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Arrivabene, 1547

La Dottrina di Macometto. CAPITOLO XII.

[1] ERA IL Nuntio di Dio, l’oratione, e la salute del quale sia sopra lui, tra suoi compagni à sedere nella Citta sua Iesrab, quando che l’Angelo Gabriello gli apparve, dicendo. Dio ti saluta ò Macometto, & egli disse rispondendo, Egli è il signore della salute, perche ella procede da lui, e a lui si ritorna. E quello seguitando verranno disse, Quattro huomini di gran prudentia, e principali Rabini de giudei ad approvarti, Il maggiore de quali e Abdia Ibensalon, chiamato dopò Abdalla Ibenselech. A cui Macometto ò amico, vengano eglino alla salute, o per sprezzarmi ? a salute rispose. Allhora il Nuntio di Dio commanda ad Ali figliuolo di Abitalib, che egli vada loro incontro, accompagnato da alcuni altri, i quali incontrandoli gli saluta, dicendo. Salute Abdia Ibesalon, nominando ancho tutti gl’altri per ordine, i quali maravigliandosi addomandano, chi gli habbia cosi detto il nome loro, overo di donde ha saputo che dovevan venire. Risponde, che egli è mandato da Macometto suo Zio, e cosi seguono lo huomo tra lor ragionando di quelle cose, che essi havevano udito non sanza maraviglia. Giunti dunque al Propheta, andando innanzi Abdia Ibensalon disse. La salute sopra di te ò Macometto, Et egli, salute sopra colui, che segue la salute, e teme la potentia di Dio. Alqual Abdia. Io Abdia, e questi miei compagni periti della nostra legge, vegniamo à te mandati dal popolo de giudei, accioche tu ne assolva alcuni luoghi nella nostra legge, i quali non sono intesi, e noi sappiamo, che tu potrai facilmente volendo intendergli. Et egli, sete venuti à tentarmi, o pur a ricercar questa cosa ? Sia lecito adunque quanto piacerà, b [2] Allhora egli di cento questioni Principali, le quali haveva scelte delle leggi, e postele in scritto, proponendo la prima disse. Se ti piace ò Macometto, di in prima, se tu sei Propheta, o Nuntio. Rispose. Iddio mi constitui Nuntio, e Propheta, perche egli disse cosi nell’Alcorano . Parte mandai sopra te, e parte non mandai, la parola di Dio è alta, ne è possibile all’huomo parlar con Dio se non per nuntio. Disse. Tu dici il vero. Ma dimmi, predichi tu la tua legge, o quella di Dio? Rispose, la legge di Dio. Et egli, che cosa è la legge di Dio? Rispose, la fede, che fede? Non de Dei, ma di Dio, egli è solo sanza altro, e io Macometto son suo servo, e nuntio, che predico la fine, nella quale sanza dubbio risusciteranno i morti. Disse. Egli e il vero quel che tu di. Ma dimmi se ti piace, quanti son le leggi di Dio? Rispose una. Ma che dirai tu de Propheti, che sono stati innanzi à te? Rispose, la legge, o veramente la fede, e stata una sola di tutti, ma i modi loro diversi. Disse, cosi è come tu di. Ma entraremo noi in Paradiso col modo de Saracini, per fede, per credere, o per opere? Rispose, queste tre cose son necessarie, non dimeno s’alcuno de Christiani, de Giudei, o de Gentili si convertira alla fe de Saracini, e che innanzi che faccia l’opere muoia, la fede solamente è bastante, e vero dice egli: ma dimmi, Ti ha Dio mandato scritto alcuno? Rispose. Si, e chiamasi c [3] Alfurcano, perche è chiamato Alfurcano ? Rispose, perche le sue figure, e le sue sentenze son benigne, e piacevoli, e insieme scese sopra di me, la parola di Dio in quella maniera che à Mose fu data la legge, a Davit il Saltero, e à CHRISTO il Vangelo. Disse, questo è vero. Ma qual è il principio dell’Alfurcano? Rispose. Il Principio del libro. d [4] In nome di Dio misericordioso, e compassionevole, e che dopo? Rispose, Abuget, che vuol dir Abuget? Rispose. A. Dio. B. potentia di Dio. G. Bellezza di Dio. D. legge di Dio, la Pieta di Dio previene la sua ira, et egli come questo ? Perche Adamo essendo creato di nuovo, e levatosi su, sternutando disse, ringratiato sia Dio, il che gl’Angeli udendo, e [5] la Pieta di Dio sopradite ò Adamo, et egli, se ti piace numera quelle quattro sorti di cose, che Dio fece con le propie mani. Rispose. Dio con le sue propie mani edificò il Paradiso maggiore. f [6] Piantó l’albore della Tromba. [7] Fece Adamo, e scrisse le tavole a Mose. Et egli, e questo è il vero, ma dimmi, chi ti ha mostro queste cose ? Rispose, Gabriello. Et egli, se ti piace, dimmi per ordine, che cosa è uno, che cosa è duoi, e . 3. e . 4. e . 5. e . 6. e . 7. e . 8. e . 9. e . 10. fino à cento. Rispose, [8] uno è Dio, col quale non partecipa alcuno altro, e che non ha compagno,, ne figliuolo, nelle sue mani, é la vita, e la morte, et è potente sopra ogni cosa. Duoi Adamo, et Eva, i quali erano anchora innanzi che fussero cacciati dal Paradiso. Tre Gabriel, Michele, e Serafiel, arcangeli secretari della deità. i [9] Quattro la legge di Mose, i Salmi di Davit, l’Evangelio,, e l’Alfurcano. k [10] Cinque son l’orationi di Dio, che egli mi ordinò, e al popol mio, mai non date a Propheti passati, ne dara mai ք l’avenire ad alcuno. Sei, i giorni ne quali Dio ni {11} l’opera sua, sette sono i Cieli, e l’Alcorano dice cosi. Ordinò sette Cieli. Otto son gli Angeli, che il di del giudicio porteranno il Trono di Dio. Nove i miracoli di Mose. Dieci i di del digiuno, de quali tre si spendono nell’andar in viaggio peregrinando, e sette nel ritorno. Undeci son le stelle, le quali Iosef vidde che l’adoravano. Dodeci i mesi de l’anno. k [11] Tredici stelle principali con la Luna, e col Sole, Quatordeci le candele, che pendono intorno al Trono di Dio lunghe quanto sarebbe un viaggio di cinquanta anni. Quindici, che l’Alcorano continuamente per quindeci giorni discese dal Cielo fino All’Inferno, e di quindi uscito apoco apoco stette fino à xv. di Ramadan, perche e scritto cosi nell’Alcorano, il mese di Ramadan nel qual discese l’Alcorano. Sedici sono le Legioni de gli Angeli cherubini intorno al Trono di Dio, che lodano il nome del suo Signore. l [12] Diciesette sono i nomi di Dio posti tra la terra, e l’inferno, il che se non fusse la fiamma dell’inferno uscendo fuori consumerebbe tutto il Mondo. Diceotto gl’interstitii tra il Trono di Dio, e l’Aria, il che se non fusse il caldo dell’inferno consumerebbe il Mondo. Diecienove son i Rami di Zacar fiume infernale, ilquale il di del giudicio con grandissimo strepito chiamerà, e tutti i dannati risponderanno Venti, perche il xx. di di Ramadan discessero i Salmi sopra David Vent’uno, perche il xxi. del Mese Ramadan nacque Solomone, e i monti lodarono il Signore xxii. perche a i vintidue di Ramadan Iddio perdonò à Davit il peccato di Uria. m [13] Ventitre perche alli xxiii. di Ramadan nacque CHRISTO figliuolo di MARIA, l’oration di Dio sopra di lui. Ventiquattro, perche Dio favello à Mose xxv. Mose divise il mare, e passo con tutto Israhele xxvi. diede Dio le tavole à Mose xxvii. il pesce inghiotti Iona, che cadde nel mare xxviii. Dio rende la veduta à Iacob, quando Giuda porto la camiscia di Iosef xxix. Dio assunse Enoch. n [14] xxx. andò Mose al monte Sinai, E qui il Giudeo l’interruppe dicendo.. Abbrevia o Macometto, & espedisciti, Rispose, faro quel che tu voi per non uscir fuori delle tue domande xl. sono i giorni, ne quali Mose digiuno. o [15] 50. sono le migliaia de gli anni,, che dureranno il di del giuditio. 