia di trappunto indosso, e dormiva, io toccandolo lo sveglio, & egli aprendo gl’occhirise, dalla sua bocca usciva una luce, che andava fino al cielo, io di tanto maravigliandomi gli copro la faccia, dopo gli porgo la tetta, et egli prese la destra, [78] Perche Ibenabez dice, che egli havea lasciato la sinistra al suo collattaneo Daram figliuolo della nutrice. Presolo dunque in braccio, e volendomi ritornare al marito, egli mi disse, o Halima. Guardando io vidi, che egli havea il capo chinato, e humiliato per farti honore, e disse havendo portato via il fanciullo, rallegrati Halima, քche nessuna delle nostre donne non ritorna indietro con tanto beneficio, come fai tu, [79] la Madre mi commandò che io non uscissi di Mecca, fin che io non intendessi il suo parere, e cosi aspettando,, passato il terzo giorno, la quarta notte, si come avenir suole, mi desto a caso, e guardando veggo uno huomo vestito di verde quasi come di smeraldo, che sedeva al capo del fanciullo, e continoamente lo basciava, io pianamente sveglio il marito, accioche egli veda questo miracolo, il che vedendo egli comanda che non si dica cosa alcuna, e cosi passati alcuni giorni apparecchiandosi tutti per partire, e noi parimente ci partiamo, [80] e sedendo in su l’Asina il marito mi porge il fanciullo, e quella quasi adorandolo s’inginocchia, et io presolo si leva l’Asina, et alzata la testa via camina, tanto che trappassano tutti gl’altri che s’eran partiti innanzi di noi, il che essi vedendo, e maravigliandosi forte, Domandano o Helima, è questa quell’Asina che noi vedemmo l’altr’hieri cosi trista, e debole, & hora e cosi presta ? Rispondo ella è dessa. [81] L’Asina allhora favellando con humane parole, & ad alta voce dice, Cosi Dio mi ha da morte rivocata a vita. O se voi sapeste chi è colui ch’io porto, egli è il Sigillo de Propheti, egli è Signor de Giudici, miglior de primi, e Nuntio di Dio omnipotente, che debbio dir piu. Trappassai ogni altra, e la Fortuna mi accompagnò di modo, che non solamente la mia casa fu ripiena di gratie, ma tutte l’altre alla mia vicine ne participarono anchora, sentendo il favore della mia fortuna, e cosi fu allevato, e nudrito, e crebbe in maniera, che io sua nudrice non hebbe pur un minimo fastidio di lui, e cosi il fanciullo havendo cominciato ad andar con gl’altri fanciulli a giocare, un giorno ritornando a casa dice, Dove sono i miei fratelli, o mia madre, che vuol dir, che io non ce li veggio ? Risposi che essi erano iti a pascere gli animali, e che non ritornerebbono avanti sera, la qual cosa sentendo, cominciò subito fanciullescamente piagnere, dolendosi di non essere andato con loro, perche io lo conforto promettendogli la mattina mandarlo, e lo mando co miei figliuoli, [82] fattogli prima attorno alcune cerimonie, accioche fusse da incanti, e da malie sicuro, e cosi passati molti giorni perseverando l’andare, [83] ecco che mi vien incontra correndo Damira mio figliuolo esclamando, & empiendo la casa di spavento, dicendo. Correte correte altrimenti voi troverete il mio fratello Macometto esser morto. Il padre corse dove era per la novità sparito, domandogli che cosa sia avenuta, [84] & esso racconta, che tre huomini rapiron Macometto del mezzo de i suoi compagni, e lo portarono in cima ad uno Monte, e apertogli il corpo, che lo havean tutto sviscerato, all’hora noi corremmo, e lo ritrovamo in sul Monte ma sano, & salvo sanz’alcuna lesione. Non dimeno dolenti l’addomandiamo di quel che gli sia accaduto, egli quasi sbigottito risponde, Tre huomini cavandomi de Pascholi mi condussero qui, Il primo mi sparò fino al bellico sanza farmi punto di male, e mi lavo le viscere, e fecele bianche come neve, Il secondo mi parti il core in due parti, e cavando del mezzo un grano negro, & gettandolo via, disse, questa è la portione del Diavolo, Il terzo mi rimesse le viscere nel ventre, e ritornommi come voi vedete ch’io sono. E fatto questo mi pesaro in una bilancia ponendo da un de lati dieci huomini, e da l’altro io solo, ilquale vencendoli vi aggiunsero dieci altri, nondimeno la mia banda stette di sopra, e fatto questo un di loro disse non si pesi piu, perche tutta la moltitudine de gli huomini insieme adunata non può tanto come egli puo, [85] Et basciatomi il capo, e la fronte se n’andarono, tuttavia mostrandone come si partivano all’hora, [86] udito noi questo lo conducemmo tutto tremante ad uno Astrologo, che era quivi vicino, e volendogli noi raccontar la cosa disse, che la volea udir da lui, & egli per ordine gli dice il tutto, apena havea finito di ragionare, che l’Astrologo tutto infiammato di spirito distendendo le mani prese il fanciullo, estringendolo grida . Credete à costui se volete vedere la rovina della fede nostra, e della religione, O turba de gli Dei, soccorrete o popoli se punto vi muove la loro religione, non vogliate patire tanta rovina, occidetemi con esso lui? [87] Io tolto il fanciullo per forza lo conduco a casa, e quivi da vicini son consigliata, che essendo egli allevato lo mandi à suoi parenti, ilche inteso mi parto co’l fanciullo, e à Mecca, [88] & entrata per la por ta maggiore, quivi trovo il Senato che sedeva, & essendo io messa à sedere per udire quello che si agitava davanti, ecco che il fanciullo mi sparisse di mano, per il che spaventata comincio à gridare, chi me lo ha tolto? o chi lo hà veduto ? Tutti affermano di non lo haver veduto, ond’io piu che mai infuriata gridando lo cerco tutta lagrimosa, e piangente. Gli huomini mi vengono intorno per confortarmi, e mentre che favellano un vecchio tutto tremante appoggiato sul bastone, che egli havea in mano mi dice, che io vada ad Hahel, il quale con la sua risposta me lo insegnarà, & io rispondendogli, che in vano addomanderei à gli Dei, conciosia che essi lo habbino à sospetto, Mi disse, seguimi dunque, e io ne addomanderò per te. Lo seguo, e il vecchio entrato s’inchina ad Hahel Prencipe, e à suoi compagni Dii, e basciatili à tutti le ginocchia, e le mani sopplica, e prega per il fanciullo Macometto figliuolo di Abdalla, figliuolo di Abdalmutalib, [89] Allhora Hahel con la sua moltitudine intorno tremando rispose. Tu dunque vecchio stolto vieni à darci noia nominando colui, che è nato per nostra rovina ? Partiti di qua invecchito, e pazzo, ti sei tu però tanto indebilito co’l cervello che delle cose tue dimenticatoti, tratti cosi l’altrui cose strane ? Io addolorata tutta mi parto, e mi penso di dirlo ad Abdalmutalib innanzi che egli senta da altri il romore. Egli udito questo con gran romore mette sottosopra tutta la città, e presa la spada dice, qual invidia mi ha tolto il mio Nipote Macometto? io faro hoggi tal vendetta, qual non udi mai secolo alcuno. A questo i Primi della terra gli vanno intorno, e il Popolo, confortandolo, e dicendo, e perche questo Signore ? Non possiamo noi cercar per tutte le provincie, e veder di trovarlo ? e cosi fecero, ma indarno consumorono il tempo. Il Re impatiente entra nel Tempio per salutar gli Dei, cercando con questo mezzo di trovar il fanciullo. In questo ode una voce dal Cielo, che lo troverebbe appresso il fiume Tahene sotto l’arbore Heremì, vanno le genti à cercarlo, trovatolo lo menano con grandissima festa, & allegrezza. Io per i doni datimi tutta contenta, e ricca me ne ritorno alle mie case ringratiando Dio di tanta ventura.

La Vita i costumi la forma la statura, e l’oppinioni di Macometto. CAPIT V.

IN QUESTO tempo la Madre di Macometto andando à Mecca per viaggio ammalò, e mori, & il fanciullo homai fatto di quattro anni fù restituito dalla Balia all’Avo Abdalmutalif, co’l quale visse ott’anni, e non piu, perche egli poi mori, [90] dopò il quale gli fù dato un Seraphino à custodia sua per spatio di tre anni, non mai viduto da lui, avenga che sentito. Dapoi raccommandato all’Agnolo Gabriello, sotto la cui tutella stette vintinove anni, dal quale pervenuto alli quaranta anni ricevve la legge, tenendola nascosa tre anni, con nissuno communicandola se non con alcuni suoi persuasi, co’l favore de i quali per mezzo di questa Religione fu assonto al Ponteficato, e Prencipato de gli Arabi, e Sarracini, & attorno deceotto mesi dietro fù portato dall’Angelo sopra di uno animale di natura tra asino, e mullo, E quindi da quello medesimo rapito in Cielo, e ritornato in Terra, dove tolse Eubocara, Ali, e Zaid per compagni à questa impresa, et andò à Zaif, dove cominciò ad insegnare questa legge publicamente, facendosi chiamare da tutti Propheta, e de quindi se ne ritornò a Mecca, per diece anni andando hora in questo luogo, & hora in quest’altro, secondo che era guidato dalla speranza di poter convertire le genti alla legge sua, promettendogli il Paradiso, servando una continova gravità senza mai dire moto ne burla alcuna, si fattamente che all’osservanza di quella alletti tutte le famiglie di quei Paesi. E là si elesse alcuni huomini da lui convertiti uno per casa à securita della sua persona, i quali confidandosi della loro fortezza, e vedendolo anchora freddamente predicare, [91] dissero a Macometto, perche con piu animo, e con piu rigore non publicasse la legge, conciosia che tanto è la loro potenza che da gl’increduli si potrebbe à forza far osservare, altrimenti non patirebbero questa ingiuria, à i quali esponendo il parer suo rispose in questo modo. [92] Io ò Amici fedeli sempre con grande espettatione desiderato imporre la legge datami dall’Angelo Gabriello, la qual mai fin’hora non hò cessato di predicare, & è tanto penetrata ne cuori de buoni che non vi è stato mestieri allettamento,, ne forza alcuna, Hora mò si per satisfare à i vostri voleri, e si per essequire i mandati di Dio fat timi per l’Angelo, Sarete contenti alli diece di Dulchera [93] attorno Pasqua, che alla presentia vostra impona la legge che grandemente desidero, accio che con il vostro favore sia maggiormente accettata, e vi prometto in guidardone di cotal opera il Paradiso. [94] A cui Zaid figliuolo di Zuzara dopo molte parole in risposta del Propheta, disse giurando accettare la fede, che egli predicava, e prestargli ogni aiuto à favore di quella, e quando il bisogno il ricercasse esporre la vita senza alcun rispiarmo, & Aomar cavata la spada giuro medesimamente, che per lui non si celebrarebbe altra legge che quella che Macometto farebbe osservare, & il simile fecero gli altri tutti. Andato dunque a Mecca menando seco Eubocara, Ali, Zaid, Thalba, Bihel, Comen, e Azubair con tanti altri anchora per lui convertiti che ascesero al numero di quaranta, de i quali suoi fautori confidandosi, si misse à predicare con molta audatia, e baldanza facendo in picciolo tempo profitto grandissimo, hora con le parole, & hora con la spada, secondo che il bisogno il richiedeva. [95] Poi per commandamento di Dio andò à Gietrib con il campo delli suoi fedeli, lasciando à Mecca Ali alla guardia delle cose esposte, à i piedi loro in commune, [96] con ordine che dopo alcun di quelle rendute lo seguitasse al Monte Tauro, dove in una caverna vi stette due di, e tre notti, e montati Macometto, e gli altri principali della compagnia sopra duoi Cameli menatili da Aomar, & Adala di qui se nando à Minabat, e vi stette un di, & una notte, poscia stettero con Aomar quattro di, e finalmente pervennero à Gietrib à i dodeci di Rabe primo, [97] nella seconda Feria, dove ritrovò gran ricchezza di coloro, che lasciati la prima coltura s’erano convertiti alla Religione di Macometto, tal che vi stette desesette mesi orando piu di cento volte con la faccia sempre volta à Gierusalemme, per il che castigato da Dio, quando poi faceva oratione si voltava verso Alkaba.

