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Arrivabene, 1547

La Vita i costumi la forma la statura, e l’oppinioni di Macometto. CAPIT V.

IN QUESTO tempo la Madre di Macometto andando à Mecca per viaggio ammalò, e mori, & il fanciullo homai fatto di quattro anni fù restituito dalla Balia all’Avo Abdalmutalif, co’l quale visse ott’anni, e non piu, perche egli poi mori, [1] dopò il quale gli fù dato un Seraphino à custodia sua per spatio di tre anni, non mai viduto da lui, avenga che sentito. Dapoi raccommandato all’Agnolo Gabriello, sotto la cui tutella stette vintinove anni, dal quale pervenuto alli quaranta anni ricevve la legge, tenendola nascosa tre anni, con nissuno communicandola se non con alcuni suoi persuasi, co’l favore de i quali per mezzo di questa Religione fu assonto al Ponteficato, e Prencipato de gli Arabi, e Sarracini, & attorno deceotto mesi dietro fù portato dall’Angelo sopra di uno animale di natura tra asino, e mullo, E quindi da quello medesimo rapito in Cielo, e ritornato in Terra, dove tolse Eubocara, Ali, e Zaid per compagni à questa impresa, et andò à Zaif, dove cominciò ad insegnare questa legge publicamente, facendosi chiamare da tutti Propheta, e de quindi se ne ritornò a Mecca, per diece anni andando hora in questo luogo, & hora in quest’altro, secondo che era guidato dalla speranza di poter convertire le genti alla legge sua, promettendogli il Paradiso, servando una continova gravità senza mai dire moto ne burla alcuna, si fattamente che all’osservanza di quella alletti tutte le famiglie di quei Paesi. E là si elesse alcuni huomini da lui convertiti uno per casa à securita della sua persona, i quali confidandosi della loro fortezza, e vedendolo anchora freddamente predicare, [2] dissero a Macometto, perche con piu animo, e con piu rigore non publicasse la legge, conciosia che tanto è la loro potenza che da gl’increduli si potrebbe à forza far osservare, altrimenti non patirebbero questa ingiuria, à i quali esponendo il parer suo rispose in questo modo. [3] Io ò Amici fedeli sempre con grande espettatione desiderato imporre la legge datami dall’Angelo Gabriello, la qual mai fin’hora non hò cessato di predicare, & è tanto penetrata ne cuori de buoni che non vi è stato mestieri allettamento,, ne forza alcuna, Hora mò si per satisfare à i vostri voleri, e si per essequire i mandati di Dio fat timi per l’Angelo, Sarete contenti alli diece di Dulchera [4] attorno Pasqua, che alla presentia vostra impona la legge che grandemente desidero, accio che con il vostro favore sia maggiormente accettata, e vi prometto in guidardone di cotal opera il Paradiso. [5] A cui Zaid figliuolo di Zuzara dopo molte parole in risposta del Propheta, disse giurando accettare la fede, che egli predicava, e prestargli ogni aiuto à favore di quella, e quando il bisogno il ricercasse esporre la vita senza alcun rispiarmo, & Aomar cavata la spada giuro medesimamente, che per lui non si celebrarebbe altra legge che quella che Macometto farebbe osservare, & il simile fecero gli altri tutti. Andato dunque a Mecca menando seco Eubocara, Ali, Zaid, Thalba, Bihel, Comen, e Azubair con tanti altri anchora per lui convertiti che ascesero al numero di quaranta, de i quali suoi fautori confidandosi, si misse à predicare con molta audatia, e baldanza facendo in picciolo tempo profitto grandissimo, hora con le parole, & hora con la spada, secondo che il bisogno il richiedeva. [6] Poi per commandamento di Dio andò à Gietrib con il campo delli suoi fedeli, lasciando à Mecca Ali alla guardia delle cose esposte, à i piedi loro in commune, [7] con ordine che dopo alcun di quelle rendute lo seguitasse al Monte Tauro, dove in una caverna vi stette due di, e tre notti, e montati Macometto, e gli altri principali della compagnia sopra duoi Cameli menatili da Aomar, & Adala di qui se nando à Minabat, e vi stette un di, & una notte, poscia stettero con Aomar quattro di, e finalmente pervennero à Gietrib à i dodeci di Rabe primo, [8] nella seconda Feria, dove ritrovò gran ricchezza di coloro, che lasciati la prima coltura s’erano convertiti alla Religione di Macometto, tal che vi stette desesette mesi orando piu di cento volte con la faccia sempre volta à Gierusalemme, per il che castigato da Dio, quando poi faceva oratione si voltava verso Alkaba.