60. son le varietà de colori della terra, la qual se ella non fusse, non ci sarebbe tra gli huomini notitia alcuna delle cose. 70. huomini s’elesse Mose. p [16] 80. battiture debbe haver l’imbriaco. q [17] 90. perche l’Angelo mandato a Davit disse, questo compagno mio haveva novanta pecore, & io una sola che egli mi tolse, Cento sono le battiture, che debbe haver colui che sarà trovato in adulterio. Allhora disse il Giudeo. Veramente o Macometto, che tu di rettamente, quel che è in vero, ma se ti piace, dimmi in che modo è fatta la terra, e i monti, e quali sono i suoi nomi, e quando furono . Rispose, Creo Dio Adamo di fango, il fango venne dalla spuma, la spuma dalla tempesta dell’onde, la tempesta dal Mare, il Mare dalle tenebre, le tenebre dalla luce, la luce dalla parola, la parola dal pensiero, il pensiero dal Giacinto, r [18] il Giacinto dal commandamento,, sarai, e fù fatto. Disse il Giudeo, dove sedra lo huomo, dove starà, o in che luogho? Rispose sopra le spalle dell’huomo: la penna sarà la lingua, lo sputo l’inchiostro, e la tavola da scrivere il core. & questo e vero, disse. Ma va piu oltra se ti piace, e dimmi, che cosa dopo questo fe Dio. Rispose, la tavola, e la penna. Disse, che tavola, e che penna? Rispose, la tavola dove è scritto cio che fù è sarà in cielo, e in terra, s [19] La penna sarà di luce chiarissima. Disse, come sarà lunga questa penna? Rispose, lo spatio di 500. anni. La larghezza di. 80. anni, e non si cessera mai di scrivere quel che si fa nel Mondo, e se farà fino al di del giudicio, Nell’Alcorano, disse, essendo la Tavola di che cosa e? Rispose, t [20] di smeraldo bellissimo, le parole son di perle, e il suo dosso, e di pietà. Disse, quante volte guardi quella tavola, tra la notte, e il di? Rispose. u [21] clx. volte. Disse, procedi piu oltre, e dimmi, perche il Cielo si chiami Cielo. Rispose, perche egli è creato di fumo, x [22] e il fumo dal vapor del mare. Disse, di donde ha il verde ? Rispose, dal monte Caf, e il monte Caf lo ha da gli smeraldi del Paradiso, y [23] ilqual monte cingendo intorno il cerchio della terra sostiene il Cielo. Disse, il Cielo ha porta? Rispose, Ha porte che pendono. Disse, e le porte hanno chiavi ? Rispose, hanno le chiavi, z [24] le quali son nel Thesoro di Dio. Disse, di che fon le porte? Rispose d’oro. Disse, tu di il vero, ma dimmi, questo nostro Cielo d’onde é creato? a [25] Rispose. Il primo d’acqua verde, il secondo d’acqua chiara, il terzo di smeraldi, il quarto d’oro purissimo, il quinto di Giacinto, il sesto di una lucidissima nuvola, il settimo di splendor di fuoco. Disse, e di questo tu di il vero. Ma di sopra à questi sette Cieli, che vi è? Rispose, [26] un mar vivifico, e di sopra un mar nebuloso, e cosi procedendo per ordine, vi è il mare aereo, e di sopra il mar penoso, e di sopra il mar tenebroso, e di sopra il mar di sollazzo, e di sopra la Luna, e di sopra il Sole, e di sopra il nome di Dio, e di sopra la sopplicatione, e di sopra Gabriello, e di sopra il raso Pergameno, e di sopra il mar pieno, e di sopra settanta intervalli della luce, e di sopra lxx. milia turbe, e in ciascuna turba son cinque milia Angeli, che mai non cessano di lodar Dio, e di sopra ci è il termine della dignità Angelica, e di sopra lo stendardo della Gloria, e di sopra gl’intervalli di Perle, di sopra gl’intervalli della gratia, e di sopra gl’intervalli della potenza, e di sopra gl’intervalli della deità, e di sopra gl’intervalli della dispensatione, e di sopra lo scabello, e di sopra il Seggio, e di sopra il Signore dell’università. Disse maravigliosamente hai saputo dire, come le cose appunto stanno, Seguita hora che tu mi dica se il Sole, e la Luna son fedeli, c o infedeli. Rispose. [27] Fedeli, e obbedienti à ogni commandamento di Dio. Disse, onde vien adunque che non splendono ambeduoi ugualmente? Rispose. Dio gli creò uguali di splendore, e di virtù, Ove egli avenne, che essendo incerta la volta del giorno, e della notte Gabriello volo, e volando per sorte, come suole accadere, toccò con una delle sue ali la Luna, e da quella hora in qua, ella è fatta oscura. Disse, perche la notte é detta notte? Rispose, [28] perche ella è velo che cuopre il maschio, e la femina. Disse, tu di il vero, Ma ragionami un poco, quanti son gli ordini delle stelle. Rispose, tre son gl’ordini, il primo pende dal seggio di Dio per alcune catene d’oro, e splendono fino al settimo Trono. Il secondo è di quelle stelle, che adornano il Cielo, e quando i diavoli vengono per ingannar,, e insidiar le cose celesti, esse stelle facendosi loro incontro gli cacciano. Il terzo è per rispetto de segni, e delle stelle. Disse, e di questo tu di il vero, ne si puo credere altrimenti. Dimmi dunque, quanti mari sono tra noi, e il cielo? Rispose, [29] sette. E quanti venti tra noi e il cielo? Rispose, tre, il primo vento è sterile, ilqual Dio mandò ad Acath. Il secondo è negro, e questo è quello che gonfia il mare, e il di del giudicio soffiando accendera piu il fuoco, il terzo è quello che amministra le cose al mare, e alla terra. Disse, hai ragione, Ma quanti intervalli sono dal Cielo à noi? Rispose, uno, il che non essendo il celeste ardore consumerebbe tutte le cose terrene. Disse. Rettamente, ma se si lieva la terra, ove starà il Sole? Rispose, In una fonte calidissima, e la fonte nel colubro, e il colubro nell’intervallo, e l’intervallo nel monte Caf, e il monte in mano de gl’Angeli, che tengano il Mondo fino al di del giudicio. Disse, e questo e vero, Ma che ordine si oserva nel portar la sede di Dio? Rispose, [30] I capi loro son sotto la sede di Dio, i piedi sotto il Trono. Hanno si grande la testa, che s’uno uccello volasse mille anni interi, appena arriverebbe da una all’altra orecchia, hanno sopra i capi loro le corna, il cibo, e il bere loro, e la gloria, e la laude di Dio, Il muover de gl’Angeli è tanto che nessuno non lo puo sapere se non Dio. Disse, e questo è vero, Ma dimmi, che uccelli sono tra noi, e il cielo? Rispose. Alcuni uccelli non toccan ne la terra, ne il cielo, i colubri hanno il color bianco, il dosso di cavallo, le chiome a guisa di donna,, l’ale come gl’uccelli. Parturiscon le vova sopra la coda loro, e producono quivi i figliuoli. Disse. Egli è vero, Ma questo mondo, perche è chiamato mondo? Rispose. [31] perche questo mondo fu fatto fuor d’un’altro secolo, ma se fusse fatto col secolo, sarebbe perpetuo come quello. Egli è il vero, ma il fine perche lo chiami fine? Risp. Perche risuscitera in lui ogni cosa creata. Egli è cosi, ma il secolo altro, perche è detto altro? Risp. Perche restera ultimo dopò questo mondo, e non si puo esprimer la sua somiglianza, e i suoi habitatori non son mortali, ne il di è sottoposto al numero, perche è perpetuo. Tu di il vero, ma che debbo io proporti per farti fallare? Dimmi, qual è la piu forte cosa ? il ferro, e del ferro? il fuoco, e del fuoco? l’acqua, e dell’acqua? il vento. Egli è vero, ne per questo restero di addomandarti Adamo, perche e detto Adamo? Risp. Perche è creato del fango di tutte le terre, e non di una sola, perche se d’una sola fusse stato creato, gli huomini non harrebbero noticia di cosa alcuna, Egli è il vero, se tu mi dirai, che essendo fatto Adamo, di donde gl’entro lo spirito in lui? Risp. Per la bocca, e per bocca usci. Disse, Dio creato che lo hebbe, che gli disse ? Risp. Tu, e la tua donna, mangiate, e beete, e habitate nel Paradiso, ma non vi accostate a questo arbore. Disse, e che arbore era? Ris. [32] de frutti. Qual fu la sua forma? Risp. Haveva sette spiche, delle quali Adamo ne tolse una, ove erano cinque grani, duoi ne mangio, e duoi ne diede ad Eva sua donna, [33] il quinto grano lo portò seco. Disse, come fù grande,, e che ne fece d’esso ? Ris. fu maggiore di un’uovo, e lo divise in 600. parti, delle quali furon cavate tutte le sorti delle semenze. Disse, cacciato del Paradiso dove fu il suo ricetto? Risp. Adam stava in India, Eva in Nubia, Di che vestivano ? Ris. Adamo di foglie del Paradiso, & Eva si ricopriva con i capelli. Disse, dove si rincontravano ritrovandosi ? Risp. In Araf, cioè in Mecca . Qual fu poi fatto di lor due? [34] Eva di Adamo della sua sinistra costa, perche se ella fusse fatta della destra, sarebbe come Adamo forte. Chi habito la terra innanzi Adamo? Risp. I diavoli prima, dopò gl’Angeli, e dopo gl’Angeli Adamo, [35] tra gl’Angeli, e i Diavoli son. sette milia anni, e tra gl’Angeli, e Adamo son mille. Disse, tu mi racconti la cosa apunto