MACOMETTO due anni dopò che si parti di Mecca [98] alli quatordeci di Romadan, che è di Settembre la sesta Feria, fece la prima battaglia ք intrarvi, e quattro anni dopò ne di di Albandara, di Zeab cioè di Agosto fece la seconda, e duoi anni dietro di Dulchera di Decembre, la terza, e sette anni dopò di Romadan ch’è il mese di Settembre la espugno, & entro dentro, dove per quindeci notti stette divotamente in orationi, e di quindi partitosi per Hunaim vinse anchora quella natione, e ritrovato gran copia di robba, spoglie, e trophei, tolse ogni cosa, e le divise ugualmente tra loro, poi andò all’assedio di Tarf, dove standovi attorno un mese, havendosi faticato in vano, si levò dall’impresa, e ritornò à Gietrib, e qui costitui Signore di Mecca Azeib, ilquale all’hora all’hora fece l’entrata accompagnato da gli suoi Arabi, e Sarracini, & anchora in questo anno, che è l’ottavo dopò la partita di Macometto fù fatto da lui governatore di quella Città Moaad figliuolo di Gadel, con commisione che Morendo il Propheta fusse tenuto mantenere la legge, e farla puntalmente osservare, & in questo mezzo rendere ragione à quei popoli di Mecca, e cosi ordinate le cose, se n’andò à Tambich con tutto il suo essercito, e la fabricò un tempio, che anchora dura, e di questo loco mandò Zalid, e Mehmelid a Alozaida figliuolo di Almathaliff Rè di Aliendel, e quello vinto, e fatto tributario remissero nel suo Regno, e ritornato Macometto à Gietrib commandò che Eubocara andasse con la sua gente peregrinando a Mecca con commissione che non vi lasciasse uscire di quella città alcuno, ne che altri entroducesse, che quelli della legge sua, e cosi l’anno decimo Mecca fu riempita del popolo solamente che credeva al Propheta, e converti tutta l’Arabia sanza difficoltà veruna, con gran concorso di quelle genti. [99] Ilche vedendo s’avisò dimandare à Re circonvicini pregare che venissero anchora loro à questa Religione, de i quali ne vennero alcuni. Mandando un messo à Rezre Re di Persia con sue lettere a questo effetto sigillate con uno annello di bolla d’argento nel quale era intagliate queste parole, Macometto Nuntio di Dio, & e Dechera figliuolo di Aaifa all’Imperadore de Romani. Aomar figliuolo di Alasci al Re Cinna. Alale ad uno Signore di due Mari. Animarata figliuolo di Mumaia al Re di Ethiopia, Aehalib figliuolo di Rabea à Iabala Re di Hestem, Estana ad Alun Karitz Re di Alessandria. E in quel medesimo anno alla fine di Dulchada [100] venne Macometto à Mecca, & espettando uno solenne giorno mostrò loro publicamente le leggi gia da lui date, poi si ritornò à Gietrib, e vi stette tutto Almuhara, [101] e Saphar [102] dell’anno undecimo finalmente alli dodeci di Rabe primo, [103] nella seconda Feria mori. Havendo per dieci anni intieri regnato. [104] Il luogo poi della sua sepoltura Dio lo elesse in casa di Aisca sua moglie figliuola di Eubocara in quella Camera dove egli soleva dormire, la quale come quella, che molto bene sapeva tutta la vita, e i costumi suoi [105] confessò poi che spesso era travagliato da quello abhominevole male caduco, per il quale finalmente mori, [106] dove fino al di presente si vede edificato un tempio di pietre cotte, nel quale è sepolto il corpo suo involto in tre panni bianchi senza altra veste Regale ne camisia. [107] Alcuni domandati di che eta egli mostrava essere, rispondevano che egli haveva nel mento pochi peli che cominciassero a divenir canuti, e che non di meno soleva ascondere quella bianchezza con alcuni unguenti, e colori, Et Ali addomandato da alcuni altri della qualita sua similmente rispondeva, che egli havea gran capo, la faccia tra bianca, e nera, e la pelle di conveniente colore, la barba lunghissima, e le gambe di assai convenevol forma, e che caminando assimigliava il moto piacevole dell’acqua d’un fiume che scende, [108] affermando di non havere mai veduto persona degna di tanto honore, e cosi riverenda quanto era Macometto per la buona phisonomia che egli haveva, la faccia sua di splendore trappassò ogni altra faccia di tutte le genti che furono in alcun tempo, non essendo però meno benigno ne magnanimo di cuore, onde à Gietrib un giorno essendo a cavallo, e quello facendo strabochevolmente correre, diede cagione a quelli che ciò vedevano di temere di qualche suo infortunio, e da loro pregato che vi si restasse, disse piacevolmente rispondendo, che quel cavallo era simile al mare, [109] era solito à predicare à suoi sempre essortandoli ad essequire la volonta sua, la quale era che ubbidissero alle leggi, e commandamenti suoi, godendosi fra loro con corrispondente, e fermo amore tutto quel bene, e quel male che gli sopravenisse, sopra ogni cosa astenendosi dalle altrui mogli, e qual si voglia altro male, vietando loro credere, che Dio havesse posto nome all’huomo prima che l’havesse creato, E vuole che il fanciullo stia nel corpo della Madre i primi quaranta di della sua generatione, nel seme solamente del quale è generato, e che dopo altri quaranta di si converta in color di sangue, dove che ne seguenti altri quaranta giorni si fà di carne, e comincia pigliar la forma, & i liniamenti del corpo, facendosi finalmente perfetto in questo numero quadragenario, E che Iddio all’hora gli mandi l’Angelo che spiri in quel feto l’anima, prescrivendogli quattro necessarie cose, come egli habbia a vivere, quanto lungamente, qual sia la sorte sua, & ultimamente quali opere, o buone, o ree habbino di necessita ad esser le sue, e se buoni habbia havere il Paradiso, e se ree il fuoco eterno secondo che dall’Angelo gli sara stato sortito. [110] La onde quantunque si affatticheranno in acquistar il Paradiso, non di meno necessariamente ritorneranno all’opere a loro prescritte per volonta di Dio, sopra il quale non è altro Dio. [111] [112] Fu un huomo a cui apparve in sogno Macometto, ilquale essendo come in luogo elevato, e distinto in vii. gradi, parevagli che si posasse in sul sesto, il buon huomo havendolo riferito al Propheta, hebbe da lui questa interpretatione, il loco che tu hai sognato è il Mondo, ilquale si come è distinto in spaci, cosi quei gradi significano i millesimi anni di quello, e cosi anchora ti dico ch’io verro nel sesto millenario, nelquale noi siamo, e dopò me non è per venire altro propheta, [113] perche presto sara il fine del Mondo, ilquale all’hora sara quando che il Sole nascera in occidente, e manchera nell’oriente. Alcuna volta domandato Macometto quando gli fù commandato che fusse Propheta, rispose nel spacio del tempo che è tra la creatione del corpo di Adamo, e la ispiratione dell’anima sua. E secondo che scrive Nabeth {114} addimandato quanti anni fussero passati da Adamo fino à lui, cosi rispose in questa maniera. [114] Adamo fù innanzi à Noe MCCXLII. anni, Da Noe ad Abramo corsero. MLXXX. anni. Tra Abramo, e Mosè furono. DLXV anni. Tra Mosè, e David. DLXVIII. Tra David, e CHRISTO. MDL. e finalmente tra GIESU CHRISTO, e Macometto furono. DXX. anni, e che tra Mose, e CHRISTO, de figliuoli d’Israele sono stati. M. Propheti, senza quelli dell’altre genti, E tra CHRISTO, e Macometto quattro de predetti. Sono dunque tra Adamo, e Macometto. DCCCCXXVI. anni. {116} Apresso disse che MARIA, Madre di CHRISTO, la cui vita LXII. anni, dopò il figliuolo visse V. anni. E che Seth sopra Adamo morto aiutandolo Gabriello fece XCV. orationi, quantunque hoggidi si osservi in quelle il numero quinario, percioche per Adamo huomo ne furon fatte V. e XC. per il Padre, e Duce di tutte le genti. Il principio dell’oratione fù, & è in questa maniera. Alla uva Ackbar, ciò è Dio di tutte le cose grandissimo, e ottimo. [115] Poi disse, che sono stati cento, e vinti milia Propheti, e CCCXXV. mandati da Dio al Mondo à predicare, d’iquali V. furono Hebrei, Adamo, Seth, Esdriz, Noe, & Abramo, e V. de gli Arabi, Luch, Schale, Ismahele, Schaib, e Macometto. Et insieme che tre di questi dierono leggi ottime, e buone, ciò è Noè, Abramo, & esso Macometto con la forza, e potenza loro, & il primo de Hebrei fù Mosè, e l’ultimo CHRISTO, e con questo disse che furon mandati dal cielo à Propheti CIIII. libri dei quali L. furon dati à Seth, à Mose il Testamento, à David il Saltero, L’Evangelio à CHRISTO, & à Macometto l’Alcorano, Appresso il quale tenne quella dignita Taidem figliuolo di Katz, che appresso il Re suol tenere il gran Mastro della giustitia. [116] I suoi scrittori o Cancellieri furono Zaid figliuolo di Tebit, e Inoaipha figliuolo di Effiettu. [117] Condusse xix. Esserciti, Andò due volte in peregrinaggio di Dulchada. Visito quattro volte Mecca. L’anno sequente anchora di Dulchada una volta, & il medesimo mese vi fù due volte, & havendo condotto seco gran preda le divise. E di questo istesso mese facendo il terzo peregrinaggio venne à Mecca dove mori, havendo visso anni LXIII. Elesse dodeci della casa di Chorase che havessero a regnare dopo la morte sua, alli quali tutti predisse le sue fortune, dicendo, che Eubocara harrebbe vita breve, il secondo che era Arabo, disse che sarebbe ottimo, et di Aomar figliuolo di Alhatab disse, che viverebbe gran tempo, finalmente gli mancherebbe la vita per giustitia, il Propheta [118] à questo voltatosi disse. Quantunque Dio ti vestisse la sua camisia, per questo non lo voler forzar alla tua volontà, altrimenti Iddio nelle cui mani è la mia anima, piu facilmente concederà il Paradiso ad un Camelo ch’a te. Disse egli medesimo che dopo lui sarebbero osservati i commandamenti della sua legge con diligenza, e fermezza. Essaltò molto xii. suoi vicari, i quali lo seguirono. Fu domandato chi dopo i xii. rimarrebbe, rispose averranno molte cose contrarie. Abdalla figliuolo di Monoz. Addomandato testifico che il Propheta havessi affermato xii. suoi huomini dover dopo se regnare secondo il costume, e il numero de suoi sudditi di Mose. Essendo Macometto entrato in uno horto d’un suo famigliare chiamato Neg, [119] commandò che fusse entrodotto dentro qual si fosse che vi battesse alla porta, dicendo perche dopo me regeranno il mio popolo, & harranno in premio il Paradiso, colui dunque obedendo al padrone introdusse Eubocara poi introducendo Amor per commandamento del Propheta gli disse, Regnerai dopo Eubocara, e possederai il Paradiso. Il terzo che picchio Odmen,, alquale il detto servo avisato dal Propheta gli disse. dopo il governo d’Aomar tu sarai privato della vita. Egli udito questo, e di cio fastidito, entrodotto ando dal Propheta, e disse dopò ch’io ho fatto la professione della legge tua. Io non ho detto alcuna bugia, non ho desiderato l’altrui cose, ne mi ho toccato il membro maschile con la man dritta, il Propheta rispondendogli affermo il futuro senz’alcun dubio, il cui parere è questo, [120] che nessuno che governa non intrerra in Paradiso, se prima non reggera bene il popolo, alquale egli è preposto, si come si conviene. Ogni huomo ch’è presidente al reggimento di x. huomini verra al giudicio con le mani strette sotto il mento, le quali egli potra all’hora lecitamente muovere, se governando hara amministrato giustitia, Ma se harrà fatto il contrario staranno immobili fino à tanto che gli altri tutti saran giudicati, [121] ogniuno che mi essaudira sara essaudito da Dio, il simigliante dico di chi terra il mio luogo, la onde ne esso Dio essaudira chi non ode me, o miei. Esso propheta essendo alcuna volta nel tempio predicando, disse. Se qualche Ethiopo, o qualche altro schiavo vi sarà preposto, uditelo con quella diligenza che voi solete udir me. [122] Di tutti gli huomini di Chorase, i buoni imiteranno i buoni, e i cattivi i cattivi. La degnità, e osservanza della mia legge durerà fino à tanto che si troveranno di sopravanzo xx. di Chorase. [123] I miei successori staranno in habito vilissimo per fino à xxx. anni. Da quivi innanzi saranno ornati, e superbi. [124] E dicono ultimamente, che ad ogni Propheta se gli danno quattro consiglieri, due celesti, si come à Macometto Michele, e Gabriello, e due terreni, Come sono Eubocara, e Aomar . Moauui figliuolo di Ocfino affermava haver udito dire il Propheta, che quei di Chorase trattavano, e maneggiavano piu de gl’altri il governo, e le leggi, Nondimeno dopò la mia morte voglio che osservino i precetti delle mie costitutioni, e rendino ragione con la dottrina d’Eubocara, e d’Aomar. Predisse medesimamente di bocca sua, che dopò lui succederebbero xxxii. i quali à Dio, & à lui sarebbono odiosi, bugiardi, uno de quali che è Alasuued, sara Re di Chanaa, [125] l’altro cioè Mustaileme signoreggera il Regno chiamato Aliemania. [126]

Di Eubocara successore di Macometto. CAPITOLO V.

[127] DI COMMUNE consentimento, si per detto, e per annuntio del Propheta, come per essequire la volonta sua, Eubocara cognominato Abdalla prese il governo del Regno e la cura della legge ordinata, Odmen fu il Padre di lui figliuolo di Amir, & Amir fu generato da Amara figliuolo di Kaab, ilquale fù figliuolo di Zaid, figliuolo di Thaib, che fù generato da Murra . Sua madre fù nominata Celine, il cui cognome fù Oamalasair, laqual fù generata da Katriham figliuolo di Amace figliuolo di Kaab il quale fù generato da Caab ilqual nacque di Zaid figliuol di Caib, generato da Morre. La sua assuntione al Regno fù il di della morte del Magno Propheta, col favore de prencipi Bestie, Aomar, e Vuobaida, è Zaid figliuolo di Abobade con tutto il popolo insieme adunato. Egli in questa maniera elevato al Regno punendo gl’increduli, li costrinse appresso a dar piena fede alla legge, la qual egli secondo il costume del Propheta osservo fermamente, astringendo gl’altri à far il medesimo Tiro alla servitù sua Almuscachileme Alas Vuzebed, & Alientina, e fece prigione Talha, i quali tutti poi per liberarsi fingevano di credere tal che nissuno gli poteva resistere, Fù di color olivigno, ciò è palido, e di mezzana statura, hebbe la barba rara, e lunga, era magro molto, e soleva tingersi le mani con una alchimia da lui ritrovata, ilquale finalmente lungo tempo aggravato dal figato ulcerato per spatio de xxv. giorni stentando mori Tisico. Aomar havendolo involto in duoi panni, gli fece sopra il corpo alcune orationi, e fecelo sepellire appresso il Propheta, visse lxiii. anni, tre mesi, e tredeci giorni. Il Propheta orando à Dio, percioche l’intentione sua era che questi duoi regnassero dopo lui cosi disse. Tuo Dio conserva ti prego, et habbi misericordia alla gente tua per la costanza, e fermezza di Eubocara, & Aomar nella legge.

Aomar successore di Eubocara. CAPITOLO VI.

