La generatione di Macometto.
CAPITOLO
.II.
II.
IL LIBRO della generatione di Macometto Nuntio di
Dio,
l’oratiõe
l’oratione,,
e la
ʃalute
salute
del quale
ʃia
sia
ʃopra
sopra
lui,
cominciãdo
cominciando
da Adamo,
&
Eua
Eva
ք
ordine
ʃuccedendo
succedendo
ne
ʃuoi
suoi
mag-giori
maggiori
di uno,
e l’altro
ʃeʃʃo
sesso
fino al tempo,
nel quale Dio lo
fece perfetto,
gratioʃo,
gratioso,
&
utile a
lui per l’opere
ʃue,
sue,
[1]
Kabalchabar
ri-putato
riputato
gran Rabi
appreʃʃo
appresso
Iʃmaheliti,
Ismaheliti,
come colui che per lunga
lettio-ne
lettione
di prophetie,
e peritia di Astrologia,
inʃieme
insieme
col testimonio delle
dottrine di molti,
ʃapeua
sapeva
che
hauea
havea
à
uenire
venire
uno Propheta,
ք
il che era
ʃempre
sempre
ʃollecito
sollecito
quando,
&
in che loco
queʃto
questo
doueʃʃe
dovesse
auuenir,
avvenir,
&
in
coʃi
cosi
fatta
eʃpettatione
espettatione
dimorando,
ecco che ode come a
Iereʃab
Ieresab
citta di
Arabia,
è
nato un fanciullo con tutti quei
ʃegni
segni
predetti nelle
ʃcrittu-re
scritture
da lui lette,
e con quelli,
che l’arte
ʃua
sua
moʃtrato
mostrato
gli
haueua,
haveva,
e tanto
piu credenza ne
pigliaua,
pigliava,
quanto la fama per i
miraracoli nella
natiui-ta
nativita
ʃua
sua
ʃi
si
faceua
faceva
maggiore,
ʃi
si
fattamente che’l
ʃauio
savio
huomo tanto gli
crebbe il
deʃiderio
desiderio
di lui,
che per
uederlo
vederlo
ʃi
si
diʃpoʃe
dispose
d’andare là,
doue
dove
egli era,
al qual giunto,
et a
bell’agio maneggiatolo,
e
uisto,
visto,
conferendo
e
ʃegni,
segni,
e quei indici,
che gli
dauano
davano
le
ʃcritture,
scritture,
come che
haueβi
havessi
centi carati nella fronte,
e in
ʃulla
sulla
ʃchiena,
schiena,
conobbe
ʃenza
senza
alcun dubbio
lui
eʃʃer
esser
Macometto,
quello che gia tanti
ʃecoli
secoli
innanzi era stato
pro-meʃʃo
promesso
Nuntio di Dio,
&
ultimo Propheta
(ʃecondo
(secondo
il detto loro)
il
qua-le
quale
per
coʃtare
costare
al Mondo in tutte le età
lui
eβer
esser
deʃʃo
desso
ripetendo tutti
i
ʃuoi
suoi
maggiori da Adamo,
&
Eua
Eva
per lungo ordine de
ʃecoli,
secoli,
eʃpo-
ne
espone
in
queʃto
questo
modo la generatione
ʃua
sua
inʃegnatagli
insegnatagli
dal
ʃuo
suo
maeʃtro
maestro
Kabelmedi
coʃi
cosi
incominciando.
HAVENDO IDDIO Creatore omnipotente di terra creato Adamo,
e
uedẽdolo
vedendolo
uiuo,
vivo,
in pie
leuato
levato
ʃtar
star
tutto tremante parendogli gli
riʃonaʃʃe
risonasse
il
ceruello
cervello
in quella
guiʃa,
guisa,
che
riʃuonan
risuonan
le
frõdi
frondi,,
quando
ʃono
sono
dal
uento
vento
abbattute,
tutto pieno di
marauiglia,
maraviglia,
di cotal
ʃuono
suono
diʃʃe
disse
lui il Signore,
di che ti
marauigli
maravigli
Adamo?
Egli
è
ʃegno
segno
de propheti,
e de
nũtij
nuntii
ch’io
hò
da
mãdare
mandare
al
Mõdo
Mondo,,
e pero ti dono
queʃto
questo
ʃeme
seme
della luce della
uirtù
virtù
mia,
con il quale non
uoglio
voglio
che conceputo
ʃia
sia
figliuolo alcuno,
ʃe
se
prima
non
ʃia
sia
monda,
e purgata la natura
uergognoʃa
vergognosa
della donna,
&
il membro tuo
maʃchile
maschile
pulito,
e netto,
perche di quella
naʃceranno
nasceranno
e
Prophe-ti,
Propheti,
e Macometto
riʃplendente
risplendente
per tutti e
ʃecoli,
secoli,
ʃi
si
come il Sole nella ruota de
ʃuoi
suoi
raggi,
e come la Luna la notte nella
ʃua
sua
piu colma chiarezza
riʃplender
risplender
ʃuole,
suole,
[2]
Adamo
dunq;
dunque
eβendo
essendo
dubio in che hora il Signore
uoleʃʃe
volesse
infondere
queʃta
questa
luce,
che gli
hauea
havea
promeʃʃo,
promesso,
qualunq;
qualunque
uolta
volta
uo-leua
voleva
con la
ʃua
sua
donna giacere,
la
faceua
faceva
prima
lauare,
lavare,
e mondare
oʃʃeruando
osservando
medeʃimamente
medesimamente
anchora ella i
commandamenti del marito,
fino
che concepe Seth,
Padre de i
Propheti,
e capo de
Nuntij
Nuntii
di Dio,
[3]
do-ue
dove
che all’hora
ʃi
si
parti quel
ʃplendore,
splendore,
e quella luce dalla faccia di
Adamo,
&
andò
nella faccia di lei,
per la quale tutti i
ʃuoi
suoi
giorni fù
belliʃʃima
bellissima
di maniera,
che l’aria la terra,
e gli animali guardandola
ol-oltra
ololtra
modo
ʃi
si
marauigliauano,
maravigliavano,
et Adamo parimente
ʃtuppiua
stuppiva
quaʃi
quasi
per
riuerenza
riverenza
aʃtenendoʃi
astenendosi
di toccarla,
in tanto ogni di gli Angeli
ueniua-no
venivano
a
ʃalutarla
salutarla
portando con loro de gli odori del
Paradiʃo
Paradiso
fino che fù
ʃolo
solo
Seth generato,
dopo il quale
Eua
Eva
ʃempre
sempre
in tutti i
ʃuoi
suoi
parti ne
fe-ce
fece
due,
maʃchio,
maschio,
e femina.