come la passa, ma basti fina a qui. Passiamo hora ad altro ragionamento, e dimmi se ti piace, chi comincio i peregrinaggi? Risp. Adamo. Chi gli rase il capo? Gabriello. Chi lo circuncise ? Egli stesso. Dopo Adamo, chi fu circonciso ? Abramo. E questo è vero, perche ci sono manifeste, e ci resta altro addimandare, ma dimmi, qual è la terra che ha veduto il Sole una volta, e non vedra mai piu se non alla fine de secoli. Rispose, quella del mare che divise Mose, tal che se vide il fondo, e ritornate l’onde mai piu si vedra, e che ti pare Abdia, ritrovi tu queste cose nella tua legge ? [36] Non, Segui anchora. Quale è la casa che ha xii. porte, per le quali escano xii. portioni di xii. generationi? Risp. Quella ruppe, che Mose percosse apri xii. porte, e mandò fuori xii. fonti per le xii. Tribu d’Israel. Disse, egli è il vero. Ma Dio à che parte parlò della terra? Ris. al monte Sinai comandandogli,, che elevasse Mose fino al cielo. Che cosa fù legno prima, e poi spirito ? Ris. La virga di Mose che hora fù legno, hora serpente. Qual femmina nacque solamente di maschio, e qual maschio di femina? Risp. l Eva solamente nacque di Adamo, e CHRISTO di MARIA vergine. [37] Disse, quel che tu di è il vero, se mi dirai, che furono quelle tre cose, che son nate senza commistione di huomo. Ris. Adamo . Arlos di Abramo, e GIESU CHRISTO. Egli è vero, ma qual sepulcro s’è messo col suo sepolto ? Risp. Il pesce con Iona. Chi son quei duoi solamente i cui sepolcri non si sanno ? Rispose Abitalib, e Mose, ilquale conoscendo che s’appressava il tempo della morte, commandò che dopò la sua morte fusse posto in sulle spalle d’un Camello, e lo lascino andar dove a lui paresse, e lo seguitassero, fin che egli di sua volon si posasse, fatto questo, dove il Camello giunse, e si fermo, cavando ritrovato un monumento con un Epitafio, ilqual diceva quello esser il monumento,, che Noe havea apparecchiato ad Abilalib, e quivi sepolto, il luogho si ha քduto, ne mai piu si ha potuto ritrovare. Mose andando solo per un deserto a caso trovo il sepolcro aperto, e voto, cavato tanto quanto alla sua grandezza del corpo si conveniva, del che maravigliandosi molto, comincio à misurarlo dalla propia statura, intanto l’Angelo della morte venne ad occidere Mose. Il che egli conoscendo, disse, a che sei tu venuto ? Rispondendo disse, son mandato per l’anima tua, à cui Mose, di donde la torrai, per la bocca non si puo, perche con quella ho favellato al Signore, per gli orecchi meno, perche con quelli ho udito la sua voce, Ne per gliocchi co quali ho veduto la faccia del Signore, ne per le mani con le quali ho ricevuto il dono da Dio, ne per i piedi, co quali son asceso sul monte Sina, L’Angelo havendo udito questo si parti, e mutata nuova forma, ritorno con un’pomo del Paradiso, e lo diede à Mose, accioche egli lo odorasse. Mose lo tolse, e fiutandolo, l’Angelo lo prese per il Naso, e di quivi gli cavo l’anima, il che fatto rimase quel corpo nella sepoltura non trovata mai da nessuno. Disse, veramente fù come tu m’hai raccontato, ma dimmi qual fuoco è quello che mangia e bee, e dopo s’estingue, e non s’accende altrimenti in fino al di del giudicio? Rispose. Il fuoco nel corpo humano si sostenta col vivere, ma l’anima partendosi s’estingue ne s’accende altrimenti s’ella non ritorna al suo corpo . E questo è vero. Ma che cosa è quella che è sempre grande, e qual è quella che sempre è piccola? Ris. Le pietruzze son sempre picciole, e i Monti son sempre grandi,, Egli è il vero disse, Ma dove è il mezzo della terra? Ris. A Hierusalemme,, dove le genti disperse si aduneranno in cotal luogo, e dove sarà un Ponte,, e una stadera sopra l’inferno, ilquale vi sarà portato da lxx. milia Angeli, Egli è cosi. Ma perche Gierusalemme è detta casa benedetta? Ris. perche ella è per linea retta sotto il cielo, e ք che quivi Dio e gl’Angeli parlarono co i Patriarchi, e co i Propheti, [38] e quivi Dio diede à Mose tre mile, e cinquecento, e quindeci precetti, disse e cosi sta il vero, Ma dimmi, qual è quel humore, che non è di Cielo, ne di terra? Ris. Il sudore de gli animali che lavorano. Dimmi piacendoti, come fu fatta la Nave ? Risp. Noe fu il primo che comincio la Nave, e Gabriello gli diede legnami, e Noe vi entrò dentro con i suoi figliuoli, e partendosi di Arabia, e navigando sette volte girò sopra Mecca, e navigando sopra Gierusalemme la circondò sette volte, e pervenne in Giudea, e quivi mancando il diluvio si fermo la Nave, egli è il vero, Ma in questo mezzo Mecca ove fù? Risp. Dio la tolse, e messela in Cielo, e commesse al Monte Abicobiz, che havesse cura di Gierusalemme,, & egli la tolse nel suo ventre Cosi sta e tutto è il vero. ma dimmi anchora, la cagione perche i figliuoli assomigliano piu il Padre, che la Madre, o piu la Madre che il Padre? Rispose. Quando l’huomo ha maggior voglia del coito, e maggior piacere in quello che la donna non sente, e non hà, all’hora si genera il figliuolo, o figliuola piu simile a lui che a lei, quando poi è il contrario, il contrario aviene. Disse egli è il vero. Ma dimmi, Dio punisce egli alcuno sanza ragione ? Rispose. No. Che farà egli de figliuoli de gli infedeli? Rispose. Il di del giuditio verranno i figliuoli de gli infideli innanzi la faccia di Dio, & egli dirà loro, chi è il vostro Signore? & essi. Tu signore, che ci creasti. Chi havete voi adorato, e servito ? Signore diranno, noi non potemmo usar gl’orecchi, ne la lingua, ne potemmo seguir il tuo Nuntio. Et egli s’io vi commandassi qualche cosa la fareste voi ? Et essi Signor degno, e giusto, tutto quel, che tu ci commanderai ci piace. all’hora egli farà comparire uno de fiumi dell’inferno, e dira loro, entrate in questo fiume, coloro che obediranno, usciranno fuori sanza esser punto offesi, & se ne andranno in Paradiso, e quei che staranno saldi nella lor volontà andranno co padri loro nell’inferno, perche egli dice nell’Alcorano. Chi obedira sarà nel Paradiso, chi non obedira sarà nell’inferno. E questo è vero, disse. Ma come si solver à la terra? Rispose. Il fuoco convertira la terra in cenere, e l’acqua diperdera la cenere, Egli è il vero, ma i monti d’onde usciranno ? Risp. Dal monte Caf, Iddio gli pose come pali della terra, vero, ma dimmi, che cosa resta sotto queste sette terre? Risp. Un bue, e sotto il bue? Risp. Una pietra bianca. Che forma è quella del bue? Risp. Il suo capo è in Oriente, e la coda in Occidente, ha quaranta corna, e altri tanti denti, e da un corno all’altro è tanto spatio, quanto si caminerebbe in mill’anni. Disse, e sotto la pietra dove egli sta, che cosa vie ? Ris. Un monte chiamalo Zohot, e d’onde nasce questo Monte. Risp. Dell’inferno. Quanto è largo? Quanto si caminerebbe in mill’anni, su questo monteranno tutti gl’infedeli, e quando tutti saranno in cima, il Monte tremerà, e gettera tutta la turba nel profondo dell’inferno, Egli è il vero, ma sotto il Monte che cosa è? Ris. Terra, come si chiama? Ris. Unerelea, e di sotto che vi è? Risp. La terra Alioulem, e disotto il mare Zeid, e di sotto la terra Neama, e di sotto il mar Zegir, e di sotto la terra Herib, e di sotto un’altra terra chiamata Agiba, bianca come latte, e odorosa come il muschio, liscia come il croco, e lucida come la Luna, e Iddio sopra queste adunera tutti i giusti, sotto la quale è il mare Alchintaim, [39] e di sotto è un pesce, che si chiama Albebut, che ha il capo in Oriente, e la coda in Occidente, sopra il cui dosso sono le Terre, i Mari, le Tenebre, l’Aria, e i Monti,, e vistaranno fino alla fine de secoli. Sotto al pesce vi è un vento, che sostiene il pesce. Sotto é un Monte, di sotto un Tuono, di sotto un Fulgure, e di sotto a queste cose e un mar sanguigno, e di sotto l’inferno chiuso, e di sotto un mar di fuoco, e di sotto un mare opaco, e di sotto il mar della potenza, e di sotto il mar nuvoloso, e di sotto