AOMAR successivamente prese la cura della legge, è del Regno, è l’aministrò diligentemente. Suo Padre fù Alhata figliuolo di Alfail, il qual generò Abdalore figliuolo di Reia, figliuolo di Adii, generato da Kaab, dal quale procedono i rami della sua generatione, e del Propheta. La madre si chiamò Chacunna figliuola di Obscib generato da Almughira figliuolo di Abdalla, egli fù generato da Aomar figliuolo di Machtum. Questo Aomar si come Eubocara fù eletto, e predetto dal Propheta al governo, e osservo grandemente la legge, e resse il popolo con gran sapientia, e virtù. Fu copioso d’esserciti, e soggiogo aggungendo al suo Regno molte nationi. Per suo commandamento furono adunati i libri delle leggi, e scritti, e gli scrittori furon da lui cortesemente rimunerati, [128] egli fù il primo che commandò, che in tutte le Moschee fusse fatto oratione il mese di Rodaman, e ordino, che finito il mese si dovesse legger tutto l’Alcorano. Portò l’annello, che prima fù del Propheta, e poi d’Eubocara, [129] i suoi scrittori furono Abdalla, e Zaid figliuolo di Thebit. Fù lungo di persona, brunetto di colore, e calvo, hebbe la barba rara, e quasi come tinta di bianco, e con tutto che fusse pronto di mano, e pro della persona, non dimeno fù ammazzato da Almighira suo schiavo, visse lxii. anni, hebbe la sepoltura appresso il Propheta, Et Eubocara ogni anno andava in peregrinaggio à Mecca, Aggravato dal male, e gia veggendosi giunto presso al termine della vita commandò che per consiglio commune, di sette cioè Odmen, Ali, Thalha, Azure, Ubair, Caad, Abdarachem, fusse eletto chi succedesse in suo luogo, e disse io renuntio il Regno, [130] ma deliberiamo prima chi si deve creare che sia buono, & atto al governo, fù dunque eletto Odmen, [131] ilquale havuti certi danari da Auf figliuolo di Abdarachim, che erano del predecessore quelli tutti insieme con molti altri del Padre divise, e dono. Regno Aomar x. anni, e vi. mesi un di manco. essendo elevato al Regno tredeci anni dopò che fù acquistato da Macometto, e mori nel vigesimoquarto. Il Propheta commando che fusse sepolto appresso lui in qualunque luogo ei morisse, e cosi fu fatto. essendo morto bene, perche soleva dire Macometto, che qual muore senza i loro ordeni, o consigliero appresso, muore come di morte bestiale, per il che erano privati di honorata sepoltura.

Odmen successore d’Aomar. CAPITOLO VII.

NEL QUARTO luogo poi fu constituto al governo Odmen, figliuolo di Alfen che fu di Alaci, che fù di Utraien,, che fù di Abdastamiz, che fù figliuolo di Abdaminef del quale medesimamente discese il Propheta. La madre fù Aruua figliuola di Rabea figliuolo di Abid, il qual fù generato da Abdastamiz figliuolo di Abdaminef dal quale processe la generatione dell’uno, e dell’altro. Costui con gran favore tre di avanti che morisse Aomar fù fatto Signore con tutte le auttorita, e facolta del successore. Portò il predetto l’Anello che fù del Propheta, e de gl’altri duoi antecessori, ilquale per inavertenza cadutogli in un pozzo di mano, ne fece far un’altro d’argento, [132] nel quale erano intagliate queste parole, O indurati, o penteti. Fù suo cancelliero Marreuuen figliuolo di Albachen, era di faccia bianco, grave, & humano, e di statura commune, la barba lunga, e sommamente da tutti amato innanzi, e dopò che si convertissi alla legge. Fu molto ricco, non tanto per la mercatantia, quanto ք che egli fu molto sapiente, non di meno fu largo, e Magnifico. Egli fù il primo che ridusse l’Alcorano alla sua sana lettione, [133] e finalmente riduttosi in Gietrib dopò che hebbe preso molte città, studiando egli nella sua casa con la man propia in presenza di molti che vi erano la corsi s’ammazzò, e fù sepellito tre giorni dopò ascosamente di notte da cinque huomini. Visse LXXXVII. anni, Regnò xii. anni, e meno un di. Il Propheta essendosi in un luogo, e predicendo che dopò lui nascerebbe controversie assai, disse d’uno che passava di la con la faccia coperta, Colui non ha abbandonato la mia verità, egli ricercando di chi il Propheta parlasse, hebbe questa risposta. Iddio, eccetto i Propheti, elesse i miei compagni per i migliori di tutti, e di tutti questi migliori i principali, e che trapassano di bontà,, gl’altri son quattro, cioè Eubocaran, Aomar, Odmen, & Ali, e dopó disse. Chi me vede, e chi in me crede, hara mercede conveniente al suo merto, Ma chi non mi harà veduto, e crederà harà sette volte il doppio piu di mercede. [134] Nissuno di questi propheti fino à qua estato ammazzato, ne sara se non moriranno dietro settanta huomini ò vero se sara successore di Macometto trenta cinque. La turba assediando la casa di Odmen per volerlo occidere, un buono huomo suo parente il cui nome fu Abdalla figliuolo di Aomar messosi in mezzo di quella fù talmente mitigata, che dipuose il furore, e parlò in questo modo. Morto il Propheta, e litre suoi successori eletti da lui, come anchora Odmen, se voi ne volete la morte di questo, dove ne troverrete voi un’altro che sia migliore? però non ritrovandone, essendo impossibile lo lascierete stare.

Ali successore di Odmen. CAPITOLO VIII.

SUCESSE poi nel regno di Odmen Ali figliuolo di Abithaliph figliuolo di Hescer, che fu generato da Abdiminef, dal quale egli, & il Propheta son discesi. [135] La madre era chiamata Fatima figliuola di Azad che generó Hescen. Costui per l’occisione di Odmen fù assunto al prencipato, Non dimeno molti essendone mal contenti, e per questo fuggendosene à Mecca furono accettati da Aisca figliuola di Eubocara, e moglie del Propheta, al cui consiglio parendogli ubbidire si ribellarono da Ali, & in un di detto Camelò venuti alle mani morirono d’una, e l’altra parte cinquanta huomini, e separatisi ritorno Ali ad Alcheifa, & Aisca a Gietrib. Finalmente Moauui figliuolo di Cefino, e insieme il figliuolo di Odmen con gl’esserciti con animo di vendicarsi del sangue del Padre, [136] s’incontrarono appresso il fiume Aaforat non molto lunghi dalla citta Arcita, e quivi combattendo per spatio di lv. giorni con i loro nimici ammazzarono de cittadini di Arathe, e di coloro, che erano venuti in soccorso loro attorno xxv. con maggior danno anchora de loro huomini, perche da questo lato ne morirono lxv. [137] La onde l’una, e l’altra parte desiderando la pace, e di ciò consigliandosi deliberarono d’elegger duoi huomini, i quali fussero componitori di quella. Dal la parte d’Ali adunque, e de cittadini di Arathe fù eletto Alascati, dalla parte di Moauui, e de suoi Ai figliuolo di Alasci, i quali due giudicassero il fine della guerra, e ne luoghi loro mettessero huomini buoni, e degni del governo. Usciti dunque costoro al luogo deliberato il cui nome è Algendel Alasteren, uno di loro giudico, che Ali fusse privato della degnita che egli haveva, l’altro affermò Ali dignissimo al Regno, e da essere confermato, cosi non havendo posto fine alla lite, ne havendo altrimenti fatto pace Ali se ne ritornò ad Alcufa, e Moauui ad Hescem. In questo tanto gli huomini dell’una parte, & dell’altra non cessavano di combattere, rubbare, & abbrusciare, e fare tutti que mali che mai potevano. Dopo Cefino havendogli chiamati, difendevano xxv. la parte d’Ali, e lxx. la parte di Moauui. Ali partitosi espugno Albascera, e menò seco xxx. huomini, e cosi in questi tempi di guerra havevano per commune uppinione che tutti quelli che vi morivano, pur che siano stati buoni per innanzi andassero alla distesa in Paradiso. Fatte queste guerre un’altra volta s’inanimarono a combattere havendo apparecchiati grandiss. esserciti. Ma Ali fù intercetto dalla morte il mese Romadan [138] l’anno Alighero xl. ilquale dopò l’oratione fattagli sopra per bocca d’Alhacén suo figliuolo verso la parte dell’occaso rivolto, sepellito fuor della villa Alcufa, visse lvii. anni, Regno iiii. anni, e ix. mesi. Portava un’annello, nel quale erano sculpite queste parole, CON CUOR DIUOTO Iddio è mio signore, Fù corto di corpo, si delettava portare la barba lunga, haveva le braccia, e le gambe molto pelose, Caminando il piu delle volte teniva il viso inchinato alla terra piu tosto che elevato alle stelle. Questo appresso il Propheta, qual fù Aron appresso à Mose, eccetto questo che nissuno Propheta, agguaglia questo Propheta, & il parer del Propheta fù che nessuno che fusse buono amassi altri se non queste quattro persone, cioè Eubocara, Aomar, Odmen, & Ali, i cui figliuoli cioe Alhacen, e Alhuacira, quanto piu meritano di tutti gl’altri giovani il Paradiso, tanto son avanzati dalla bontà del padre loro, la cui assuntione al governo fù l’anno Alighero . xxxui.

Alhacen successore di Ali. CAPITOLO IX.

ESSENDO morto il padre, Alhacen fù per i cittadini di Aratha creato Re, costui figliuolo di Fatima figliuola del Propheta, per il che lo simigliava molto nell’aspetto. Porto l’annello con queste parole, di solo Iddio e la grandezza, il suo cancelliere fù Ovandalla, ilquale andando contro Moauui insieme con Alathem con l’aiuto de Arachesi da quali sollevato all’imperio, & iscontrati ad Elemper appresso Hescem, guardando Alhatem l’uno, e l’altro essercito, li venne pieta, che tanta gente dovesse morire, per ilche si humilio nel cospetto di Moauui, e chiamossi à lui inferiore, i quali riconciliati messessi di compagnia in viaggio andarono ad Alcupha, dove havuti da quei cittadini gran somma di danari fù anchora coronato loro Re in Gietrib di mano propia di Moauui, il che fatto Moauui si ritorno ad Hecchera dove si era prima partito, et Alhatem . Ilquale dall’assuntion del regno, fino alla diposition dell’honore, Governo v. mesi. e xx. giorni. Il Propheta essendogli Alhacen presente, disse una volta. Per questo fanciullo Iddio metter à pace tra duoi esserciti, i quali si forzeranno occider, l’un l’altro. Il padre di lui che fù Ali mai non andò in peregrinaggio, Mori in Gietrib alli diece di Amuharan l’anno Alighero xl. nacque l’anno Alighero iii. Vidde gia in sogno, che il Propheta teneva la mano sopra il Trono di Dio, Eubocara la teneva sopra la spalla del Propheta, e Aomar sopra quella di Eubocara, e Odmen sopra di Aomar, tra quali vedendo sangue, e domandando la cagione, udi rispondere quello esser sangue di Odmen, la cui vendetta era da Dio ricercata.

Moauui successore di Alacen. CAPITOLO X.

AL REGNO successe Moauui figliuolo di Cefino, figliuolo di Zacar, figliuolo d’Uuarb figliuolo di Umaze, figliuolo di Abdaasdeviz, figliuolo di Abdeminef del quale discese il Propheta. La madre fù Huia figliuola di Occete figliuolo di Rabea figliuolo di Abdaascheviz figliuolo d’Abdiminef . Costui fermata la pace fu per commune favore di tutti elevato all’Imperio, ond’egli ridusse le cose à miglior stato che non erano prima, percioche gli occidentali, e gl’orientali vi corsero tutti a prestargli obedienza. [139] Quel anno che vi vennero queste genti lo chiamarono aliema, cioè anno di congregatione, Egli essendo giustissimo, e adornato di buoni, e perfetti costumi, era anchora sapiente, e modesto, e liberale, Prese nel litto del Mar molte cose de Romani per preda, e fece nelle terre de Christiani molte mirabili imprese, [140] portava l’annello sculpito di queste parole. O Dio perdonami. Fu suo Cancelliero Uvanardalla, diede Albascera ad Alchigire, & Alchufa ad Hazed havendo nell’una, e nell’altra città edificato de belli Templi. Moauui fù di color bianco, di faccia assai gioconda, e riverenda, mediocre distatura, gl’occhi erano di vari colori. Costumava portar la barba tinta. Et in fine dalla infirmita aggravato dopò alcuni di finì la vita. e havendogli fatto sopra l’oratione, il suo figliuolo Tezid fù sepellito in Damasco il mese Imed, [141] l’anno Aligero xl. visse lxxvii. anni, Regno xvii. anni, e un di manco. Fu potente sopra Hescera xx. anni innanzi Aomar, e Odmen secondo il testimonio del Propheta, Algoda paese di Damasco avanza di fertilità, e di grassezza ogn’altra citta di Sarracini habitata. Moauui essendo alcuna volta andato insieme con Odmen nell’essercito e in peregrinaggio, un certo Capitanio disse. Dopo Odmen regnara Ali, rispose un’altro, anzi colui che cavalca la mula bianca significando Moauui. A un convito gia del Propheta, udirono che egli pregava dicendo. O Iddio insegna a Moauui scrivere, enumerare, e riguardalo da pericoli. Dopò soggiunse a suoi discepoli, Essendo voi tutti Pastori, Dio sara inquisitor della vostra cura, e della vostra custodia, il quale addomandera la donna della costodia della casa del suo marito, e cosi addomandera ciascuno di tutte le opere sue. Interrogato Ali perche non si haveva eletto un successore rispose, [142] se Dio vi amera vi fara concordi di maniera, che voi eleggerete per vostro consiglio un huomo buono, e degno d’esser fatto Re nostro, dove che levatosi un huomo buono, giuro che mai vide il miglior di Moauui dopò il Propheta, e domandato se egli superava Eubocara di bontà, Eubocara fù miglior disse, e questo e buono anchora. Il medesimo huomo da bene faceva simiglianza da Moauui ad Aomar, e Odmen. Moauui fù il primo, che con Odmen, e molti huomini, e donne insieme entrasse ne i Paesi de Christiani in mare, & in terra.

Iezid successore di Moauui. CAPITOLO XI.

IEZID fu figliuolo di Moauui figliuolo di Cephino, La madre fù figliuola di Leb, figliuolo di Calp, figliuolo di Iohimer. Il giorno della morte del padre fù eletto con grandissimo favore dal popolo al governo del Regno, l’Annello che egli portava havea dentro queste parole, Iddio è il mio signore. suo cancelliero Amere, Era paralitico, e di statura lungo. Questo scrivendo ad Abdalla figliuolo di Azabair, disse. Ti ho mandato i ceppi d’oro, e le catene d’argento, e però legato con quelle, vista la presente verrai ch’io ti aspetto, Egli all’incontro rispondendo scrive. Le tue parole non mi faranno per hora piacevole, anzi farò quel che tu vuoi, quando che i sassi saranno tali, che si potranno masticar coi denti. Mori in Arram, essendo di eta di trent’anni. Sopra il qual luogo Damasco suo fratello fece l’oratione, [143] e lo raccomandò alla terra, Regno tre anni, otto mesi, e xii. giorni. Soleva dire. Nissuno biasimi i presidenti, e i Re, ma preghi divotamente Dio, che gl’emendi, e gli correggia essendo cattivi, Appresso diceva, che il Propheta havea commandato, che tutti i sudditi dovessero obbedir a i loro Re quantunque fussero scelerati, e cattivi, e che egli havea detto, perche voi conseguirete misericordia, & egli pena. Egli è dunque lecito sostentar i Tiranni, che ci son preposti al governo con i danari, e con i propi nostri corpi accadendo per loro mettendoci ad ogni pericolo. [144] In quei giorni della morte di Iezid, i cittadini d’Alcufa scrissero ad Alhuacen figliuolo di Ali promettendogli il Regno, se si partiva da Mecca. Ma Amer figliuolo di Iezid, cio intendendo, andandogli contro lo vinse, & ammazzo nei confini di Alcuphe, alli dieci di Almuharau.