Nato dunque Seth
portaua
portava
nel
uolto
volto
la
lu-ce
luce
dello
ʃplendor
splendor
materno
hauendone
havendone
ʃpogliato
spogliato
Eua,
Eva,
e all’hora Dio
po-ʃe
pose
tra Seth,
e Satan un termine il quale
neʃʃun
nessun
di loro
poteʃʃe
potesse
fino a
ʃette
sette
anni preterire,
e la luce era ritta tra il cielo,
e la terra,
per la quale gli Angeli
diʃcendeuano
discendevano
ʃopra
sopra
Seth,
e tutti i
giorni
s’udiua
s’udiva
un banditore
ʃopra
sopra
il Trono,
che
diceua.
diceva.
Allegrati terra,
e confortati degna
della luce di Macometto,
ʃopra
sopra
il quale
ʃia
sia
l’oratione,
e la
ʃalute
salute
di
Dio.
Quella luce dunque fù
ʃempre
sempre
riʃplendente
risplendente
nella faccia di
Seth fino a
che
uenne
venne
il termine d’Adamo.
alquale
uedendoʃi
vedendosi
eβer
esser
ui-cino,
vicino,
preʃe
prese
il figliuolo Seth,
e lo
conduʃʃe
condusse
al luogo
doue
dove
egli era
ʃo-lito
solito
orare,
al quale parlò
in
queʃto
questo
modo.
[4]
Figliuolo io ho da Diò
commandamento,
che innanzi il termine della mia morte io debba
di-
mostrarti
dimostrarti
il
uoler
voler
ʃuo,
suo,
e come in testamento commandarti,
che la luce
che tu hai,
e porti nel
uolto,
volto,
ʃi
si
come io l’ho degnamente
ʃeruata,
servata,
coʃi
cosi
medeʃimamente
medesimamente
anchora tu l’habbi a
laʃciare
lasciare
à
degna,
&
a
ʃanta
santa
crea-tura,
creatura,
e
riuolto
rivolto
il parlare al Signore,
diʃʃe.
disse.
Dio,
e
ʃignor
signor
mio,
ecco
che
ʃecondo
secondo
che gia mi
deʃti
desti
il
priuilegio
privilegio
di
queʃta
questa
diuina
divina
luce,
che io
ʃimilmente
similmente
hora la
laʃcio
lascio
a uno de miei figliuoli,
Manda dunque uno de
tuoi angeli,
che
ʃia
sia
testimonio tra me,
e lui,
innanzi che la
uita
vita
ci
laʃci,
lasci,
&
appena fornite
queʃte
queste
parole,
ecco che
parue
parve
l’Arcangelo Gabriello con
ʃettanta
settanta
milia Angeli,
hauendo
havendo
ciaʃcuno
ciascuno
in mano una carta bianca,
et una penna di quelle del
Paradiʃo
Paradiso
tutti
uenuti
venuti
a
ʃalutar
salutar
Adamo,
e dicendogli.
La tua
uoce,
voce,
è
ʃtata
stata
udita,
&
il Signore ha comandato
che l’ordine della generatione di Macometto
ʃi
si
metta in
iʃcritto,
iscritto,
e
coʃi
cosi
Adamo
laʃciò
lasciò
la
ʃua
sua
uolontà
volontà
allo herede co’l testimonio de
gl’Ange-li,
gl’Angeli,
e col
ʃigillo
sigillo
di Gabriello,
e
ueʃti
vesti
il Signore Seth d’una
ueste
veste
dop-pia,
doppia,
lucida come il Sole,
e di color di
uiola,
viola,
[5]
et in quella hora al
coʃpet-to
cospetto
del gran numero de gl’Angeli
ʃotto
sotto
il testimonio loro
ʃpoʃò
sposò
a Seth
la
ʃorella
sorella
Machuueliet
bianca,
e di grandezza
ʃimile
simile
alla Madre
lo-ro,
loro,
di
belliʃs.
belliss.
aʃpetto,
aspetto,
e di faccia modesta,
e gentile,
il che fatto poco
dapoi Adamo mori.
Seth conobbe la moglie,
e concepe Eno,
la onde
da ogni luogo ella
grauida
gravida
ode le
ʃalutationi
salutationi
de gl’Angeli in gloria,
e
benedittione della luce del Propheta Macometto.
Nato dunque Enò,
e
creʃciuto,
cresciuto,
il Padre
ricordandoʃi
ricordandosi
del
teʃtamento
testamento
di Adamo,
e del
uoler
voler
di Dio cerca di propagar et
accreʃcere
accrescere
la luce con degnita,
e
riueren-za.
riverenza.
Per ordine
adunq;
adunque
laʃcia
lascia
Enò
la luce al
ʃuo
suo
figliuolo Camaan,
Ca-maan
Camaan
al
ʃuo
suo
figliuolo Machieil,
Machieil al
ʃuo
suo
figliuolo Barade,
Barade a
Enoch natogli della
ʃua
sua
moglie Barra,
Enoch al
ʃuo
suo
figliuolo
Ma-thuʃalem,
Mathusalem,
Mathuʃalem
Mathusalem
al
ʃuo
suo
figliuolo Lecheth grande,
e forte,
Le-cheth
Lecheth
al
ʃuo
suo
figliuolo Noè,
Noè
al
ʃuo
suo
figliuolo Sem,
[6]
con l’arca,
doue
dove
era il testamento della luce
ʃanta
santa
di Adamo di materia lucida,
lauorata
lavorata
di gemme,
e cinta intorno di catene d’oro,
e di Smeraldi,
in quella
ordi-nate
ordinate
tutte le
ʃtanze
stanze
ʃeparatamente
separatamente
de Propheti.