le laudi, e di sotto la glorificatione, e di sotto il Seggio, e di sotto la Tavola, e la penna, e di sotto il maggior nome di Dio. Disse, e dopo questo che vie ? Rispose. Se tu cercassi o Abdia, tene andresti nell’infinito, bastiti assai, che la potenza di Dio, è per ogniverso uguale. Disse. Gran cose son queste. Ma dimmi, qual son quelle tre cose che vennero di Paradiso in questo mondo? Rispose. Mecca, Iesrab, e Gierusalemme, Tu di il vero, quando che tu mi dica, quali vennero dall’inferno? Rispose. Vastat citta d’Egitto, Antiochia di Scria, Ehebera di Armenia, & Elmedera in Caldea. Egli è il vero, ma misura il mondo? Rispose. La quantita del mondo, e tanto quanto si caminarebbe in un giorno. Disse, in che modo? Rispose. Il Sole nascendo lo camina tutto per fino alla sera. Disse, veramente che tu sei stato molto arguto, & perche io veggo, che tu conosci ogni cosa, se ti piace descrivimi il Paradiso, e come la su si vive ? Ris. Da che ti piace, egli è tutto di smeraldo compartito di Giacinthi, ripieno di cose fruttifere, e amene, quivi corrono Fonti, alcune di latte, alcune di mele bianco,, e alcune altre di vino purissimo. I di sono di mille anni, e gl’anni sono di quaranta milia anni, non è questa assai beatitudine, e à bastanza. Disse, veramente si, se tu mi dirai lo habito, e l’uso de gli habitatori? Risp. Gli habitatori, cioche desiderano subito hanno, vestiranno d’ogni colore dal negro in fuori, ilqual colore non tocchera alcuno dal mio Banditore infuori, ilquale per il merito di questa vita, mirabile hara cotal privilegio, e quello sarà il suo propio colore, [40] tutti saranno perfetti nella statura come Adamo, nella forma come GIESU CHRISTO, mai non cresceranno, e mai non patiranno alcuna cosa, che gli disturbi, ne dicresceranno altrimenti. E questo è vero. Ma dimmi del piacere, e della vita loro, cominciando dalla prima entrata del Paradiso. Ris. Primeramente à quel che son entrati si mette innanzi accioche essi mangino un fegato de pesce chiamato Albehut, [41] cibo di gran dilettatione, succedono dopo i frutti de gli arbori, e il bene che è del Paradiso, e dopo cioche essi desiderano, subito vien loro in presenza ? Dimmi, coloro che mangiano non è egli necessario, che smaltischino, e smaltendo non mandano essi fuori la superfluita del corpo? Ris. Non è buono argomento questo, perche i fanciulli, che son nel ventre Materno, pur mangiano, e vivono, e nondimeno non mandan fuori, la superfluità loro. Ma quand’egli comincia a smaltire, subito nasce, e sotto entra alle miserie mortali, la onde se quei la su per necessita smaltissero, seguirebbe che mandando fuori la superfluita fusse per via del sudore, ilquale ha odor di musco mirabile, e buono. Disse, tu hai risposto molto bene a questo contrario, e di il vero, se aggiugnerai, se mangiano pane, e carne? Risp. Cioche essi desiderano possono havere, dalle cose prohibite infuori. Disse, e qual sono le illicite? Risp. Come sarebbe la carne di porco. Disse, Veramente o buon Macometto, che tu mi hai fatto beato, perche io so che anchora noi giudei, e non sanza cagione Dio ci ha commandato, che non mangiamo carne di porco, La onde ti prego per Dio che tu mi dica la cagion di questo poi che noi stamo à cotal ragionamento? Ris. Mi piace da che tu lo desideri, e però GIESU CHRISTO essendo addomandato da discepoli, che narrasse loro il modo dell’Arca di Noe, e lo habito, e la vita di coloro, che rimasero nella generatione humana, egli tacito ascoltando quei che lo pregavano, havendo fatto una forma di terra, che egli haveva in mano la gettò in terra, e disse. Leva su in nome di mio padre, e subito si levò uno huomo canuto. A cui CHRISTO, chi sei tu? Io son Iafet, disse egli figliuolo di Noe, a cui CHRISTO, sei tu morto cosi canuto ? Nò rispose : ma in quella hora pensando, che io doveva risciuscitare il di del giuditio per la paura divenni canuto. GIESU dunque gli commandò che egli raccontasse a discepoli tutta la Storia dell’Arca di Noe, allhora egli cominciando dal principio della cosa e venuto al passo la dove dice che per il cumulo del sterco posto in un de lati dell’Arca, ella si piegava, la onde havemmo grandemente paura, consigliatosi dunque il padre col Signore, gli disse, mena l’Elefante, e volta le spalle sue a quel luogo ove l’Arca pende, [42] ilquale stercorizando anchora egli ne nacque un gran Porco, pero non ti pare che questa sia sofficiente cagione di astenirsi di questo animale immondo? Disse. Certo si, ma dimmi, che soccesse poi? Rispose. Questo col grifo spargendolo per l’Arca contrasse in quello tal odore, che non potendolo sofferire soffio, è con quello ne usci un topo ilquale andava rodendo le tavole sanza alcuna intermissione, dil che consigliatosi Noe con Iddio, percosse nella fronte del Leone, [43] il quale all’hora soffiando gitto fuor del naso un gatto. Disse. Tu di ottimamente, ma basti inquanto a questo per non uscir fuora del proposito, e perche di sopra mi ragionasti del vitto de gli habitatori del Paradiso. Resta hora che tu mi dica de piaceri, che essi hanno, e se quivi si mescolano con le donne, come, e quanto. Rispose. Se vi mancassi piacere alcuno, la beatitudine non sarebbe perfetta, indarno dunque vi sarebbero i piaceri, se chi gli ha non havessero volontà di provarli. Cioche essi vogliono è subito dato loro, e quando, e dove, e quanto, e ogni volta che essi vogliono, tutto sanza tardare, e sanza alcuna difficoltà. Di maniera, che chi harà qui vivendo havuto mogli fedeli, haranno la su altretante concubine, delle serve, e meretrici non te ne favello, perche vi saranno senza fine. Disse. Ottimamente, e apunto cosi come egli è, Ma ricordandomi di quel che tu di, che haranno il tutto fuor che le cose vetate, non mi havendo tu detto cosa alcuna del vino. Dimmi cio che essi hanno quivi, e se il vino e lecito, o no, e se egli è lecito, perche voi tu prohibirlo in questo mondo? Ris. Tu mi addomandi cosi argutamente, che mi bisogna con due risposte solver una sola questione, diro dunque il lecito, e il non lecito. Erano duoi Angeli, Haroth, e Maroth mandati da Dio in terra, per governare, e insegnar alla generatione humana prohibendo tre cose, che non occidessero, che non giudicassero ingiustamente, e che non beessino vino, e cosi essendo passato molto tempo, & essi essendo noti per tutto come giusti giudici, avenne ch’una Donna di bella maniera, laquale haveva una sua causa contro il marito, per farsi benevoli i Giudici invito a desinar seco questi Angeli, e astutamente mescolò del vino tra le vivande, pregandoli, che beessero, e mangiassero senza riguardo, essi à cio dalla donna invitati beverono, e s’imbriacarono, e richiesero la donna a suoi piaceri, la qual promesse loro, con questa conditione, che uno le insegni quelle parole con le quali si va al cielo, e l’altro, quelle con le quali si discende dal Cielo, piacque loro, e cosi havendo imparato, di subito fu inalzata al Cielo, Ilche Iddio vedendo, e ricercata la causa, la converti nella stella Lucifero, cosi tra le stelle bella, come fu bella tra l’altre donne,, e chiamati gli Angeli in giudicio, Dio propose loro, che si dovessero elegger qual pena gli piacesse tra questo secolo, e l’altro, essi s’elessero tale, che legati per alcune catene di ferro, fussero messi col capo nel pozzo Bebil per fino al di del giuditio, che te ne par dunque o Abdia, non è questa causa potente, che il vino sia nonlecito ? Disse. Si veramente, ma perche tu hai pienamente detto di queste cose, vorrei se ti piacessi, che tu mi ragionassi dell’inferno qualche cosa ? Risp. La tua domanda è ragionevole, la onde intendo satisfarti, [44] Gl’infernali hanno un fumo di solfo mescolato di pece, e l’inferno è tutto di fiamme ardentissime, dove vi son molti laghi, e molti pozzi profondissimi, pieni di pece bollentissima, attorno i quali vi sta il fuoco, che