MACOMETTO due anni dopò che si parti di Mecca [9] alli quatordeci di Romadan, che è di Settembre la sesta Feria, fece la prima battaglia ք intrarvi, e quattro anni dopò ne di di Albandara, di Zeab cioè di Agosto fece la seconda, e duoi anni dietro di Dulchera di Decembre, la terza, e sette anni dopò di Romadan ch’è il mese di Settembre la espugno, & entro dentro, dove per quindeci notti stette divotamente in orationi, e di quindi partitosi per Hunaim vinse anchora quella natione, e ritrovato gran copia di robba, spoglie, e trophei, tolse ogni cosa, e le divise ugualmente tra loro, poi andò all’assedio di Tarf, dove standovi attorno un mese, havendosi faticato in vano, si levò dall’impresa, e ritornò à Gietrib, e qui costitui Signore di Mecca Azeib, ilquale all’hora all’hora fece l’entrata accompagnato da gli suoi Arabi, e Sarracini, & anchora in questo anno, che è l’ottavo dopò la partita di Macometto fù fatto da lui governatore di quella Città Moaad figliuolo di Gadel, con commisione che Morendo il Propheta fusse tenuto mantenere la legge, e farla puntalmente osservare, & in questo mezzo rendere ragione à quei popoli di Mecca, e cosi ordinate le cose, se n’andò à Tambich con tutto il suo essercito, e la fabricò un tempio, che anchora dura, e di questo loco mandò Zalid, e Mehmelid a Alozaida figliuolo di Almathaliff Rè di Aliendel, e quello vinto, e fatto tributario remissero nel suo Regno, e ritornato Macometto à Gietrib commandò che Eubocara andasse con la sua gente peregrinando a Mecca con commissione che non vi lasciasse uscire di quella città alcuno, ne che altri entroducesse, che quelli della legge sua, e cosi l’anno decimo Mecca fu riempita del popolo solamente che credeva al Propheta, e converti tutta l’Arabia sanza difficoltà veruna, con gran concorso di quelle genti. [10] Ilche vedendo s’avisò dimandare à Re circonvicini pregare che venissero anchora loro à questa Religione, de i quali ne vennero alcuni. Mandando un messo à Rezre Re di Persia con sue lettere a questo effetto sigillate con uno annello di bolla d’argento nel quale era intagliate queste parole, Macometto Nuntio di Dio, & e Dechera figliuolo di Aaifa all’Imperadore de Romani. Aomar figliuolo di Alasci al Re Cinna. Alale ad uno Signore di due Mari. Animarata figliuolo di Mumaia al Re di Ethiopia, Aehalib figliuolo di Rabea à Iabala Re di Hestem, Estana ad Alun Karitz Re di Alessandria. E in quel medesimo anno alla fine di Dulchada [11] venne Macometto à Mecca, & espettando uno solenne giorno mostrò loro publicamente le leggi gia da lui date, poi si ritornò à Gietrib, e vi stette tutto Almuhara, [12] e Saphar [13] dell’anno undecimo finalmente alli dodeci di Rabe primo, [14] nella seconda Feria mori. Havendo per dieci anni intieri regnato. [15] Il luogo poi della sua sepoltura Dio lo elesse in casa di Aisca sua moglie figliuola di Eubocara in quella Camera dove egli soleva dormire, la quale come quella, che molto bene sapeva tutta la vita, e i costumi suoi [16] confessò poi che spesso era travagliato da quello abhominevole male caduco, per il quale finalmente mori, [17] dove fino al di presente si vede edificato un tempio di pietre cotte, nel quale è sepolto il corpo suo involto in tre panni bianchi senza altra veste Regale ne camisia. [18] Alcuni domandati di che eta egli mostrava essere, rispondevano che egli haveva nel mento pochi peli che cominciassero a divenir canuti, e che non di meno soleva ascondere quella bianchezza con alcuni unguenti, e colori, Et Ali addomandato da alcuni altri della qualita sua similmente rispondeva, che egli havea gran capo, la faccia tra bianca, e nera, e la pelle di conveniente colore, la barba lunghissima, e le gambe di assai convenevol forma, e che caminando assimigliava il moto piacevole dell’acqua d’un fiume che scende, [19] affermando di non havere mai veduto persona degna di tanto honore, e cosi riverenda quanto era Macometto per la buona phisonomia che egli haveva, la faccia sua di splendore trappassò ogni altra faccia di tutte le genti che furono in alcun tempo, non essendo però meno benigno ne magnanimo di cuore, onde à Gietrib un giorno essendo a