Sem rilucendo della luce di Macometto,
tolʃe
tolse
moglie di
ʃtirpe
stirpe
di Re,
e
laʃció
lasció
il
priuilegio
privilegio
della luce al
ʃuo
suo
figliuolo
Arfaʃatto,
Arfasatto,
Arfaʃatto
Arfasatto
al
ʃuo
suo
figliuolo Heber,
Heber a
Felech,
Felech al
ʃuo
suo
figliuolo Salech,
Salech ad
Argauu,
Argavu,
Argauu
Argavu
a Sorach,
Sorach a
Tahod,
Tahod a
Tarocco,
[7]
Taroc ad Abramo nato di Ibecilne
ʃua
sua
moglie,
[8]
il quale
naʃcendo
nascendo
partiron
ʃi
si
dal-l’Oriente,
dall’Oriente,
e dall’Occidente duoi lumi,
e
uennero
vennero
in mezzo al cielo,
i quali congiunti fecero una luce,
che illuminò
tutto il Mondo da
ter-ra
terra
fino al cielo,
e fù
fatto un
ʃuono
suono
da gli Angeli per tutto
l’uniuerʃo
l’universo
pieno di Armonia,
e di dolcezza
celeʃte,
celeste,
con
uoci,
voci,
che
diceua
diceva
quella
eβere
essere
la luce del Propheta Macometto,
ʃopra
sopra
il quale la
ʃalute,
salute,
e l’oration di Dio,
&
eʃʃalto
essalto
Dio Abramo nella
guiʃa,
guisa,
che fece Adamo,
ilqual
.
Stupendo dice al Signore,
mai non
hauer
haver
ueduto
veduto
uirtu
virtu
ʃimile
simile
a
queʃta,
questa,
&
il Signore gli
diʃʃe.
disse.
Quello di che tu ti
marauigli
maravigli
douer
dover
naʃcere
nascere
del tuo
ʃeme
seme
è
d’un amico,
e nuntio mio:
[9]
la cui anima ne primi
anni della creatione del mondo fù
con la tua
inʃieme
insieme
meʃcolata,
mescolata,
La
ʃua
sua
parola
è
in
uirtu
virtu
mia,
[10]
il
ʃuo
suo
nome in Cielo
è
Aʃmet,
Asmet,
in terra
Macomet-to,
Macometto,
è
in
Paradiʃo
Paradiso
Abualtrazim.
Fu dunque quella luce nella faccia di
Abramo,
il quale,
eʃʃendo
essendo
gia
uecchio,
vecchio,
e la moglie sterile,
et ella
diffi-dandoʃi
diffidandosi
delle parole del marito della
diuina
divina
promiβione,
promissione,
ammonito
dall’Angelo
[11]
conobbe Hagir
ʃua
sua
ʃerua,
serva,
e
ʃubito
subito
la chiarezza della luce
ando nella faccia della
grauida,
gravida,
e
naʃce
nasce
Hiʃmahele
Hismahele
riportando
ʃeco
seco
la
luce paterna,
dil che
diʃdegnandoʃi
disdegnandosi
Sarra,
e
diʃpiacendole
dispiacendole
molto
diʃʃe,
disse,
che
è
queʃto,
questo,
io
reʃto
resto
uacua,
vacua,
et un’altra ha il frutto del tuo
ʃeme,
seme,
il
qua-le
quale
eʃʃendo
essendo
promeβo
promesso
ho tanto tempo
aʃpettato
aspettato
indarno?
Ma perche ella
fuʃʃe
fusse
conʃolata
consolata
uenirono
venirono
tre Angeli,
e
ʃeco
seco
alloggiati,
di molte
coʃe
cose
ragionando le
diβero,
dissero,
che ella s’impregnarebbe.
Abramo gia
ʃentendoʃi
sentendosi
uicino
vicino
alla morte,
chiama i
figliuoli,
e
laʃcia
lascia
in testamento la luce,
e l’arca
à
quello che ha la luce nel
uolto.
volto.
[12]
Hiʃmahele
Hismahele
adunq;
adunque
tolʃe
tolse
donna
Bi-chelam
Bichelam
figliuola di Alhar,
la quale generò
[13]
Cheidan
riʃplendente
risplendente
della
luce del Propheta futuro,
a questo furon dati
ʃette
sette
doni da
niʃʃuno
nissuno
al-tro
altro
hauuti,
havuti,
Perche fu
ʃano,
sano,
animoʃo,
animoso,
bello,
ueloce,
veloce,
giuʃto,
giusto,
cacciatore,
e
ʃaettaua
saettava
beniʃs.
beniss.
con l’arco,
fatto Re
tolʃe
tolse
moglie Nulian della terra
d’Iʃac,
d’Isac,
&
auenne
avenne
un giorno,
che
eʃʃendo
essendo
egli a
caccia,
udi una
uoce
voce
che
diβe,
disse,
Cheidar,
accioche tu non metta in luogo indegno la luce
conceʃʃati,
concessati,
farai
ʃacrificio,
sacrificio,
accioche per l’oracolo tu
poʃʃi
possi
ʃapere
sapere
quello
che tu debbi fare.
Inteʃo
Inteso
questo
laʃciata
lasciata
ogni altra facenda,
ʃe
se
ne
ua
va
nella terra di
Iʃmahele,
Ismahele,
[14]
doue
dove
fatto prima un’altare,
ʃi
si
fa condurre
DCC.
Castroni,
i quali offerendo,
metteua
metteva
nel fuoco fin che egli udi
che
doueʃʃe
dovesse
andare
ʃotto
sotto
un’arbore,
doue
dove
egli
haurebbe
havrebbe
la
riʃposta
risposta
della
ʃua
sua
domanda,
doue
dove
giunto ode che egli debbi tor Donna di Natione
Araba,
che habbia nome Algadira.