la cuoce, e di questa bisogna che mangino coloro che vi sono, e questo è il lor cibo, del quale lo huomo non si puo imaginare il piu peggiore. Disse bene, se tu mi dirai dove è colui, che Dio chiamera dopo il di del giuditio? Risp. In mezzo dell’inferno, è una valle, nella valle un gorgo, nel gorgo un pozzo, nel pozzo un’arca, nell’arca un legato con catene, e co ferri a piedi, e costante nella speranza, e mille anni chiamera senza intermissione alcuna la misericordia di Dio. Disse, che gli fara Dio? Ris. Dopo mille anni se lo farà menar innanzi,, e gli dira, [45] {48} che voi tu sciaurato, che non fai se non darmi fastidio chiamandomi ? che speranza hai tu, che paurito speri ? e gemendo rispondera,, signor mio non ho altro signor che mi possa haver misericordia altro che te, Tu hai fuor di me dove sfogar la tua ira, habbimi dunque miseridia o Signore. Disse, e poi che sarà ? Risp. Comanderà che sia menato nell’inferno, ove non cessera anchor di chiamar la misericordia di Dio, finalmente mosso à compassione,, comandera che sia cavato di quindi, et essendo tinto del color infernale piu negro della pece, gl’Angeli vorranno sapere in che modo si possa mescolar con gl’altri nel Paradiso essendo cosi negro. Allhora dio comanderà che sta lavato nel fonte Aereo, e sarà fatto tutto bianco dalla macchia in fuora della fronte, e cosi netto, e mondato se ne andara publicamente per il Paradiso in cospetto di tutti, gli altri vedendolo cavato dell’inferno, quasi schernendolo mormoreranno per tutto, & egli vergognoso, verra à tanto, che dira, che vuol piu tosto star nell’inferno, che esser in cotal luogo cosi vergognato, la onde Dio dira a suoi Angeli, che lo lavino cinque volte nella fonte, il che fatto si partira la macchia della fronte, e all’hora sara simile a gli altri habitatori del Paradiso, e cosi cessera la vergogna. Questo e quanto io ti ho da dire del Paradiso o Abdia, se ti resta altro da domandarmi, dimandalo. Disse. Tu mi hai detto ogni cosa apunto come elle vanno, ma ti prego per il tuo Signore, che havendo tu cosi ben le cose alle mani, me descrivi il di del giuditio. Rispose. Son contento. In quel di il Signor e comandera all’Angelo della morte, [46] che egli occida tutte le creature che haranno spirito, tanto gli Angeli, tutti i Diavoli, e gli huomini, quanto gli uccelli, i pesci, le bestie, e ogni altro animale. Dopo questo chiamera l’Angelo della morte dicendo. O Adriel è avanzato vivo cosa nessuna delle mie creature? Et egli risponderà, cosa alcuna Signor mio, da me in fuori, che son tuo servo inutile, allhora gli dira, perche tu hai occiso ogni mia creatura, partiti di qui, e va tra il Paradiso, e l’Inferno, e occidi te medesimo, e muori, l’infelice allhora se partira, e giunto nel luogo prescritto, rinvoltandoci nelle sue ali si affogera da se medesimo, con tanto gridore, e terrore, che se i celesti, e i terreni fussero vivi, per la paura caderebbero morti. Il Mondo tutto stara vacuo xl. anni. [47] Dopo questo, Dio tenendo il Cielo, e la Terra nel pugno, dira. Dove sono hora i Re, i Prencipi, e i Potenti di questo Mondo, i quali havevan Regni, & Imperi, e potevan tanto? Dite se sete veridici, e dette queste parole tre volte, fara risusciare Seraphiele, e dirà. Piglia questa tromba,, vatene in Gierusalemme, e suona. Allhora egli presa la tromba di lunghezza di cinquecento anni, stando in Gierusalemme la sonera. [48] Allhora tutte le anime giuste, & ingiuste voleranno per tutta la terra cercando i lor corpi, e cosi a questo suono tutte le ossa si aduneranno insieme, e passati quaranta anni al secondo suono ripiglieranno i nervi, e la carne, e fatto il terzo suono dopo quaranta anni, le anime tutte entreranno ne loro corpi, e fatto cosi, subito verra un fuoco dall’occidente acceso, ilqual cacciera tutte le creature à Gierusalemme,, la dove radunate cessera. Qui dunque havendo si per spatio di quaranta anni nuotato nel sudor loro aspettando il giudicio afflitti da tante miserie, chiameranno Adamo, dicendo. Padre Adamo perche ci hai tu generati? dovendo star noi tra tanti affanni, e miserie ? e pero tu padre perche tu non patisca, che i tuoi figliuoli non stiano fra la terra, e la speranza ad aspettar un fine incerto. Domanda al Signore, che faccia di noi, quel che tra l’inferno e il Paradiso egli è per fare. Rispondera Adamo, e dirà, o figliuoli figliuoli, voi sapete come io fui inobediente al Signore persuadendomi il diavolo, il che è cagione che non habbia ardire di far cotal officio, del qual voi mi richiedete. La onde rivolti a Noe diranno, Prega per noi o Padre eletto Noe, rispondera Noe, io ho fatto quel che ho potuto, ci salvò nel diluvio, non mi resta altro da fare, ma andate ad Abramo, Allhora chiameranno Abramo, dicendo, padre della fede, e della verità, riguarda noi miseri, e habbici misericordia, a i quali Abramo dirà, che addomandate voi à me? Non vi ricorda quanto tempo io fui idolatra, e vissi sanza esser ciconciso tanto tempo ? Io non son bastante à far questo effetto, ma andate a Mose. allhora chiamando Mose diranno, Odi noi o Nuntio, e Propheta eletto di Dio o Mose, a i quali dirà. Chi chiamate voi ? non vi ho io data la legge? non ve la ho io confermata co i miracoli? e non dimeno non mi havete creduto, se voi mi haveste creduto, potrei hora far quel che vuoi mi addomandate, ite dunque a GIESU CHRISTO, Rivolti a GIESU diranno, GIESU CHRISTO spirito, verbo e virtu di Dio, [49] muovati la tua pietà, e prega per noi, allhora GIESU dira. Che mi addomandate voi ? io vi fui mandato in virtu di Dio, e in parola della verità, e voi errasti, e quanto piu io vi predicai, voi mi faceste vostro Signore, e cosi perdeste tutto quello, che io per voi potrei fare in questo caso dove voi sete, Ma andate dall’ultimo de Propheti, significando con queste parole con lui, con chi tuo Abdia hora favelli, al qual rivolti diranno, o Nuntio di Dio, et amico, quanto habbiam noi peccato, e quanto gravemente non ti havendo creduto? Ascoltaci o pio Propheta di Dio in te solo si dee sperare, perche dopo te in chi haremmo noi speranza ? Odi i nostri preghi. Verra adunque Gabriello, e andranno i compagni innanzi la faccia di Dio, io so a che far voi venite, mai non sia il vero, che io non satisfaccia al desiderio del mio caro amico, e fedele. Fatto dunque un ponte sopra l’Inferno, al capo di quello sara una stadera, con la quale, pesati i fatti di ciascuno camineranno su per il ponte, i salvi lo passeranno, e i dannati caderanno nell’Inferno. Hora o Abdia se ti resta altro a sapere, domandami, allhora Abdia disse, o misero me, che pazzia mi ha fin qui tenuto, che io non habbia conosciuto il vero, piu chiaro che il Sole, Ma perche tu mi di tutto quello, che io desidero, pero vorrei, che tu mi dicessi il numero delle schiere del popolo in quel di, e facessimi conoscere i fedeli da gli infedeli? Ris. Le squadre de gli huomini saranno cxx. e di queste tre solamente saranno fedeli. La lunghezza d’ogni squadra sara lo spatio di quanto terreno si caminerebbe inmille anni, e la larghezza cinquecento anni. Disse egli è il vero, ma con chiudi, dapoi che tu hai detto delle creature divise in quel modo che tu mi hai divisato, che sarà della morte? Risp. [50] La morte si mutera in un becco, e sara menata tra il cielo, e l’inferno, e verra gran dissensione tra gli habitatori dell’inferno, e del Paradiso, perche il popolo del Paradiso temendo la morte s’imaginera di dar morte alla morte. Gl’infernali per la speranza di morire, vorranno che ella non muoia, ma stia viva, non dimeno vincera il popolo del Paradiso, e tra l’inferno, e il Paradiso occideranno la morte. Qui il Giudeo ad alta voce gridando, disse. Tu hai vinto o buon Macometto, ricevi me, che lo confesso, lo credo, et veggo che non son tanti Dii, ma un solo Dio onnipotente, del quale veramente tu sei Nuntio, e Propheta.