cavallo, e quello facendo strabochevolmente correre, diede cagione a quelli che ciò vedevano di temere di qualche suo infortunio, e da loro pregato che vi si restasse, disse piacevolmente rispondendo, che quel cavallo era simile al mare, [20] era solito à predicare à suoi sempre essortandoli ad essequire la volonta sua, la quale era che ubbidissero alle leggi, e commandamenti suoi, godendosi fra loro con corrispondente, e fermo amore tutto quel bene, e quel male che gli sopravenisse, sopra ogni cosa astenendosi dalle altrui mogli, e qual si voglia altro male, vietando loro credere, che Dio havesse posto nome all’huomo prima che l’havesse creato, E vuole che il fanciullo stia nel corpo della Madre i primi quaranta di della sua generatione, nel seme solamente del quale è generato, e che dopo altri quaranta di si converta in color di sangue, dove che ne seguenti altri quaranta giorni si fà di carne, e comincia pigliar la forma, & i liniamenti del corpo, facendosi finalmente perfetto in questo numero quadragenario, E che Iddio all’hora gli mandi l’Angelo che spiri in quel feto l’anima, prescrivendogli quattro necessarie cose, come egli habbia a vivere, quanto lungamente, qual sia la sorte sua, & ultimamente quali opere, o buone, o ree habbino di necessita ad esser le sue, e se buoni habbia havere il Paradiso, e se ree il fuoco eterno secondo che dall’Angelo gli sara stato sortito. [21] La onde quantunque si affatticheranno in acquistar il Paradiso, non di meno necessariamente ritorneranno all’opere a loro prescritte per volonta di Dio, sopra il quale non è altro Dio. [22] [23] Fu un huomo a cui apparve in sogno Macometto, ilquale essendo come in luogo elevato, e distinto in vii. gradi, parevagli che si posasse in sul sesto, il buon huomo havendolo riferito al Propheta, hebbe da lui questa interpretatione, il loco che tu hai sognato è il Mondo, ilquale si come è distinto in spaci, cosi quei gradi significano i millesimi anni di quello, e cosi anchora ti dico ch’io verro nel sesto millenario, nelquale noi siamo, e dopò me non è per venire altro propheta, [24] perche presto sara il fine del Mondo, ilquale all’hora sara quando che il Sole nascera in occidente, e manchera nell’oriente. Alcuna volta domandato Macometto quando gli fù commandato che fusse Propheta, rispose nel spacio del tempo che è tra la creatione del corpo di Adamo, e la ispiratione dell’anima sua. E secondo che scrive Nabeth {25} addimandato quanti anni fussero passati da Adamo fino à lui, cosi rispose in questa maniera. [25] Adamo fù innanzi à Noe MCCXLII. anni, Da Noe ad Abramo corsero. MLXXX. anni. Tra Abramo, e Mosè furono. DLXV anni. Tra Mosè, e David. DLXVIII. Tra David, e CHRISTO. MDL. e finalmente tra GIESU CHRISTO, e Macometto furono. DXX. anni, e che tra Mose, e CHRISTO, de figliuoli d’Israele sono stati. M. Propheti, senza quelli dell’altre genti, E tra CHRISTO, e Macometto quattro de predetti. Sono dunque tra Adamo, e Macometto. DCCCCXXVI. anni. {27} Apresso disse che MARIA, Madre di CHRISTO, la cui vita LXII. anni, dopò il figliuolo visse V. anni. E che Seth sopra Adamo morto aiutandolo Gabriello fece XCV. orationi, quantunque hoggidi si osservi in quelle il numero quinario, percioche per Adamo huomo ne furon fatte V. e XC. per il Padre, e Duce di tutte le genti. Il principio dell’oratione fù, & è in questa maniera. Alla uva Ackbar, ciò è Dio di tutte le cose grandissimo, e ottimo. [26] Poi disse, che sono stati cento, e vinti milia Propheti, e CCCXXV. mandati da Dio al Mondo à predicare, d’iquali V. furono Hebrei, Adamo, Seth, Esdriz, Noe, & Abramo, e V. de gli Arabi, Luch, Schale, Ismahele, Schaib, e Macometto. Et insieme che tre di questi dierono leggi ottime, e buone, ciò è Noè, Abramo, & esso Macometto con la forza, e potenza loro, & il primo de Hebrei fù Mosè, e l’ultimo CHRISTO, e con questo disse che furon mandati dal cielo à Propheti CIIII. libri dei quali L. furon dati à Seth, à Mose il Testamento, à David il Saltero, L’Evangelio à CHRISTO, & à Macometto l’Alcorano, Appresso il quale tenne quella dignita Taidem figliuolo di Katz, che appresso il Re suol tenere il gran Mastro della