Obedendo adunque in tutto alla
uoce
voce
angelica,
camina in Arabia,
et
hauendo
havendo
cercato molti
paeʃi,
paesi,
[15]
giunʃe
giunse
al Re Haliercamni figliuolo di Aomar,
il quale
haueua
haveva
una
ʃola
sola
figli-
uola
figliuola
chiamata Algadira,
e quella
tolʃe
tolse
per donna,
e ritornati nella
pa-tria
patria
ella
ingrauidò,
ingravidò,
la onde in lei
riʃplendendo
risplendendo
la luce prophetica,
i
fi-gliuoli
figliuoli
d’Iʃaac
d’Isaac
indegnati cominciarono
à
far congiura,
e a
leuarʃi
levarsi
contro Cheidar,
dicendo,
che a
loro,
che
ʃon
son
figliuoli di Propheta
ʃi
si
con-ueniua
conveniva
il
teʃtamento
testamento
della luce prophetica.
All’hora Cheidar
uà
và
doue
dove
è
l’arca,
e mentre ch’egli la
uuole
vuole
aprire ode una
uoce,
voce,
che gli
prohibiʃce
prohibisce
tal
coʃa
cosa
non
eʃʃendo
essendo
lecito aprirla,
perche ella
è
riʃerbata
riserbata
al
ʃecolo
secolo
futuro,
ma che
doueβe
dovesse
portarla
à
Iacob,
il che
hauendo
havendo
Cheidar
eʃʃe-quito,
essequito,
e
portatoui
portatovi
l’arca,
l’auiʃa
l’avisa
di ogni
coʃa,
cosa,
la
duoe
dove
Iacob
uiene
viene
in-contro
incontro
all’arca
inʃieme
insieme
con i
figliuoli,
Cheidar giunto gli da l’arca del
teʃtamento,
testamento,
al quale
diʃʃe
disse
Iacob.
Rallegrati
ò
Cheidar
ʃommamente,
sommamente,
perche
queʃta
questa
notte ti
è
nato un figliuolo
anũntiato,
annuntiato,
e predicato da
diuina,
divina,
e
celeʃte
celeste
uoce,
voce,
Queʃta
Questa
notte ho
ueduto
veduto
i cieli aperti,
e il Mondo
farʃi
farsi
lucido,
e chiaro di lume
celeʃte,
celeste,
e gli angeli
aʃcendere,
ascendere,
e
diʃcendere
discendere
dal
cielo,
e tra le
uoci
voci
loro ne udi,
che
diʃʃe,
disse,
che Algadira
hauea
havea
partorito,
la
cauʃa
causa
di tanta celebrità,
detto
queʃto,
questo,
e
laʃciata
lasciata
l’arca del
teʃtamento
testamento
appreʃʃo
appresso
Iacob,
Cheidar
ʃe
se
ne torna alla patria,
[16]
e
truoua
truova
nato Hamel ornato della
uirtu
virtu
paterna,
e del
ʃuo
suo
chiaro
ʃplendore.
splendore.
Creʃciuto
Cresciuto
dunque
Hamel il padre menandolo una
uolta
volta
a Mecca al Santuario di Abramo
s’incõtra
s’incontra
per il
uiaggio
viaggio
nell’Angelo della morte in forma d’huomo col
qnale
quale
caminando,
e tutta
uia
via
ragionando
appreʃandoʃegli
appresandosegli
all’orecchia
di Keidar,
gli
traβe
trasse
l’anima fuori di quella,
ք
il che
ui
vi
cadde morto nelle braccia del figliuolo,
il quale addolorato per
queʃto
questo
caʃo.
caso.
Ecco che
ʃopragiungono
sopragiungono
alcuni con l’aiuto de quali diede
ʃepoltura
sepoltura
à
Cheidar
ʃuo
suo
padre nel Monte
Caʃiber.
Casiber.
[17]
Hebbe Hamel due delle
uirtu
virtu
paterne,
perche fu molto
ʃano
sano
del corpo,
&
fu gran cacciatore,
tolʃe
tolse
per
Don-na
Donna
Hareida,
[18]
e genero di lei Thebith ornato della paterna luce,
&
uir-tu,
virtu,
[19]
e Thebith generò
Hamiesfa,
[20]
et Hamiesfa generò
Adher,
il qual fu
il primo della Tribu di
Iʃmahele
Ismahele
che
deʃʃe
desse
opera,
e
ʃi
si
dilettaʃʃe
dilettasse
delle lettere
.
[21]
Adher generò
Aduuc,
Advuc,
e
[22]
Aduue
Adnen,
il quale per
l’inuidia
l’invidia
hauutagli
havutagli
della
ʃua
sua
bellezza furongli molte
uolte
volte
apparecchiati inganni
ք
farlo morire,
[23]
Adueu
generò
Mahat Re
bellicoʃo
bellicoso
molto,
e
noioʃo
noioso
ad
Iʃrael,
Israel,
[24]
Mahat generò
Nizar,
nella cui faccia
uedendo
vedendo
il Padre la luce che
annunciaua
annunciava
il Propheta,
che
douea
dovea
naʃcere,
nascere,
ʃacrificò
sacrificò
al figliuolo
un
caʃtrone.
castrone.