IL FINE DEL PRIMO LBRO DI GRANDE Auttorita appresso de Sarracini, avenga che sia colmo di Bugie, Fittioni, Bufonerie, Superstitioni, Vanità, biastemmie, Favole, e Sogni.

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[1] Avenga, che questo cap. sia la dottrina di Macometto, e tenuto auttentico da suoi settatori, non e pero stato da lui scritto, ma in vero da un altro Propheta di medesimo spirito il quale in forma di Dialogo ha voluto ristrettamente esporre i piu signalati luoghi della legge sua, la quale il pio lettore leggera come favole di Luciano e di Apuleio per vedere insieme in quai errori caddono per giuditio di Dio quelli, che sprezzando la dottrina di Christo nostro Salvatore attendono piu volentieri,, alle favole, per le quali gli animi loro sono dalla verita rimossi. {1}

[2] b E perche alcuni Macomettani danno auttorita a questo Dialogo per quelle parole delle leggi nel primo cap. dove si legge domanda a i figliuoli di Israhele quante dichiarationi: e quanti chiari miracoli habbiamo dato: dove dicendo Macometto esserle negata la potesta da Dio de far miracoli: issistimo che queste parole siano dette dalla divina persona : e non da lui di se parlando se forse alcuno non dicesse che di questo egli habbia come spesso gli aviene il contrario scritto. {2}