giustitia. [27] I suoi scrittori o Cancellieri furono Zaid figliuolo di Tebit, e Inoaipha figliuolo di Effiettu. [28] Condusse xix. Esserciti, Andò due volte in peregrinaggio di Dulchada. Visito quattro volte Mecca. L’anno sequente anchora di Dulchada una volta, & il medesimo mese vi fù due volte, & havendo condotto seco gran preda le divise. E di questo istesso mese facendo il terzo peregrinaggio venne à Mecca dove mori, havendo visso anni LXIII. Elesse dodeci della casa di Chorase che havessero a regnare dopo la morte sua, alli quali tutti predisse le sue fortune, dicendo, che Eubocara harrebbe vita breve, il secondo che era Arabo, disse che sarebbe ottimo, et di Aomar figliuolo di Alhatab disse, che viverebbe gran tempo, finalmente gli mancherebbe la vita per giustitia, il Propheta [29] à questo voltatosi disse. Quantunque Dio ti vestisse la sua camisia, per questo non lo voler forzar alla tua volontà, altrimenti Iddio nelle cui mani è la mia anima, piu facilmente concederà il Paradiso ad un Camelo ch’a te. Disse egli medesimo che dopo lui sarebbero osservati i commandamenti della sua legge con diligenza, e fermezza. Essaltò molto xii. suoi vicari, i quali lo seguirono. Fu domandato chi dopo i xii. rimarrebbe, rispose averranno molte cose contrarie. Abdalla figliuolo di Monoz. Addomandato testifico che il Propheta havessi affermato xii. suoi huomini dover dopo se regnare secondo il costume, e il numero de suoi sudditi di Mose. Essendo Macometto entrato in uno horto d’un suo famigliare chiamato Neg, [30] commandò che fusse entrodotto dentro qual si fosse che vi battesse alla porta, dicendo perche dopo me regeranno il mio popolo, & harranno in premio il Paradiso, colui dunque obedendo al padrone introdusse Eubocara poi introducendo Amor per commandamento del Propheta gli disse, Regnerai dopo Eubocara, e possederai il Paradiso. Il terzo che picchio Odmen,, alquale il detto servo avisato dal Propheta gli disse. dopo il governo d’Aomar tu sarai privato della vita. Egli udito questo, e di cio fastidito, entrodotto ando dal Propheta, e disse dopò ch’io ho fatto la professione della legge tua. Io non ho detto alcuna bugia, non ho desiderato l’altrui cose, ne mi ho toccato il membro maschile con la man dritta, il Propheta rispondendogli affermo il futuro senz’alcun dubio, il cui parere è questo, [31] che nessuno che governa non intrerra in Paradiso, se prima non reggera bene il popolo, alquale egli è preposto, si come si conviene. Ogni huomo ch’è presidente al reggimento di x. huomini verra al giudicio con le mani strette sotto il mento, le quali egli potra all’hora lecitamente muovere, se governando hara amministrato giustitia, Ma se harrà fatto il contrario staranno immobili fino à tanto che gli altri tutti saran giudicati, [32] ogniuno che mi essaudira sara essaudito da Dio, il simigliante dico di chi terra il mio luogo, la onde ne esso Dio essaudira chi non ode me, o miei. Esso propheta essendo alcuna volta nel tempio predicando, disse. Se qualche Ethiopo, o qualche altro schiavo vi sarà preposto, uditelo con quella diligenza che voi solete udir me. [33] Di tutti gli huomini di Chorase, i buoni imiteranno i buoni, e i cattivi i cattivi. La degnità, e osservanza della mia legge durerà fino à tanto che si troveranno di sopravanzo xx. di Chorase. [34] I miei successori staranno in habito vilissimo per fino à xxx. anni. Da quivi innanzi saranno ornati, e superbi. [35] E dicono ultimamente, che ad ogni Propheta se gli danno quattro consiglieri, due celesti, si come à Macometto Michele, e Gabriello, e due terreni, Come sono Eubocara, e Aomar . Moauui figliuolo di Ocfino affermava haver udito dire il Propheta, che quei di Chorase trattavano, e maneggiavano piu de gl’altri il governo, e le leggi, Nondimeno dopò la mia morte voglio che osservino i precetti delle mie costitutioni, e rendino ragione con la dottrina d’Eubocara, e d’Aomar. Predisse medesimamente di bocca sua, che dopò lui succederebbero xxxii. i quali à Dio, & à lui sarebbono odiosi, bugiardi, uno de quali che è Alasuued, sara Re di Chanaa, [36] l’altro cioè Mustaileme signoreggera il Regno chiamato Aliemania. [37]