La Dottrina di Macometto. CAPITOLO XII.

[145] ERA IL Nuntio di Dio, l’oratione, e la salute del quale sia sopra lui, tra suoi compagni à sedere nella Citta sua Iesrab, quando che l’Angelo Gabriello gli apparve, dicendo. Dio ti saluta ò Macometto, & egli disse rispondendo, Egli è il signore della salute, perche ella procede da lui, e a lui si ritorna. E quello seguitando verranno disse, Quattro huomini di gran prudentia, e principali Rabini de giudei ad approvarti, Il maggiore de quali e Abdia Ibensalon, chiamato dopò Abdalla Ibenselech. A cui Macometto ò amico, vengano eglino alla salute, o per sprezzarmi ? a salute rispose. Allhora il Nuntio di Dio commanda ad Ali figliuolo di Abitalib, che egli vada loro incontro, accompagnato da alcuni altri, i quali incontrandoli gli saluta, dicendo. Salute Abdia Ibesalon, nominando ancho tutti gl’altri per ordine, i quali maravigliandosi addomandano, chi gli habbia cosi detto il nome loro, overo di donde ha saputo che dovevan venire. Risponde, che egli è mandato da Macometto suo Zio, e cosi seguono lo huomo tra lor ragionando di quelle cose, che essi havevano udito non sanza maraviglia. Giunti dunque al Propheta, andando innanzi Abdia Ibensalon disse. La salute sopra di te ò Macometto, Et egli, salute sopra colui, che segue la salute, e teme la potentia di Dio. Alqual Abdia. Io Abdia, e questi miei compagni periti della nostra legge, vegniamo à te mandati dal popolo de giudei, accioche tu ne assolva alcuni luoghi nella nostra legge, i quali non sono intesi, e noi sappiamo, che tu potrai facilmente volendo intendergli. Et egli, sete venuti à tentarmi, o pur a ricercar questa cosa ? Sia lecito adunque quanto piacerà, b [146] Allhora egli di cento questioni Principali, le quali haveva scelte delle leggi, e postele in scritto, proponendo la prima disse. Se ti piace ò Macometto, di in prima, se tu sei Propheta, o Nuntio. Rispose. Iddio mi constitui Nuntio, e Propheta, perche egli disse cosi nell’Alcorano . Parte mandai sopra te, e parte non mandai, la parola di Dio è alta, ne è possibile all’huomo parlar con Dio se non per nuntio. Disse. Tu dici il vero. Ma dimmi, predichi tu la tua legge, o quella di Dio? Rispose, la legge di Dio. Et egli, che cosa è la legge di Dio? Rispose, la fede, che fede? Non de Dei, ma di Dio, egli è solo sanza altro, e io Macometto son suo servo, e nuntio, che predico la fine, nella quale sanza dubbio risusciteranno i morti. Disse. Egli e il vero quel che tu di. Ma dimmi se ti piace, quanti son le leggi di Dio? Rispose una. Ma che dirai tu de Propheti, che sono stati innanzi à te? Rispose, la legge, o veramente la fede, e stata una sola di tutti, ma i modi loro diversi. Disse, cosi è come tu di. Ma entraremo noi in Paradiso col modo de Saracini, per fede, per credere, o per opere? Rispose, queste tre cose son necessarie, non dimeno s’alcuno de Christiani, de Giudei, o de Gentili si convertira alla fe de Saracini, e che innanzi che faccia l’opere muoia, la fede solamente è bastante, e vero dice egli: ma dimmi, Ti ha Dio mandato scritto alcuno? Rispose. Si, e chiamasi c [147] Alfurcano, perche è chiamato Alfurcano ? Rispose, perche le sue figure, e le sue sentenze son benigne, e piacevoli, e insieme scese sopra di me, la parola di Dio in quella maniera che à Mose fu data la legge, a Davit il Saltero, e à CHRISTO il Vangelo. Disse, questo è vero. Ma qual è il principio dell’Alfurcano? Rispose. Il Principio del libro. d [148] In nome di Dio misericordioso, e compassionevole, e che dopo? Rispose, Abuget, che vuol dir Abuget? Rispose. A. Dio. B. potentia di Dio. G. Bellezza di Dio. D. legge di Dio, la Pieta di Dio previene la sua ira, et egli come questo ? Perche Adamo essendo creato di nuovo, e levatosi su, sternutando disse, ringratiato sia Dio, il che gl’Angeli udendo, e [149] la Pieta di Dio sopradite ò Adamo, et egli, se ti piace numera quelle quattro sorti di cose, che Dio fece con le propie mani. Rispose. Dio con le sue propie mani edificò il Paradiso maggiore. f [150] Piantó l’albore della Tromba. [151] Fece Adamo, e scrisse le tavole a Mose. Et egli, e questo è il vero, ma dimmi, chi ti ha mostro queste cose ? Rispose, Gabriello. Et egli, se ti piace, dimmi per ordine, che cosa è uno, che cosa è duoi, e . 3. e . 4. e . 5. e . 6. e . 7. e . 8. e . 9. e . 10. fino à cento. Rispose, [152] uno è Dio, col quale non partecipa alcuno altro, e che non ha compagno,, ne figliuolo, nelle sue mani, é la vita, e la morte, et è potente sopra ogni cosa. Duoi Adamo, et Eva, i quali erano anchora innanzi che fussero cacciati dal Paradiso. Tre Gabriel, Michele, e Serafiel, arcangeli secretari della deità. i [153] Quattro la legge di Mose, i Salmi di Davit, l’Evangelio,, e l’Alfurcano. k [154] Cinque son l’orationi di Dio, che egli mi ordinò, e al popol mio, mai non date a Propheti passati, ne dara mai ք l’avenire ad alcuno. Sei, i giorni ne quali Dio ni {157} l’opera sua, sette sono i Cieli, e l’Alcorano dice cosi. Ordinò sette Cieli. Otto son gli Angeli, che il di del giudicio porteranno il Trono di Dio. Nove i miracoli di Mose. Dieci i di del digiuno, de quali tre si spendono nell’andar in viaggio peregrinando, e sette nel ritorno. Undeci son le stelle, le quali Iosef vidde che l’adoravano. Dodeci i mesi de l’anno. k [155] Tredici stelle principali con la Luna, e col Sole, Quatordeci le candele, che pendono intorno al Trono di Dio lunghe quanto sarebbe un viaggio di cinquanta anni. Quindici, che l’Alcorano continuamente per quindeci giorni discese dal Cielo fino All’Inferno, e di quindi uscito apoco apoco stette fino à xv. di Ramadan, perche e scritto cosi nell’Alcorano, il mese di Ramadan nel qual discese l’Alcorano. Sedici sono le Legioni de gli Angeli cherubini intorno al Trono di Dio, che lodano il nome del suo Signore. l [156] Diciesette sono i nomi di Dio posti tra la terra, e l’inferno, il che se non fusse la fiamma dell’inferno uscendo fuori consumerebbe tutto il Mondo. Diceotto gl’interstitii tra il Trono di Dio, e l’Aria, il che se non fusse il caldo dell’inferno consumerebbe il Mondo. Diecienove son i Rami di Zacar fiume infernale, ilquale il di del giudicio con grandissimo strepito chiamerà, e tutti i dannati risponderanno Venti, perche il xx. di di Ramadan discessero i Salmi sopra David Vent’uno, perche il xxi. del Mese Ramadan nacque Solomone, e i monti lodarono il Signore xxii. perche a i vintidue di Ramadan Iddio perdonò à Davit il peccato di Uria. m [157] Ventitre perche alli xxiii. di Ramadan nacque CHRISTO figliuolo di MARIA, l’oration di Dio sopra di lui. Ventiquattro, perche Dio favello à Mose xxv. Mose divise il mare, e passo con tutto Israhele xxvi. diede Dio le tavole à Mose xxvii. il pesce inghiotti Iona, che cadde nel mare xxviii. Dio rende la veduta à Iacob, quando Giuda porto la camiscia di Iosef xxix. Dio assunse Enoch. n [158] xxx. andò Mose al monte Sinai, E qui il Giudeo l’interruppe dicendo.. Abbrevia o Macometto, & espedisciti, Rispose, faro quel che tu voi per non uscir fuori delle tue domande xl. sono i giorni, ne quali Mose digiuno. o [159] 50. sono le migliaia de gli anni,, che dureranno il di del giuditio. 60. son le varietà de colori della terra, la qual se ella non fusse, non ci sarebbe tra gli huomini notitia alcuna delle cose. 70. huomini s’elesse Mose. p [160] 80. battiture debbe haver l’imbriaco. q [161] 90. perche l’Angelo mandato a Davit disse, questo compagno mio haveva novanta pecore, & io una sola che egli mi tolse, Cento sono le battiture, che debbe haver colui che sarà trovato in adulterio. Allhora disse il Giudeo. Veramente o Macometto, che tu di rettamente, quel che è in vero, ma se ti piace, dimmi in che modo è fatta la terra, e i monti, e quali sono i suoi nomi, e quando furono . Rispose, Creo Dio Adamo di fango, il fango venne dalla spuma, la spuma dalla tempesta dell’onde, la tempesta dal Mare, il Mare dalle tenebre, le tenebre dalla luce, la luce dalla parola, la parola dal pensiero, il pensiero dal Giacinto, r [162] il Giacinto dal commandamento,, sarai, e fù fatto. Disse il Giudeo, dove sedra lo huomo, dove starà, o in che luogho? Rispose sopra le spalle dell’huomo: la penna sarà la lingua, lo sputo l’inchiostro, e la tavola da scrivere il core. & questo e vero, disse. Ma va piu oltra se ti piace, e dimmi, che cosa dopo questo fe Dio. Rispose, la tavola, e la penna. Disse, che tavola, e che penna? Rispose, la tavola dove è scritto cio che fù è sarà in cielo, e in terra, s [163] La penna sarà di luce chiarissima. Disse, come sarà lunga questa penna? Rispose, lo spatio di 500. anni. La larghezza di. 80. anni, e non si cessera mai di scrivere quel che si fa nel Mondo, e se farà fino al di del giudicio, Nell’Alcorano, disse, essendo la Tavola di che cosa e? Rispose, t [164] di smeraldo bellissimo, le parole son di perle, e il suo dosso, e di pietà. Disse, quante volte guardi quella tavola, tra la notte, e il di? Rispose. u [165] clx. volte. Disse, procedi piu oltre, e dimmi, perche il Cielo si chiami Cielo. Rispose, perche egli è creato di fumo, x [166] e il fumo dal vapor del mare. Disse, di donde ha il verde ? Rispose, dal monte Caf, e il monte Caf lo ha da gli smeraldi del Paradiso, y [167] ilqual monte cingendo intorno il cerchio della terra sostiene il Cielo. Disse, il Cielo ha porta? Rispose, Ha porte che pendono. Disse, e le porte hanno chiavi ? Rispose, hanno le chiavi, z [168] le quali son nel Thesoro di Dio. Disse, di che fon le porte? Rispose d’oro. Disse, tu di il vero, ma dimmi, questo nostro Cielo d’onde é creato? a [169] Rispose. Il primo d’acqua verde, il secondo d’acqua chiara, il terzo di smeraldi, il quarto d’oro purissimo, il quinto di Giacinto, il sesto di una lucidissima nuvola, il settimo di splendor di fuoco. Disse, e di questo tu di il vero. Ma di sopra à questi sette Cieli, che vi è? Rispose, [170] un mar vivifico, e di sopra un mar nebuloso, e cosi procedendo per ordine, vi è il mare aereo, e di sopra il mar penoso, e di sopra il mar tenebroso, e di sopra il mar di sollazzo, e di sopra la Luna, e di sopra il Sole, e di sopra il nome di Dio, e di sopra la sopplicatione, e di sopra Gabriello, e di sopra il raso Pergameno, e di sopra il mar pieno, e di sopra settanta intervalli della luce, e di sopra lxx. milia turbe, e in ciascuna turba son cinque milia Angeli, che mai non cessano di lodar Dio, e di sopra ci è il termine della dignità Angelica, e di sopra lo stendardo della Gloria, e di sopra gl’intervalli di Perle, di sopra gl’intervalli della gratia, e di sopra gl’intervalli della potenza, e di sopra gl’intervalli della deità, e di sopra gl’intervalli della dispensatione, e di sopra lo scabello, e di sopra il Seggio, e di sopra il Signore dell’università. Disse maravigliosamente hai saputo dire, come le cose appunto stanno, Seguita hora che tu mi dica se il Sole, e la Luna son fedeli, c o infedeli. Rispose. [171] Fedeli, e obbedienti à ogni commandamento di Dio. Disse, onde vien adunque che non splendono ambeduoi ugualmente? Rispose. Dio gli creò uguali di splendore, e di virtù, Ove egli avenne, che essendo incerta la volta del giorno, e della notte Gabriello volo, e volando per sorte, come suole accadere, toccò con una delle sue ali la Luna, e da quella hora in qua, ella è fatta oscura. Disse, perche la notte é detta notte? Rispose, [172] perche ella è velo che cuopre il maschio, e la femina. Disse, tu di il vero, Ma ragionami un poco, quanti son gli ordini delle stelle. Rispose, tre son gl’ordini, il primo pende dal seggio di Dio per alcune catene d’oro, e splendono fino al settimo Trono. Il secondo è di quelle stelle, che adornano il Cielo, e quando i diavoli vengono per ingannar,, e insidiar le cose celesti, esse stelle facendosi loro incontro gli cacciano. Il terzo è per rispetto de segni, e delle stelle. Disse, e di questo tu di il vero, ne si puo credere altrimenti. Dimmi dunque, quanti mari sono tra noi, e il cielo? Rispose, [173] sette. E quanti venti tra noi e il cielo? Rispose, tre, il primo vento è sterile, ilqual Dio mandò ad Acath. Il secondo è negro, e questo è quello che gonfia il mare, e il di del giudicio soffiando accendera piu il fuoco, il terzo è quello che amministra le cose al mare, e alla terra. Disse, hai ragione, Ma quanti intervalli sono dal Cielo à noi? Rispose, uno, il che non essendo il celeste ardore consumerebbe tutte le cose terrene. Disse. Rettamente, ma se si lieva la terra, ove starà il Sole? Rispose, In una fonte calidissima, e la fonte nel colubro, e il colubro nell’intervallo, e l’intervallo nel monte Caf, e il monte in mano de gl’Angeli, che tengano il Mondo fino al di del giudicio. Disse, e questo e vero, Ma che ordine si oserva nel portar la sede di Dio? Rispose, [174] I capi loro son sotto la sede di Dio, i piedi sotto il Trono. Hanno si grande la testa, che s’uno uccello volasse mille anni interi, appena arriverebbe da una all’altra orecchia, hanno sopra i capi loro le corna, il cibo, e il bere loro, e la gloria, e la laude di Dio, Il muover de gl’Angeli è tanto che nessuno non lo