[25]
Nizar generò
Muʃar,
Musar,
della luce del quale
marauiglian-doʃi
maravigliandosi
il padre,
uolle
volle
che non
ʃi
si
deʃʃe
desse
il
ʃeme
seme
della luce
ʃe
se
non a
corpo di
Donna
degniβimo,
degnissimo,
e fatto
queʃto
questo
patto,
e
meʃʃolo
messolo
in
ʃcrittura
scrittura
fu
man-
dato
mandato
in guardia nel Santuario di Mecca,
Mauʃar
Mausar
tolʃe
tolse
per donna
Che-riman
Cheriman
della
ʃua
sua
gente
medeʃima,
medesima,
la quale gia fatta
uecchia
vecchia
partorì
Aliez,
il quale
eʃʃendo
essendo
ʃtato
stato
lungo tempo
ʃanza
sanza
tor Donna,
gli
ʃi
si
commoʃʃe
commosse
il
uentre,
ventre,
et udì
una
uoce
voce
molto
ʃtrana,
strana,
però
ʃpauentato
spaventato
ʃe
se
ne
ua
va
all’oracolo,
e ammonito toglie per donna Machara della qual
nacq;
nacque
Madrach,
Madrach poi generò
Pharadz,
a cui fu
cõmandato
commandato
in
uiʃiõe
visione
che
prendeʃʃe
prendesse
ք
moglie Attamra figliuola di
Vdem,
Udem,
la qual generò
Keia-na,
Keiana,
il qual poi generò
Annofra,
[26]
Creʃciuto
Cresciuto
Annofra il padre gli
diβe
disse
il
ʃogno
sogno
che egli
hauea
havea
fatto innanzi che
naʃceʃʃe,
nascesse,
come che gli
pareʃʃe,
paresse,
che da
ʃuoi
suoi
lombi
uʃciʃʃe
uscisse
un’arbore,
i cui rami
riʃplendẽti
risplendenti
pareuano
parevano
toccare il cielo,
ք
i quali
aʃcẽdeuano
ascendevano,,
e
diʃcendeuano
discendevano
alcuni huomini bianchi,
e
uolẽdo
volendo
dall’oracolo
ʃapere
sapere
quel che
ʃignificaua
significava
cio che
hauea
havea
ʃentito,
sentito,
fugli
riʃpoʃto
risposto
che l’arbore,
i rami,
e la luce era la prole,
che
douea
dovea
di lui
diʃcẽdere
discendere
la quale illuminarebbe la terra,
e
trappaʃʃarebbe
trappassarebbe
al Cielo
.
Annofra fu
dunq;
dunque
di
tãta
tanta
bontà,
e di
ʃi
si
gran nome,
che Dio
domandãdo
domandando
a
ʃuoi
suoi
Angeli
ʃe
se
in terra era huomo,
che
ʃi
si
ricordaβi
ricordassi
del
ʃuo
suo
nome.
Riʃpoʃero
Risposero
gl’Angeli,
che
neʃʃuno
nessuno
ueramẽte
veramente
ʃi
si
ricordaua
ricordava
di Dio,
eccetto Annofra figliuolo di Chinena della tribu
d’Iʃmahel.
d’Ismahel.
[27]
Dopo
queʃto
questo
Annofra
preʃe
prese
Dõna
Donna
chiamata Rachel della qual
nacq;
nacque
Melech
cõ
con
la luce
prophetica,
Melech generò
Fachrẽ
Fachren
e Fachren
Liue,
Live,
e
Liue
Live
generò
Caliber,
e Caliber Veab,
e Veab generò
Murra,
[28]
e Murra hebbe Cudal Re
di Arabia forte,
prudente,
e
giuʃto,
giusto,
Cudal generò
Abdeminef Re potente in tutte quattro le parti del Mondo.
Queʃto
Questo
hebbe l’arco di
Iʃ-mahele,
Ismahele,
il
ueβillo
vessillo
di Nizar,
e le
chiaui
chiavi
di tutti gl’Idoli di Mecca,
Generò
cinq;
cinque
figliuoli.
Il primo fù
Heʃim
Hesim
Signor della luce paterna del
Propheta Macometto che
douea
dovea
naʃcere.
nascere.
Poβede
Possede
il regno,
huomo di
tãta
tanta
candidezza,
e
ʃincerità
sincerità
che il Signore
diʃʃe
disse
coʃi,
cosi,
o miei Angeli
ui
vi
chiamo
ք
teʃtimoni,
testimoni,
come io ho fatto questo huomo netto da tutte
l’im-munditie,
l’immunditie,
e
ʃanza
sanza
alcuna bruttezza,
accioche degnamente ne i
ʃuoi
suoi
lombi
ʃi
si
meʃcoli
mescoli
con la
ʃua
sua
carne,
e col
ʃuo
suo
ʃangue
sangue
il
ʃeme
seme
della luce del
mio nuntio Macometto.
La
ʃua
sua
faccia non meno che la Luna,
e la
ʃtella
stella
di Venere
riʃplendeua,
risplendeva,
il che era cagione che tutti i
Prencipi,
e i
Re
s’inchinauano
s’inchinavano
all’obedienza
ʃua
sua
offerendogli le loro figliuole
uergini
vergini
per donne,
le quali tutte egli ugualmente
ripudiaua,
ripudiava,
[29]
e tra l’altre la
figliuola di Costantino Imperador di Roma,
come
ricordeuole
ricordevole
della
uoce
voce
da lui
diuinamente
divinamente
udita,
per la quale eragli
uetato
vetato
credere,
che
donna alcuna
fuʃʃe
fusse
degna di
riceuere
ricevere
il
ʃeme
seme
della luce Prophetica
fuor che Seline figliuola di Zeit,
figliuolo di Aomar,
che fù
di
Leuit,
Levit,
che fù
di Harraz,
che fù
di Aadi,
che fù
di Bahar,
della quale
ge-nerò
generò
Heʃim
Hesim
pieno di tutte le
uirtù,
virtù,
e con la luce del futuro propheta.