[3] c Con doppio vocabulo e intitolata la legge di Macometto cioe Alcorano, et Alfurcano: Alcorano dalla lettione: et Alfurcano dalla distintione : come il vecchio testamento dal novo : & il novo da se stesso overo perche si distingue la sua dottrina da questi dui discrepante come quella che si gloria haver havuto dal cielo overo perche distingue anchora i tempi ne quali diversamente gli fu data: & alcuni dicono Alfurcano esser detto dalla redentione percioche quelli che losservano dice Macometto, sono di sotto lira di Dio levati. {3}

[4] d Cosi distinguono gli Arabi la misericordia dalla clementia volendo che misericordia sia quella propia virtu che e in Dio, clementia quella piacevolezza che se applicata per divina operatione alle cose create, e questo con grande facilita mostrano i Rabini Hebrei come quelli che con la propieta delle voci molto atte, e quasi necessarie a questi misteri eccellono tutte le altre lingue. {4}

[5] e Confonde con la pieta la bellezza, e sforciassi con inette parole di confirmarlo havendolo imparato dalli giudei huomini di pessima fede, i quali in que tempi,, et innanzi solamente attendevano a nuove oppinioni con le quali missero scandolo nella Religione de Christiani ; per ilche sono venuti Saturnino: Basilide : Corintho: Hebrione: Valentino : Sabelio: Manes: Arrio: Nestorio : & altri quasi innumerabili Heresiarchi : che si sono divisi dalla commune oppinione della santa chiesa come e scritto in quel libro dellorigini e cagioni di tutte l’.Heresie. {5}

[6] f Le nostre sacre lettere dicono che lalbore della tromba : e quello della scientia del bene; e del male. {6}

[7] g I caballisti nelle sue divine emanationi intendono per le superiori gli huomini: e per le inferiori le donne : dalle quali hebbero principio le favole di quelli antichi greci, le quali poi ne susequenti tempi sono state contaminate dalla vanita di quella gente. {7}

[8] h Mai ha potuto capire Macometto nellintelletto suo rozzo: e maladetto ne vuole che altri il creda che Dio habbia generato CHRISTO il figliuolo senza coito colla femina. {8}

[9] i Tanto commenda lAlcorano suo a suoi per virtu del quaternario numero che pare volere col testimonio de tre primi, cioe la legge di Mose i Salmi di David, e lEvangelio di Christo che niente sia di verita se non se conferma anchora lAlcorano.. {9}

[10] t Cinque orationi fanno ogni di i Macomettani come noi le sette hore canoniche delle quali piu largamente dicemmo nel principio del libro. {10}

[11] u Potrebbonsi con simili inettie tutti i numeri accommodare.. {12}

[12] x Le ridicolose favole de i libri de Cabalisti tolte dalli giudei, e non bene intese,, hanno trovato fede appresso di questa bestia. {13}

[13] y Che alli xxiii. di Ramadan che e il mese di Settembre voglia Macometto che CHRISTO sia nato veramente,, e in tutto falso, percio che e scritto in infiniti autentichi libri Hebrei, Greci, e Latini oltre il testimonio certissimo della chiesa nostra che Christo figliuolo di Dio vero Messia : nascesse alli xxv. di Novembre {14} ne i giorni brumali in Bethlemme alle sei hore di notte nel . xliii anno dellimperio di Augusto : e battezato di anni xxx. alli xi. di Gennaio alle x. hore, visciuto al mondo xxxiii. anni, e tre mesi, e messo in croce alli xxix. di Marzo, a hore sei di giorno, e risuscito il terzo giorno che fu il primo di Aprile, e secondo il computo de gli Egitti a sei hore di notte, ascese in cielo poi alli tre di Maggio a ix. hor. di di. {15}

[14] z Veggendosi mancare Macometto lopportunita di mentire o altri in persona di lui: e non sapere a tutti i noveri la sua figura accommodare ; finge esser richiesto dal giudeo che solamente tocchi da xxx. sino a c. il x. di ciascuno. {16}

[15] a Hanno scritto i cabalisti le inettie de quali haveva Macometto imparato che nellultimo di del giuditio ritorneranno sette numerationi inferiori alla ultima Triade, e ciascuna costa di diece mill anni ; dove che cavandogli due di mezzo resteranno cinque le quali i giudei insegnarono a gli heretici: tra quali fu Origene: secondo alcuni la cui dottrina fu da gli antichi padri dannata. {17}

[16] p Ha radoppiato Macometto la pena de gli ubriachi col numero quadragenario delle busse nella legge di Mose diffinito per contenire gli Arabi con questa severita dal uso di berre vino i quali per la calidita di loro natura non se harrebbono potuto domare. {18}

[17] q Per commodarsi con questo numero riferisce la similitudine del ricco avaro : e del povero bisognoso. {19}