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[1] Gli Angeli a guardia di Macometto, e come non havendolo mai viduto ? Della quale vanissima inventione ci ha scritto Almaberigo, e sommariamente lo riferisce Richardo: e cosi fusse di lui avenuto come avenne a Simon Mago che si fusse fiaccato il collo, ma non permesse Dio, che a Macometto avenisse per li peccati de popoli. {1}

[2] Propio de scismatici, & heretici predicare ne conciliabuli. {2}

[3] Parlamento di Macometto a suoi persuasi. {3}

[4] Alli x. di Decembre. {4}

[5] Professione nella legge Macomettana. {5}

[6] Religione di Macometto fondata in violentia,, e crudelta, e non in carita & amore. {6}

[7] Perche quelli che credevano havevano le cose loro con gli altri communi fecero Ali di quelle Iconomo. {7}

[8] A i dodeci di Marzo. {8}

[9] Mecca e ne confini de lultima Arabia, e dellEthiopia ; il qual luogo era da gli Arabi tenuto sacro innanzi che Macometto vi venisse, dove dicono, che Abramo volse sacrificare il figliuolo, e stassi sitovata in un alto monte,, dove anchora e sepolto Macometto, per il che in molti luoghi delle sue leggi commanda che si faccia il viaggio di Mecca. {9}

[10] Ambasciarie mandate a i Re di quei contorni invitandogli alla superstitione di Macometto, e quai Ambasciatori, & quai Re. {10}

[11] Dulchada Novembre. {11}

[12] Almnaram Gennaro. {12}

[13] Saphar Febraro. {13}

[14] Rabe primo Marzo. {14}

[15] Quando mori Macometto dopo lAdighera cioe regno di diece anni. {15}

[16] Il morbo caduco famigliare di Macometto. {16}

[17] Dove fu sepelito. {17}

[18] Statura forma, e qualita di Macometto. {18}

[19] Macometto mostro riverendo. {19}

[20] Precetti di Macometto. {20}

[21] Come puo sapere Macometto i secreti di Dio, e della Natura non havendo egli havuto cognitione alcuna di Theologia; ne di Philosophia ; ne meno di altre buoni arti. {21}