[30]
Egli
ʃtandoʃi
standosi
un giorno
ʃolo,
solo,
&
eβendoʃi
essendosi
addormentato
ʃognò,
sognò,
e per
quello grandemente
ʃpauentato,
spaventato,
doue
dove
deʃto
desto
per la paura
hauuta
havuta
andò
dall’Oracolo,
e
riceuuta
ricevuta
la
riʃposta
risposta
ʃposò
sposò
Hende figliuola di Acometto,
&
hebbene Abdalmutalif,
il quale
acreʃciuto
acresciuto
all’eta di
.xv.
xv.
anni,
il padre di lui
Heʃim,
Hesim,
ʃentendoʃi
sentendosi
giunto alla fine del termine,
fatti chiamare tutti i
Prencipi,
e i
grandi huomini del
ʃuo
suo
Regno,
laʃciò
lasciò
herede
del
Veβillo
Vessillo
di Hezar,
dell’Arco di
Iʃmahel,
Ismahel,
e de tutti gli armari,
e le
coʃe
cose
notabili,
e
precioʃe
preciose
di Mecca,
[31]
e commando che tutti e
Popoli,
e
Prencipi gli
pagaβero
pagassero
i Tributi co i
quali accatto gran
ʃomma
somma
de
da-nari,
danari,
et
inʃieme
insieme
che tutti quei
paeʃi
paesi
fuβero
fussero
parati ubbedire a
cenni
ʃuoi,
suoi,
[32]
il che fecero tutti eccetto
Ceʃare
Cesare
figliuolo di Hermette Re di Media,
la cui nimistà
mai puote
ʃuperare.
superare.
Ne giorni di Abdalmutalif,
qualunque
uolta
volta
la terra era
ʃecca
secca
dal Sole,
e che non
poteua
poteva
piouere,
piovere,
le
gen-ti
genti
correuano
correvano
al Re,
e conducendolo fuori,
la luce che egli
haueua
haveva
nel
uolto,
volto,
faceua
faceva
che
ʃubito
subito
abbondantemente
pioueua.
pioveva.
[33]
[34]
Et in
queʃto
questo
tempo
auenne,
avenne,
che il Re Abrahat Signor in Oriente figliuolo di
Aβabath
Assabath
eʃʃendo
essendo
irritato contro Abdalmutalib,
[35]
e
uolendogli
volendogli
ruuinare
rovinare
Mecca,
e
ciaʃchuno
ciaschuno
altro
ʃuo
suo
termine,
tuttauia
tuttavia
con gran moltitudine
aʃʃe-diando
assediando
la Città,
e
ʃacchegiando
sacchegiando
ogni
ʃuo
suo
confine all’intornogli depredò
cccc.
Camelli,
tal che gli habitatori tutti
ʃi
si
fuggirono ai monti,
e
conʃigliauanʃi
consigliavansi
con il Re,
il quale confortandogli
diβe
disse
loro,
che quella Citta
ha il Signor del cielo,
che mai
reʃta
resta
di porgerle aiuto,
detto
queʃto
questo
ac-compagnato
accompagnato
da pochi,
ua
va
in
ʃul
sul
Monte
Caʃiber,
Casiber,
dal quale lo
ʃplendor
splendor
del
nuntio de Dio,
come la Luna nel colmo
ʃuo,
suo,
&
uno doppiere
acceʃo
acceso
ag-giungendo
aggiungendo
fino a
Mecca
riʃplendeua,
risplendeva,
il qual
ueduto,
veduto,
comanda che i
compagni ritornino,
&
egli
ua
va
a Mecca,
l’inimico
uedendoʃi
vedendosi
ʃprez-zare,
sprezzare,
manda un
Caualiero
Cavaliero
ʃtrênuo
strênuo
e potente,
chiamato Heiatet
Abha-nieri
Abhanieri
per
ʃaper
saper
la cagione dal Re di Mecca,
alquale
eʃʃendo
essendo
giunto
in-nanzi,
innanzi,
e
ueduta
veduta
la luce mirabile,
ʃe
se
gl’inginocchia a
piedi,
eʃpoʃta
esposta
l’im-baʃciata,
l’imbasciata,
e
leuatoʃi
levatosi
in pie domanda Abdalmutalib,
s’egli e
primo che
habbia quella lume,
o pur s’egli la ha
riceuuta
ricevuta
da parenti.
Riʃponde
Risponde
che ella gli
è
uenuta
venuta
per ordine della
diʃcendẽza
discendenza
de
ʃuoi
suoi
primi padri,
e
parenti,
detto
queʃto,
questo,
Comanda Abrahat che
ʃi
si
meni uno Elephante,
[36]
ilquale giunto
ʃi
si
gitto a
i piedi di Abdalmutalib,
e con
uoce
voce
humana,
fa-
uellando
favellando
diʃʃe
disse
queʃte
queste
parole.
Salute
ʃopra
sopra
te o
Abdalmutalib,
e
ʃopra
sopra
il
lume che
riʃplende
risplende
da tuoi lombi.
Teco
ʃia
sia
degnita,
honore,
clarità,
e
uittoria.
vittoria.
[37]
Abrahat
commoʃʃo
commosso
da questo miracolo,
comanda che
uenghi-no
venghino
i Magi,
gl’Auriʃpici,
gl’Aurispici,
gl’Astrologi,
e i
negromanti,
e ricerca da
lo-ro
loro
la cagione di questo effetto,
a cui dicono,
che le parole dette non
ʃi
si
riferiuano
riferivano
ad Abdalmutalib,
ma al
ʃeme
seme
de
ʃuoi
suoi
lombi,
percioche di lui ha a
uʃcire
uscire
un Re,
maggiore di ogni altro Re,
che habbia il Mondo.
Dopo
queʃto
questo
Abrahat domanda la cagione della
uenuta
venuta
di Abdalmutalib,
alquale
riʃpondendo,
rispondendo,
diʃʃe,
disse,
che era
uenuto
venuto
per i
ʃuoi
suoi
Camelli,
a cui
Abra-hat
Abrahat
riʃponde.
risponde.
Io quando prima ti
uidi
vidi
reʃtai
restai
preʃo
preso
del tuo amore,
per ilche
uoglioti
voglioti
rendere i
Camelli,
e far la
uolonta
volonta
tua in ogni
coʃa,
cosa,
riʃer-uandomi
riservandomi
una
ʃola,
sola,
che
è,
ch’io
uoglio
voglio
al tutto distruggere Mecca.
Ri-torna
Ritorna
Abdalmutalib,
e
comãda
comanda
a tutti i
Cittadini,
che fugghino a
i Monti,
&
egli chiude il
ʃantuario
santuario
facendo a
Dio
queʃta
questa
oratione.