[18] r Chiama il Giacinto la suprema sapientia : e leterno specchio di Dio: & il verbo sapientia inferiore; & oscuro specchio dove gli Arriani dalli giudei ingannati hebbero introduttione alla loro heresia. {20}

[19] s Per il calamo intendono i cabalisti le cinque numerationi inferiori del mondo Archetipo, con le quali esprimono tutte le attioni,, e proprieta di qual si voglia cosa. {21}

[20] t Alcuni la chiamano la linea verde. {22}

[21] u Qui guarda diece volte ciascuna delle sette numerationi,, e la settima cento chiamata da poeti cibele distributrice delli giuditii di Dio. {23}

[22] x Allude alla ethimologia Arabica, percioche quelli chiamano cielo dalla levatione del vapore estenuato. {24}

[23] y I cabalisti pongono il Paradiso in su uno altissimo e chiarissimo monte,, a imitatione de i quali i Greci hanno iscogitato l’.olimpo. {25}

[24] z Non sanza consideratione si imaginarono i cabalisti due chiavi che aprissero il Paradiso, una d’,oro, e laltra dargento significando la severita in una, e la clementia in l’,altra, dove che medesimamente issistimo che quelle, che portano sopra i scudi i Romani Pontefici, sieno queste istesse mostrando la facolta data loro da dio co perseveranti : e penitenti.. Di qua anchora appare: che Macometto habituato nella superstitiosa dottrina de Giudei: intenda del mondo Archetipo. {26}

[25] Il mare sopra de Cieli. {27}

[26] Ordine, e gradi de universi. {28}

[27] d Mostruosa cosa e quello, che dicono i Talmudisti, e qui il sgratiato Macometto, o chi si sia ; del corpo lunare, anchora che Alberto Inglese dica nelle sue dichiarationi delle quattro decene di generationi tre volte replicate, che la dottrina de cabalisti mescolata con questa favola non e in tutto vana. {29}

[28] e Gli Arabi dicono che il vocabolo della notte e commune tra loro, e gli Hebrei. {30}

[29] Qui chiaramente si vede con ogni frode, e perfidia Macometto essere ingannato da giudei per la grande confusione delle loro oppinioni. {31}

[30] Qui e depravato il mirabile mistero delle sette numerationi. {32}

[31] h Issistima che con la propieta del vocabolo Arabico sia indebolita la oppinione de i Philosophi dellEternita del Mondo per non scoprire con impieta infinita lignorantia sua. {33}

[32] i Questo anchora e tolto da pazzi Cabali. {34}

[33] k Alcuni questo intendono della penitentia, e cosi espongono,, & alcuni della infima numeratione,, e molti altri del seme nel quale si ste nascoso il Messia fino al tempo da Dio ordinato. {35}

[34] l Le sinistre a parangone delle destre sono meno forti. & il capo della donna si dimostra esser piu bello quando e coperto col velo de capegli. {36}

[35] m Quello che i sapienti intendono della differentia delle numerationi,, e delle scorze questo animale intende allhabitatione della terra. {37}

[36] u Vero e quello che afferma questo frodolento adulatore; ma astutamente niega alcune cose con tacerle, di questo andare; mostrate da suoi maggiori per insegnarle,, e non per ingannar altrui. {38}

[37] o Se Macometto non havesse mostrato publicamente di credere quello che anco i nostri heretici fermamente crederono come Christo nacque di Maria vergine, mai harrebbe havuto modo di assaltare lintegrita della religione christiana, ma finge il Maledetto possibile essere, che la vergine habbia il ventre portato per allettire gli animi de Giudei. {39}

[38] p Annoverano gli Hebrei seicento,, e tredeci precetti della legge, e scrivono che le ispositioni di quelle hebbe Mose nel monte Sina; delle quali forse se ne serve Macometto col titolo de suoi precetti. Quanto poscia dice che Dio habbia dato a Mose le leggi a Gierusalemme ; e veramente falso : salvo se non intendesse del monte Sina; il quale e nella Satrapia come dice . S. Paolo di quella Terra. {40}

[39] q Della vivanda di questo pesce se ne danno gioco i Thalmudisti : ma li Cabalisti come misterio recondito il manifestano : ne voglio tacere quello che si dice che disse il Cardinale Aleandro a gioco a M. Zematto Rabi Arabo preso in Africa, e presentato a Clemente vii. dal quale battezzato si ste a Roma tre anni, poi nel sacco si rifuggi, e rifecessi Turco come mi riferri M. Pietro Aleandro mio Zio che allhora si ritrovava a Roma, il quale Zematto domandato dal Cardinale: perche piu piacque a Christo il pesce che altro cibo: rispose molte cose che il poco luogo non me le consente riferire, poi soggionse a burla: vedi come il Messia non ha voluto ingannare li suoi discepoli dellespettatione di questo convito. {41}

[40] r Scrive Agostino : che qualunque ripigliera sua carne: e sua figura, qual mai hebbe migliore: o in gioventu avegna che morto sia vecchio, e che non fusse pervenuto a quella. {42}

[41] Gli Hebrei con gran plauso del volgo estollono in scritture : e predicationi questa favola. {43}

[42] Dicono che gli Elephanti,, e i Toppi temono il grunire de porci, dove che ebbe origine questa fittione. {44}

[43] La natura de gatti in parte partecipa con quella dei Leoni. {45}

[44] Descrittione dell’.inferno. {46}

[45] A imitatione de Cabalisti i quali col nome de maschi, e femine distinguono le cose superiori dalle inferiori. {47}

[46] Scrissero i Talmudisti : che lAngelo della morte tiene la similitudine di una colomba bianca sotto la cui ala vi sia nascoso uno col coltello sanguinoso. {49}

[47] Crederono i Cabalisti che col numero della penitenza si purghino fino gli elementi. {50}

[48] Ci insegnano i Cabalisti che in cinque numerationi sono le prime radici dellanime : e sotto la settima tutte prodursi nel theatro di questa vita, per il che diffinirono la lunghezza della tromba in spatio di via di cinquecento anni. {51}

[49] Li Macomettani confessano Christo spirito, verbo : e virtu di Dio: non in verita e simplicita come fanno i christiani : ma come gli heretici: e non vogliono capire: che a Dio eterno maggiormente si convegni di propia natura leterna prodottione del figliuol di Dio: che quella del mondo di nulla; percioche lintentione del Diavolo in tutte le loro dottrine: e di oscurare la gloria del figliuolo di Dio: & occultare leterno misterio della vera salute. {52}

[50] La morte mutarsi in becco. {53}

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Le mot « ni » est sans doute une faute d’impression qu’on peut amender ainsi : « finì ».

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Dans la note de Widmanstetter que Castrodardo traduit ici, il n’est pas question du 25 novembre mais du 25 décembre, conformément à la tradition établie depuis l’Antiquité tardive. L’indication du mois de novembre est sans doute imputable soit à une faute d’impression soit à une inattention – étonnante, certes – du traducteur.

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Dans le texte latin, Dieu s’adresse à cet homme en l’appelant « mulier » (« femme ») d’une façon dépréciative. Tout en traduisant la note de Widmanstetter relative à cet usage, Castrodardo efface dans le texte italien toute référence à la fémininité, en traduisant « mulier » par « ʃciaurato ».

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