puo sapere se non Dio. Disse, e questo è vero, Ma dimmi, che uccelli sono tra noi, e il cielo? Rispose. Alcuni uccelli non toccan ne la terra, ne il cielo, i colubri hanno il color bianco, il dosso di cavallo, le chiome a guisa di donna,, l’ale come gl’uccelli. Parturiscon le vova sopra la coda loro, e producono quivi i figliuoli. Disse. Egli è vero, Ma questo mondo, perche è chiamato mondo? Rispose. [175] perche questo mondo fu fatto fuor d’un’altro secolo, ma se fusse fatto col secolo, sarebbe perpetuo come quello. Egli è il vero, ma il fine perche lo chiami fine? Risp. Perche risuscitera in lui ogni cosa creata. Egli è cosi, ma il secolo altro, perche è detto altro? Risp. Perche restera ultimo dopò questo mondo, e non si puo esprimer la sua somiglianza, e i suoi habitatori non son mortali, ne il di è sottoposto al numero, perche è perpetuo. Tu di il vero, ma che debbo io proporti per farti fallare? Dimmi, qual è la piu forte cosa ? il ferro, e del ferro? il fuoco, e del fuoco? l’acqua, e dell’acqua? il vento. Egli è vero, ne per questo restero di addomandarti Adamo, perche e detto Adamo? Risp. Perche è creato del fango di tutte le terre, e non di una sola, perche se d’una sola fusse stato creato, gli huomini non harrebbero noticia di cosa alcuna, Egli è il vero, se tu mi dirai, che essendo fatto Adamo, di donde gl’entro lo spirito in lui? Risp. Per la bocca, e per bocca usci. Disse, Dio creato che lo hebbe, che gli disse ? Risp. Tu, e la tua donna, mangiate, e beete, e habitate nel Paradiso, ma non vi accostate a questo arbore. Disse, e che arbore era? Ris. [176] de frutti. Qual fu la sua forma? Risp. Haveva sette spiche, delle quali Adamo ne tolse una, ove erano cinque grani, duoi ne mangio, e duoi ne diede ad Eva sua donna, [177] il quinto grano lo portò seco. Disse, come fù grande,, e che ne fece d’esso ? Ris. fu maggiore di un’uovo, e lo divise in 600. parti, delle quali furon cavate tutte le sorti delle semenze. Disse, cacciato del Paradiso dove fu il suo ricetto? Risp. Adam stava in India, Eva in Nubia, Di che vestivano ? Ris. Adamo di foglie del Paradiso, & Eva si ricopriva con i capelli. Disse, dove si rincontravano ritrovandosi ? Risp. In Araf, cioè in Mecca . Qual fu poi fatto di lor due? [178] Eva di Adamo della sua sinistra costa, perche se ella fusse fatta della destra, sarebbe come Adamo forte. Chi habito la terra innanzi Adamo? Risp. I diavoli prima, dopò gl’Angeli, e dopo gl’Angeli Adamo, [179] tra gl’Angeli, e i Diavoli son. sette milia anni, e tra gl’Angeli, e Adamo son mille. Disse, tu mi racconti la cosa apunto come la passa, ma basti fina a qui. Passiamo hora ad altro ragionamento, e dimmi se ti piace, chi comincio i peregrinaggi? Risp. Adamo. Chi gli rase il capo? Gabriello. Chi lo circuncise ? Egli stesso. Dopo Adamo, chi fu circonciso ? Abramo. E questo è vero, perche ci sono manifeste, e ci resta altro addimandare, ma dimmi, qual è la terra che ha veduto il Sole una volta, e non vedra mai piu se non alla fine de secoli. Rispose, quella del mare che divise Mose, tal che se vide il fondo, e ritornate l’onde mai piu si vedra, e che ti pare Abdia, ritrovi tu queste cose nella tua legge ? [180] Non, Segui anchora. Quale è la casa che ha xii. porte, per le quali escano xii. portioni di xii. generationi? Risp. Quella ruppe, che Mose percosse apri xii. porte, e mandò fuori xii. fonti per le xii. Tribu d’Israel. Disse, egli è il vero. Ma Dio à che parte parlò della terra? Ris. al monte Sinai comandandogli,, che elevasse Mose fino al cielo. Che cosa fù legno prima, e poi spirito ? Ris. La virga di Mose che hora fù legno, hora serpente. Qual femmina nacque solamente di maschio, e qual maschio di femina? Risp. l Eva solamente nacque di Adamo, e CHRISTO di MARIA vergine. [181] Disse, quel che tu di è il vero, se mi dirai, che furono quelle tre cose, che son nate senza commistione di huomo. Ris. Adamo . Arlos di Abramo, e GIESU CHRISTO. Egli è vero, ma qual sepulcro s’è messo col suo sepolto ? Risp. Il pesce con Iona. Chi son quei duoi solamente i cui sepolcri non si sanno ? Rispose Abitalib, e Mose, ilquale conoscendo che s’appressava il tempo della morte, commandò che dopò la sua morte fusse posto in sulle spalle d’un Camello, e lo lascino andar dove a lui paresse, e lo seguitassero, fin che egli di sua volon si posasse, fatto questo, dove il Camello giunse, e si fermo, cavando ritrovato un monumento con un Epitafio, ilqual diceva quello esser il monumento,, che Noe havea apparecchiato ad Abilalib, e quivi sepolto, il luogho si ha քduto, ne mai piu si ha potuto ritrovare. Mose andando solo per un deserto a caso trovo il sepolcro aperto, e voto, cavato tanto quanto alla sua grandezza del corpo si conveniva, del che maravigliandosi molto, comincio à misurarlo dalla propia statura, intanto l’Angelo della morte venne ad occidere Mose. Il che egli conoscendo, disse, a che sei tu venuto ? Rispondendo disse, son mandato per l’anima tua, à cui Mose, di donde la torrai, per la bocca non si puo, perche con quella ho favellato al Signore, per gli orecchi meno, perche con quelli ho udito la sua voce, Ne per gliocchi co quali ho veduto la faccia del Signore, ne per le mani con le quali ho ricevuto il dono da Dio, ne per i piedi, co quali son asceso sul monte Sina, L’Angelo havendo udito questo si parti, e mutata nuova forma, ritorno con un’pomo del Paradiso, e lo diede à Mose, accioche egli lo odorasse. Mose lo tolse, e fiutandolo, l’Angelo lo prese per il Naso, e di quivi gli cavo l’anima, il che fatto rimase quel corpo nella sepoltura non trovata mai da nessuno. Disse, veramente fù come tu m’hai raccontato, ma dimmi qual fuoco è quello che mangia e bee, e dopo s’estingue, e non s’accende altrimenti in fino al di del giudicio? Rispose. Il fuoco nel corpo humano si sostenta col vivere, ma l’anima partendosi s’estingue ne s’accende altrimenti s’ella non ritorna al suo corpo . E questo è vero. Ma che cosa è quella che è sempre grande, e qual è quella che sempre è piccola? Ris. Le pietruzze son sempre picciole, e i Monti son sempre grandi,, Egli è il vero disse, Ma dove è il mezzo della terra? Ris. A Hierusalemme,, dove le genti disperse si aduneranno in cotal luogo, e dove sarà un Ponte,, e una stadera sopra l’inferno, ilquale vi sarà portato da lxx. milia Angeli, Egli è cosi. Ma perche Gierusalemme è detta casa benedetta? Ris. perche ella è per linea retta sotto il cielo, e ք che quivi Dio e gl’Angeli parlarono co i Patriarchi, e co i Propheti, [182] e quivi Dio diede à Mose tre mile, e cinquecento, e quindeci precetti, disse e cosi sta il vero, Ma dimmi, qual è quel humore, che non è di Cielo, ne di terra? Ris. Il sudore de gli animali che lavorano. Dimmi piacendoti, come fu fatta la Nave ? Risp. Noe fu il primo che comincio la Nave, e Gabriello gli diede legnami, e Noe vi entrò dentro con i suoi figliuoli, e partendosi di Arabia, e navigando sette volte girò sopra Mecca, e navigando sopra Gierusalemme la circondò sette volte, e pervenne in Giudea, e quivi mancando il diluvio si fermo la Nave, egli è il vero, Ma in questo mezzo Mecca ove fù? Risp. Dio la tolse, e messela in Cielo, e commesse al Monte Abicobiz, che havesse cura di Gierusalemme,, & egli la tolse nel suo ventre Cosi sta e tutto è il vero. ma dimmi anchora, la cagione perche i figliuoli assomigliano piu il Padre, che la Madre, o piu la Madre che il Padre? Rispose. Quando l’huomo ha maggior voglia del coito, e maggior piacere in quello che la donna non sente, e non hà, all’hora si genera il figliuolo, o figliuola piu simile a lui che a lei, quando poi è il contrario, il contrario aviene. Disse egli è il vero. Ma dimmi, Dio punisce egli alcuno sanza ragione ? Rispose. No. Che farà egli de figliuoli de gli infedeli? Rispose. Il di del giuditio verranno i figliuoli de gli infideli innanzi la faccia di Dio, & egli dirà loro, chi è il vostro Signore? & essi. Tu signore, che ci creasti. Chi havete voi adorato, e servito ? Signore diranno, noi non potemmo usar gl’orecchi, ne la lingua, ne potemmo seguir il tuo Nuntio. Et egli s’io vi commandassi qualche cosa la fareste voi ? Et essi Signor degno, e giusto, tutto quel, che tu ci commanderai ci piace. all’hora egli farà comparire uno de fiumi dell’inferno, e dira loro, entrate in questo fiume, coloro che obediranno, usciranno fuori sanza esser punto offesi, & se ne andranno in Paradiso, e quei che staranno saldi nella lor volontà andranno co padri loro nell’inferno, perche egli dice nell’Alcorano. Chi obedira sarà nel Paradiso, chi non obedira sarà nell’inferno. E questo è vero, disse. Ma come si solver à la terra? Rispose. Il fuoco convertira la terra in cenere, e l’acqua diperdera la cenere, Egli è il vero, ma i monti d’onde usciranno ? Risp. Dal monte Caf, Iddio gli pose come pali della terra, vero, ma dimmi, che cosa resta sotto queste sette terre? Risp. Un bue, e sotto il bue? Risp. Una pietra bianca. Che forma è quella del bue? Risp. Il suo capo è in Oriente, e la coda in Occidente, ha quaranta corna, e altri tanti denti, e da un corno all’altro è tanto spatio, quanto si caminerebbe in mill’anni. Disse, e sotto la pietra dove egli sta, che cosa vie ? Ris. Un monte chiamalo Zohot, e d’onde nasce questo Monte. Risp. Dell’inferno. Quanto è largo? Quanto si caminerebbe in mill’anni, su questo monteranno tutti gl’infedeli, e quando tutti saranno in cima, il Monte tremerà, e gettera tutta la turba nel profondo dell’inferno, Egli è il vero, ma sotto il Monte che cosa è? Ris. Terra, come si chiama? Ris. Unerelea, e di sotto che vi è? Risp. La terra Alioulem, e disotto il mare Zeid, e di sotto la terra Neama, e di sotto il mar Zegir, e di sotto la terra Herib, e di sotto un’altra terra chiamata Agiba, bianca come latte, e odorosa come il muschio, liscia come il croco, e lucida come la Luna, e Iddio sopra queste adunera tutti i giusti, sotto la quale è il mare Alchintaim, [183] e di sotto è un pesce, che si chiama Albebut, che ha il capo in Oriente, e la coda in Occidente, sopra il cui dosso sono le Terre, i Mari, le Tenebre, l’Aria, e i Monti,, e vistaranno fino alla fine de secoli. Sotto al pesce vi è un vento, che sostiene il pesce. Sotto é un Monte, di sotto un Tuono, di sotto un Fulgure, e di sotto a queste cose e un mar sanguigno, e di sotto l’inferno chiuso, e di sotto un mar di fuoco, e di sotto un mare opaco, e di sotto il mar della potenza, e di sotto il mar nuvoloso, e di sotto le laudi, e di sotto la glorificatione, e di sotto il Seggio, e di sotto la Tavola, e la penna, e di sotto il maggior nome di Dio. Disse, e dopo questo che vie ? Rispose. Se tu cercassi o Abdia, tene andresti nell’infinito, bastiti assai, che la potenza di Dio, è per ogniverso uguale. Disse. Gran cose son queste. Ma dimmi, qual son quelle tre cose che vennero di Paradiso in questo mondo? Rispose. Mecca, Iesrab, e Gierusalemme, Tu di il vero, quando che tu mi dica, quali vennero dall’inferno? Rispose. Vastat citta d’Egitto, Antiochia di Scria, Ehebera di Armenia, & Elmedera in Caldea. Egli è il vero, ma misura il mondo? Rispose. La quantita del mondo, e tanto quanto si caminarebbe in un giorno. Disse, in che modo? Rispose. Il Sole nascendo lo camina tutto per fino alla sera. Disse, veramente che tu sei stato molto arguto, & perche io veggo, che tu conosci ogni cosa, se ti piace descrivimi il Paradiso, e come la su si vive ? Ris. Da che ti piace, egli è tutto di smeraldo compartito di Giacinthi, ripieno di cose fruttifere, e amene, quivi corrono Fonti, alcune di latte, alcune di mele bianco,, e alcune altre di vino purissimo. I di sono di mille anni, e gl’anni sono di quaranta milia anni, non è questa assai beatitudine, e à bastanza. Disse, veramente si, se tu mi dirai lo habito, e l’uso de gli habitatori? Risp. Gli habitatori, cioche desiderano subito hanno, vestiranno d’ogni colore dal negro in fuori, ilqual colore non tocchera alcuno dal mio Banditore infuori, ilquale per il merito di questa vita, mirabile hara cotal privilegio, e quello sarà il suo propio colore, [184] tutti saranno perfetti nella statura come Adamo, nella forma come GIESU CHRISTO, mai non cresceranno, e mai non patiranno alcuna cosa, che gli disturbi, ne dicresceranno altrimenti. E questo è vero. Ma dimmi del piacere, e della vita loro, cominciando dalla prima entrata del Paradiso. Ris. Primeramente à quel che son entrati si mette innanzi accioche essi mangino un fegato de pesce chiamato Albehut, [185] cibo di gran dilettatione, succedono dopo i frutti de gli arbori, e il bene che è del Paradiso, e dopo cioche essi desiderano, subito vien loro in presenza ? Dimmi, coloro che mangiano non è egli necessario, che smaltischino, e smaltendo non mandano essi fuori la superfluita del corpo? Ris. Non è buono argomento questo, perche i fanciulli, che son nel ventre Materno, pur mangiano, e vivono, e nondimeno non mandan fuori, la superfluità loro. Ma quand’egli comincia a smaltire, subito nasce, e sotto entra alle miserie mortali, la onde se quei la su per necessita smaltissero, seguirebbe che mandando fuori