Signore
qualunque tu
ʃii,
sii,
ʃe
se
gli huomini difendono le
ʃtanze,
stanze,
e
coʃe
cose
loro,
quanto
piu tu difenderai la tua
caʃa.
casa.
In
queʃto
questo
Abrahat
ʃi
si
muoue
muove
col campo,
con grande animo
uerʃo
verso
la città
uicinandoʃi,
vicinandosi,
e
uolendo
volendo
mandar
innan-zi
innanzi
le bagaglie
ʃopra
sopra
de giumenti,
[38]
L’elefante
ʃdegnato
sdegnato
come egli
ʃi
si
ue-de
vede
sforzare a
andare
auanti,
avanti,
gridando
ʃi
si
distende in terra,
per il che i
ʃoldati
soldati
aiutandolo
ʃi
si
faticarono in
uano
vano
non
giouandogli
giovandogli
buffe ne
ʃuoni
suoni
de timpani,
քche
ʃi
si
riʃenti,
risenti,
e
lieui,
lievi,
[39]
e in un
medeʃimo
medesimo
tempo
ք
diuina
divina
uendetta
vendetta
parue
parve
in Aere gran moltitudine d’Api,
le quali
piouendo
piovendo
in terra
ʃaβi,
sassi,
fiaccarono tutto
quell’eʃʃercito,
quell’essercito,
et Abrahat
ʃi
si
cõʃumo
consumo
da una
ʃubita
subita
peste la pelle la carne,
e
l’oʃʃa,
l’ossa,
restando il campo
ʃuo
suo
pasto a
corbi,
&
Abdalmutalib arrichito delle
ʃpoglie
spoglie
de nimici
ʃenza
senza
piu
hauere
havere
alcun
penʃiero
pensiero
di Abrath,
[40]
tolʃe
tolse
per Donna Behelam figliuola di Harez
della qual nacque Abalheb maligno,
&
infedele,
morta Behalam,
egli
tolʃe
tolse
poi Zaadam figliuola di Creit della qual nacque Maabez,
e morta
anchora Zaadam
ʃpoʃo
sposo
Humcida della qual hebbe Hamza,
e dopo
que-ʃto
questo
ella mori,
[41]
&
auenne
avenne
un giorno,
che dormendo egli
ʃopra
sopra
una
pie-tra,
pietra,
la qual Abrahamo fondò
nel
ʃuo
suo
ʃantuario
santuario
di Mecca
ʃognò,
sognò,
la onde
per la tema
ʃi
si
deʃto,
desto,
e
timoroʃo
timoroso
ua
va
a
diuini
divini
oracoli
ʃeguẽdolo
seguendolo
il figliuolo
Alabez,
&
eʃpoʃe
espose
loro la
uiʃione
visione
in
queʃto
questo
modo,
come che dormendo
inʃulla
insulla
pietra,
che fundò
Abramo,
pareuagli
parevagli
che gli
uʃciʃʃe
uscisse
de lombi una
catena in quattro parti
diuiʃa,
divisa,
di qua fino al
naʃcere
nascere
del
ʃole,
sole,
di la fino
all’occaʃo,
all’occaso,
di
ʃopra
sopra
fino al Cielo,
e di
ʃotto
sotto
fino
all’Abiʃʃo,
all’Abisso,
e
ʃubito
subito
rac-colta
raccolta
pareuagli
parevagli
ʃi
si
conuertiʃʃe
convertisse
in uno arbore
uerde,
verde,
e fiorito di tanta bel
lezza,
che mai un tale non
ʃi
si
uide
vide
al mondo,
parendomi anchora stare
due
uecchi
vecchi
dinanzi,
i quali domando chi
ʃieno,
sieno,
e quelli mi
riʃpoʃero
risposero
l’uno
eʃʃere
essere
Abramo,
e l’altro Noe,
ambi due Propheti di Dio
Altiʃʃimo,
Altissimo,
Doue
Dove
che io
deʃto
desto
uenni
venni
à
uoi
voi
conʃapeuoli
consapevoli
de
ʃegreti
segreti
diuini,
divini,
i quali di
preʃente
presente
gli dierono tal
riʃpoʃta,
risposta,
&
interpretatione,
che
uʃcirebbe
uscirebbe
de
ʃuoi
suoi
lõbi
lombi
uno huomo in cui credera il cielo,
e la terra
conuertendoʃi
convertendosi
alla
uerità,
verità,
e
giuʃtitia
giustitia
tutte le nationi,
diʃtruggẽdo
distruggendo
ogni nequitia,
e
ʃceleraggine.
sceleraggine.
Abdalmutalib
eʃʃendo
essendo
ʃoʃpeʃo
sospeso
qual Donna egli
poteʃʃe
potesse
tor
per
ʃua
sua
moglie gli fu dall’oracolo detto di Falima figliuola di Aomar,
e quella
tolʃe
tolse
dotata di cento Camelli,
e d’altritanti talenti d’oro,
[42]
della
quale generò
Ibetalib Emina,
&
Berra.
Ne per
queʃto
questo
lo
ʃplendor
splendor
della
ʃua
sua
faccia lo
laʃció,
lasció,
fino
à
che egli un giorno ritornando dalla caccia
fatta prima l’oratione,
eʃʃendoʃi
essendosi
ʃtracco
stracco
beuue,
bevve,
e inghiottito il liquore,
ʃi
si
ʃenti
senti
i lombi
trauagliati,
travagliati,
onde
ʃi
si
congiunʃe
congiunse
con la moglie,
laqual
fat-ta
fatta
grauida
gravida
riʃplende
risplende
per la chiarezza della luce,
della qual egli
reʃtò
restò
ʃpogliato,
spogliato,
[43]
e
finalmẽte
finalmente
ella partori Abdalla,
ilqual da prima fu
chiama-to
chiamato
Abdellet,
il minore de figliuoli di Abdalmutalib,
creʃceua
cresceva
Abdalla
con la chiarezza,
e con lo
ʃplendore
splendore
della luce paterna,
[44]
la cui
Natiuità
Natività
quella
medeʃima
medesima
hora fù
conoʃciuta
conosciuta
da Alathore Siro,
perche
[45]
egli
haueua
haveva
una tela di lana biancatinta nel
ʃangue
sangue
di
Giouanni
Giovanni
figliuolo di
Zacheria,
la quale nell’hora della
natiuità
natività
di Abdalla
cominciô
cominciò
à
im-biancarʃi,
imbiancarsi,
ʃi
si
come egli
hauea
havea
trouato,
trovato,
che
doueua
doveva
eʃʃere
essere
per
teʃtimonio
testimonio
delle
ʃacre
sacre
ʃcritture,
scritture,
e per i
cõputi
computi
de gli anni
meʃi,
mesi,
e di a
queʃto
questo
fatti.