[22] Oppinione dannata da tutti e Catholici Christiani. {22}

[23] Visione, o sogno commentitio,, e forse da Macometto iscogitato, per lo quale vuol dimostrare essere lultimo Propheta e venuto nei sei millanni ma non e cosi contratta la mano del Signore che non possi dopo lui e qualunque altro suscitare un spirito di prophetia. {23}

[24] Segni della fine del Mondo.. {24}

[25] Computi de gli anni secondo i Macometani. {26}

[26] Tutte queste cose in molti luoghi le replica nel libro delle leggi. {28}

[27] Secretarii di Macometto. {29}

[28] XIX. ispeditioni fece Macometto in tutta leta sua. {30}

[29] Chiama Macometto per eccellenza il Propheta. {31}

[30] Modo di eleggere i Re da Macometto per augurio ad arte fatto: mostrando quali habbino a regnare dopo la morte sua, come maggior fautori della legge da lui conosciuti. {32}

[31] Nissuno Rettore andara al Paradiso se non harra bene retto il popolo suo. {33}

[32] Chi ode il Propheta harra la mercede dal Propheta. {34}

[33] Predica lobedienza per non derogare a se stesso. {35}

[34] Vaticinio di Macometto della superbia pompa,, e delitie de suoi successori. {36}

[35] I consiglieri di Macometto due finti divini per li quali simulava la religione,, e due humani fautori dellinventioni sue. {37}

[36] Chanaa dove si fanno quei sottili lavorieri di seta ricamata. {38}

[37] Forse Aliemoma come di sotto. {39}

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Le nom « Nabeth » n’est pas évoqué dans l’édition de Bibliander de la Chronica mendosa et ridicula Sarracenorum (le texte dont ce passage est tiré). En revanche, « Nabeth » est attesté, avec quelques variantes graphiques, par la tradition manuscrite. On pourra voir, à titre d’exemple, les Ms. BnF 1162 fol. 5v° (XIIe s.) et Ms Vat. Lat. 4071 fol. 4v° (XVe s.), où on lit : « Spacia [...] Nabez ita dinumerat » (« Nabez compte ainsi les intervalles »). Dans l’édition de Bibliander, ce nom est remplacé par un participe passé : « Spacia [...] habita ita dinumerat » (« il compte ainsi les intervalles qu’il y a »). Cette variante dans le corps du texte, ainsi que la présence dans la traduction italienne de notes marginales attestées uniquement dans la tradition manuscrite, témoigne du recours de Castrodardo à des sources multiples pour la traduction et l’annotation d’un même passage.

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La somme des années mentionnée ici est erronée. Si l’on suit l’édition de la Chronica publiée dans l’édition Bibliander de 1543, les intervalles doivent être ainsi amendés : - Adam-Noé : MCCXLII (1242) - Noé-Abraham : MLXXX (1080) - Abraham-Moïse : DLXV (565) > DXV (515) - Moïse-David : DLXVIII (568) > DLXIX (569) - David-Christ : MDL (1550) > MCCCL (1350) - Christ-Mahomet : DXX (520) > DCXX (620) - Adam-Mahomet : DCCCCXXVI (926) > quinque millium CCCCXXVI (5426). Les indications fournies par Bibliander, cependant, contiennent elles aussi une erreur : si l’on calcule la somme de tous les intervalles, en effet, on obtient 5376 années au lieu de 5426. L’erreur de Bibliander peut facilement être répérée et corrigée : tous les manuscrits de la Chronica que nous avons pu consulter concordent sur l’indication du nombre d’années séparant Abraham et Moïse : DLXV (565) et non pas DXV (515). Castrodardo a donc suivi, pour ce passage, la leçon d’un manuscrit et non pas celle de Bibliander. Par ailleurs, l’erreur de plusieurs milliers d’années qu’on observe dans la somme des intervalles chez Castrodardo est sans doute imputable à la lecture fautive de l’indication en chiffres romains du nombre 5.000 (le signe "V̄" ayant été lu comme un "D").

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