la superfluita fusse per via del sudore, ilquale ha odor di musco mirabile, e buono. Disse, tu hai risposto molto bene a questo contrario, e di il vero, se aggiugnerai, se mangiano pane, e carne? Risp. Cioche essi desiderano possono havere, dalle cose prohibite infuori. Disse, e qual sono le illicite? Risp. Come sarebbe la carne di porco. Disse, Veramente o buon Macometto, che tu mi hai fatto beato, perche io so che anchora noi giudei, e non sanza cagione Dio ci ha commandato, che non mangiamo carne di porco, La onde ti prego per Dio che tu mi dica la cagion di questo poi che noi stamo à cotal ragionamento? Ris. Mi piace da che tu lo desideri, e però GIESU CHRISTO essendo addomandato da discepoli, che narrasse loro il modo dell’Arca di Noe, e lo habito, e la vita di coloro, che rimasero nella generatione humana, egli tacito ascoltando quei che lo pregavano, havendo fatto una forma di terra, che egli haveva in mano la gettò in terra, e disse. Leva su in nome di mio padre, e subito si levò uno huomo canuto. A cui CHRISTO, chi sei tu? Io son Iafet, disse egli figliuolo di Noe, a cui CHRISTO, sei tu morto cosi canuto ? Nò rispose : ma in quella hora pensando, che io doveva risciuscitare il di del giuditio per la paura divenni canuto. GIESU dunque gli commandò che egli raccontasse a discepoli tutta la Storia dell’Arca di Noe, allhora egli cominciando dal principio della cosa e venuto al passo la dove dice che per il cumulo del sterco posto in un de lati dell’Arca, ella si piegava, la onde havemmo grandemente paura, consigliatosi dunque il padre col Signore, gli disse, mena l’Elefante, e volta le spalle sue a quel luogo ove l’Arca pende, [186] ilquale stercorizando anchora egli ne nacque un gran Porco, pero non ti pare che questa sia sofficiente cagione di astenirsi di questo animale immondo? Disse. Certo si, ma dimmi, che soccesse poi? Rispose. Questo col grifo spargendolo per l’Arca contrasse in quello tal odore, che non potendolo sofferire soffio, è con quello ne usci un topo ilquale andava rodendo le tavole sanza alcuna intermissione, dil che consigliatosi Noe con Iddio, percosse nella fronte del Leone, [187] il quale all’hora soffiando gitto fuor del naso un gatto. Disse. Tu di ottimamente, ma basti inquanto a questo per non uscir fuora del proposito, e perche di sopra mi ragionasti del vitto de gli habitatori del Paradiso. Resta hora che tu mi dica de piaceri, che essi hanno, e se quivi si mescolano con le donne, come, e quanto. Rispose. Se vi mancassi piacere alcuno, la beatitudine non sarebbe perfetta, indarno dunque vi sarebbero i piaceri, se chi gli ha non havessero volontà di provarli. Cioche essi vogliono è subito dato loro, e quando, e dove, e quanto, e ogni volta che essi vogliono, tutto sanza tardare, e sanza alcuna difficoltà. Di maniera, che chi harà qui vivendo havuto mogli fedeli, haranno la su altretante concubine, delle serve, e meretrici non te ne favello, perche vi saranno senza fine. Disse. Ottimamente, e apunto cosi come egli è, Ma ricordandomi di quel che tu di, che haranno il tutto fuor che le cose vetate, non mi havendo tu detto cosa alcuna del vino. Dimmi cio che essi hanno quivi, e se il vino e lecito, o no, e se egli è lecito, perche voi tu prohibirlo in questo mondo? Ris. Tu mi addomandi cosi argutamente, che mi bisogna con due risposte solver una sola questione, diro dunque il lecito, e il non lecito. Erano duoi Angeli, Haroth, e Maroth mandati da Dio in terra, per governare, e insegnar alla generatione humana prohibendo tre cose, che non occidessero, che non giudicassero ingiustamente, e che non beessino vino, e cosi essendo passato molto tempo, & essi essendo noti per tutto come giusti giudici, avenne ch’una Donna di bella maniera, laquale haveva una sua causa contro il marito, per farsi benevoli i Giudici invito a desinar seco questi Angeli, e astutamente mescolò del vino tra le vivande, pregandoli, che beessero, e mangiassero senza riguardo, essi à cio dalla donna invitati beverono, e s’imbriacarono, e richiesero la donna a suoi piaceri, la qual promesse loro, con questa conditione, che uno le insegni quelle parole con le quali si va al cielo, e l’altro, quelle con le quali si discende dal Cielo, piacque loro, e cosi havendo imparato, di subito fu inalzata al Cielo, Ilche Iddio vedendo, e ricercata la causa, la converti nella stella Lucifero, cosi tra le stelle bella, come fu bella tra l’altre donne,, e chiamati gli Angeli in giudicio, Dio propose loro, che si dovessero elegger qual pena gli piacesse tra questo secolo, e l’altro, essi s’elessero tale, che legati per alcune catene di ferro, fussero messi col capo nel pozzo Bebil per fino al di del giuditio, che te ne par dunque o Abdia, non è questa causa potente, che il vino sia nonlecito ? Disse. Si veramente, ma perche tu hai pienamente detto di queste cose, vorrei se ti piacessi, che tu mi ragionassi dell’inferno qualche cosa ? Risp. La tua domanda è ragionevole, la onde intendo satisfarti, [188] Gl’infernali hanno un fumo di solfo mescolato di pece, e l’inferno è tutto di fiamme ardentissime, dove vi son molti laghi, e molti pozzi profondissimi, pieni di pece bollentissima, attorno i quali vi sta il fuoco, che la cuoce, e di questa bisogna che mangino coloro che vi sono, e questo è il lor cibo, del quale lo huomo non si puo imaginare il piu peggiore. Disse bene, se tu mi dirai dove è colui, che Dio chiamera dopo il di del giuditio? Risp. In mezzo dell’inferno, è una valle, nella valle un gorgo, nel gorgo un pozzo, nel pozzo un’arca, nell’arca un legato con catene, e co ferri a piedi, e costante nella speranza, e mille anni chiamera senza intermissione alcuna la misericordia di Dio. Disse, che gli fara Dio? Ris. Dopo mille anni se lo farà menar innanzi,, e gli dira, [189] {194} che voi tu sciaurato, che non fai se non darmi fastidio chiamandomi ? che speranza hai tu, che paurito speri ? e gemendo rispondera,, signor mio non ho altro signor che mi possa haver misericordia altro che te, Tu hai fuor di me dove sfogar la tua ira, habbimi dunque miseridia o Signore. Disse, e poi che sarà ? Risp. Comanderà che sia menato nell’inferno, ove non cessera anchor di chiamar la misericordia di Dio, finalmente mosso à compassione,, comandera che sia cavato di quindi, et essendo tinto del color infernale piu negro della pece, gl’Angeli vorranno sapere in che modo si possa mescolar con gl’altri nel Paradiso essendo cosi negro. Allhora dio comanderà che sta lavato nel fonte Aereo, e sarà fatto tutto bianco dalla macchia in fuora della fronte, e cosi netto, e mondato se ne andara publicamente per il Paradiso in cospetto di tutti, gli altri vedendolo cavato dell’inferno, quasi schernendolo mormoreranno per tutto, & egli vergognoso, verra à tanto, che dira, che vuol piu tosto star nell’inferno, che esser in cotal luogo cosi vergognato, la onde Dio dira a suoi Angeli, che lo lavino cinque volte nella fonte, il che fatto si partira la macchia della fronte, e all’hora sara simile a gli altri habitatori del Paradiso, e cosi cessera la vergogna. Questo e quanto io ti ho da dire del Paradiso o Abdia, se ti resta altro da domandarmi, dimandalo. Disse. Tu mi hai detto ogni cosa apunto come elle vanno, ma ti prego per il tuo Signore, che havendo tu cosi ben le cose alle mani, me descrivi il di del giuditio. Rispose. Son contento. In quel di il Signor e comandera all’Angelo della morte, [190] che egli occida tutte le creature che haranno spirito, tanto gli Angeli, tutti i Diavoli, e gli huomini, quanto gli uccelli, i pesci, le bestie, e ogni altro animale. Dopo questo chiamera l’Angelo della morte dicendo. O Adriel è avanzato vivo cosa nessuna delle mie creature? Et egli risponderà, cosa alcuna Signor mio, da me in fuori, che son tuo servo inutile, allhora gli dira, perche tu hai occiso ogni mia creatura, partiti di qui, e va tra il Paradiso, e l’Inferno, e occidi te medesimo, e muori, l’infelice allhora se partira, e giunto nel luogo prescritto, rinvoltandoci nelle sue ali si affogera da se medesimo, con tanto gridore, e terrore, che se i celesti, e i terreni fussero vivi, per la paura caderebbero morti. Il Mondo tutto stara vacuo xl. anni. [191] Dopo questo, Dio tenendo il Cielo, e la Terra nel pugno, dira. Dove sono hora i Re, i Prencipi, e i Potenti di questo Mondo, i quali havevan Regni, & Imperi, e potevan tanto? Dite se sete veridici, e dette queste parole tre volte, fara risusciare Seraphiele, e dirà. Piglia questa tromba,, vatene in Gierusalemme, e suona. Allhora egli presa la tromba di lunghezza di cinquecento anni, stando in Gierusalemme la sonera. [192] Allhora tutte le anime giuste, & ingiuste voleranno per tutta la terra cercando i lor corpi, e cosi a questo suono tutte le ossa si aduneranno insieme, e passati quaranta anni al secondo suono ripiglieranno i nervi, e la carne, e fatto il terzo suono dopo quaranta anni, le anime tutte entreranno ne loro corpi, e fatto cosi, subito verra un fuoco dall’occidente acceso, ilqual cacciera tutte le creature à Gierusalemme,, la dove radunate cessera. Qui dunque havendo si per spatio di quaranta anni nuotato nel sudor loro aspettando il giudicio afflitti da tante miserie, chiameranno Adamo, dicendo. Padre Adamo perche ci hai tu generati? dovendo star noi tra tanti affanni, e miserie ? e pero tu padre perche tu non patisca, che i tuoi figliuoli non stiano fra la terra, e la speranza ad aspettar un fine incerto. Domanda al Signore, che faccia di noi, quel che tra l’inferno e il Paradiso egli è per fare. Rispondera Adamo, e dirà, o figliuoli figliuoli, voi sapete come io fui inobediente al Signore persuadendomi il diavolo, il che è cagione che non habbia ardire di far cotal officio, del qual voi mi richiedete. La onde rivolti a Noe diranno, Prega per noi o Padre eletto Noe, rispondera Noe, io ho fatto quel che ho potuto, ci salvò nel diluvio, non mi resta altro da fare, ma andate ad Abramo, Allhora chiameranno Abramo, dicendo, padre della fede, e della verità, riguarda noi miseri, e habbici misericordia, a i quali Abramo dirà, che addomandate voi à me? Non vi ricorda quanto tempo io fui idolatra, e vissi sanza esser ciconciso tanto tempo ? Io non son bastante à far questo effetto, ma andate a Mose. allhora chiamando Mose diranno, Odi noi o Nuntio, e Propheta eletto di Dio o Mose, a i quali dirà. Chi chiamate voi ? non vi ho io data la legge? non ve la ho io confermata co i miracoli? e non dimeno non mi havete creduto, se voi mi haveste creduto, potrei hora far quel che vuoi mi addomandate, ite dunque a GIESU CHRISTO, Rivolti a GIESU diranno, GIESU CHRISTO spirito, verbo e virtu di Dio, [193] muovati la tua pietà, e prega per noi, allhora GIESU dira. Che mi addomandate voi ? io vi fui mandato in virtu di Dio, e in parola della verità, e voi errasti, e quanto piu io vi predicai, voi mi faceste vostro Signore, e cosi perdeste tutto quello, che io per voi potrei fare in questo caso dove voi sete, Ma andate dall’ultimo de Propheti, significando con queste parole con lui, con chi tuo Abdia hora favelli, al qual rivolti diranno, o Nuntio di Dio, et amico, quanto habbiam noi peccato, e quanto gravemente non ti havendo creduto? Ascoltaci o pio Propheta di Dio in te solo si dee sperare, perche dopo te in chi haremmo noi speranza ? Odi i nostri preghi. Verra adunque Gabriello, e andranno i compagni innanzi la faccia di Dio, io so a che far voi venite, mai non sia il vero, che io non satisfaccia al desiderio del mio caro amico, e fedele. Fatto dunque un ponte sopra l’Inferno, al capo di quello sara una stadera, con la quale, pesati i fatti di ciascuno camineranno su per il ponte, i salvi lo passeranno, e i dannati caderanno nell’Inferno. Hora o Abdia se ti resta altro a sapere, domandami, allhora Abdia disse, o misero me, che pazzia mi ha fin qui tenuto, che io non habbia conosciuto il vero, piu chiaro che il Sole, Ma perche tu mi di tutto quello, che io desidero, pero vorrei, che tu mi dicessi il numero delle schiere del popolo in quel di, e facessimi conoscere i fedeli da gli infedeli? Ris. Le squadre de gli huomini saranno cxx. e di queste tre solamente saranno fedeli. La lunghezza d’ogni squadra sara lo spatio di quanto terreno si caminerebbe inmille anni, e la larghezza cinquecento anni. Disse egli è il vero, ma con chiudi, dapoi che tu hai detto delle creature divise in quel modo che tu mi hai divisato, che sarà della morte? Risp. [194] La morte si mutera in un becco, e sara menata tra il cielo, e l’inferno, e verra gran dissensione tra gli habitatori dell’inferno, e del Paradiso, perche il popolo del Paradiso temendo la morte s’imaginera di dar morte alla morte. Gl’infernali per la speranza di morire, vorranno che ella non muoia, ma stia viva, non dimeno vincera il popolo del Paradiso, e tra l’inferno, e il Paradiso occideranno la morte. Qui il Giudeo ad alta voce gridando, disse. Tu hai vinto o buon Macometto, ricevi me, che lo confesso, lo credo, et veggo che non son tanti Dii, ma un solo Dio onnipotente, del quale veramente tu sei Nuntio, e Propheta.