[46]
Abdalla
adunq;
adunque
creʃcendo,
crescendo,
e
uedendo
vedendo
gli
Aʃtrologi,
Astrologi,
Magi,
Aruʃpici,
Aruspici,
e
Indouini,
Indovini,
come del
ʃuo
suo
ʃeme
seme
doueua
doveva
naʃcere,
nascere,
chi
haurebbe
havrebbe
lor
guaʃto
guasto
tutta la religione che
eβi
essi
teneuano,
tenevano,
&
ogni altro culto che
eβi
essi
oʃʃer-uauano,
osservavano,
congiurarono di occiderlo,
a
defenʃione
defensione
del quale gli fù
dato
uno Maestro che huomo
pareua,
pareva,
e non era,
ne per
oʃʃeruanza
osservanza
alcuna
ʃi
si
poteua
poteva
conoʃcere
conoscere
quello che
ʃi
si
fuʃʃe.
fusse.
In
queʃto
questo
tempo gli Arabi
combatteuano
combattevano
con i
Sirij,
Sirii,
e ogni
uolta
volta
che da Arabia
ueniua
veniva
alcuno in Siria
era addomandato dello
ʃtato
stato
di Abdalla,
e quel che
parua
pareva
a chi lo
haue-ua
haveva
ueduto,
veduto,
Riʃpondeuano
Rispondevano
che lo
haueuan
havevan
laʃciato
lasciato
molto fondato nelle
uirtù,
virtù,
e nella fortezza,
e quel lume che egli
haueua
haveva
era molto chiaro,
e
marauiglioʃo,
maraviglioso,
il quale
moʃtraua
mostrava
che di lui
naʃcerebbe
nascerebbe
il nuntio di Dio
Macometto.
[47]
Dopo questo,
ragunatiʃi
ragunatisi
inʃieme
insieme
LXX.
ʃaui
savi
de Giudei congiurarono anchora loro tutti unitamente di occider Abdalla,
Partitiʃi
Partitisi
adunque con l’armi
auellenate
avellenate
uanno
vanno
a Mecca
tuttauia
tuttavia
oʃʃeruando
osservando
di
non
eʃʃer
esser
ueduti,
veduti,
ʃtando
stando
il giorno occultati,
e la notte caminando,
fi-no
fino
che
uennero
vennero
a confini di Mecca,
doue
dove
trouarono
trovarono
Abdalla la
à
ʃorte
sorte
arriuato,
arrivato,
al quale facendogli
inʃidie,
insidie,
e
conoʃciutolo,
conosciutolo,
ueggẽdoʃi
veggendosi
coʃi
cosi
fatta
occaʃione
occasione
lo
aʃʃaltarono
assaltarono
con l’armi,
cingendolo intorno di huomini
armati,
in aiuto del quale
ʃpaurito,
spaurito,
e
laʃʃo,
lasso,
uennero
vennero
chi
pareuano
parevano
huomini,
e non erano,
i quali cacciando parte de nimici,
e parte occidendo,
ʃaluarono
salvarono
Abdalla
ʃanza
sanza
alcun danno,
laqual
coʃa
cosa
uedendo
vedendo
da lunghi
Ab-demenef
Abdemenef
Azuchri non
oʃʃando
ossando
auicinarʃi
avicinarsi
per timor dell’armi,
conobbe
Abdalla per huomo
diuino
divino
per
queʃto
questo
miracolo,
per il che gli
uenne
venne
in
animo di dargli per moglie la
ʃua
sua
figliuola Hemina
uergine
vergine
di grande
honeʃta,
honesta,
e bellezza,
et andato
à
caʃa
casa
ragiona colla moglie del modo che
s’haueβe
s’havesse
a tenere di cattar Abdalla in l’amor di lei
auãti
avanti
che
fuʃʃe
fusse
d’altri
preuenuto.
prevenuto.
Berra
adunq;
adunque
che
coʃi
cosi
ʃi
si
chiamaua
chiamava
la moglie,
adornata
la figliuola,
e
ʃe
se
medeʃima,
medesima,
quaʃi
quasi
per
uia
via
di
uiʃitatione
visitatione
la
cõduce
conduce
da
Ab-dalla,
Abdalla,
il quale
uedutala
vedutala
bella,
e piacendogli
s’acceʃe
s’accese
di lei,
e
ricor-dandoʃi
ricordandosi
della
uiʃione,
visione,
per la quale egli
ʃapeua
sapeva
quel che di lui
doueua
doveva
ʃe-guire,
seguire,
ʃanza
sanza
indugio alcuno la
tolʃe
tolse
per Donna.
[48]
Il che intendendo le
donne d’Arabia
diʃperate
disperate
dell’amor
ʃuo,
suo,
percioche erano tutte innamorate di lui,
uennero
vennero
à
tãto
tanto
furore per cagione di
geloʃia,
gelosia,
che
forʃe
forse
cc.
ʃi
si
morirono,
parte
appiccandoʃi,
appiccandosi,
e parte
gittandoʃi
gittandosi
nel fuoco,
non
hauen-do
havendo
potuto
conʃeguire
conseguire
i
uoti
voti
de i
loro amori.