IL FINE DEL PRIMO LBRO DI GRANDE Auttorita appresso de Sarracini, avenga che sia colmo di Bugie, Fittioni, Bufonerie, Superstitioni, Vanità, biastemmie, Favole, e Sogni.

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[1] Principio tolto da una Chronica non meno mendosa che ridicolosa de gli Sarracini. {1}

[2] Per il calamo intendono i Cabalisti le cinque numerationi del Mondo Archetipo con che si notano le attioni di tutte le cose. {2}

[3] Gli Arabi si credono eccellere tutte le altre genti come gia anticamente si tenivano i Persi. {3}

[4] Falsa oppinione dellorigine de popoli come per il Bresith di Mose a capit x. {4}

[5] Di questa luce meglio si dice nella nativita di Macometto. {5}

[6] Scrittori di Macometto venturo Abnabdalla, Abnalmutarra, Abuzaid, Abumachumet, Alabez, Alfad, Abulambes, Ezerigi Abnamar e kabalchabar scholare di kabalmedi. {6}

[7] Falsamente dice quello, che ne Mose, ne Giosepho dicono come che questo scrittore qual si sia stato habbia meglio saputo i principi delle cose, che loro non seppero. {7}

[8] Dottrina tolta dallheresia Sethiana che vuole che tutti e Propheti habbino havuto origine da Seth. {8}

[9] Testamento di Adamo della luce. {9}

[10] Machuueliet sorella, e Moglie di Seth. {10}

[11] Altrimenti leggesi nella chronica de Sarracini. {11}

[12] Ibecilne madre di Abramo. {12}

[13] Ostento commentitio. {13}

[14] Vanissima opinione de l’.anima. {14}

[15] I tre nomi di Macometto. {15}

[16] Lancilla di Abramo Madre della gente Macometana della quale nacque Ismahele, come di Sarra legittima di Isach. {16}

[17] Delle mogli di Ismahele meglio Mose a cap xxi. {17}

[18] Cedar dotato di sette gratie. {18}

[19] Sacrificio. {19}

[20] Alierchamino Re di Ismaheliti in la cui figliuola si marito Cedar. {20}

[21] Hamel. {21}

[22] Hamel herede di due gratie del Padre. {22}

[23] Thebith. {23}

[24] Annessa. {24}

[25] Adeth primo tra Ismaheliti che imparasse lettere. {25}

[26] Aduue. {26}

[27] Aducu. {27}

[28] Machat Re molto nimico al popolo di Israele. {28}

[29] Nizar. {29}

[30] Musar. {30}

[31] Sogno per il quale come per altre vanita conossesi che questo libro e pieno di favole, bugie, e sogni. {31}

[32] Melich. {32}

[33] Cudai Re di Arabia. {33}

[34] La figliuola di Costantino repudiata da Hesim. {34}

[35] Un altro sogno. {35}

[36] Gran somma de danari accattata per le impositioni a popoli. {36}

[37] Cesare figliuolo di Hermete. {37}

[38] Modo mirabile di chiamar le pioggie ne tempi secchi. {38}

[39] Arahato Re del Oriente. {39}

[40] Mecca assediata. {40}

[41] Lelephante parla a favore di Macometto fento a imitatione dellasina di Balaam. {41}

[42] Macometto prophetizzato maggiore de tutti i Re del Mondo per permissione di Dio a castigo de popoli. {42}

[43] Anchora miracoli per l’.Elephante. {43}

[44] Rovina dal Cielo di Abrath e del suo essercito, in vendetta di Mecca. {44}

[45] Behalam prima moglie di Abdalmutalif, & Abuleth loro figliuolo. La seconda Zaada con Alabez figliuolo, & Humcida la terza con Hanza. {45}

[46] Anchora sogna, come che questo libro non sia altro che sogni. {46}

[47] Se erano talenti Attici valevano, quanto val hora sessanta milia ducati. {47}

[48] Abdalla altrimenti Abdallet. {48}

[49] Alathore Siro & Alathore Giudeo astrologo, e perito nella legge Hebrea, e famigliare di Abdalla. {49}

[50] Menzogne del sangue di Giovan battista. {50}

[51] Congiura de Magi alla morte di Abdalla. {51}

[52] Cospiratione de Giudei alla morte di Abdalla. {52}

[53] Ducento donne muoiono per amore di uno solo. {53}

[54] Di Decembre.. {54}

[55] Altrimenti e scritto nella Chronica che sette giorni dopo che nacque mori il padre di lui, e dato dalla madre alla balia. {55}

[56] Alli xii. Di Marzo. {56}

[57] Come poterono cadere gli Idoli e bruttarsi Lucifero fuggir nel mare Alcazum e far concilio de Diavoli essendo Macometto istromento loro? il quale non teme mai Sathan ma fense ben temere. {57}

[58] Cio vuol dire: Questo e quel Propheta universale di Arabia di natione di questa fonte. {58}

[59] Argomento da cose maggiori alle minori. {59}

[60] Di questi fu Macometto piu che alcuno altro da Diavoli seduto. {60}

[61] Ogni cosa miracoli. {61}

[62] Vedi come si mente dicendo che partori senza noia, e poi subito che fu restorata. {62}

[63] Le chiave di Macometto sono quelle che aprono le porte dell’,inferno, come quelle di Pietro del Paradiso, delle quali dirassi nel capi. della dottrina. {63}

[64] Alchaba e il tempio di Mecca per Alchibla, per il medesimo. {64}

[65] Macometto cadra come violento, e CHRISTO permane eterno come figliuolo di Dio sanza principio, e sanza fine. {65}

[66] Alaben scrittore Arabo. {66}

[67] Fibeit cioe in casa. {67}

[68] Ibenabem loro scrittore Arabo. {68}

[69] Contrasto maggiore delleducatione di Macometto che della patria di Homero. {69}

[70] Halima balia di Macometto. {70}

[71] Narratione poetica. {71}

[72] La gratia. {72}

[73] Conditione de tempi di fame. {73}

[74] Favole che Dio quellanno suspendese i parti in tutte le creature. {74}

[75] Malchorai altrimente Alcorai. {75}

[76] Voce di allegrezza, o di congratulatione.. {76}

[77] Meglio Posthumo, come nato dopo il padre morto, e sepellito. {77}

[78] Interpretatione superstitiosa per Ibenabem Arabo scrittore. {78}

[79] Sette giorni dopo che nacque. {79}

[80] Lasina inchinata adora Macometto. {80}

[81] Lasina favella in testimonio di Macometto. {81}

[82] Superstitione.. {82}

[83] Damira figliuolo di Halima collattaneo di Macometto. {83}

[84] Forse augura questo scrittore che Macometto sia cosi sfesso dal mento in fin dove si trulla, come scismatico, dal quale Dante nel canto XXVIII. Dell’,inferno, e nel nostro Argomento sopra quello. {84}

[85] Ben e vero che la malitia di questo Heresiarca piu prevalse che laltre Heresie. percioche ella e la somma di quante ne furono. {85}

[86] Macometto augurato. {86}

[87] Come puo essere Macometto nimico de gli Dei essendo egli organo loro, e del Diavolo. {87}

[88] Rendevasi ragione dentro della Porta come e scritto in Iob. e Mose. {88}

[89] Querela delli Dei vedendosi andare in destruttione per Macometto. {89}

[90] Gli Angeli a guardia di Macometto, e come non havendolo mai viduto ? Della quale vanissima inventione ci ha scritto Almaberigo, e sommariamente lo riferisce Richardo: e cosi fusse di lui avenuto come avenne a Simon Mago che si fusse fiaccato il collo, ma non permesse Dio, che a Macometto avenisse per li peccati de popoli. {90}

[91] Propio de scismatici, & heretici predicare ne conciliabuli. {91}

[92] Parlamento di Macometto a suoi persuasi. {92}

[93] Alli x. di Decembre. {93}

[94] Professione nella legge Macomettana. {94}

[95] Religione di Macometto fondata in violentia,, e crudelta, e non in carita & amore. {95}

[96] Perche quelli che credevano havevano le cose loro con gli altri communi fecero Ali di quelle Iconomo. {96}

[97] A i dodeci di Marzo. {97}

[98] Mecca e ne confini de lultima Arabia, e dellEthiopia ; il qual luogo era da gli Arabi tenuto sacro innanzi che Macometto vi venisse, dove dicono, che Abramo volse sacrificare il figliuolo, e stassi sitovata in un alto monte,, dove anchora e sepolto Macometto, per il che in molti luoghi delle sue leggi commanda che si faccia il viaggio di Mecca. {98}

[99] Ambasciarie mandate a i Re di quei contorni invitandogli alla superstitione di Macometto, e quai Ambasciatori, & quai Re. {99}

[100] Dulchada Novembre. {100}

[101] Almnaram Gennaro. {101}

[102] Saphar Febraro. {102}

[103] Rabe primo Marzo. {103}

[104] Quando mori Macometto dopo lAdighera cioe regno di diece anni. {104}

[105] Il morbo caduco famigliare di Macometto. {105}

[106] Dove fu sepelito. {106}

[107] Statura forma, e qualita di Macometto. {107}

[108] Macometto mostro riverendo. {108}

[109] Precetti di Macometto. {109}

[110] Come puo sapere Macometto i secreti di Dio, e della Natura non havendo egli havuto cognitione alcuna di Theologia; ne di Philosophia ; ne meno di altre buoni arti. {110}

[111] Oppinione dannata da tutti e Catholici Christiani. {111}

[112] Visione, o sogno commentitio,, e forse da Macometto iscogitato, per lo quale vuol dimostrare essere lultimo Propheta e venuto nei sei millanni ma non e cosi contratta la mano del Signore che non possi dopo lui e qualunque altro suscitare un spirito di prophetia. {112}

[113] Segni della fine del Mondo.. {113}

[114] Computi de gli anni secondo i Macometani. {115}

[115] Tutte queste cose in molti luoghi le replica nel libro delle leggi. {117}

[116] Secretarii di Macometto. {118}

[117] XIX. ispeditioni fece Macometto in tutta leta sua. {119}

[118] Chiama Macometto per eccellenza il Propheta. {120}

[119] Modo di eleggere i Re da Macometto per augurio ad arte fatto: mostrando quali habbino a regnare dopo la morte sua, come maggior fautori della legge da lui conosciuti. {121}

[120] Nissuno Rettore andara al Paradiso se non harra bene retto il popolo suo. {122}

[121] Chi ode il Propheta harra la mercede dal Propheta. {123}

[122] Predica lobedienza per non derogare a se stesso. {124}

[123] Vaticinio di Macometto della superbia pompa,, e delitie de suoi successori. {125}

[124] I consiglieri di Macometto due finti divini per li quali simulava la religione,, e due humani fautori dellinventioni sue. {126}

[125] Chanaa dove si fanno quei sottili lavorieri di seta ricamata. {127}

[126] Forse Aliemoma come di sotto. {128}

[127] Dopo la morte di Macometto tutti quelli che furono seduti ritornarono alla legge loro prima, fuore quei pochi; che erano di lui parenti; o che havevano speranza di regnare, come Eubocara altrimenti Ehuberch, Et alcune volte Empochora, dove si conosce per linstabilita de settatori, la falsita della loro legge, i quai nomi barbari percioche sono fuori de i loro propi caratti arabi, e perche si trovano diversamente scritti in tutti i testi dellAlcorano a stampa,, et a mano con difficolta si ponno scrivere, ne pero molto importa,, non essendo loro di nostra legge, a noi saperli. {129}

[128] Ordine delle lettioni dell’,Alcorano, che tutto si legge nel mese di Settembre disposto in tante ferie quante ha giorni il mese. {130}

[129] Scrittore di Aomar. {131}

[130] Di eleggere i buoni alli governi. {132}

[131] Liberalita di Odmen. {133}

[132] La impresa di Odmen nel suo annello. {134}

[133] Vari sono gli ordini dellAlcorano percio che sono altrimenti scritti in un Testo, & altrimenti in un altro come anchora in uno ordine in oriente, & in un altro in occidente. {135}

[134] Empiamente tolto da CHRISTO che disse. Beati chi non videro, e crederanno. {136}

[135] Fatima madre di Ali. {137}

[136] Aforate il fiume Eufrate. {138}

[137] Eletti per la pace. {139}

[138] Il mese di Settembre. {140}

[139] Lanno della congregatione detto aliema. {141}

[140] Lannello di Moauui. {142}

[141] Il mese di Luglio. {143}

[142] Modo buono di conferire i magistrati. {144}

[143] Queste orationi sono quelle delle essequie che cantano i nostri sacerdoti sopra il cadavere nella chiesa. {145}

[144] Forse che questo Re era poco rispetato da suoi soggietti, pero alla forza vi arrogge la religione ad imitatione di Macometto loro Propheta. {146}

[145] Avenga, che questo cap. sia la dottrina di Macometto, e tenuto auttentico da suoi settatori, non e pero stato da lui scritto, ma in vero da un altro Propheta di medesimo spirito il quale in forma di Dialogo ha voluto ristrettamente esporre i piu signalati luoghi della legge sua, la quale il pio lettore leggera come favole di Luciano e di Apuleio per vedere insieme in quai errori caddono per giuditio di Dio quelli, che sprezzando la dottrina di Christo nostro Salvatore attendono piu volentieri,, alle favole, per le quali gli animi loro sono dalla verita rimossi. {147}

[146] b E perche alcuni Macomettani danno auttorita a questo Dialogo per quelle parole delle leggi nel primo cap. dove si legge domanda a i figliuoli di Israhele quante dichiarationi: e quanti chiari miracoli habbiamo dato: dove dicendo Macometto esserle negata la potesta da Dio de far miracoli: issistimo che queste parole siano dette dalla divina persona : e non da lui di se parlando se forse alcuno non dicesse che di questo egli habbia come spesso gli aviene il contrario scritto. {148}

[147] c Con doppio vocabulo e intitolata la legge di Macometto cioe Alcorano, et Alfurcano: Alcorano dalla lettione: et Alfurcano dalla distintione : come il vecchio testamento dal novo : & il novo da se stesso overo perche si distingue la sua dottrina da questi dui discrepante come quella che si gloria haver havuto dal cielo overo perche distingue anchora i tempi ne quali diversamente gli fu data: & alcuni dicono Alfurcano esser detto dalla redentione percioche quelli che losservano dice Macometto, sono di sotto lira di Dio levati. {149}

[148] d Cosi distinguono gli Arabi la misericordia dalla clementia volendo che misericordia sia quella propia virtu che e in Dio, clementia quella piacevolezza che se applicata per divina operatione alle cose create, e questo con grande facilita mostrano i Rabini Hebrei come quelli che con la propieta delle voci molto atte, e quasi necessarie a questi misteri eccellono tutte le altre lingue. {150}

[149] e Confonde con la pieta la bellezza, e sforciassi con inette parole di confirmarlo havendolo imparato dalli giudei huomini di pessima fede, i quali in que tempi,, et innanzi solamente attendevano a nuove oppinioni con le quali missero scandolo nella Religione de Christiani ; per ilche sono venuti Saturnino: Basilide : Corintho: Hebrione: Valentino : Sabelio: Manes: Arrio: Nestorio : & altri quasi innumerabili Heresiarchi : che si sono divisi dalla commune oppinione della santa chiesa come e scritto in quel libro dellorigini e cagioni di tutte l’.Heresie. {151}

[150] f Le nostre sacre lettere dicono che lalbore della tromba : e quello della scientia del bene; e del male. {152}

[151] g I caballisti nelle sue divine emanationi intendono per le superiori gli huomini: e per le inferiori le donne : dalle quali hebbero principio le favole di quelli antichi greci, le quali poi ne susequenti tempi sono state contaminate dalla vanita di quella gente. {153}

[152] h Mai ha potuto capire Macometto nellintelletto suo rozzo: e maladetto ne vuole che altri il creda che Dio habbia generato CHRISTO il figliuolo senza coito colla femina. {154}

[153] i Tanto commenda lAlcorano suo a suoi per virtu del quaternario numero che pare volere col testimonio de tre primi, cioe la legge di Mose i Salmi di David, e lEvangelio di Christo che niente sia di verita se non se conferma anchora lAlcorano.. {155}

[154] t Cinque orationi fanno ogni di i Macomettani come noi le sette hore canoniche delle quali piu largamente dicemmo nel principio del libro. {156}

[155] u Potrebbonsi con simili inettie tutti i numeri accommodare.. {158}

[156] x Le ridicolose favole de i libri de Cabalisti tolte dalli giudei, e non bene intese,, hanno trovato fede appresso di questa bestia. {159}

[157] y Che alli xxiii. di Ramadan che e il mese di Settembre voglia Macometto che CHRISTO sia nato veramente,, e in tutto falso, percio che e scritto in infiniti autentichi libri Hebrei, Greci, e Latini oltre il testimonio certissimo della chiesa nostra che Christo figliuolo di Dio vero Messia : nascesse alli xxv. di Novembre {160} ne i giorni brumali in Bethlemme alle sei hore di notte nel . xliii anno dellimperio di Augusto : e battezato di anni xxx. alli xi. di Gennaio alle x. hore, visciuto al mondo xxxiii. anni, e tre mesi, e messo in croce alli xxix. di Marzo, a hore sei di giorno, e risuscito il terzo giorno che fu il primo di Aprile, e secondo il computo de gli Egitti a sei hore di notte, ascese in cielo poi alli tre di Maggio a ix. hor. di di. {161}

[158] z Veggendosi mancare Macometto lopportunita di mentire o altri in persona di lui: e non sapere a tutti i noveri la sua figura accommodare ; finge esser richiesto dal giudeo che solamente tocchi da xxx. sino a c. il x. di ciascuno. {162}

[159] a Hanno scritto i cabalisti le inettie de quali haveva Macometto imparato che nellultimo di del giuditio ritorneranno sette numerationi inferiori alla ultima Triade, e ciascuna costa di diece mill anni ; dove che cavandogli due di mezzo resteranno cinque le quali i giudei insegnarono a gli heretici: tra quali fu Origene: secondo alcuni la cui dottrina fu da gli antichi padri dannata. {163}

[160] p Ha radoppiato Macometto la pena de gli ubriachi col numero quadragenario delle busse nella legge di Mose diffinito per contenire gli Arabi con questa severita dal uso di berre vino i quali per la calidita di loro natura non se harrebbono potuto domare. {164}

[161] q Per commodarsi con questo numero riferisce la similitudine del ricco avaro : e del povero bisognoso. {165}

[162] r Chiama il Giacinto la suprema sapientia : e leterno specchio di Dio: & il verbo sapientia inferiore; & oscuro specchio dove gli Arriani dalli giudei ingannati hebbero introduttione alla loro heresia. {166}

[163] s Per il calamo intendono i cabalisti le cinque numerationi inferiori del mondo Archetipo, con le quali esprimono tutte le attioni,, e proprieta di qual si voglia cosa. {167}

[164] t Alcuni la chiamano la linea verde. {168}

[165] u Qui guarda diece volte ciascuna delle sette numerationi,, e la settima cento chiamata da poeti cibele distributrice delli giuditii di Dio. {169}

[166] x Allude alla ethimologia Arabica, percioche quelli chiamano cielo dalla levatione del vapore estenuato. {170}

[167] y I cabalisti pongono il Paradiso in su uno altissimo e chiarissimo monte,, a imitatione de i quali i Greci hanno iscogitato l’.olimpo. {171}

[168] z Non sanza consideratione si imaginarono i cabalisti due chiavi che aprissero il Paradiso, una d’,oro, e laltra dargento significando la severita in una, e la clementia in l’,altra, dove che medesimamente issistimo che quelle, che portano sopra i scudi i Romani Pontefici, sieno queste istesse mostrando la facolta data loro da dio co perseveranti : e penitenti.. Di qua anchora appare: che Macometto habituato nella superstitiosa dottrina de Giudei: intenda del mondo Archetipo. {172}

[169] Il mare sopra de Cieli. {173}

[170] Ordine, e gradi de universi. {174}

[171] d Mostruosa cosa e quello, che dicono i Talmudisti, e qui il sgratiato Macometto, o chi si sia ; del corpo lunare, anchora che Alberto Inglese dica nelle sue dichiarationi delle quattro decene di generationi tre volte replicate, che la dottrina de cabalisti mescolata con questa favola non e in tutto vana. {175}

[172] e Gli Arabi dicono che il vocabolo della notte e commune tra loro, e gli Hebrei. {176}

[173] Qui chiaramente si vede con ogni frode, e perfidia Macometto essere ingannato da giudei per la grande confusione delle loro oppinioni. {177}

[174] Qui e depravato il mirabile mistero delle sette numerationi. {178}

[175] h Issistima che con la propieta del vocabolo Arabico sia indebolita la oppinione de i Philosophi dellEternita del Mondo per non scoprire con impieta infinita lignorantia sua. {179}

[176] i Questo anchora e tolto da pazzi Cabali. {180}

[177] k Alcuni questo intendono della penitentia, e cosi espongono,, & alcuni della infima numeratione,, e molti altri del seme nel quale si ste nascoso il Messia fino al tempo da Dio ordinato. {181}

[178] l Le sinistre a parangone delle destre sono meno forti. & il capo della donna si dimostra esser piu bello quando e coperto col velo de capegli. {182}

[179] m Quello che i sapienti intendono della differentia delle numerationi,, e delle scorze questo animale intende allhabitatione della terra. {183}

[180] u Vero e quello che afferma questo frodolento adulatore; ma astutamente niega alcune cose con tacerle, di questo andare; mostrate da suoi maggiori per insegnarle,, e non per ingannar altrui. {184}

[181] o Se Macometto non havesse mostrato publicamente di credere quello che anco i nostri heretici fermamente crederono come Christo nacque di Maria vergine, mai harrebbe havuto modo di assaltare lintegrita della religione christiana, ma finge il Maledetto possibile essere, che la vergine habbia il ventre portato per allettire gli animi de Giudei. {185}

[182] p Annoverano gli Hebrei seicento,, e tredeci precetti della legge, e scrivono che le ispositioni di quelle hebbe Mose nel monte Sina; delle quali forse se ne serve Macometto col titolo de suoi precetti. Quanto poscia dice che Dio habbia dato a Mose le leggi a Gierusalemme ; e veramente falso : salvo se non intendesse del monte Sina; il quale e nella Satrapia come dice . S. Paolo di quella Terra. {186}

[183] q Della vivanda di questo pesce se ne danno gioco i Thalmudisti : ma li Cabalisti come misterio recondito il manifestano : ne voglio tacere quello che si dice che disse il Cardinale Aleandro a gioco a M. Zematto Rabi Arabo preso in Africa, e presentato a Clemente vii. dal quale battezzato si ste a Roma tre anni, poi nel sacco si rifuggi, e rifecessi Turco come mi riferri M. Pietro Aleandro mio Zio che allhora si ritrovava a Roma, il quale Zematto domandato dal Cardinale: perche piu piacque a Christo il pesce che altro cibo: rispose molte cose che il poco luogo non me le consente riferire, poi soggionse a burla: vedi come il Messia non ha voluto ingannare li suoi discepoli dellespettatione di questo convito. {187}

[184] r Scrive Agostino : che qualunque ripigliera sua carne: e sua figura, qual mai hebbe migliore: o in gioventu avegna che morto sia vecchio, e che non fusse pervenuto a quella. {188}

[185] Gli Hebrei con gran plauso del volgo estollono in scritture : e predicationi questa favola. {189}

[186] Dicono che gli Elephanti,, e i Toppi temono il grunire de porci, dove che ebbe origine questa fittione. {190}

[187] La natura de gatti in parte partecipa con quella dei Leoni. {191}

[188] Descrittione dell’.inferno. {192}

[189] A imitatione de Cabalisti i quali col nome de maschi, e femine distinguono le cose superiori dalle inferiori. {193}

[190] Scrissero i Talmudisti : che lAngelo della morte tiene la similitudine di una colomba bianca sotto la cui ala vi sia nascoso uno col coltello sanguinoso. {195}

[191] Crederono i Cabalisti che col numero della penitenza si purghino fino gli elementi. {196}

[192] Ci insegnano i Cabalisti che in cinque numerationi sono le prime radici dellanime : e sotto la settima tutte prodursi nel theatro di questa vita, per il che diffinirono la lunghezza della tromba in spatio di via di cinquecento anni. {197}

[193] Li Macomettani confessano Christo spirito, verbo : e virtu di Dio: non in verita e simplicita come fanno i christiani : ma come gli heretici: e non vogliono capire: che a Dio eterno maggiormente si convegni di propia natura leterna prodottione del figliuol di Dio: che quella del mondo di nulla; percioche lintentione del Diavolo in tutte le loro dottrine: e di oscurare la gloria del figliuolo di Dio: & occultare leterno misterio della vera salute. {198}

[194] La morte mutarsi in becco. {199}

Notes Coran 12-21 réduire la fenêtre detacher la fenêtre

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Le nom « Nabeth » n’est pas évoqué dans l’édition de Bibliander de la Chronica mendosa et ridicula Sarracenorum (le texte dont ce passage est tiré). En revanche, « Nabeth » est attesté, avec quelques variantes graphiques, par la tradition manuscrite. On pourra voir, à titre d’exemple, les Ms. BnF 1162 fol. 5v° (XIIe s.) et Ms Vat. Lat. 4071 fol. 4v° (XVe s.), où on lit : « Spacia [...] Nabez ita dinumerat » (« Nabez compte ainsi les intervalles »). Dans l’édition de Bibliander, ce nom est remplacé par un participe passé : « Spacia [...] habita ita dinumerat » (« il compte ainsi les intervalles qu’il y a »). Cette variante dans le corps du texte, ainsi que la présence dans la traduction italienne de notes marginales attestées uniquement dans la tradition manuscrite, témoigne du recours de Castrodardo à des sources multiples pour la traduction et l’annotation d’un même passage.

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La somme des années mentionnée ici est erronée. Si l’on suit l’édition de la Chronica publiée dans l’édition Bibliander de 1543, les intervalles doivent être ainsi amendés : - Adam-Noé : MCCXLII (1242) - Noé-Abraham : MLXXX (1080) - Abraham-Moïse : DLXV (565) > DXV (515) - Moïse-David : DLXVIII (568) > DLXIX (569) - David-Christ : MDL (1550) > MCCCL (1350) - Christ-Mahomet : DXX (520) > DCXX (620) - Adam-Mahomet : DCCCCXXVI (926) > quinque millium CCCCXXVI (5426). Les indications fournies par Bibliander, cependant, contiennent elles aussi une erreur : si l’on calcule la somme de tous les intervalles, en effet, on obtient 5376 années au lieu de 5426. L’erreur de Bibliander peut facilement être répérée et corrigée : tous les manuscrits de la Chronica que nous avons pu consulter concordent sur l’indication du nombre d’années séparant Abraham et Moïse : DLXV (565) et non pas DXV (515). Castrodardo a donc suivi, pour ce passage, la leçon d’un manuscrit et non pas celle de Bibliander. Par ailleurs, l’erreur de plusieurs milliers d’années qu’on observe dans la somme des intervalles chez Castrodardo est sans doute imputable à la lecture fautive de l’indication en chiffres romains du nombre 5.000 (le signe "V̄" ayant été lu comme un "D").

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Le mot « ni » est sans doute une faute d’impression qu’on peut amender ainsi : « finì ».

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Dans la note de Widmanstetter que Castrodardo traduit ici, il n’est pas question du 25 novembre mais du 25 décembre, conformément à la tradition établie depuis l’Antiquité tardive. L’indication du mois de novembre est sans doute imputable soit à une faute d’impression soit à une inattention – étonnante, certes – du traducteur.

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Dans le texte latin, Dieu s’adresse à cet homme en l’appelant « mulier » (« femme ») d’une façon dépréciative. Tout en traduisant la note de Widmanstetter relative à cet usage, Castrodardo efface dans le texte italien toute référence à la fémininité, en traduisant « mulier » par « ʃciaurato ».

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